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Ucraina: una medaglia per la cura dei bambini che hanno subito traumi di guerra

La medaglia sarà distribuita con la collaborazione di Poste Italiane

In occasione del secondo anniversario dell’invasione dell’Ucraina (24 febbraio), l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha realizzato la medaglia in bronzo denominata ‘Due anni di resistenza ucraina’, coniata dalla Zecca dello Stato su progetto degli studenti della scuola dell’Arte della Medaglia.

La medaglia raffigura sul dritto la statua Berehynia, simbolo del patriottismo ucraino e protettrice della libertà, realizzata dallo scultore Anatoliy Kushch nel 2001. La statua domina il Monumento all’Indipendenza dell’Ucraina eretto in piazza dell’Indipendenza a Kiev. In basso, “DCCXXX” a indicare i 730 giorni di resistenza del popolo ucraino alla guerra di aggressione russa dall’inizio dell’invasione. Sullo sfondo, elementi della mappa dell’Europa.

Sul rovescio è raffigurato in un cerchio il “tryzub”, il tridente dell’emblema ucraino. Nel giro, la scritta “DAREMO ANIMA E CORPO PER LA NOSTRA LIBERTÀ”, tratta dall’inno nazionale ucraino.

La medaglia, distribuita in collaborazione con Poste italiane, avrà un costo di vendita di 150 euro. Per ogni medaglia venduta, 65 euro saranno destinati al centro di riabilitazione Unbroken Kids dell’ospedale pediatrico St. Nicholas di Leopoli, che si occupa della cura fisica e psicologica dei bambini che hanno subito traumi di guerra.

Poste Italiane, sostiene l’iniziativa benefica mettendo a disposizione la rete degli Uffici Postali e gli Spazi Filatelia con una campagna di informazione dedicata.

La medaglia è acquistabile: attraverso i canali online del Poligrafico (www.shop.ipzs.it) e di Poste italiane (filatelia.poste.it); nei punti vendita di IPZS di Piazza Verdi 1 e del Museo della Zecca in Via Salaria 712; in tutti gli Uffici Postali e nei negozi Spazio Filatelia.

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FEEXPO 2024: a Bergamo la fiera dell’intrattenimento per famiglie

Previsti anche incontri e conferenze tra rappresentanti e operatori del settore per discutere presente e futuro dell’Amusement in Italia

L’attesa è finita e dal 27 al 29 febbraio Bergamo si conferma capitale dell’Amusement. Dopo il grande successo della prima edizione, torna infatti anche nel 2024 Family Entertainment Expo, la più grande fiera italiana dedicata esclusivamente agli operatori degli apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro e a chi desidera investire nel settore. 

Le aziende del Consorzio FEE avranno l’opportunità di mettere in mostra i migliori prodotti e servizi del panorama italiano ed internazionale, per una manifestazione dedicata non solo agli addetti ai lavori, ma anche alle famiglie, ai bambini e agli appassionati di tutte le età. Conferenze, panel e incontri tra operatori, associazioni e professionisti daranno vita ad un sano confronto sul presente e il futuro del settore dei giochi senza vincita in denaro.

Nel 2023 la prima edizione di Family Entertainment Expo ha raccolto un grande successo e numerosi consensi tra il pubblico e gli addetti ai lavori. Per questo Promoberg e il Consorzio FEE, organizzatori e promotori dell’evento, hanno deciso di rilanciare anche per il 2024, con ancora più espositori (il 15% in più rispetto al 2023) e iniziative. Ben 63 espositori provenienti da 14 regioni italiane diverse e da 4 Stati esteri, metteranno in mostra, sui 6.500 mq della Fiera, il meglio dell’Amusement: dai giochi tradizionali a quelli virtuali, passando per i parchi divertimento, i videogiochi e la realtà aumentata. Un appuntamento importante per gli imprenditori che lavorano nel comparto, una nuova occasione per scoprire le tendenze relative all’Amusement italiano e internazionale. Ingresso gratuito, previa registrazione sul sito https://feexpo.it/fiera-bergamo-2024/. Orari: dalle 10:00 alle 18:00.

In Italia il settore coinvolge 60mila addetti e centinaia di imprese che lavorano nell’ambito della produzione, distribuzione e gestione. Realtà e professionisti che arrivano a 500mila se si tiene conto anche del front office e dei settori amministrativi. Un comparto enorme che richiede attenzione anche a livello istituzionale e politico.

A fare gli onori di casa, nel corso della presentazione di FEEXPO 2024, Luciano Patelli, presidente Promoberg: “Dopo il buon debutto nel 2023, abbiamo ulteriormente rafforzato la collaborazione con il Consorzio FEE, per ampliare e allestire al meglio un evento ‘business to business’ nato per essere l’appuntamento di riferimento dei professionisti del divertimento puro (che esclude quindi qualsiasi attività che contemplano vincite in denaro). Pur essendo un evento B2B, lo stesso genera nel contempo ricadute molto importanti anche per gli utenti finali, rappresentati nella stragrande maggioranza dei casi da interi nuclei familiari, ovvero dai bambini più piccoli a chi ha la fortuna di essere diventato bisnonno. Stiamo quindi parlando di imprese che, nei vari ruoli (produttori, importatori e gestori), rappresentano una delle importanti filiere dell’economia italiana, e che svolgono un altrettanto significativo ruolo sociale, perché consentono di utilizzare parte del nostro tempo libero, nel segno del divertimento puro, da passare insieme agli amici e agli affetti più cari. Sottolineo – spiega Patelli – uno dei plus che i partecipanti della prima edizione hanno ben evidenziato, dato dalla Fiera di Bergamo, oggetto di un recente intervento che l’ha resa ancora più innovativa e sostenibile, e dalla sua collocazione strategica sullo scacchiere della mobilità, al centro di una delle macroregioni più importanti a livello mondiale. La Fiera si trova ad una manciata di chilometri dall’autostrada A4, dalla stazione FS e dall’aeroporto internazionale BGY (terzo scalo italiano per numero passeggeri, con oltre 140 collegamenti in tutta Europa, Nord Africa e Medio Oriente) è perfetta  soprattutto per i nostri eventi nazionali e internazionali, come nel caso di FEE”.

Tiziano Tredese, Presidente del Consorzio FEE, ha invece dichiarato: “Anche quest’anno il consorzio FEE in collaborazione con Promoberg ha rinnovato la kermesse dell’Amusement e in questa seconda edizione abbiamo aumentato, viste le tante richieste, lo spazio a disposizione degli espositori. Registriamo inoltre un forte incremento anche per quanto riguarda il pubblico. Avremo tantissimi buyer nazionali e internazionali e, rispetto alla prima edizione, è stata anticipata la data della Fiera per dare il tempo agli operatori di acquisire le nuove tecnologie per essere pronti per la stagione estiva. Speriamo – conclude Tredese – che tale successo faccia comprendere ai nostri referenti istituzionali e alle forze di governo, l’importanza del lavoro di tante imprese italiane nella diffusione del sano divertimento per famiglie. Si tratta infatti di una fiera per il puro amusement, senza alcuna contaminazione dai giochi con vincita in denaro, al pari di quelle di Londra e Orlando. Speriamo che ADM venga alla fiera a vedere cosa facciamo e chi siamo. Abbiamo fatto una scelta specifica anche sui giochi da esporre, senza dare spazio a quei prodotti su cui ci sarebbe potuto essere un minimo dubbio”.

Tiziano Tredese, presidente Consorzio FEE

“Anche quest’anno Federamusement ha voluto rinnovare il patrocinio alla Fiera FEE per ribadire ancora una volta l’importanza dell’Amusement, un settore sempre più trainante per tante imprese italiane. Un sodalizio, quello tra noi e il Consorzio, a garanzia del gioco sano per bambini e famiglie – il commento di Alessandro Lama, Presidente Federamusement Confesercenti – La splendida cornice della Fiera di Bergamo darà la giusta visibilità al settore che rappresenta un eccellenza nel campo dell’imprenditoria. Ed è certamente essenziale avere una fiera dedicata, perché permette di ancora di più di caratterizzare l’importanza, permettetemi etica del nostro mondo proiettato al divertimento per le famiglie e per i giovani, così lontano dal mondo dell’altro gioco quello con le vincite in denaro. Inoltre ritrovarsi a Bergamo ci permette di dare un segnale unitario al mondo politico con il quale ci stiamo confrontando per dare la giusta dignità imprenditoriale al mondo dell’Amusement. Questa fiera non è un obbiettivo raggiunto, c’è ancora tantissimo da fare, con le amministrazioni facciamo un passo avanti e due indietro – ha proseguito Lama – C’è ancora un grandissimo equivoco tra gli apparecchi con vincite in denaro e il nostro settore, purtroppo il legislatore stesso fa confusione e quando parla di gioco pensa subito alle lotterie e alle scommesse. Quindi la politica applica all’amusement gli stessi criteri. Dobbiamo far vedere chi siamo, abbiamo ancora tantissima strada da fare e questa fiera è solo l’inizio. Un anno fa, parlando con le istituzioni e la politica, siamo riusciti a garantirci un’altra proroga e a creare un nuovo codice Ateco per il nostro settore, ma è solo il punto iniziale di un percorso molto difficile”.

Alessandro Lama, presidente Federamusement-Confesercenti

Luigi Caputo, Founder e CEO dell’Osservatorio Italiano Esports, ha infine detto: “La nostra presenza al FEEXPO  rappresenta un passo significativo nel collegare due settori complementari che finora non hanno sfruttato a pieno questa vicinanza. Gli Esports stanno diventando un elemento fondamentale nell’intrattenimento contemporaneo e FEEXPO sarà il palcoscenico perfetto per celebrare questa unione. L’Osservatorio Italiano Esports giocherà un ruolo fondamentale in questi processi. La lungimiranza di FEEXPO nell’aprirsi al futuro ha consentito all’ecosistema Esports italiano di trovare finalmente un luogo adatto in cui confrontarsi e sviluppare nuove opportunità”.

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ICE 2024, a Londra ma con la testa in Italia: la riforma del gioco protagonista in fiera

Grande successo per l’ultima edizione britannica, dal 2025 appuntamento a Barcellona

Si è conclusa con un grande successo di pubblico, espositori e operatori l’ICE 2024 di Londra, la più grande fiera europea del gioco che per l’ultimo anno ha avuto luogo nella capitale britannica. Un gran finale prima del trasferimento a Barcellona dal 20 al 22 gennaio del 2025.

Come sempre, l’ICE ha visto le più grandi aziende del mondo esporre i propri prodotti più innovativi, dalle scommesse alle slot passando per i pagamenti digitali e gli Esports. Tutto il mondo dell’intrattenimento e del gaming si è dato appuntamento a Londra, dove anche i regolatori e i legislatori dei vari paesi hanno avuto modo di confrontarsi.

Proprio in quest’ottica, tra gli operatori italiani presenti in fiera ha tenuto banco in questi giorni (dal 6 all’8 febbraio) la questione del riordino del settore, che sta completando il suo iter parlamentare in questi giorni. Durante l’evento di Londra, a Roma venivano ascoltate in audizione le associazioni del settore, un momento di grande importanza che ha animato le discussioni anche all’ExCel di Londra. Ed alcuni spunti sono stati ripresi durante le interviste con il direttore di Agimeg, Fabio Felici.

In particolare, sul tema del riordino, è intervenuto da Londra Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech: “La riforma del settore del gioco pubblico è una opportunità di crescita e di stimolo nella ricerca di nuove soluzione operative”. “Anche nel 2024 il focus rimane quello di consolidare e incrementare le nostre quote di mercato anche grazie all’introduzione di nuovi strumenti progettati per migliorare sempre di più la customer journey con soluzioni accattivanti e originali, look&feel e attenzione alla sicurezza del consumatore in ogni momento della sua esperienza di gioco”.

Stessa linea anche per l’avvocato Stefano Sbordoni, esperto del settore: “Penso che questo riordino debba essere visto alla luce delle evoluzioni del mercato e della indubbia capacità degli operatori italiani di adattarsi a qualsiasi mutamento. Va ricordato che siamo stati i leader in Europa nella regolamentazione dell’online e dei volumi transatti. Quindi, l’Italia è un paese che, attraverso il suo regolatore e i suoi operatori, ha dimostrato di saper fare il meglio. Il costo della concessione dell’online a 7 milioni di euro può essere un investimento difficile da supportare se si ha una dimensione medio-piccola. E’ comprensibile la perplessità degli operatori, ma anche altri Paesi stanno valutando costi così alti”.

“La nostra posizione è critica perché volevamo una riforma che comprendesse sia la parte fisica sia la parte dell’online – ha sottolineato Maurizio Ughi, figura storica del settore in Italia e vicepresidente dell’associazione Agisco – invece il governo ha scelto la strada più facile, che però non è quella più giusta. Il problema è che governo e ADM stanno dialogando solo con i grandi concessionari, mentre quello che manca è la tutela del pubblico e dei clienti che frequentano le agenzie e i centri di gioco”.

Sulla stessa linea anche Domenico Distante, presidente della Sapar: “non siamo d’accordo su parecchi punti e lo ribadiamo anche oggi. Il costo di 7 milioni a concessione a qualcuno fa comodo, ma per le piccole e medie imprese italiane invece si tratta di un prezzo troppo elevato che mette in difficoltà parecchie realtà – le sue parole – Si tratta di una scelta che va ad escludere dal mercato molte aziende”. “Queste piccole realtà hanno fatto tanto in questi anni, anche nella lotta all’illegale, e ora non vengono prese in considerazione da una scelta politica che le esclude dal mercato. Purtroppo notiamo con molto dispiacere che non viene tutelata la libertà di impresa, quando invece da parte nostra siamo sempre stati di fianco a tutti i governi, di qualsiasi colore o fazione politica. L’attuale governo, che ha sempre detto di avere a cuore le piccole e medie imprese, non sta invece mantenendo nei fatti queste parole: speriamo possa fare marcia indietro”.

“Il riordino, per come è attualmente presentato, ci lascia molto perplessi. Il segmento dell’online è da anni un fiore all’occhiello dell’offerta di gioco pubblico in Italia. Ogni intervento in profondità dovrebbe essere ben valutato e condiviso con tutti gli attori coinvolti. Vedere invece il costo delle concessione portato a 7 milioni di euro appare come un segno di ridimensionamento del mercato visto che porterebbe alla scomparsa di numerosi operatori e la conseguente perdita di posti di lavoro. Ed un grosso rischio si corre anche con l’annullamento del sistema delle skin e la riduzione di operatività dei pvr. Il rischio è quello che tutte queste realtà, messe all’angolo dal riordino, si spostino verso il mercato illegale con un importante travaso di risorse, senza parlare dell’assoluta mancanza di tutela per l’utenza”, ha fatto eco Marco Castaldo, CEO di Microgame.

Di tutt’altra linea infine il pensiero di Alexander Martin, CEO di SKS365: “Abbiamo molta fiducia nel governo italiano, finalmente è stato abbandonato il vecchio sistema delle proroghe delle concessioni e andiamo verso un nuovo periodo più favorevole agli operatori. Ci si potrà assicurare una licenza per più tempo e con maggiore stabilità, senza dover utilizzare le proroghe come successo in passato e questo è positivo. Sono fiducioso che il Parlamento approvi la riforma in tempi brevi per attuarla entro la fine dell’anno, questo stabilizzerà tutto il settore aiutando le aziende che operano nell’online in Italia”.

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Bergamo si conferma anche nel 2024 capitale dei giochi senza vincite in denaro

Torna la seconda edizione del Family Entertainment Expo

Dopo il successo del 2023, Bergamo si appresta a ospitare nuovamente il Family Entertainment Expo dal 27 al 29 febbraio 2024. La fiera, dedicata agli operatori dell’intrattenimento senza vincita in denaro, promette di essere un evento imperdibile per professionisti e appassionati del settore.

Un palcoscenico per l’intrattenimento di qualità

Le aziende del Consorzio FEE avranno l’occasione di esibire prodotti di intrattenimento italiani e internazionali, in un evento che non solo è rivolto agli addetti ai lavori ma si estende anche a famiglie e appassionati di tutte le età. La Fiera di Bergamo si trasformerà in un vivace parco giochi, con divertimento e intrattenimento come protagonisti assoluti.

Più spazio, più espositori

L’edizione 2024 si preannuncia ancora più grande, con un aumento dello spazio espositivo e del numero di espositori, grazie al successo ottenuto dalla prima edizione. Il mondo dell’intrattenimento, dai giochi tradizionali a quelli virtuali, sarà rappresentato in tutte le sue sfaccettature.

Il settore dell’Amusement in Italia coinvolge decine di migliaia di addetti e centinaia di imprese. È un comparto di grande rilievo che richiede attenzione a livello istituzionale e politico, un punto sottolineato dall’aumento degli espositori e dalla forte partecipazione di pubblico e buyer nazionali e internazionali.

Obiettivi futuri

Il consorzio FEE, in collaborazione con Promoberg, si impegna a rinnovare e potenziare l’evento, rispondendo alle numerose richieste di spazio espositivo e anticipando la data della fiera per prepararsi alla stagione estiva. L’evento gode del patrocinio di Federamusement, che insieme al Consorzio promuove un’offerta di intrattenimento sano e adatto a bambini e famiglie.

Il Family Entertainment Expo si configura come una piattaforma ideale per imprenditori, per presentare prodotti, stringere accordi e concludere affari. Con incontri importanti e tavoli tecnici in programma, il settore si prepara a un futuro ricco di opportunità e innovazione.

Gli eSports sbarcano a FEEXPO

L’Osservatorio Italiano Esports (OIES), leader nell’analisi e promozione degli Esports in Italia, sarà partner del Consorzio FEE e la Fiera di Bergamo, per integrare il dinamico mondo degli Esports in FEEXPO 2024.

L’introduzione degli Esports a FEEXPO 2024 rappresenta un passo significativo verso l’ampliamento e la diversificazione dell’offerta della fiera. Questa mossa strategica non solo riconosce la crescente rilevanza degli Esports nell’ecosistema dell’intrattenimento italiano ma mira anche a creare un ponte sinergico tra gli Esports e l’ampio panorama dell’intrattenimento tradizionale.

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Giochi, le associazioni di categoria: “Il riordino riguardi anche il gioco fisico e non solo l’online”

Le rappresentanze hanno illustrato i rischi di un riordino incompleto

Presso la sala stampa della Camera dei Deputati si è tenuta la conferenza promossa e organizzata dall’Istituto Milton Friedman, denominata “Gioco: un solo mercato, un solo riordino”.

Il riordino del gioco online e del gioco fisico del comparto dei giochi deve avvenire necessariamente in contemporanea. Per la prima volta, la maggior parte delle associazioni di categoria che rappresentano il settore del gioco legale in Italia: ACADI, SAPAR, ASTRO, EGP-FIPE, Logico e ACMI si sono presentate unite e compatte per denunciare i rischi che corre il settore se il Governo non adotta politiche regolatorie ed economiche corrette ed uniformi, riformando contestualmente le regole che interessano l’intero settore e non soltanto alcuni segmenti dello stesso mercato, generando invece così disparità tra i diversi prodotti e segmenti dello stesso peraltro impattando asimmetricamente sulla politica sanitaria di tutela dell’utente.

Il consesso ha visto la partecipazione delle più rappresentative associazioni di categoria del settore, sono intervenuti: Alessandro Bertoldi, Direttore Esecutivo dell’Istituto Milton Friedman; Geronimo Cardia, Presidente di ACADI (Confcommercio); Emmanuele Cangianelli, Presidente di EGP (FIPE); Domenico Distante, Presidente di SAPAR; Armando Iaccarino, ASTRO (Confindustria); Moreno Marasco, Presidente di Logico; Gennaro Parlati, Presidente di ACMI; Ezio Stellato, Responsabile delle Politiche Fiscali dell’Istituto Friedman.

“Il settore del gioco legale ha bisogno di una riforma organica immediata che interessi tutti i segmenti di mercato, l’attuale quadro normativo e gli interventi regolatori che il Governo si accinge a fare creano e creeranno ancora una volta disparità favorendo il mercato illegale e condizionando pesantemente il libero mercato. Noi proseguiamo la nostra strenua battaglia in difesa della libertà d’impresa, della legalità e contro il proibizionismo e l’ingerenza dello Stato nelle naturali dinamiche di mercato.” – Così Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo dell’Istituto Friedman, moderatore dell’evento ha aperto la conferenza stampa.

“Sosteniamo il riordino integrato di tutti i canali distributivi e dei diversi prodotti di gioco, per un’offerta di giochi pubblici pienamente competitiva contro la concorrenza illegale. Richiediamo la chiara regolamentazione dei servizi di pagamento a supporto del gioco online, tale da permettere scelte multicanale dei consumatori nel gioco legale senza snaturare le peculiarità dei titoli concessori del retail o dell’online. Il riordino integrato è urgente anche per superare le sterili misure proposte finora che pretendono di fare prevenzione con distanziometri e limitazioni orarie solo per alcuni prodotti, regolando invece a livello nazionale la formazione specifica per gli esercenti ed i controlli all’accesso delle aree di gioco, abilitanti i registri di autoesclusione dei giocatori” – dichiarato da Emmanuele Cangianelli, Presidente EGP (FIPE).

“Da oltre un decennio il mercato dei giochi in denaro soffre di interventi frammentari e parziali” – dichiara Geronimo Cardia, presidente di Acadi – “Un approccio politico che ha avuto impatti negativi sia sugli obiettivi di interesse pubblico, come legalità ed erario, ma anche su imprese e lavoratori del settore, oltre che sul primario interesse del contrasto al disturbo da gioco d’azzardo. Occuparsi prima del “riordino” del gioco a distanza rispetto a quello del retail significa ridurre il gettito complessivo del comparto, il presidio di legalità sul territorio, la tutela del giocatore, i livelli di occupazione e significa inoltre soffocare le piccole e medie imprese”, ha concluso Cardia.

“Come Sapar rappresentiamo centinaia di Piccole e medie imprese del gioco pubblico di Stato. Le imprese del comparto del gioco pubblico danno lavoro a circa 150.000 lavoratori e garantiscono un gettito di circa 11 milioni di euro (dati 2022) oltre a costituire un presidio di legalità insostituibile. Riteniamo che portare avanti il riordino del settore, a condizioni poco accessibili per la maggior parte degli operatori, sia dannoso per tutta la filiera del gioco. I punti per noi davvero irrinunciabili sono inoltre il riconoscimento del ruolo delle piccole e medie imprese di gestione e la tutela della raccolta negli esercizi generalisti” – È quanto dichiarato da Domenico Distante, Presidente SAPAR.

“I primi 20 anni del “sistema del gioco pubblico“ hanno definito le caratteristiche delle filiere del gioco; filiere costituite da qualche centinaio di aziende, circa 70 nel mondo dell’online, che danno lavoro a più di 150.000 addetti. Filiere, inoltre, sempre più trasversali sia rispetto ai diversi giochi che ai canali di offerta. E’ questa trasversalità che rende unico il modello del gioco pubblico e necessario un riordino che interessi contemporaneamente tutti i comparti del settore, con un occhio particolare per tutte quelle piccole e medie aziende nazionali che sono alla base di una nascente rete italiana del gioco. Queste aziende sono un patrimonio per il settore che va salvaguardato a fronte di improvvide decisioni sulle condizioni di accesso al mercato del gioco che scardinerebbero l’attuale equilibrio da subito per l’offerta online ed il prospettiva per il circuito retail.” – E’ quanto dichiarato da Armando Iaccarino, ASTRO.

“Il settore del gioco legale esprime il proprio disappunto per l’occasione persa di un organico riordino complessivo e coordinato, con un approccio discutibile, nel metodo e nel merito. È ingiustificato un incremento drastico del costo concessione online a 7 milioni di euro, 35 volte rispetto ai 200.000 euro del 2018. Si prevede una partecipazione al bando online non superiore a 20 concessionari rispetto ai 91 esistenti: concorrenza falcidiata. Oltre a non sciogliere il nodo pubblicità e sponsorizzazioni, si profila una singolare “sanatoria” dei Punti Vendita e Ricarica, senza gara pubblica e con costo annuo irrisorio, anziché una procedura competitiva e un valore congruo” – È quanto dichiarato da Moreno Marasco, Presidente Logico.

“L’ACMI ritiene di fondamentale importanza valorizzare e sviluppare il lavoro fatto in questi anni dalle piccole e medie imprese di produzione, distribuzione e gestione, con oltre 45mila lavoratori impiegati (dati CGA), pianificando, tutti insieme, un futuro stabile e sostenibile a garanzia del consumatore e dell’intera filiera” – È quanto dichiarato da Gennaro Parlati, Presidente ACMI.

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Settore del gioco pubblico sotto attacco con numeri sbagliati

Troppo spesso si fa confusione tra raccolta, vincite e spesa effettiva dei giocatori

Il gioco pubblico è spesso sotto attacco da parte di chi non sa o non vuole leggere in maniera corretta i numeri del comparto. In questi anni il gioco legale è stato oggetto di aggressioni mediatiche il più delle volte immeritate, frutto di ignoranza intesa come poca conoscenza.

L’ultimo caso arriva dall’Emilia Romagna. Alcune associazioni hanno quantificato in circa 2.300 euro all’anno la spesa annua pro capite nella regione per il gioco.

Sembrerebbe una cifra importante, peccato che sia sbagliata. Questo dato fa infatti riferimento al giocato, ma non rappresenta la spesa vera cioè quanto effettivamente esce dalle tasche dei giocatori. Facciamo un piccolo esempio. Una persona compra un Gratta e Vinci da 5 euro. Scopre di averne vinti 5 e invece di incassare prende un altro Gratta e Vinci dello stesso importo e stavolta perde. Il giocato sarà di 10 euro, ma l’effettiva spesa del giocatore sarà di 5 euro. Una differenza importante per non dire fondamentale.

Questi i veri numeri dell’Emilia Romagna forniti dall’ADM: nel 2022, tra online e negozi di gioco, sono stati puntati nella regione 8,8 miliardi di euro. Nello stesso periodo, le vincite sono state pari a 7,4 miliardi di euro. I soldi quindi veramente spesi per il gioco sono stati pari a 1,4 miliardi di euro. Considerando che gli abitanti maggiorenni (dati Istat) dell’Emilia Romagna sono poco meno di 3,7 milioni, si evince che la spesa media annua per abitante per tentare la fortuna sia di poco inferiore ai 400 euro.

Questa cifra è molto lontana dallo “stipendio” evidenziato dalle associazioni. In pratica in Emilia Romagna ogni abitante maggiorenne spende per tentare la fortuna 33 euro al mese, cioè un caffè al giorno. Con questi numeri lanciare gridi d’allarme sembra quanto meno fuori posto. Bisognerebbe, prima di evidenziare un determinato fenomeno, essere bene informati su come vadano letti e interpretati i numeri dello stesso.

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Sport e inclusione: a Roma i CSR Award di Fondazione Entain

Al centro dell’evento progetti di inclusione sociale attraverso lo sport

Si è tenuta a Roma la seconda edizione dei CSR Award, evento promosso dalla Fondazione Entain dedicato ai progetti di inclusione sociale attraverso lo sport. Presenti rappresentati dell’industria del settore del gioco pubblico, oltre a sport, istituzioni e politica. Un momento di condivisione per affrontare temi legati allo sport e ai benefici che può portare alla società.

Sono state dieci in totale le proposte progettuali giunte alla Fondazione Entain per questa prima edizione del CSR Event. I progetti “I Wheel” Rugby Camp di I Romanes, “La grande staffetta” di Obiettivo 3 e “Un punto oltre le barriere” di Club Schermistico Partenopeo sono stati selezionati per le caratteristiche di innovatività, internazionalità e ricadute degli effetti sul territorio. Considerata, però, la qualità e l’elevato impatto sociale dei progetti presentati, la Fondazione ha deciso di sostenerli tutti con un finanziamento complessivo di circa 250 mila euro.

A fare gli onori di casa Giuliano Guinci, Institutional Relations, PMO, Operations, Procurement and Property Director di Entain. “Per il tipo di attività che il gruppo Entain svolge è ovvio che lo sport sia un settore molto vicino e vogliamo contribuire a migliorare l’inclusività sociale. Sport, ambiente e innovazione sono i concetti chiave”, le sue parole, prima di un commento sul riordino del settore dei giochi: “Siamo fiduciosi per una riforma efficace, è una grandissima occasione che aspettiamo da tanto tempo”.

Per il sottosegretario al MEF Sandra Savino: “Deve essere obiettivo di tutti portare i ragazzi ad avvicinarsi allo sport. Per fare ciò sono importanti i contributi dello Stato, che non sono a fondo perduto poiché ogni euro investito darà un ritorno sotto l’aspetto sociale. La scuola e la famiglia spesso non riescono a raggiungere l’obiettivo dell’inclusione e lo sport può essere il tassello fondamentale per poter abbattere determinate barriere”.

Presente anche Luca Toni, ex calciatore campione del Mondo nel 2006: “Lo sport è fondamentale per tanti motivi, sia fisici che psicologici. Credo che lo sport faccia bene a chi lo pratica e può anche essere uno strumento di educazione. Credo sia importante anche rinnovare le strutture in modo da attirare le generazioni più giovani”, ha dichiarato.

“I nostri impianti sportivi sono vecchi di 30 anni ed oggi la nuova generazione ha bisogno di innovazioni in tal senso. Il Governo sta facendo questo come ad esempio con Caivano, dove in cinque mesi sarà riqualificato un impianto così da essere vissuto al meglio dalla cittadinanza locale. Questo progetto è replicabile in tutta Italia”, il commento di Diego Nepi (AD Sport e Salute).

Poi l’onorevole Gianpiero Zinzi della Lega: “Il partenariato pubblico e privato è fondamentale per qualunque iniziativa che punta alla crescita. Il gioco di squadra vince sempre. Dall’inizio della legislatura, in Commissione Ambiente, ci siamo interfacciati con molte emergenze che hanno frenato un gran numero di fondi”. 

Durante l’evento è intervenuto infine anche Lodovico Mazzolin, Direttore Generale dell’Istituto del Credito Sportivo: “Questi eventi sono sempre importanti perché, grazie ad essi e la sinergia tra pubblico e privato, vengono portati avanti progetti di grande rilievo. Lo scopo dell’Istituto che rappresento ha l’obiettivo di erogare fondi a questo settore, poiché le banche private non sono molto presenti. Credo che sia un settore sottovalutato economicamente e che pesa tantissimo nel sistema Italia. Lo sport poi genera movimenti di denaro grandissimi e ha l’inclusività e well-being come alcune delle sue grandi forze”.

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Eurispes: nel riordino del comparto necessario superare il ‘federalismo’

‘Non solo online: anche il gioco fisico ha bisogno di interventi urgenti e organici’

Si è svolta oggi a Roma presso la “Sala delle Bandiere” del Parlamento europeo in Italia la tavola rotonda promossa dall’Osservatorio permanente su Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes sul tema “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”.

L’Istituto rileva da tempo l’esigenza diffusamente avvertita di un complessivo riordino dell’offerta del gioco pubblico nel nostro Paese. Più volte annunciato, e altrettante volte rinviato, oggi sembra che questo percorso stia finalmente prendendo forma. Una eventuale ulteriore dilazione sarebbe dannosa. E ciò in considerazione anche del fatto che i provvedimenti e gli aggiustamenti che negli anni sono stati attuati dallo Stato e dalle Regioni, al di fuori di criteri di omogeneità, per rispondere di volta in volta a ciò che emanava dal pubblico dibattito, alla rincorsa degli sviluppi tecnologici, alle esigenze dell’Erario o alle difficoltà dei soggetti imprenditoriali, hanno creato stratificazioni che mettono a rischio la tenuta stessa di un settore economico di rilevante importanza.

In merito all’imminente inizio della discussione sull’attuazione dell’art. 15 della legge delega sul riordino, l’auspicio è che, nel metodo e nel merito, il Governo possa procedere con l’attenzione che la complessità del settore richiede. Quanto al metodo, è essenziale che la discussione si sviluppi anche attraverso una nuova “Intesa Stato, Regioni, Autonomie locali”, che riguardi tutti i canali dell’offerta di gioco pubblico, e che siano prese in considerazione anche le istanze delle rappresentanze della società civile e delle imprese di settore che detengono un know how che deve essere messo al servizio della ricerca di una soluzione di equilibrio tra gli interessi pubblici coinvolti.

Quanto al merito, il riordino dovrebbe avere come obiettivo quello di operare con la massima attenzione per produrre un sistema più avanzato e sicuro, ma compatibile con la tenuta di equilibri preesistenti, spesso, già eccessivamente stressati. Quando si opera su di un organismo complesso, è infatti essenziale tenere conto degli impatti che ogni singolo intervento genera sul quadro generale. In questo senso, si possono evidenziare alcuni aspetti decisivi e intrinsecamente tra loro collegati.

– Alla giusta attenzione che, certo, deve essere riservata al fenomeno dell’esplosione del gioco online (che nel 2022 ha assorbito 73,1 miliardi di euro, mentre nella rete fisica è sceso a 62,9 miliardi), deve corrispondere analoga attenzione al gioco fisico che necessita di interventi urgenti e organici. I recenti elementi saliti alla ribalta nel pubblico dibattito sulle scommesse di noti personaggi dello sport attraverso piattaforme illegali, hanno certamente la loro rilevanza ma, per un verso non possono condurre a omologare nella sensibilità diffusa l’offerta online legale a quella illecita, o concentrare un’attenzione tanto grande da oscurare le problematiche della rete fisica che impatta sui territori ai quali la criminalità organizzata guarda con immutato interesse. Il riordino dovrebbe operare per superare l’impatto del “federalismo” sul gioco pubblico, ovvero la tendenza delle Regioni e dei Comuni a legiferare in ordine sparso sulle distanze dell’offerta di gioco dai “luoghi sensibili” e a emettere delibere sugli orari dell’offerta della rete fisica al fine di contrastare le dipendenze da gioco. Ciò perché la storia dell’ultimo decennio ha dimostrato la pratica impossibilità di coniugare, ad esempio, l’applicazione del “distanziometro” e l’esistenza dell’offerta fisica del gioco pubblico. Vista la consapevolezza che su questo aspetto è stata acquisita dalla maggior parte delle Giunte e dei Consigli regionali che hanno già operato per dilazionare queste misure, man mano che si avvicinava la scadenza della loro entrata in vigore, sarebbe auspicabile riprendere lo spirito dell’Intesa del 2017 sulla base della quale, per altro, è già avvenuta una importante riduzione dell’offerta nei diversi territori. Per quanto riguarda il rapporto tra gioco fisico e gioco online, va segnalata l’impraticabilità di quanto ad oggi avanzato per il contrasto al Disturbo da Gioco d’Azzardo, risultando in qualche misura paradossale che gli strumenti proposti per il gioco fisico (distanziometro e riduzione oraria) possano essere raggirabili attraverso il gioco online, che resta “aperto” 24 ore al giorno e risulta fruibile via smartphone anche dall’interno di “luoghi sensibili”.

– È necessario evitare la marginalizzazione e/o la ghettizzazione dell’offerta di gioco pubblico, per preservare l’obiettivo di mantenere la funzione di presidio di legalità che la rete fisica esercita, con i suoi 85.000 punti vendita. Il contrasto del gioco illegale, come riconosciuto dalla Magistratura e dalle Forze dell’ordine che vi sono deputate, vede proprio nella presenza dell’offerta del gioco pubblico un alleato essenziale. Per altro verso, la riduzione e la concentrazione dell’offerta in esercizi dedicati esclusivamente al gioco, con il sacrificio della rete generalista che solo per i bar conta quasi 49.000 punti vendita, rischiano di creare, appunto, un effetto “ghettizzazione” che rischia di essere amplificato dalla persistenza del richiamato “federalismo”.

– Nel riordino, dunque, va riconosciuto il ruolo rilevante occupato dai punti vendita generalisti, in quanto in essi si realizza l’afflusso della grande maggioranza di cittadini-giocatori sociali che consumano molteplici prodotti e, per quanto riguarda gli apparecchi da gioco, quelli (AWP) più classicamente “da intrattenimento”; essi, inoltre, generano circa due terzi degli incassi per l’Erario. Va poi considerato che l’offerta di gioco pubblico da parte degli esercizi generalisti si avvale del supporto essenziale dei gestori che, nelle loro attività, generano lavoro per molte piccole e medie aziende, contribuendo alla connotazione labour intensive della filiera del gioco fisico, che occupa circa 140.000 addetti.

– Con riguardo al contrasto del Disturbo da Gioco d’Azzardo, si deve partire dalla costatazione dell’insufficienza dell’attuale offerta sociosanitaria ed operare per potenziarla unitamente ad implementare le iniziative di prevenzione finalizzate alla sensibilizzazione dei rischi verso le nuove generazioni. Oltre a ciò, è utile valorizzare il ruolo degli esercenti che, supportati da una adeguata e specialistica formazione continua, obbligatoria e certificata, possono intercettare sul nascere le manifestazioni di gioco problematico. Formati e “messi in rete” con le Istituzioni ed i Servizi sociosanitari del territorio, sono proprio questi i soggetti che vanno attivati, per valorizzare l’intermediazione umana nell’esercizio del gioco.

– In merito agli aspetti erariali, e in un’ottica di equilibrio tra le diverse aree del gioco pubblico, si deve prestare attenzione a non rendere alcune tipologie di offerta – quelle già fortemente gravate.

– meno appetibili per il giocatore, con ulteriore riduzione delle percentuali di restituzione in vincite (cosiddetti payout); ciò vale in particolar modo per gli apparecchi AWP. In generale, va tenuto presente che l’abbassamento del payout per il gioco fisico rende più attrattivo quello online.

– Infine, con uno sguardo alla cornice europea dentro la quale il riordino si pone, la tutela della salute, dei minori e dell’ordine pubblico possono giustificare restrizioni alla libertà di impresa ma tali restrizioni devono essere sempre proporzionate, non discriminatorie e adeguate al perseguimento dello scopo per cui sono state introdotte. Questa è la sfida europea di ogni mercato regolato e la stella polare dell’opera di riordino normativo del settore che non può guardare esclusivamente all’incremento delle entrate erariali.

È essenziale che sul tema del riordino dell’offerta del gioco pubblico si svolga un ampio confronto che veda la partecipazione e i contributi di tutti i soggetti, istituzionali, imprenditoriali e della società civile, impegnati nel settore. Quanto più questo dibattito sarà approfondito, maggiori saranno le possibilità di ridisegnare un sistema funzionale.Garantire una offerta di intrattenimento ordinata e sicura, in grado di contrastare l’area dell’illegalità; limitare i rischi di insorgenza di comportamenti problematici nel consumo di gioco pubblico, anche valorizzando il ruolo di esercenti debitamente formati; assicurare risorse certe per l’Erario (10,2 miliardi di euro nel 2022); rendere possibile il consolidamento di una filiera imprenditoriale importante per il Paese: questi sono gli obiettivi da raggiungere.

Infine, l’Eurispes segnala l’esigenza che questo processo di riordino – ma anche la complessiva offerta di gioco pubblico che ne deriverà – possano avvalersi di studi adeguati alla rilevanza che il settore ha nel panorama economico e sociale del Paese; studi che, al momento, sono carenti o addirittura assenti. In particolare, manca una analisi approfondita della realtà del gioco illegale, sia nella sua dimensione fisica sia nell’online, che si rende oggi quanto mai necessaria per stabilire una ferma distinzione tra legale ed illegale e superare quelle ricostruzioni che, in particolare per l’area del gioco online, qualificano erroneamente come infiltrazioni nel gioco legale quelli che sono business illeciticompletamente avulsi dai sistemi di gioco autorizzati e controllati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Anche il Disturbo da Gioco d’Azzardo necessita di costanti studi che portino all’elaborazione di protocolli adeguati alla cura dei soggetti patologici presi in carico dai Servizi per le Dipendenze. Su questi piani l’Eurispes intende proseguire, in una linea di impegno e di ricerca consolidata negli anni.

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Riordino settore del gioco pubblico: non solo online e tutela piccole e medie imprese

All’Enada Workshop confronto tra operatori, imprenditori, politica e forze dell’ordine

E’ stato presentato ieri a Roma, nel corso dell’Enada Workshop, il Report 2023 della Sapar. Il documento fotografa la situazione del settore del gioco fisico in Italia, con criticità e problemi da risolvere ma anche proposte e idee per la tutela e il rilancio di un’industria che rappresenta migliaia di aziende e lavoratori e garantisce un importante gettito all’erario.

Il mercato degli apparecchi da intrattenimento, con e senza vincita in denaro, è caratterizzato infatti da numeri meritevoli di considerazione. Sono il risultato del lavoro quotidiano delle piccole e medie imprese che collaborano costantemente con oltre 56.000 punti vendita distribuiti sul territorio.

Proprio in questo contesto, si sono riunite le associazioni del gioco pubblico in Italia, per un confronto tra proposte, idee e analisi sul presente e il futuro del settore. “Il nostro settore è un partner delle istituzioni e ci battiamo sempre per farlo capire a tutti. Abbiamo bisogno di un riordino complessivo che includa anche il comparto degli apparecchi da intrattenimento”, ha detto il padrone di casa, Domenico Distante, presidente della Sapar.

Andrea Ramberti di Italian Exhibition Group, che ha organizzato l’evento in collaborazione con Sapar ha dichiarato che: “insieme a Sapar organizziamo la fiera di Rimini da 36 anni, appuntamento storico e fulcro per il settore dei giochi in Italia. La fiera è da sempre stata anche un’occasione di confronto tra gli operatori e un evento unico nel nostro paese”.

“A questo comparto servono regole chiare e sostenibili, sempre tutelando la salute e le imprese. Credo che sia necessario cambiare la comunicazione poiché non tutti sanno che i soldi del gioco che vanno all’Erario contribuiscono a finanziare servizi fondamentali”, è invece il pensiero espresso da Pasquale Chiacchio, presidente Agsi.

Per Gennaro Parlati, presidente di Sistema Gioco Italia: “Dietro i numeri del settore ci sono tante famiglie che hanno investito su questa industria. Un clima del genere non c’è mai stato e se non faremo ora il salto di qualità non lo faremo mai più”.

Emilio Zamparelli, presidente STS, ha invece detto: “Bisogna dare valore alla rete legale, altrimenti l’illegalità prende il sopravvento. Le distanze e i limiti orari sono fuori dal tempo, inoltre i nostri luoghi rappresentano opportunità di socializzazione”.

Anche Antonio Affinita (presidente Moige) è intervenuto durante il Workshop Enada della Sapar a Roma. “Noi, come associazione, abbiamo interesse che il gioco sia legale. Un aspetto importante su cui ci confrontiamo riguarda il tema della tutela dei minori sul quale riteniamo che dovranno essere fatti ulteriori passi”.

“Oltre al riordino vero e proprio, dovrà esserci anche un riordino culturale. Il comparto del gioco porta 12 miliardi di euro e lavoro pulito ed onesto a migliaia di persone. Il gioco non è il male, va ordinato e regolamentato con chiarezza in grado di bilanciare tutti gli interessi”, ha aggiunto Gianmaria Chiodo, presidente CNI.

“Un tema di così ampio interesse non può andare avanti con bozze apocrife, ma si deve adottare il metodo della consultazione pubblica. Il legislatore ha la responsabilità di innovare la normativa in modo coerente e rispettando i tempi. Il metodo attuale non va bene, ma deve essere condiviso e pubblico altrimenti i vari interessi non verranno tutelati”, il commento di Emmanuele Cangianelli, presidente EGP-FIPE.

Massimiliano Pucci, presidente di Astro, ha invece dichiarato: “Il comparto va regolamentato con strumenti efficaci. Spero che il settore faccia un salto di qualità per settare le regole, però il decreto va nella direzione di dividere il comparto. L’intero settore deve unirsi per combattere per avere una normativa equa. L’impressione che ho è che questo riordino sia partito male, perché il territorio e le imprese italiane non sono state prese in considerazione”.

“È un momento topico, si va verso la divisione del settore. Ci sono due livelli di comunicazione che siamo obbligati a gestire: il primo con coloro che non conoscono il comparto e il secondo con chi ci conosce. Il nostro settore ha un grande valore sotto l’aspetto erariale, occupazionale e di innovazione. Tutti sostengono che il riordino sia importante, ma deve essere fatto su tutte le verticali del gioco poiché andare ad incidere solo su una di esse potrebbe andare ad insidiare le altre”, le conclusioni di Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio. 

“Abbiamo la contraddizione che lo Stato è il biscazziere per eccellenza, ma allo stesso tempo cerca di reprimere il fenomeno. Il gioco va praticato nella maniera corretta e nel rispetto delle norme, quindi che lo Stato offra gioco va bene, ma deve evitare che l’illegalità si intrufoli nel circuito legale”, ha infine aggiunto il Presidente dell’EurispesGian Maria Fara.

Questo il parere di Alessandro Bertoldi, direttore dell’Istituto Milton Friedman: “Credo che il riordino vada fatto in maniera generale e quindi l’indirizzo politico non può essere quello di vietare, ma regolare. Il gioco è un comportamento umano e quindi non è possibile vietarlo, ma va gestito. L’effetto espulsivo creato dal distanziometro è una forma di proibizionismo e quindi il nostro auspicio è che ci sia una riforma organica del settore liberistica”.

Presenti anche esponenti delle forze dell’ordine, tra cui la Guardia di Finanza: “sono convinto che senza il contributo degli operatori non si possono improntare al meglio le nostre attività. Per avere i risultati migliori possibili è necessario collaborare tra tutti per tutelare la legalità. È una materia che è al centro dell’attenzione per la Guardia di Finanza e necessita di un continuo aggiornamento. L’interlocuzione è fondamentale per conoscere a fondo il settore ed operare al meglio”, le parole di Emanuele Pasquali.

Michele Carbone, direttore della DIA, ha invece detto: “la Dia ha il totale interesse di cercare di sconfiggere l’illegalità. Ogni singola impresa in mano ad organizzazioni criminali rappresenta una pressione negativa nei confronti delle imprese legali. Negli ultimi anni si è assistito a un alto numero di sequestri di imprese vicine ad organizzazioni criminali e mi auguro che questa forte attività di contrasto all’illegalità prosegua, a tutela dell’interesse generale”.

Intervenuto anche Erasmo Scipione, della Polizia. “Avere una uniformità legislativa potrebbe essere utile anche per svolgere al meglio il nostro lavoro. Siamo sempre a disposizione per gli operatori del gioco e offriamo consulenze per tutti per adempiere ai regolamenti. Certamente il dialogo e la collaborazione sono le cose più importanti”.

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Enada Workshop: a Roma la politica incontra il settore del gioco pubblico

C’è grande attesa per la riforma dei giochi, con il governo chiamato a mettere ordine al comparto

Si è tenuto ieri a Roma l’Enada Workshop, organizzato dalla IEG in collaborazione con la Sapar, che ha visto una grande partecipazione e che ha visto alternarsi sul palco politici, istituzioni, associazioni e forze dell’ordine. 

Al centro del dibattito alcuni dei temi più caldi riguardanti il settore del gioco pubblico. Da un riordino del comparto a 360 gradi al proibizionismo di alcune regioni, dal contrasto al gioco illegale alla prevenzione della ludopatia, dall’importanza e dalla tutela delle piccole e medie imprese al confronto sano e proficuo con il mondo politico: questi gli argomenti protagonisti del workshop. 

Con la moderazione del direttore di Agimeg Fabio Felici il convegno, aperto da Andrea Ramberti (IEG) e Domenico Distante (presidente Sapar), non solo ha fatto il punto sullo stato dell’arte del settore, ma ha anche registrato una grande apertura trasversale del mondo politico verso un approccio più maturo, equilibrato e giusto verso il comparto del gioco pubblico.

Protagonista, negli interventi, proprio il mondo della politica. Tra i vari esponenti, l’onorevole Ettore Rosato, da sempre attento alle dinamiche del settore, ha dichiarato in un videomessaggio: “Questo settore va valorizzato e tutelato perché al di là dell’importanza economica è il baluardo dell’illegalità e consente di avere sinergie con lo Stato per proteggere i consumatori”.

“Il settore del gioco non va seguito con un atteggiamento di tipo punitivo. Le attività di gioco così capillari consentono di essere sentinelle sia della legalità sia della tutela del giocatore”, ha detto il deputato Giorgio Mulè (FI-PPE).

Presente anche il senatore Filippo Melchiorre (FdI), che ha annunciato: “Ho intenzione di presentare un disegno di legge per colmare un vuoto normativo sulle scommesse e i calciatori. So che dietro al settore del gioco ci sono tante imprese e lavoratori che portano ricchezza e quindi è importante trovare un punto di equilibrio”.

“Il settore dei giochi produce ricchezza e occupazione e tutela la legalità. E’ quindi importante lavorare insieme per finalizzare l’obiettivo del riordino del comparto”, il commento del senatore Dario Damiani (FI-BP-PPE).

A proposito di riordino, anche l’onorevole Testa (FdI) ha detto la sua: “Nel 2024 ci sarà un riordino generale anche perché alla fine di quell’anno ci dovranno essere le gare. La volontà del Governo è quella di tutelare le PMI perché c’è da proteggere un interesse generale e centrare un obiettivo che è quello della stabilizzazione del settore”.

“A mio avviso, noi politici dovremmo dialogare maggiormente con il settore per evitare di creare norme sbagliate che rischiano di attaccare il livello occupazionale del Paese. Inoltre, si ha un effetto contrario e si favorisce la criminalità grazie agli spazi lasciati dalla legalità”, le parole di Gianluca Inzerillo, esponente di Forza Italia.

Un tema caldo, quello della riforma del settore dei giochi, e anche l’onorevole Colucci (Noi Moderati) ha sottolineato: “Dobbiamo evitare di usare gli slogan, utili solo a colpire la pancia delle persone. Le istituzioni non possono guidare il Paese solo cercando di passare per la pancia degli elettori. Mi sembra che adesso ci siano tutte le condizioni per portare avanti delle riforme serie e utili per il sistema Paese”.

“lI gioco va regolato anche responsabilizzando l’esercente che ha gli apparecchi da intrattenimento, ma sono convinto che l’unico presidio di legalità sia composto dai pubblici esercizi”, ha fatto eco Mirco Carloni della Lega.

“Legalità e tutela del giocatore sono i temi più importanti per il settore dei giochi”, il discorso del senatore Mario Turco del Movimento 5 Stelle. “Fondamentali l’attività di contrasto verso l’illegalità ma anche verso l’evasione”.

Per il deputato Giandiego Gatta (FI-PPE): “Il gioco legale è il baluardo della legalità ed evita che le persone entrino in circuiti illegali. C’è tutta la possibilità che ora si arrivi ad un riordino per far capire che il gioco legale è l’unica soluzione contro il sistema illegale che cerca di intromettersi nell’economia legale”.

“Il velo di ipocrisia che vive lo Stato nei confronti del gioco è evidente e si finisce per perdere di vista i paradigmi su cui si fonda questo settore. Il gioco è legale in Italia e attraverso di esso lo Stato fa cassa”, il pensiero dell’onorevole Ubaldo Pagano, del Partito Democratico.

“La rete del gioco legale è un elemento imprescindibile non solo per il gettito, ma anche perché tutela la legalità. Siamo alla vigilia di un riordino per garantire tutti gli attori del settore e superare le differenze che ci sono a livello territoriale che rendono di fatto impossibile l’attività imprenditoriale”, ha dichiarato l’europarlamentare Rosanna Conte (Lega).

Infine l’intervento dell’onorevole Domenico Matera (FdI): “Noi legislatori dovremmo essere ancora più duri contro l’illegalità e trovare nuovi strumenti per combattere questo fenomeno. Dal mio punto di vista, il diritto d’impresa va salvaguardato tenendo conto anche delle problematiche che il gioco crea”.