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“Il sistema Italia per la sicurezza del gioco pubblico”: all’Università di Salerno confronto tra esperti su riordino, online e impatto normativo

Si è svolto presso l’Università degli Studi di Salerno il convegno “Il sistema Italia per la sicurezza del gioco pubblico: dalla prevenzione al controllo, dalla tutela dell’utente a quella degli operatori”. La tavola rotonda, dal titolo «Riordino gioco fisico e online: il nuovo mercato tra politica e sviluppi socio-economici», è stata moderata dal direttore di Agimeg, Fabio Felici, ed è stata organizzata dall’Osservatorio Internazionale sul Gioco. Tra i relatori: Salvatore Vullo, CEO di Kogem; Stefano Sbordoni, avvocato esperto del settore gaming; Emilio Zamparelli, presidente di STS.

Salvatore Vullo: “Il nuovo bando online? Costi e complessità fuori scala”

Fondatore e CEO di Kogem, Salvatore Vullo ha sottolineato come il comparto dell’online stia attraversando un momento delicato: “L’online non sta vivendo un buon periodo. Siamo di fronte a un cambiamento epocale, che non so se poi darà buoni risultati. E’ stato pubblicato il bando dell’online: la scadenza per la presentazione delle offerte è fissata per il prossimo 30 maggio. Ciò che ha destabilizzato il settore è stato un aumento importante del costo delle concessioni online, che sono passate da 250.000 euro a 7 milioni di euro. C’è chi giustifica questo incremento con l’aumento esponenziale dei dati della raccolta, ma io sono sempre stato contrario a questa cifra. È sicuramente un bando più caro, ma avrei ritenuto più corretto un importo di 2-3 milioni di euro”. 

“Si tratta di un bando molto complesso rispetto a quelli precedenti, anche per quanto riguarda i requisiti richiesti ai concessionari. Un bando che implica la presenza di diverse figure professionali al suo interno. Non è facile da gestire da parte di un singolo concessionario, se non da parte dei grandi colossi. Inoltre, questo bando sta prolungando in maniera significativa le tempistiche per ottenere tutta la documentazione richiesta”, ha aggiunto.

“Ieri c’è stata l’udienza per la sospensiva al TAR. Tutti si attendevano un provvedimento cautelare che però non è arrivato. Questo ha generato ulteriori criticità tra i concessionari. Il TAR ha deciso di non adottare misure cautelari; si entrerà dunque nel merito, e probabilmente si arriverà fino al Consiglio di Stato. In termini di tempi, questo significa che una decisione definitiva potrebbe arrivare solo a ridosso della scadenza del 30 maggio”, ha sottolineato.

“La scelta compiuta ha portato a una riduzione drastica del numero di concessionari. Le stime dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli parlano di 50 concessionari. Tuttavia, andrebbe fatta una distinzione tra le società che partecipano e il numero effettivo di concessioni. Non si arriverà a 50: sono in corso fusioni tra concessionari e vi è la volontà, da parte dei piccoli operatori, di unirsi e procedere con un’unica concessione. Le problematiche emerse, però, sono molteplici. Non si parla solo di fusioni, ma anche di criticità legate alla migrazione dei conti di gioco, allo spostamento dei saldi, e quindi anche a questioni di natura bancaria. È tutto molto complesso”, ha detto.

“La richiesta dei 7 milioni di euro viene dal nostro Governo con l’intento di fare cassa attraverso il gioco, come spesso accade. Parliamo di un potenziale incasso di 350 milioni di euro, ossia 7 milioni per 50 concessioni. Ma questo importo non sarà facilmente raggiungibile. Temo che in futuro possa verificarsi un danno di natura erariale, con una diminuzione della raccolta, poiché concentrata su un numero inferiore di concessionari. Il timore concreto è quello di una sorta di emorragia verso il gioco illegale. Perché un valore così alto delle concessioni, pari a 7 milioni di euro, per un concessionario significa dover raggiungere il famoso break-even. Il problema rischia di diventare ingestibile in relazione alle quote, ai costi che dovranno sostenere i giocatori, ai servizi offerti. Dall’altra parte, il gioco illegale propone quote migliori ed è più competitivo proprio perché elude le regole. Un’ulteriore preoccupazione riguarda le limitazioni introdotte per una specifica fascia d’età — quella tra i 18 e i 24 anni — che, secondo quanto riportato dagli stessi concessionari, incide per il 33-40% del mercato. Inoltre, i PVR non potranno più caricare più di 100 euro in contanti a settimana”, ha sottolineato.

“Credevo si votasse a 18 anni in Italia, invece è a 25, giusto? No, è a 18. Però, per giocare, devi avere 25 anni. Si tratta di un’altra di quelle situazioni surreali che forse solo nel nostro Paese possono verificarsi. Sono molto scettico sulla riuscita di un bando di questo tipo”, ha affermato Vullo.

“Secondo me, il mercato ideale sarebbe quello nel quale è nato il gioco online: toglierei il Decreto Dignità. Nel 2018 fu indetto un bando per nuove concessioni della durata di quattro anni, così da allinearle a quelle già esistenti. Vi sono poi state una serie di proroghe. Contestualmente, con l’arrivo del Movimento 5 Stelle, fu inserito l’articolo 9 nel Decreto Dignità che vieta qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa ai giochi o alle scommesse con vincita in denaro, nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata su qualunque mezzo: manifestazioni sportive, culturali o artistiche, trasmissioni televisive o radiofoniche, stampa quotidiana e periodica, pubblicazioni in genere, affissioni, canali informatici, digitali e telematici, inclusi i social media. Da qui cosa è successo? Un’esplosione massiva dei PVR. Prima erano CTD, poi sono diventati punti di commercializzazione (PDC), infine PVR – punti vendita e ricarica. In questi punti era consentito effettuare ricariche e registrazioni. I PVR sono diventati per i nuovi concessionari che hanno partecipato al bando l’unico canale possibile per far conoscere il proprio brand”, ha aggiunto.

“Il PVR, inoltre, rispetto al canale retail, non è soggetto al distanziometro. Di conseguenza, il numero dei PVR ha continuato a crescere fino a raggiungere la cifra di circa 30.000 dichiarati. Il quadro normativo, molte volte, dovrebbe essere modificato, gestito in maniera diversa, e dovrebbe chiarire tutta una serie di aspetti, soprattutto in un settore come quello online, che cambia in maniera così rapida. Questi PVR continuano a operare. Solo alla fine del 2024 si è deciso di istituire un registro, ma è ancora tutto bloccato”, ha precisato.

Il Decreto Dignità deve essere abolito. Bisogna mettere il settore nella condizione di poter far conoscere i brand, i siti che sono realmente legali e che offrono una determinata proposta, aumentando al contempo le sanzioni. L’eliminazione del Decreto Dignità porterebbe automaticamente a una diminuzione del numero dei PVR, lasciando emergere la reale natura del gioco online”, ha sottolineato.

Infine, affrontando il tema del gioco patologico e della ludopatia, Vullo ha concluso: “La situazione non è chiara neanche per gli stessi psicologi. La gestione non è ancora definita da tutti i punti di vista, neppure per quanto riguarda i controlli effettuati. Il dubbio non può generare una sanzione: chi controlla deve avere certezza se un’attività è legale o illegale. Per il comparto online, auspico l’eliminazione del Decreto Dignità, PVR che funzionino correttamente, e la possibilità per tutti gli attori della filiera del gioco di sapere con chiarezza cosa significhino controlli, gioco, scommessa, tutela del giocatore e patologie del giocatore”.

Stefano Sbordoni: “Norme eccessive, segnale di un sistema senza equilibrio”

Avvocato con lunga esperienza nel settore del gaming, Stefano Sbordoni ha analizzato l’iper-produzione normativa che caratterizza il comparto del gioco in Italia.

“Il sistema normativo è quello più complesso perché tramite lo strumento della norma, sia essa primaria – le leggi -, sia essa secondaria – i regolamenti -, si può ottenere o meno un certo scopo che dovrebbe essere di beneficio della comunità e dei cittadini”. 

“In alcuni casi, per motivi politici di equilibrio o meno, non è sempre stato così. Certe norme producono effetti che non vanno a beneficio dei cittadini. In questo settore è successo, tanto che la produzione normativa, sia di primo che di secondo livello, è esorbitante. Non è un bel segnale se c’è una produzione normativa esorbitante: significa che non si è riusciti a trovare la quadra. Io non so in quanti altri settori – di cui non mi occupo – esista un eccesso di produzione normativa paragonabile a quello che si riscontra nel settore del gioco in Italia. Personalmente, con il MEF e con l’Avvocatura dello Stato, abbiamo costituito un osservatorio in grado di individuare – tramite i picchi di contenzioso – le problematiche derivanti da certe norme”, ha aggiunto.

“Se l’Avvocatura dello Stato si ritrova a dover affrontare centinaia o migliaia di cause, tutte con lo stesso oggetto, risalendo alla normativa che ha generato quei ricorsi e analizzandola, è possibile capire se il problema sia stato causato dalla norma stessa o se, al contrario, non sia stato risolto a causa dell’inadeguatezza della norma. Questo tipo di attività, probabilmente, nel nostro settore non è stata condotta con la necessaria sistematicità. Eppure esistono strumenti utili. Quando una norma viene approvata attraverso il suo iter formativo, essa è sottoposta a due tipi di vaglio, che richiedono una relazione valutativa: si tratta di una valutazione d’impatto – o comunque simile – in cui gli organi preposti analizzano la norma proprio come noi ci proponevamo di fare attraverso l’osservatorio”, ha proseguito Sbordoni.

“La problematica delle istituzioni è che spesso si procede attraverso schemi e procedure standardizzate. In tal modo, la sostanza finisce per essere assorbita dalla procedura. Se io mi formalizzo sulle regole 1, 2 e 3, ma perdo di vista lo scopo per cui mi sono state date quelle stesse regole da applicare, non c’è via d’uscita. E questo è accaduto. Il problema principale è proprio questo eccesso normativo, che nel nostro settore è diventato incontrollabile. Ogni anno, nella legge di bilancio – ovvero la legge finanziaria – troviamo un numero spropositato di articoli dedicati al gioco, che vanno a modificare o alterare quelli approvati l’anno precedente. Anche questo può essere un segnale. Tuttavia, mantenendo una prospettiva positiva, va precisato che entra in gioco un altro principio: la norma deve adeguarsi alla velocità del nostro settore, sia online che fisico, che è altamente tecnologico.

Questo è un aspetto fondamentale da considerare. Tuttavia, il mestiere del legislatore dovrebbe consistere nel fornire un quadro chiaro e stabile, all’interno del quale possano trovare posto le diverse evoluzioni e soluzioni”, ha sottolineato Sbordoni.

Sbordoni ha infine concluso sul tema dell’illegalità e della criminalità: “L’illegalità e la criminalità, purtroppo, costituiscono una massa incomprimibile. Non esiste una società a criminalità zero. Tutti noi vorremmo tendere allo zero, ma sappiamo che non è possibile. Dobbiamo, dunque, impegnarci per ridurre il fenomeno il più possibile, attraverso un numero crescente di punti identificati in modo organico sul territorio. In questo modo si riducono gli spazi che possono essere occupati dalla criminalità.

Esistono due tipi di illegalità. La prima è quella generata dall’errore normativo, che porta alla creazione di migliaia di contenziosi e che, automaticamente, alimenta anche forme di illegalità. La seconda è la criminalità vera e propria, che agisce su un piano più pericoloso, mirando a ottenere guadagni illeciti ovunque possibile. La criminalità, oltre al denaro, ambisce al controllo del territorio. Tutta questa situazione nasce da una serie di fattori: per esempio, l’operatore che, non potendo sostenere i costi o le condizioni per ottenere una licenza, opera comunque, ma nell’illegalità. L’organizzazione criminale, allora, si assicura quei soldi provenienti dall’operatore illegale. Per ostacolare questi due livelli di illegalità, è necessario limitare in modo organico gli spazi che l’illegale può occupare sul territorio“.

Emilio Zamparelli: “Il gioco fisico penalizzato da regolamenti locali fantasiosi”

Presidente di STS, Emilio Zamparelli ha infine tracciato un quadro dettagliato dell’evoluzione del gioco pubblico in Italia negli ultimi dieci anni, evidenziando gli effetti delle normative territoriali.

“Negli ultimi dieci anni – ha dichiarato Zamparelli – il settore è stato interessato, innanzitutto da un cambiamento in qualche modo di mercato, perché accanto alle reti tradizionali di raccolta del gioco in questo paese e quindi le ricevitorie, le tabaccherie, i bar, le agenzie, si è sviluppato un tipo di raccolta diversa, ovvero quella del gioco online. Questo già ha rappresentato un cambiamento impattante sul mercato, ma il gioco fisico ha avuto un problema maggiore, molto più complesso, che è dipeso dalla politica. Cos’è successo? Gli enti locali negli ultimi dieci anni hanno legiferato con provvedimenti sulle distanze minime dai luoghi sensibili e limiti orari. Queste normative erano dettate più dalla voglia di fare qualcosa, piuttosto che avere un’effettiva efficacia, poiché provvedimenti che includano distanze minime da un determinato luogo, nel mondo attuale dove anche il gioco si è spostato sul digitale, non hanno più senso. In queste situazioni, al giocatore è impedito il gioco in un luogo fisico, ma può tranquillamente giocare da qualsiasi posto con il suo telefonino”.

“Abbiamo assistito, nel tempo, all’emanazione di normative locali estremamente fantasiose. In alcuni casi, si è arrivati a stabilire orari fortemente limitativi: ad esempio, la possibilità di giocare solo dalle 20:00 alle 8:00 del mattino. Ma qual era l’obiettivo di tali misure? Difendere il giocatore problematico? In realtà, una persona con questo tipo di problematica non si lascia scoraggiare da vincoli orari e, anzi, in quella fascia oraria potrebbe addirittura avere più tempo a disposizione per giocare, rispetto al giocatore sociale, ovvero colui che gioca per divertimento e per tentare la fortuna. È evidente, quindi, che i legislatori locali abbiano cercato di tutelare il giocatore problematico con provvedimenti inefficaci e anacronistici. Le normative emanate da Comuni e Regioni sono risultate fantasiose anche nella definizione dei cosiddetti “luoghi sensibili”: scuole, cimiteri, palestre, chiese… c’era davvero di tutto. Poi, come se non bastasse, si è scatenata una vera e propria competizione tra enti locali, ciascuno intento a fissare limiti sempre più stringenti. È così che ci siamo ritrovati con regolamenti come quello del Comune di Ventimiglia, dove è possibile giocare soltanto di notte, poiché durante il giorno gli apparecchi devono rimanere spenti.

Questo è ciò che il settore ha vissuto negli ultimi anni. Si è trattato di una situazione profondamente ingiusta, specie considerando che noi operiamo nel pieno rispetto della legalità. Rappresentiamo la parte legale in un contesto in cui l’illegalità è ancora largamente diffusa — e, paradossalmente, si parla pochissimo di quest’ultima. Il risultato? I riflettori si sono spostati sul mercato legale, lasciando campo libero all’illegalità, che nel frattempo ha potuto prosperare. Il mondo del gioco illegale non è più quello di una volta, quando si trovavano persone agli angoli delle strade a raccogliere le giocate. Oggi anche questo mercato si è evoluto, sfruttando nuovi strumenti tecnologici. L’illegalità continua a esistere, ma negli ultimi anni non se ne è discusso affatto: l’attenzione si è concentrata solo sulla parte legale, bersagliata da normative sempre più restrittive.

Attualmente siamo in attesa di un riordino che dovrebbe, finalmente, ristabilire regole chiare e certe per chi opera nel settore. Parliamo di società che svolgono attività legali e che tutelano il giocatore, poiché la tutela effettiva può essere garantita solo attraverso la rete legale. Al contrario, l’illegalità si rivolge direttamente al giocatore problematico e patologico. È importante ricordare, però, che la stragrande maggioranza dei giocatori è composta da persone sociali, che giocano esclusivamente per divertimento. I giocatori patologici rappresentano una netta minoranza, la cui problematica esiste, sì, ma probabilmente si accompagna ad altre difficoltà personali.

Una curiosità di natura storica: gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da queste normative restrittive, ma era già successo in passato? Ebbene sì. Risaliamo al 1947, agli albori della raccolta ufficiale del gioco in Italia. Il Totocalcio fu il primo concorso a vedere la luce nel nostro Paese, e proprio il 5 maggio scorso abbiamo celebrato i 90 anni dalla sua nascita. Era un gioco che si compilava spesso in famiglia. Già allora, alcuni enti locali, notando l’incremento della raccolta, tentarono di intervenire per motivi economici. Ad esempio, molte prefetture proposero di inserire un costo addizionale sulla schedina: a Messina, l’1% da destinare agli ospedali; a Napoli, un contributo per aiutare i disoccupati. Tuttavia, queste iniziative estemporanee vennero prontamente bloccate, permettendo così 50 anni di serenità e di divertimento, senza vincoli.

Immaginare il futuro è complesso e difficile. Tuttavia, possiamo almeno auspicare come vorremmo che fosse il mercato del domani. Al legislatore spetta una sfida di grande rilievo: regolamentare un mercato che ha subito una profonda evoluzione. Oggi il giocatore è diventato omnicanale, ovvero gioca sia attraverso il proprio dispositivo mobile sia tramite i punti fisici tradizionali. Di conseguenza, il legislatore deve necessariamente tener conto di questa realtà. Misure come i limiti orari o le distanze minime non sono più efficaci e, finalmente, è giunto il momento di consegnarle al passato.

A mio avviso, si dovrebbe ripartire senza vincoli di distanza o di orario, perché la tutela del giocatore passa dalla rete — sia digitale che fisica. La rete fisica, in particolare, è costituita da operatori che raccolgono il gioco, e che devono essere adeguatamente formati, attenti, e rispettosi delle norme. Se disponiamo di una rete attenta, preparata e responsabile, capace di gestire correttamente il giocatore problematico e di indirizzarlo nei canali appropriati, allora possiamo affermare di avere realmente tutelato il giocatore. È da troppo tempo che si parla sempre degli stessi temi, ma oggi abbiamo finalmente un’occasione per compiere dei passi decisivi.

Inoltre, la rete legale deve essere capillare sul territorio. Questo è un elemento fondamentale: nel momento in cui lasciamo spazi liberi, essi vengono immediatamente occupati dalla criminalità, che nel gioco continua a fare affari d’oro. Quelle risorse vengono sottratte al mercato legale e impiegate contro di noi, contro la collettività. Il consumatore che desidera giocare una schedina deve poterlo fare in piena libertà, con autonomia, in un punto vicino casa. Giocare pochi euro, come fa la grande maggioranza, non provoca gravi danni agli individui, ma garantisce un’entrata erariale di 12 miliardi di euro annui. Eppure, nessuno ne parla. Nessuno sottolinea che, eliminando il mercato illegale, lo Stato potrebbe incassare ancora di più.

Non si può continuare a regolamentare questo settore in funzione degli interessi divergenti di Stato, Regioni e enti locali. Occorre delineare chiaramente i poteri, e per quanto riguarda il gioco, è giusto che sia lo Stato a decidere e a normare. Gli enti locali temono di essere esautorati da un eventuale riordino, ma non è così. A loro spetta un compito ancora più importante: far sì che le normative vengano rispettate sul territorio, e sanzionare chi non osserva le regole. Oggi sembra che il settore non sia sotto il controllo di nessuno, ma questo è falso. Esiste l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, un ente pubblico che effettua decine di migliaia di controlli ogni anno. Purtroppo, nel nostro Paese, nessuno sembra accorgersi che la maggior parte dei punti di gioco opera nel pieno rispetto delle regole, a causa di un’opinione pubblica molto contraria al settore.

L’illegalità può essere sconfitta con il rispetto delle regole e con controlli efficaci. Come tabaccai, abbiamo vissuto anche l’esperienza del contrabbando: è stata un’esperienza dura, durissima. In alcune zone del napoletano, il tabaccaio si trovava il contrabbandiere accanto alla porta. Il cliente, prima di entrare nel punto legale, incontrava il contrabbandiere. Eppure, quel tabaccaio ha resistito. Ha dovuto resistere. Ha atteso che qualcuno si attivasse per allontanare il contrabbandiere. Per questo il punto legale è fondamentale, e ancor più fondamentale è che le regole vengano fatte rispettare. Nel gioco fisico, individuare l’illegale è sicuramente più semplice rispetto all’online. Nel gioco digitale, potremmo ritrovarci a giocare su siti con sede all’altro capo del mondo. L’illegale, invece, è radicato sul territorio: per questo motivo serve la massima attenzione da parte degli organi competenti. Con il contrabbando, la missione è stata in gran parte compiuta, anche se ancora oggi esistono forme di illegalità nel settore del tabacco. Accanto al contrabbandiere, oggi troviamo anche la contraffazione: una nuova forma di minaccia. Tuttavia, quel fenomeno è stato combattuto grazie a controlli efficaci e alla repressione.

I tabaccai devono necessariamente esporre l’insegna con lo stemma della Repubblica Italiana, perché la persona dietro al banco ha un contratto con lo Stato, che lo vincola al rispetto delle norme. È un operatore dello Stato. L’illegalità va combattuta, e anche nel settore del gioco è fondamentale farlo. Per riuscirci, la capillarità della rete è essenziale: l’illegale prende forma dove esiste un mercato e, soprattutto, uno spazio lasciato libero.

Negli anni Ottanta — ha concluso Zamparelli — il gioco del Lotto era gestito da pochissime ricevitorie. Il mercato era in larga parte in mano all’illegalità. Perché? Perché c’era spazio libero. Quei botteghini statali aprivano solo alcune ore al mattino, erano chiusi nei fine settimana, non pagavano a pronta cassa, al contrario dell’illegale. Ma nel 1987 la raccolta del gioco del Lotto fu affidata ai tabaccai, una rete capillare sul territorio: quello fu un colpo durissimo per l’illegalità. Talmente duro che gli operatori illegali arrivarono a pensare di aumentare le vincite, non potendo più competere sul servizio, che era ormai garantito da una categoria professionale formata appositamente: i rivenditori di generi di monopolio. La lezione è chiara: la chiave per contrastare l’illegalità è una rete di raccolta capillare e diffusa sul territorio. Questo è il primo presidio per combattere l’illegalità, che, ancora oggi, è ben presente nel nostro Paese”.

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Flutter-Snaitech: conclusa l’operazione di acquisizione

Operazione da 2,3 miliardi di euro, la più grande mai realizzata in Italia nel settore del gioco pubblico

Flutter Entertainment, leader mondiale nel settore delle scommesse sportive online e dell’iGaming, annuncia oggi di aver perfezionato l’acquisizione di Snaitech S.p.A., uno dei principali operatori omnicanale in Italia, da una controllata di Playtech plc, per un corrispettivo in denaro sulla base di un enterprise value di 2,3 miliardi di euro.

Snai farà parte della divisione internazionale di Flutter che comprende il Sud Europa e l’Africa e la sua acquisizione è coerente con la strategia di Flutter di investire in posizioni di leadership nei mercati internazionali ad alto potenziale, e si prevede che creerà valore per gli azionisti grazie a:

  • Rafforzamento della posizione competitiva in Italia, il più grande mercato regolamentato in Europa, con significative opportunità di crescita nel segmento online, date le basse percentuali di penetrazione rispetto ad altri mercati. Inoltre, il quadro normativo relativo alla pubblicità aumenta il valore strategico della solida e complementare rete retail di Snai. Con questa acquisizione, la quota di mercato online di Flutter in Italia salirà a circa il 30%.
  • Rafforzamento del portafoglio di brand “local hero” di Flutter. Snai vanta una solida base di clienti omnicanale altamente fidelizzati ed è uno dei marchi più riconosciuti del mercato, in grado di ampliare e diversificare così le opportunità di acquisizione clienti per Flutter in Italia.
  • Generazione di valore, grazie all’accesso al Flutter Edge, con sinergie operative stimate in 70 milioni di euro da realizzare nei prossimi tre anni (con un costo pari a 1,25x), oltre a sinergie Capex per 10 milioni di euro. Ci si aspetta anche sinergie sui ricavi grazie alle capabilities derivanti dal Flutter Edge nei campi del pricing e del risk management, dai contenuti iGaming proprietari e da altre tecnologie Flutter per migliorare l’esperienza dei clienti Snai.

Peter Jackson, CEO, ha commentato: Sono molto lieto di dare il benvenuto nel nostro Gruppo a Snai, uno dei principali brand del gaming in Italia. La sua solida presenza omnicanale ci fornisce ulteriori asset strategicamente rilevanti per rafforzare la posizione competitiva di Flutter in Italia. Questa operazione è perfettamente in linea con la nostra strategia di M&A orientata alla creazione di valore e rappresenta una grande opportunità di crescita per Snai, grazie all’accesso ai prodotti e alle capacità leader di mercato di Flutter. Siamo pronti ad avviare i nostri solidi piani di integrazione e a iniziare a realizzare i significativi benefici derivanti da questa combinazione”.

Si prevede un aumento temporaneo dell’indebitamento, che sarà però rapidamente ridotto grazie alle chiare opportunità di crescita presenti in tutto il Gruppo. Flutter resta impegnata a mantenere un rapporto di leva finanziaria di medio termine compreso tra 2,0x e 2,5x.

Flutter fornirà ulteriori aggiornamenti, inclusa una guidance finanziaria, il 7 maggio 2025 in occasione della presentazione dei risultati del primo trimestre.

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Ippica tra crisi e rilancio: al centro dell’IGE il confronto su riforma, scommesse, visibilità e sostenibilità della filiera

L’ippica torna protagonista tra criticità e proposte concrete per un futuro all’insegna del rilancio

Un’ora e mezza di dibattito con al centro il variegato mondo dell’ippica ha animato l’ultima parte della prima giornata dell’Italian Gaming Expo & Conference in corso di svolgimento a Roma. “Riforma dell’ippica: innovazione e sostenibilità per il futuro del gioco”, il tema della tavola rotonda che ha suscitato grande interesse.

CHIODI (MASAF): “NEL COLLEGATO ALLA LEGGE DI BILANCIO LA RIFORMA COMPLESSIVA”

Il Direttore Generale per l’Ippica del Masaf Remo Chiodi ha rinforzato la tesi introduttiva specificando che “Quella sul prelievo sulle Scommesse a Quota Fissa è solo una delle tante misure necessarie per rinnovare l’intero comparto”. Nel segnalare come sia logico attendersi qualcosa di più e meglio da parte dei concessionari rispetto ai numeri non buoni riscontrati nella prima parte dell’anno (ma già il mese di marzo ha messo a segno un interessante recupero n.d.r.) Chiodi ha anche tracciato a grandi linee “il percorso portato avanti dalle istituzioni nel tentativo di dare impulso a rinnovamento: dalla neonata classificazione degli ippodromi con una buona fetta del 15% di risorse legate alla realizzazione di investimenti per migliorare le strutture, all’abbassamento dell’aliquota Iva sulla compravendita dei puledri tesa a favorire il mercato allevatoriale, senza trascurare le misure per il benessere animale, ma il tutto da inserire nel quadro della riforma complessiva del settore prevista all’interno del “collegato” alla Legge di Bilancio che inizierà a breve il suo percorso parlamentare e che dovrà rappresentare indiscutibilmente la madre di tutte le riforme.”

LOLLOBRIGIDA (ADM): “IL MONDO DEI CONCESSIONARI DEVE FARE QUALCOSA DI PIU’”

Anche dall’intervento del Direttore Centrale Giochi dell’Agenzia Dogane e Monopoli Mario Lollobrigida sono arrivate annotazioni interessanti: “È vero – ha affermato –  che ci aspettavamo un risultato diverso, una diversa reazione da parte dei concessionari cosa che non abbiamo visto nel primo trimestre. Il mondo dei concessionari deve fare qualcosa di più anche per evitare che si diffonda il concetto che la manovra sulla tassazione sia andata a beneficio di qualcuno piuttosto che di altri. Noi abbiamo dato la nostra disponibilità al Masaf – ha aggiunto Lollobrigida – per lavorare sul resto delle azioni ipotizzate (totalizzatori, posta unitaria etc. ). Sono però azioni che non possiamo attualmente porre in essere vista la situazione delle concessioni (in proroga in attesa del nuovo bando n.d.r.), ma sono tutte azioni che saranno sicuramente intraprese nel momento in cui potremo mettere a regime le nuove concessioni con una sola tipologia di diritto di raccolta delle scommesse”. Un obiettivo interessante questo perché porrebbe fine alla diversità della rete di raccolta da parte della rete commerciale che è stato uno dei maggiori problemi con i quali l’ippica si è dovuta confrontare: “In quel momento – ha concluso il Direttore –  potremo finalmente unificare i totalizzatori, garantendo anche una maggior liquidità cosa che oggi manca fondamentalmente al gioco a totalizzatore. Sono tutte azioni che abbiamo già concordato. Per la riforma delle concessioni stiamo discutendo con le Regioni e gli Enti Locali.”

TARICONE (SISAL): “CONCESSIONARI PRONTI A RECEPIRE LA SFIDA”

La parola è poi passata ai concessionari chiamati in qualche modo a un maggior sostegno del comparto. Francesco Taricone di Sisal non si è sottratto e anzi, in perfetto stile poker ha rilanciato: “Il fatto di riunire per il secondo anno consecutivo una simile platea di attori e appassionati è importante. Dà l’idea di un settore che si muove compatto verso un obiettivo con una progressione costante. La tassazione come è detto è stato solo il primo di una serie di interventi. Poteva andare meglio, ma stiamo recuperando. È una sfida che noi concessionari recepiamo perché la vediamo come un’opportunità importante per questo dobbiamo e vogliamo fare di più, ma ovviamente con i tempi necessari. Noi come Sisal abbiamo già fatto una serie di interventi, abbiamo intrapreso iniziative promozionali che hanno bisogno di tempo e infatti abbiamo già visto che sul mese di marzo i dati sono in miglioramento. Puntiamo molto sull’omnicanalità e sulla presenza dell’ippica non solo on line, ma anche sulla rete di vendita fisica che per noi è importante. Tre mesi non sono molti e non è una scusante. Gli interventi posti in essere necessitano di un minimo di tempo per essere assimilati dal pubblico. Spero che al prossimo incontro saremo qui a commentare una crescita importante. Detto questo bisogna andare avanti e quindi dobbiamo lavorare sul prodotto, sull’abbassamento della posta minima di gioco, sull’organicità dei rimborsi e sull’unificazione dei protocolli perché quella di consentire allo scommettitore di giocare sport e ippica insieme può essere una carta vincente soprattutto per creare nuovi clienti attingendo dalle nuove generazioni.”

FECI (LOTTOMATICA): “LA VISIBILITA’ ALL’INTERNO DELLE AGENZIE TRAINO PER L’ON LINE”

Samuele Feci di Lottomatica ha posto l’accento anzitutto sull’unità manifestata da tutti gli operatori di gioco nella voglia di ottenere dei risultati importanti. “Dal canto nostro negli ultimi 14 mesi abbiamo inserito l’ippica in 330 agenzie in più della nostra rete: ben 60 solo nell’ultimo trimestre. Questo perché crediamo che la visibilità del prodotto all’interno delle agenzie sia un investimento anche per la raccolta on line. Dobbiamo capire quali sono i trend e gli interessi dei giocatori. I provvedimenti illustrati tutti ovviamente importanti e utilissimi hanno però tempi diversi di realizzazione. Dobbiamo quindi capire se ci sono delle cose che si possono fare subito. Alcuni piccoli interventi anche graduali potrebbero già iniziare a portare dei benefici in attesa che tutto il piano venga completato. Abbiamo già lavorato sulle quote per renderle più appetibili, dobbiamo dare anche il tempo per poter fare delle campagne promozionali anche con i bonus che vengano poi recepite dal pubblico che si deve accorgere che qualcosa sta cambiando.”

ROSI (MST): “QUATTRO FATTORI PER FAVORIRE LA RIPRESA”

Michele Rosi, COO di Mst ha proposto un approccio più analitico al dibattito. “Dei risultati sono stati indubbiamente portati a casa. Ovvio che la riforma della tassazione debba spingere ad andare avanti” e così dopo aver di fatto istituito prima e migliorato poi la distribuzione internazionale di corse italiane e dati e di aver lavorato fattivamente per rendere competitivo il palinsesto, soprattutto azzerando o quasi i ritardi e portandoli in qualche caso al di sotto della media internazionale, Rosi ha tracciato la strada per un possibile miglioramento identificando quattro fattori primari:
1)    Il miglioramento delle immagini trasmesse dagli ippodromi, in troppi casi ancora in formato standard , pochissimi in HD ancora meno in 4K e il progressivo aumento degli ippodromi che implementeranno il sistema di tracking nelle corse.
2)    Il miglioramento della trasmissione dei dati, troppo spesso non accurata e non immediata. La progressiva soluzione del problema del ritardo della refertazione che ancora oggi spesso avviene con troppo ritardo in un settore che conta 200mila corse all’anno e che quindi ha bisogno di tempi strettissimi.
3)    Il miglioramento della qualità delle corse soprattutto nel numero di partenti visto che a livello nazionale la media si è standardizzata in una forbice tra i 13 e i 15 partenti per corsa.
4)    Una maggior visibilità nei palinsesti dei media generalisti fondamentale per l’interessamento di nuove fasce di pubblico.

Tutti punti sui quali MST sta lavorando alacremente supportando anche gli investimenti dei concessionari.

PAUTASSO (FEDERIPPODROMI): “NEGLI IPPODROMI CITTADELLE DEL GIOCO LECITO”

Tracking, Qualità di immagini, investimenti in strutture, in una parola “ippodromi”: Elio Pautasso Presidente di FederIppodromi ha ovviamente richiamato l’uditorio al problema delle risorse. “Per investire bisogna avere più risorse e quindi aumentare il valore dei ricavi: come fare? Con la variazione dell’aliquota sulle scommesse a quota fissa è stato avviato un trend che ancora non ha dato grandi risultati, ma speriamo tutti di vederli a breve. Anche noi abbiamo notato che il numero di punti dove si vendono le scommesse sta aumentando, ma invito a non trascurare comunque le scommesse a totalizzatore. In tema di proposte per aiutare la ripresa credo di poter individuare due aspetti primari; la riforma del settore attraverso il Collegato alla Finanziaria citato dal Direttore Chiodi è un passo fondamentale. Siamo tutti consapevoli che la gestione del comparto attraverso un’agenzia proposta e controllata dal Masaf può essere più facile e più snella da gestire di quanto non sia, malgrado tutti gli sforzi, quella attuale e quindi è auspicabile che il processo subisca un’accelerazione in questo senso. In tema di riforma dei giochi, visto che se ne sta parlando in questi mesi, ritengo che permettere di istituire all’interno degli ippodromi, che sono dei luoghi deputati al gioco sicuro e lecito, delle grandi centrali di raccolta del gioco e, essendo queste aggiuntive, utilizzare una tassazione con una legislazione apposita per finanziare l’ippica, potrebbe costituire un’altra tappa importante sulla via del rilancio.”

STOPPINI (IPPODROMI SNAITECH): “LEGAME TRA IPPODROMO E SCOMMESSE INDISSOLUBILE”

Lorenzo Stoppini, direttore BU ippodromi Snaitech: “Rappresento una società che nel 2015 ha iniziato a chiedersi cosa fare per portare gente all’ippodromo e lo ha fatto attraverso eventi legati al cavallo, ma non solo alle corse. Poi si è pensato di fare in modo che chi veniva all’ippodromo avesse la possibilità di usufruire di servizi tesi a “facilitare” il suo essere utente di uno spettacolo e quindi sono arrivati i copertini colorati per identificare meglio i cavalli; 5 maxischermi, le schede informative di ciascun cavallo, i picchetti fronte pista. Poi con le riunioni eventi, ultima quella recente in preserale, abbiamo capito di avere la possibilità di appassionare nuove persone. E siccome il legame tra ippodromo e scommesse è indissolubile, l’assioma è: portare gente all’ippodromo farla appassionare e quindi scommettere.”

ARLETTI (IPP. MODENA): “NECESSARIO CONFRONTO TECNICO SU SCOMMESSE”

Con l’intervento di Alessandro Arletti dell’ippodromo della Ghirlandina di Modena, ma anche rappresentante di un poule che ha proposto un progetto di scommessa alternativa, si è tornato a parlare, appunto di scommesse: “Su stimolo del Dott. Chiodi abbiamo aggregato una serie di portatori di interesse e abbiamo presentato un progetto per una nuova scommessa al totalizzatore. Auspichiamo quindi che il confronto possa avvenire al più presto anche con Adm. Noi non siamo contrari alla diminuzione della tassazione sulle scommesse a quota fissa, ma pensiamo sia opportuno e utile un allineamento della tassazione anche per le scommesse a totalizzatore. Il nostro intento è ovviamente quello di aumentare la raccolta. Non siamo favorevoli a togliere introiti allo stato bensì ad aumentare i nostri considerando l’enorme volume realizzato complessivamente dal mercato dei giochi che testimonia come ci sia spazio per inserirsi. Quella che proponiamo è una scommessa istantanea semplice che possa attirare anche le nuove generazioni. Chiediamo di istituire un altro tavolo di confronto per poter trovare assieme una soluzione per portare gettito allo Stato e alla filiera ippica”.

A margine della tavola rotonda anche l’intervento dalla platea di Giorgio Sandi che ha espresso da un lato la preoccupazione per la fase estremamente critica attraversata dal settore, ma dall’altro anche la percezione della ferma volontà da parte di tutti di inseguire la ripresa. “Bisogna cercare di fare velocemente ciò che è possibile e quindi serve uno sforzo collettivo urgente. La coperta è corta, non ci sono risorse adeguate per tutti gli attori della filiera. Una nuova scommessa potrebbe favorire anche una nuova promozione”. Ha affermato.

Appello accolto dal Direttore di ADM Lollobrigida: “Siamo disponibili a valutare nuove proposte. Anche noi stiamo cercando di modificare l’offerta di scommesse. Ben venga quindi la possibilità di valutare nuove proposte.”

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IGE 2025, istituzioni e stakeholder a confronto nella tavola rotonda “La riforma del gioco pubblico 2025”

Al centro del dibattito il riordino del gioco fisico e il futuro sostenibile del comparto

Si sta svolgendo presso il Salone delle Fontane, a Roma, la seconda edizione dell’Italian Gaming Expo & Conference (IGE), l’appuntamento di riferimento per l’industria del gioco pubblico in Italia. Al centro del programma, il tema “Il futuro sostenibile del gioco”, con una due giorni di confronto tra istituzioni, regolatori, industria, accademici e stakeholder nazionali e internazionali. Tra i momenti più attesi, il panel di apertura intitolato “La riforma del gioco pubblico 2025: prospettive istituzionali su regolamentazione, innovazione e sviluppo del mercato”, che ha visto la partecipazione di rappresentanti della Camera dei deputati, Regioni e associazioni di categoria, impegnati a discutere le prospettive e le priorità della riforma in corso.

Lollobrigida (ADM): “Costruire insieme un futuro sostenibile”

Mario Lollobrigida, Direttore Centrale Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha sottolineato come sia importante“superare il periodo delle proroghe e introdurre disposizioni univoche per tutto il territorio nazionale, superando o reinterpretando quanto è stato fatto in materia di distanze. Il distanziometro, è ormai dimostrato che sia una misura assolutamente inutile: da quando è stato introdotto con le varie leggi regionali, la raccolta non è diminuita. Al contrario, si è creata una ghettizzazione dei punti vendita, senza alcun risultato concreto. Anzi, da un lato la raccolta è aumentata e dall’altro, purtroppo, è cresciuto anche il gioco illegale, perché è più facile spostarsi verso settori dove il gioco illecito è più accessibile rispetto al gioco legale. Purtroppo, non abbiamo ancora strumenti sufficienti per intervenire in modo significativo sul gioco illegale online. È vero che possiamo inibire e chiudere i siti illegali, quelli non riconducibili ai concessionari legali, ma non possiamo per esempio condurre indagini sotto copertura, che sarebbero invece utilissime per individuare i soggetti finali che effettivamente promuovono quel tipo di offerta. Le gare consentiranno agli operatori di realizzare gli investimenti richiesti dalla delega fiscale. La norma richiede un impegno importante da parte degli operatori per la formazione della filiera, in un’ottica di prevenzione del gioco d’azzardo compulsivo. È chiaro che la formazione può essere fatta solo con investimenti da parte degli operatori, e tali investimenti saranno possibili solo quando saranno attivate le nuove gare. Un altro argomento importante, introdotto dall’avvocato Cardia, riguarda proprio questi nuovi investimenti: le nuove gare ci permetteranno di introdurre apparecchiature più moderne nel settore degli apparecchi da intrattenimento, capaci di intervenire anche in chiave preventiva nei confronti del giocatore. Oltre alle suggestioni sull’intelligenza artificiale, anche con strumenti più semplici, come il temporizzatore dell’attività della macchina o i messaggi che l’apparecchio può trasmettere durante il gioco. Sono tutti interventi che però potranno essere implementati dagli operatori solo grazie a nuovi investimenti. È iniziata la stagione delle gare: con quella dell’online abbiamo già introdotto regole molto più stringenti rispetto al passato, anche sul fronte della prevenzione del gioco patologico. Questo è ciò che vogliamo fare anche per le concessioni terrestri, se ci verrà data la possibilità. Da tecnici, abbiamo concluso il nostro lavoro di predisposizione della parte normativa per il decreto delegato sul riordino del fisico. Spero e mi auguro che possa trovare accoglienza da parte della Conferenza Unificata e degli altri operatori istituzionali”.

Testa (Commissione Finanze): “Riforma unitaria e fine delle frammentazioni”

Guerino Testa, Segretario della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, ha sottolineato: “Porto in questo evento anche il saluto del presidente della Commissione Finanze, On. Osnato. Ribadisco che, in questa sede, parliamo di gioco legale, ben distinto da quello illegale. Il comparto è in crescita e occupa tantissime persone. Questo Governo ha messo mano a un settore che aveva bisogno di evoluzione. Sono già usciti i primi decreti, e ora si sta spingendo sempre di più per velocizzare una riforma che deve portare a un quadro normativo unificato. Non possiamo più permettere che esistano legislazioni frammentate”.

“Il distanziometro è una presa in giro – ha aggiunto – anche alla luce della presenza del gioco online, che consente di giocare ovunque. È importante che si attuino politiche efficaci per contrastare la ludopatia, ma va ricordato che gli apparecchi aiutano a sostenere i piccoli bar e le tabaccherie nei comuni con meno di 5.000 abitanti. Dobbiamo considerare tutte queste questioni e salvaguardare un comparto che ha un’importanza economica da non sottovalutare”.

“Credo che questo Governo darà risposte concrete entro la fine della legislatura. Troppo spesso la politica è andata dietro alla pancia delle persone su questi temi, dando vita a leggi sbagliate. Ora, però, dobbiamo invertire la rotta”.

Rosato (Commissione Difesa): “Serve un’alleanza tra Stato e concessionari”

Ettore Rosato, Segretario del Copasir e membro della Commissione Difesa della Camera, ha commentato: “A questo tipo di eventi siamo sempre gli stessi del mondo della politica e ciò dimostra che tipo di stigma c’è tra i politici il settore del gioco. Continuo sempre a ribadire che serva una legislazione nazionale perché gli operatori lavorano in base ad una concessione nazionale. Questo settore non può essere normato dagli enti locali”.

“La tassazione è molto alta e quindi riduce i margini del settore e favorisce l’illegalità. Il divieto di pubblicità non è stato utile e gli effetti sono stati catastrofici e sono sotto gli occhi di tutti. Infine, la ludopatia c’è ed esiste, ma servono nuove modalità di combatterla. Questo comparto a mio avviso va sostenuto e aiutato, ma ci vuole anche che lo Stato faccia norme chiare e costruisca un’alleanza costruttiva con i concessionari per ottenere un gioco sempre più responsabile”.

Alparone (Conferenza Regioni): “Stop proroghe, servono investimenti e prevenzione”

Marco Alparone, Coordinatore della Commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni, ha affermato: “Questo Governo vuole porre fine alla questione delle proroghe, per contrastare in modo più efficace la ludopatia e dare certezze agli operatori affinché possano investire. La compartecipazione al gettito per gli enti locali è fondamentale per raggiungere questo obiettivo. Un tema importante è quello delle distanze – ha proseguito – che ormai risulta superato. Tuttavia, vanno evitate le aree con un’altissima concentrazione di gioco. Serve una distribuzione più uniforme sul territorio: bisogna evitare i ghetti del gioco. Abbiamo ben chiari i paletti necessari, e quello della prevenzione è uno dei più rilevanti”.

“Credo sia fondamentale non vincolare le risorse, ma permettere agli enti di decidere dove investire i fondi per il contrasto alla ludopatia. Superare la distanza fisica e arrivare a quella giuridica richiede strumenti tecnologici adeguati. Questo permetterà di intervenire sulla prevenzione e sulla formazione degli operatori. Il modello di gioco è profondamente cambiato rispetto a quindici anni fa – ha concluso – poiché anche nei punti fisici oggi si può giocare online. Una normativa nazionale chiara e certa consentirà agli operatori di pianificare investimenti a lungo termine”.

Maggi (AGIC): “Il nostro appoggio è totale alla riforma”

Giovanni Maggi, Vice Presidente di AGIC Confindustria, ha dichiarato: “Agic è un’associazione dei cinque più importanti concessionari italiani con circa 60.000 punti vendita sul territorio e il 70% di quota mercato. La riforma del settore è attesissima. Abbiamo apprezzato la Delega Fiscale e il riordino dell’online. Aspettiamo quindi ora con ansia la riforma del gioco fisico poiché è molto più complessa e tocca problematiche che si trascinano da anni come le leggi regionali frammentate e le concessioni del mondo del betting scadute nel 2016”.

“Il nostro interesse è quello di fare le gare per poter pianificare il futuro con tranquillità. Abbiamo sempre auspicato che il lavoro del viceministro Leo andasse a buon fine, proprio per risolvere tutte le questioni. Su questo tema la cosa più delicata è la distanza dai luoghi sensibili poiché così come sono state pensate dai legislatori locali impediscono di fare le gare. Questo non lo dicono gli operatori, ma il Consiglio di Stato. Recentemente c’è stata una sentenza della CGUE che mette in mora lo Stato italiano per le concessioni in proroga nel settore del bingo. Il nostro appoggio è totale sul tema e offriamo anche la nostra esperienza alle istituzioni. Trenta anni fa c’era un illegalità impressionante, ora non è del tutto sparita ma se continuiamo a lavorare così potremo ridurla ancora di più. Vedo che negli ultimi tempi stiamo riuscendo a fare capire che siamo un’industria e ciò significa economia, occupazione, regole e innovazione”.

Cardia (ACADI): “Tecnologia per un gioco più sicuro. Serve riequilibrio tra i diversi prodotti”

Geronimo Cardia, Presidente di ACADI Confcommercio, ha spiegato: “Le due grandi rappresentanze, Confindustria e Confcommercio, sono in assoluta sintonia sulle tematiche più importanti del settore. All’interno di Confcommercio ci sono diverse realtà, e il dialogo all’interno della filiera è fondamentale. Vorrei quindi porre l’accento su due temi: la dignità dei lavoratori e la libertà degli utenti. Credo che, negli ultimi anni, siano stati calpestati”.

“Il settore non è capito dall’esterno – ha spiegato – perché è molto complesso: comprende 33 giochi, ma gli unici bersagliati sono gli apparecchi, soggetti a limiti orari e distanziometro, misure che non valgono per le altre tipologie. I numeri dicono che dal 2015 a oggi, dopo l’introduzione delle restrizioni, la spesa dei giocatori è aumentata di 2 miliardi. La raccolta è cresciuta, e quella dell’online ha superato quella del fisico. A mio avviso, bisogna smantellare le regole che non sono produttive, sostituendole con politiche attive. Il tema della salute è certamente importante, ma va salvaguardata anche la libertà degli utenti”.

“La tecnologia è fondamentale in questo comparto – ha proseguito – e oggi esistono prodotti sicuri proprio grazie a strumenti innovativi capaci di individuare criticità. Un apparecchio, ad esempio, può riconoscere la ripetitività di una sessione e attivare messaggi dissuasivi per l’utente. Per sviluppare questi strumenti servono però grandi investimenti, e per investirci servono certezze. Per questo è fondamentale fare gare, così da poter puntare su prodotti sempre più sicuri”. “Non può sparire dal radar il riequilibrio dei parametri tra i diversi tipi di gioco, che oggi presentano layout e tassazioni differenti”.

Garavaglia (pres. Commissione Finanze Senato): “Superare la distanza fisica, serve un nuovo approccio”

Infine, il Senatore Massimo Garavaglia, Presidente della Commissione Finanze del Senato, ha concluso:

“Il gioco esiste e esisterà sempre. Se ci sono troppe regole si rischia di spostare la domanda di gioco verso l’illegalità. Inoltre, se c’è una distorsione tra i tipi di gioco possono crearsi delle distorsioni importanti”.

“L’ultimo tassello per la riforma è quello del fisico: qui bisogna superare le distanze. Il concetto della distanza fisica è totalmente da superare poiché ha dimostrato di non funzionare. In alcuni casi i luoghi sensibili sono fuori luogo. Bisogna passare da un concetto di distanza fisica a quella giuridica. La tecnologia può aiutarci a raggiungere questo scopo. Inoltre, a mio avviso è fondamentale che le Regioni partecipino al gettito erariale creato dal gioco. Ciò porterà gli enti locali a riflettere maggiormente prima di fare regolamenti restrittivi poiché potrebbero perdere importanti entrate”.

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Entrate tributarie, nei primi due mesi del 2025 dai giochi 1,5 miliardi di euro

La crescita rispetto al 2024 è stata del +12%

Nei primi due mesi del 2025, le entrate tributarie erariali ammontano a 92.082 milioni di euro, in crescita di 5.410 milioni rispetto allo stesso periodo del 2024 (+6,2%).

Le imposte dirette hanno invece raggiunto 58.639 milioni, con un aumento di 3.657 milioni rispetto all’anno precedente (+6,7%). Aumentano anche le imposte indirette, pari a 33.443 milioni di euro (+1.753 milioni di euro, +5,5% rispetto al 2024).

Le entrate totali relative ai giochi, che includono entrate erariali sia dirette sia indirette, ammontano invece a 1.496 milioni di euro. L’aumento rispetto al 2024 è stato del +11,9%. Considerando solo le imposte indirette, il gettito dai giochi (lotterie e delle altre attività di gioco) è di 1.265 milioni (+89 milioni di euro e +7,6%). Infine, la cifra relativa all’imposta sul consumo dei tabacchi è pari a 1.842 milioni (+68 milioni di euro, +3,8%).

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Paola Maia (LeoVegas): “Mobile, sicurezza e innovazione. Così costruiamo il futuro del gioco online”

“Pionieri del mobile gaming che rappresenta l’oggi e il domani del settore”

Dalla centralità del mobile gaming alla qualità dei prodotti casinò, passando per la responsabilità sociale, Paola Maia – Senior Commercial Operations Manager di LeoVegas – racconta l’approccio di un brand che punta a coniugare tecnologia, intrattenimento e tutela del giocatore in un mercato complesso ma ricco di potenzialità come quello italiano.

Nel 2018 avete deciso di entrare nel mercato italiano del gioco online. In questi oltre 6 anni di attività, al netto del periodo del Covid, che idea vi siete fatti di questo settore anche in considerazione della vostra grande esperienza internazionale?

“L’Italia è un mercato complesso e altamente competitivo, con una forte cultura dell’intrattenimento digitale e un pubblico esigente. La nostra esperienza internazionale ci ha permesso di riconoscere subito le potenzialità del settore, ma anche le sue sfide, come il bisogno di innovazione costante. Abbiamo visto un’evoluzione significativa nelle abitudini degli utenti, con una domanda sempre più forte di esperienze digitali fluide, sicure e responsabili. Lavoriamo in un contesto regolamentato che garantisce trasparenza e tutela per i giocatori, e crediamo che il futuro del mercato italiano passi attraverso un equilibrio tra innovazione e gioco responsabile”.

Leo è il nome latino per il leone, Vegas è la magica città dei sogni: così riporta una vostra presentazione. Si può dire che affrontate in mercato con la forza di un leone e la voglia di regalare intrattenimento ai vostri utenti?

“La nostra identità è racchiusa proprio in quel nome: siamo ambiziosi, innovativi e determinati, come un leone che domina il suo territorio, ma vogliamo anche offrire un’esperienza di intrattenimento senza pari, ricca di emozioni e sorprese, proprio come Las Vegas. La nostra missione è garantire il miglior mobile gaming possibile, con un mix di tecnologia, sicurezza e qualità che rende l’esperienza di gioco unica. L’intrattenimento deve essere coinvolgente ma anche sicuro, e per questo ci impegniamo costantemente a migliorare gli strumenti di gioco responsabile e la protezione dei nostri utenti”.

Quali sono i vostri prodotti che vengono più apprezzati dagli utenti?

“Tra i nostri fiori all’occhiello c’è la nostra offerta di Casinò. Le slot machine, grazie alla loro varietà e qualità grafica, sono tra i prodotti più amati dagli utenti italiani, ma stiamo assistendo a una crescita sempre maggiore del Live Casinò, che porta l’esperienza di gioco a un livello superiore grazie a dealer dal vivo e interazioni in tempo reale. Anche lo sport è un segmento importante della nostra offerta, con particolare attenzione al tennis, dove proponiamo quote altamente competitive e un’ampia copertura di eventi seguitissimi dagli appassionati. Inoltre, offriamo un’esperienza di gioco avanzata e innovativa con la possibilità di seguire eventi in streaming, rendendo il coinvolgimento degli utenti e la gaming experience ancora più immersiva”.

Tra i vostri obiettivi c’è sempre quello di essere tra gli operatori più attenti e attivi nel mobile gaming?

“Non solo è un obiettivo, ma è il nostro DNA. LeoVegas è nato nella dimensione mobile e continuiamo a essere pionieri in questo settore. Il nostro focus è offrire un’esperienza di gioco ottimizzata al massimo per smartphone e tablet, con interfacce fluide, tempi di caricamento rapidi e una navigazione intuitiva. Investiamo costantemente in nuove tecnologie per garantire ai nostri utenti la migliore esperienza possibile, sia in termini di usabilità che di sicurezza. Oltre a un’interfaccia mobile innovativa, mettiamo al centro del nostro operato la sicurezza e la tutela del giocatore. In quest’ottica abbiamo per esempio introdotto l’accesso tramite SPID per rendere più sicure e veloci le operazioni. Il mobile gaming non è solo un trend, ma il presente e il futuro del settore, e noi vogliamo continuare a essere leader in questo ambito”. 

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Marcello Minenna, ex Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, assolto dalle accuse di falso e abuso d’ufficio

I fatti oggetto dell’inchiesta risalgono al settembre 2021

Il gup di Roma ha assolto con la formula ‘perché il fatto non sussiste’ l’ex direttore dell’Agenzia Dogane e Monopoli Marcello Minenna dalle accuse di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.

I fatti risalgono al settembre 2021 e Minenna, difeso dagli avvocati Gianluca Tognozzi e Roberto D’Atri, era accusato di aver agito “per fini ritorsivi” nei confronti di un ex dirigente perché aveva denunciato presunte irregolarità della compagna dell’allora direttore.

Minenna “sopprimeva l’ufficio di segreteria del Vicepresidente e così intenzionalmente arrecando un danno ingiusto al Direttore della Segreteria, che subiva una revoca dell’incarico dirigenziale di ‘Direttore della Segreteria del Vicedirettore’ dichiarata illegittima in sede civile”.

Un’assoluzione che arriva dopo l’imputazione coatta che era stata disposta dal primo giudice che si era occupato della vicenda e che aveva respinto la richiesta di archiviazione già formulata dalla procura.

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“Comunicare il gioco responsabile”: gli obblighi degli operatori nel gioco legale

Politica, operatori, istituzioni e media a confronto sul tema della comunicazione e del gioco responsabile

Una normativa nazionale unica sul gioco pubblico con il definitivo superamento del distanziometro fisico e del divieto di pubblicità delle scommesse, una maggiore concertazione tra Stato, Regioni e concessionari di gioco: sono questi i temi principali toccati durante il convegno “Comunicare il gioco responsabile” tenutosi su iniziativa del Senatore Massimo Garavaglia presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquirio al Senato della Repubblica. Moderatore dell’evento Giuseppe Volpe, managing partner di Cuiprodest.

Oltre al Senatore Garavaglia sono intervenute importanti figure di spicco della politica, del settore e del mondo dei media. Tra i relatori figuravano: Fausto Orsomarso (Capogruppo Fdl Comm. Finanze Senato), Onorevole Ettore Rosato (Vicesegretario Azione), Adele Minutillo (Ricercatrice Centro Naz. Dipendenze ISS), Dario Evangelista (Deputy General Consuel Betsson Group), Mara Di Lecce (Direttrice comunicazione Novomatic Italia), Alessio Crisantemi (GN Media) e Fabio Felici (Direttore agenzia di stampa Agimeg).

Massimo Garavaglia, Presidente Commissione Finanze Stato

Ad aprire i lavori è stato il Senatore Massimo Garavaglia (Presidente Commissione Finanze Stato): “Abbiamo visto nell’ambito della riforma fiscale il decreto sul gioco online. Si è fatto un buon lavoro anche se si può sempre migliorare. Ora la partita è sul gioco fisico dove c’è da tanto tempo una discussione in atto che è stata spesso caratterizzata da ideologia. Il tema della distanza è diventato ingestibile e superato dai fatti. Dunque si dovrà trovare una nuova soluzione: si dovrà passare dal concetto di distanza fisica a quello di distanza giuridica. Un tema importante è come contemperare l’interesse della salute con l’esigenza di consentire di giocare a chi vuole farlo. Ebbene, noi da tempo chiediamo che ci sia la compartecipazione agli enti locali, così da responsabilizzarli con le loro scelte. In tal modo, se una regione decide di vietare il gioco ne subisce direttamente le conseguenze con le mancate entrate. Oltretutto è un tema necessitato dal PNRR che prevede il federalismo fiscale. Dunque, è chiaro che nella partita del federalismo fiscale dovrebbe entrarci anche la compartecipazione degli enti locali dal gettito del gioco. L’accordo si era trovato nella Conferenza Unificata del 2017 e, a mio personale avviso, alla fine si tornerà a quello poiché era un punto d’incontro molto equilibrato. Credo che si toglierà anche il divieto di pubblicità per il gioco e quindi sarà superato il Decreto Dignità, poiché non è la pubblicità a creare dipendenza. Il tema vero è contrastare le patologie dove si verificano”.

Ettore Rosato, Vicesegretario di Azione

Ha poi preso la parola l’Onorevole Ettore Rosato, Vicesegretario di Azione: “Penso che il gioco sia un tema che viene discusso molto più con la pancia che con la testa. Questo tipo di approccio non porta mai da nessuna parte. Ovviamente, è chiaro che esiste un problema di gioco d’azzardo patologico ma va affrontato prevenendo e curando questa patologia attraverso un’alleanza tra lo Stato e l’operatore di gioco che svolge la sua attività in concessione statale. C’è da notare che ormai c’è un trasferimento del gioco fisico verso quello digitale, come in tutti gli altri settori economici. Ciò va considerato sia sotto l’aspetto delle entrate erariali sia per contrastare eventuali rischi di sviluppare patologie. Inoltre, non va sottovalutato il contrasto all’illegalità che molto spesso sa inserirsi anche online. Se facessimo un’analisi di quanto spendono i giovani sui vari giochi online, cosiddetti pay to win, che non è diversa dal gioco d’azzardo senza che ci sia nessuna regolamentazione. È un terreno su cui dobbiamo intervenire. Bisogna costruire un’alleanza seria con gli operatori perché il giocatore patologico non arricchisce il sistema, ma lo indebolisce. Il tema del gioco illegale viene sempre trascurato, ma è il paradiso della criminalità organizzata poiché lo usa per riciclare i suoi proventi. Ci vuole la consapevolezza che la presenza del gioco legale sul territorio è il primo baluardo contro l’illegalità. Inoltre, quando qualcuno propone di eliminare una tipologia di gioco non pensa alla perdita di gettito e non sa minimamente come coprire questa eventuale mancanza. La distinzione, anche attraverso la pubblicità, tra l’illegalità e il gioco legale è fondamentale non solo dal punto di vista degli operatori ma anche per gli utenti, poiché inserire la carta di credito su un sito illegali comporta rischi importanti”.

Fausto Orsomarso, Capogruppo Fdl Commissione Finanze Senato

Il Senatore Fausto Orsomarso (Capogruppo Fdl Commissione Finanze Senato) ha dichiarato: “Rispetto al dibattito sul tema del gioco si sente incertezza, perché da parte di tutti c’è la massima attenzione verso l’1,5 milioni di giocatori problematici. Dobbiamo continuare a ribadire che se non c’è il gioco legale si sviluppa il gioco illegale e lo hanno dimostrato svariate inchieste. La difficoltà su questo tema è quello di scalzare le visioni populiste. L’elemento fondamentale nel confronto con le Regioni sarà capire quanto contributo dare a delle Regioni, poiché sono gli enti più prossimi a cui si rivolgono i giocatori problematici. Tuttavia, non ci possono essere normative differenziate tra i vari comuni poiché su questo argomento è necessaria una uniformazione normativa. A mio avviso, non ci deve essere il timore di regolamentare un fenomeno che esiste e che coinvolge 15-16 milioni di persone e dà un gettito importante per le Casse dello Stato”.

Dario Evangelista, Deputy General Consuel Betsson Group

La parola è passata poi agli esponenti dei concessionari. Dario Evangelista, Deputy General Consuel Betsson Group, ha dichiarato: “Il nostro impegno verso il gioco responsabile lo possiamo riassumere in tre pilastri: offrire al giocatore un ambiente sicuro, opera di controllo sull’attività del cliente che serve a capire se ci sono delle problematiche e, infine, c’è l’intervento per contrastare queste criticità. Mettere a disposizione un ambiente sicuro significa dare degli strumenti al giocatore per gestirsi, come ad esempio limiti di giocata o di tempo da impiegare sul sito, fino ad arrivare all’autoeaclusione che può essere temporanea o permanente. Inoltre, viene anche consentito ai clienti di effettuare un test valutativo per capire se si è a rischio di sviluppare una problematicità col gioco. Tutte queste informazioni si possono trovare nella sezione “gioco responsabile” sul sito. Accanto alle strumentazioni tecnologiche messe a disposizione dei clienti, c’è la formazione ai nostri addetti affinché siano in grado di prevenire e contrastare eventuali criticità. Tutto i nostri dipendenti, a questo proposito, sono obbligati a seguire dei corsi di formazione. La fase di controllo e monitoraggio è fatta sia dal nostro personale sia dall’intelligenza artificiale. Abbiamo un tool che analizza il comportamento di gioco dei nostri clienti e registra se ci sono dei cambiamenti sia a livello di tempo che di quantità di denaro investire sul sito. Sono tutti campanelli che, nel caso il cliente sia a rischio medio-alto, scatta la fase di intervento da parte del nostro personale. L’ordinamento giuridico deve introdurre un ordinamento che sia coerente con i gusti dei giocatori e che sia concorrenziale a quello illegale, affinché venga tutelato il gioco legale. Introdurre determinati paletti potrebbe solo favorire l’illegalità”.

Mara Di Lecce, Direttrice comunicazione Novomatic Italia

Successivamente è intervenuta Mara Di Lecce, Direttrice comunicazione Novomatic Italia: “L’azienda investe in formazione e su risorse che hanno contatto diretto con i clienti quotidianamente. Spesso si parla di contrasto del gioco patologico, ma noi miriamo a prevenire che si sviluppi la patologia attraverso degli operatori che sono formati sotto tutti i punti di vista. Le spinte gentili, come i cosiddetti nudges, è quello che i nostri operatori fanno. È chiaro che gli operatori di gioco diffondono la cultura della responsabilità attraverso la formazione di tutti i dipendenti. Le nostre risorse assicurano che situazioni non controllate siano sicure e gestite. Questo approccio responsabile può combattere anche tutti gli attacchi strumentali che il settore subisce molto spesso. Sui mezzi di stampa generalisti, non viene mai detto che rappresentiamo un’industria legale e siamo un presidio di un’attività di riserva statale. L’innovazione tecnologica sul gioco fisico può essere molto importante e può rendere concreta l’espressione di gioco responsabile. “È necessario che ci sia un approccio corale e che valorizzi tutte le anime in gioco, affinché il giocatore sia formato e informato affinché possa intrattenersi in maniera sana. La comunicazione in questo senso svolge un ruolo fondamentale. La parola che rappresenta questo comunicare il gioco responsabile è la sostenibilità, poiché essa passa esclusivamente dal gioco responsabile”.

Adele Minutillo, Ricercatrice del Centro Nazionale Dipendenze ISS

Adele Minutillo, Ricercatrice del Centro Nazionale Dipendenze ISS, ha detto: “La distinzione tra giocatore problematico e patologico è molto importante, poiché il giocatore patologico ha consapevolezza della propria difficoltà con il gioco. Avere una diagnosi in questo senso consente di intraprendere diversi percorsi che sono garantiti dal nostro servizio sanitario nazionale. Il giocatore problematico non ha contezza della sua difficoltà e sono quelle persone che non riescono a fermarsi e che li porta a giocare tante ore di seguito. Per questi soggetti, il gioco diventa così importante da distoglierlo da tutte le altre attività. La ricerca ci aiuta tanto in questo caso poiché ci permette di catalogare i giochi anche in base ai giochi scelti. Un esempio banale: il giocatore di slot problematico è tendenzialmente un uomo che va dai 30 ai 45 anni. Conoscere questi identikit potrebbe essere utile anche per gli operatori per dare il proprio supporto, poiché gli addetti delle sale sono il primo contatto che hanno queste persone e potrebbero aiutarli indirizzandoli verso percorsi di cura. L’Istituto da quando si è avvicinato a questa tematica, ha fatto diversi studi epidemiologici per avere contezza del fenomeno anche in base alle fasce d’età. Ad esempio, se un minore gioca d’azzardo va monitorato poiché è predisposto verso comportamenti a rischio anche sotto altri punti di vista. Il giocatore problematico è problematico anche per gli operatori perché è una situazione critica da gestire. Lo studio del 2018 dell’istituto dedicato al comportamento di gioco fa emergere che la percentuale di giocatori adulti è del 36%, con il 3% di giocatori problematici con una proiezione di 1,5 milioni di persone con problemi per il gioco. Inoltre avevamo delle proporzioni del 5-6% a rischio di sviluppare delle problematicità. La ludopatia esiste solo in Italia, poiché significa letteralmente una sofferenza intorno al gioco. La ricerca scientifica ci dice che c’è una profonda differenza tra il gioco e gioco d’azzardo. Infatti, nella letteratura troviamo la dicitura di giocatore problematico. Il nostro tentativo è quindi quello di diffondere informazioni corrette e comprensibili per tutti, spazzando via eventuali distorsioni cognitive. L’illusione della vincita, in tal senso, è una delle tante. Abbiamo attivato un numero verde nazionale che accolgono tutte le richieste che molto spesso arrivano più dai familiari che dagli stessi giocatori problematici. Attualmente la frontiera perseguibile per la prevenzione si chiama “prevenzione partecipata” dove gli attori coinvolti possono costruire punti di dialogo. Credo si debba uscire dalle dicotomie come quella del gioco legale e gioco illegale per fare dei passi in avanti su questo tema. Sottolineo che dalle ricerche emerge che molti utenti non avevano neanche la contezza se il sito su cui giocano sia legale o meno. Questo dovrebbe fare riflettere”.

“Sono fermamente convinto che incontri come questo siano fondamentali per arrivare ad una regolamentazione efficace su questo settore molto tecnico. La definizione ludopatia è stata superata anche dagli ultimi interventi, facendo riferimento a definizioni derivanti dalla letteratura scientifica”. Lo ha dichiarato Alessio Crisantemi, di GN Media. ““Oggi, la tecnologia ci può aiutare dal punto di vista del gioco responsabile sotto ogni punto di vista. Inoltre, è evidente che si stia facendo già tanto in questo senso e gli operatori stanno mettendo in atto diverse azioni per prevenire o intervenire sulle problematicità. Il giocatore problematico non è utile all’operatore, poiché il cliente ideale è chi spende poco ma in maniera continuativa. Anche lo Stato sta facendo importanti cose su questo tema”.

“Non siamo all’anno zero, come non lo eravamo nel 2003 quando è stato legalizzato il gioco, poiché già all’epoca c’erano 800mila videopoker sul territorio. Sono dunque certo che la soluzione passi nell’affrontare l’intero settore nella sua complessità, senza creare interventi spot evitando le scorciatoie. A mio avviso, vanno coinvolti gli esperti e ci dovrà essere una concertazione vera. Al momento abbiamo un riordino fatto a metà, lasciando indietro il gioco fisico. Il tema però è che se non verrà completata anche l’altra parte di riordino verrà vanificata anche la parte relativa al gioco online. È fondamentale quindi arrivare ad un riordino complessivo“, ha aggiunto.

“In conclusione, siamo di fronte ad una situazione sospesa da troppo tempo perché è ancora in vigore il decreto dignità che impedisce la pubblicità, mentre il riordino del gioco obbliga gli operatori a comunicare in modo responsabile. È evidente anche qui che serve un approccio globale affinché vengano risolti tutti questi problemi”, ha concluso.

Fabio Felici, Direttore agenzia di stampa Agimeg, è infine intervenuto dando anche una panoramica sul rapporto tra il mondo dei media generalisti e il gioco pubblico: “A mio avviso il nome giusto per il settore è quello di gioco pubblico, evitando il termine gioco d’azzardo che lo connota in maniera negativa. Nel 2003 il mercato illegale, valeva la stessa cifra del legale. Ora, attraverso l’aumento della qualità dell’offerta di gioco è emerso tutto quello che era sommerso nell’illegalità. Questo è stato un passo importante fatto dallo Stato per riappropriarsi di un’attività presente sul territorio. Tante volte, gli articoli di giornale che riportano dati sbagliati possono avere una presa sulla politica portandola a compiere interventi sbagliati. Strumenti come il distanziometro sono totalmente inutili perché “aiutano” il giocatore problematico allontanandolo dai luoghi in cui può essere visto da amici e familiari. C’è uno stigma negativo sul gioco che va assolutamente superato poiché anche chi gioca in modo sano se ne vergogna. Il gioco è l’ottava dipendenza in Italia, quindi ciò dimostra che ci sono problematiche molto più importanti che arrivano anche a causare la morte delle persone. Dunque, questi numeri vanno visti con la giusta prospettiva senza sottovalutare tutte le criticità. Sulla stampa nazionale, anche su giornali importanti, si trova ancora la confusione tra il dato della raccolta e quello della spesa. Ad esempio, sul Tirreno, in un articolo recente, c’era scritto che a Cecina si giocavano 3mila euro al giorno a persona, ma ovviamente era preso come dato quello della raccolta. Andando a vedere bene i numeri si trattava di una spesa di 1,30 euro a persona, ovvero il costo di un caffè e in linea con i numeri nazionali. A mio avviso, mi dispiace dirlo, ma c’è anche della malafede da parte di chi arriva a scrivere dati palesemente erronei. È questa la battaglia che conduciamo noi giornalisti di settore proprio per dare i numeri reali del settore. Il gioco non è il male del terzo millennio, ma è una forma di intrattenimento uguale a tutte le altre. Da giornalista trovo importante che si riportino i dati su questo comparto nel giusto contesto poiché dalla cattiva comunicazione scaturisce anche la cattiva politica”.

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FEEXPO: numeri da record per la terza edizione della fiera degli apparecchi senza vincita in denaro

Nella tre giorni di Bergamo presente con uno stand anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Sorrisi, strette di mano, suoni, colori e tanto intrattenimento: questo il colpo d’occhio per tutti coloro che hanno partecipato alla terza edizione della FEEXPO, la più grande fiera italiana dedicata agli apparecchi senza vincite in denaro. Quella che si è conclusa oggi è stata una fiera che ha confermato il trend di gradimento e di crescita che era iniziato con le prime due edizioni. Le aziende presenti hanno avuto modo di mostrare prodotti e novità, di concludere affari e soprattutto di confrontarsi sullo stato dell’arte ed il futuro dell’amusement.

A dare lustro a questa due edizioni due importanti presenza. La prima quella del Moige, Movimento Italiano Genitori, presente alla Fiera con uno stand ed una unità mobile dedicata ad incontri per promuovere la lotta al bullismo ed al cyberbullismo. In questa edizione è stata annunciata la collaborazione tra il Consorzio FEE ed il Moige, accordo che si tramuterà in iniziativa e sostegno di un percorso di cultura, educazione e socializzazione dei ragazzi.

Il direttore generale del Moige, Antonio Affinita, ha dichiarato: “Oggi la sfida è quella di avere un “villaggio educativo. L’educazione non può essere relegata solo ai genitori, che sono sì i primi educatori e il centro dell’educazione, ma nello stesso tempo ci sono anche tanti altri “attori” che devono giocare un ruolo importante: dai docenti all’interno della scuola agli allenatori all’interno delle palestre, a coloro che si occupano di intrattenimento e di gioco per i nostri ragazzi, come il settore dell’amusement”.

La seconda presenza che ha regalato alla FEEXPO un respiro istituzionale è stata quella dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La dottoressa Elisabetta Poso, a capo dell’Ufficio Apparecchi da Intrattenimento dell’ADM, in merito alla Fiera ha dichiarato che: “Mi incuriosisce molto vedere quali sono le offerte più recenti, più tecnologiche, più moderne che vengono presentate. L’idea che mi sono fatta è sicuramente quella di una grande vivacità del settore che secondo me sta vivendo un periodo di rinascita, di modernizzazione. Oltre a un tentativo, che io trovo apprezzabile, di riunirsi in reti, quindi di fare gruppo, di proporre delle cose interessanti su questo settore”.

Lo spazio convegni ha ospitato un talk con il magistrato Donato Ceglie, conoscitore degli aspetti giuridici e sociali del mondo del gaming e noto per essere stato spesso protagonista di processi al mondo dell’ecomafia e dell’abusivismo. “Ma perché non si dice con chiarezza la differenza tra gli apparecchi che prevedono vincite con denaro e quelli invece da mero intrattenimento? Questi di cui parliamo oggi sono due mondi completamente distanti. C’è una differenza abissale tra questi due mondi, comma 7 e comma 6. Ma se non si fa un’analisi puntuale dell’uno e dell’altro rischio, si parte con il piede sbagliato. Conseguentemente viene il risk management, lo devi gestire il rischio per evitare che ti procuri danni”.

Insomma una terza edizione all’insegna della grande qualità sia a livello sociale sia istituzionale. “Desideriamo ringraziare il direttore generale Roberto Alesse, il direttore per i giochi Mario Lollobrigida e la dottoressa Poso, per aver accettato il nostro invito ad essere presenti attraverso uno stand dedicato – ha dichiarato Alessandro Lama presidente Federamusement – “La dottoressa Poso, presente in fiera, ha mostrato grande sensibilità e vicinanza alle problematiche del settore dell’amusement, rispondendo anche ad una serie di importanti quesiti. Vogliamo anche ringraziare il Moige, anch’esso presente con uno stand dedicato, per l’importante contributo fornito in tema di attenzione alle problematiche giovanili ed al supporto che può arrivare dal settore dell’amusement”.

Da ricordare anche gli interventi di Elisa Benedetti, ricercatrice del CNR, Veronica Ungaro, dell’Università di Roma Tre, Gennaro Parlati, presidente di Sistema Gioco Italia – Confindustria.

E sul successo di questa edizione è intervenuto anche Luciano Patelli, presidente di Promoberg, la società che gestisce la fiera di Bergamo: “Siamo felici per questa manifestazione, che è sempre in crescita. Una manifestazione che l’anno prossimo ci auguriamo di poter aumentare sia dal punto di vista degli espositori sia da quello degli spazi allocati”.

Insomma una terza edizione dove la qualità ha trovato riscontro nelle aziende presenti, nelle istituzioni, nelle associazioni, con il settore dell’amusement che guarda al futuro e ad una quarta edizione che già si prospetta come un successo annunciato.

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DigitalEjis: la prevenzione del gioco compulsivo fa un salto di qualità

Decandia (Head of Sales): “Possibile conciliare protezione e intrattenimento, garantendo un ambiente di gioco sostenibile per tutti”

L’Italia, prima al mondo, sta ridefinendo il concetto di tutela dei giocatori grazie a un sistema regolatorio introdotto dall’Amministrazione delle Dogane e Monopoli (ADM), all’avanguardia e a un approccio innovativo alla prevenzione dei comportamenti a rischio. In questo contesto, il connubio tra scienza e tecnologia gioca un ruolo cruciale, e DigitalEjis si pone come partner strategico per garantire un’esperienza di gioco sicura e sostenibile.

Le soluzioni sviluppate da DigitalEjis si basano su ricerche scientifiche nei campi delle neuroscienze, della psicologia computazionale, delle scienze comportamentali e della salute mentale, potenziate dall’IA. Grazie a un approccio basato sulla ricerca neuroscientifica e comportamentale, è possibile individuare in anticipo segnali di rischio e intervenire prima che si sviluppino problematiche legate alla dipendenza.

La prevenzione è la chiave, e con l’aiuto di decenni di studi comportamentali e psicologici, potenziati dalle più moderne tecnologie d’intelligenza artificiale, possiamo veramente intervenire in maniera mirata ed efficace, aiutando i giocatori a mantenere un rapporto sano con il gioco” – spiega Marco Decandia, Head of Sales di DigitalEjis.

L’impegno di DigitalEjis si inserisce in un percorso di innovazione e responsabilità che sta trasformando il settore in Italia. L’evoluzione della regolamentazione e l’adozione di soluzioni avanzate dimostrano che è possibile conciliare protezione e intrattenimento, garantendo un ambiente di gioco sostenibile per tutti.