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LOGiCO: “Tassa salva-calcio su scommesse online in Legge di Bilancio sarebbe ingiustificabile, dannosa e discriminatoria”

Ingiustificabile, dannosa e discriminatoria. Questo il giudizio dei concessionari del gioco a distanza aderenti a LOGiCO rispetto alla tassa salva-calcio che secondo indiscrezioni della stampa, il Governo starebbe pensando di inserire nella Legge di Bilancio in discussione in questi giorni, su proposta del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, a carico delle imprese che operano in regime di concessione nel settore legale delle scommesse online.

“Siamo contrariati rispetto a questa iniziativa – commenta Moreno Marasco presidente di LOGiCO – che non trova alcuna giustificazione, anzi tutt’altro: ci accingiamo ad affrontare un bando di gara che prevede un costo di concessione del valore di 7 mln di euro, un aumento di 35 volte rispetto ai valori precedenti, che di per sé comporterà una riduzione importante del numero dei concessionari del gioco a distanza. Questo aggravio ulteriore potrebbe portare a conseguenze nefaste sulla tenuta del settore, che – va ricordato – è l’unico presidio a contrasto dell’offerta di gioco illegale online. Numerose realtà imprenditoriali, che avrebbero partecipato già a fatica alla nuova gara, sarebbero sicuramente inibite dal farlo, di fronte ad una ulteriore nuova tassazione”. Il comparto del gioco legale è perciò pronto ad avversare qualunque eventuale provvedimento volto a vessare ulteriormente un sistema già pesantemente aggravato.

Per gli operatori, nel momento in cui sono state fissate le regole d’ingaggio con un nuovo bando di gara, sarebbe scorretto e illegittimo mutare il quadro complessivo e introdurre un nuovo pesante balzello.

Last but not least, questa nuova tassa sarebbe rivolta esclusivamente alle aziende concessionarie del gioco a distanza, misura quindi discriminatoria verso un solo canale dell’intero comparto.

“Se il calcio va finanziato – conclude Marasco – il modo migliore per farlo consiste nel restituire legittimità alle sponsorizzazioni sportive, bloccate dallo scellerato divieto inserito nel Decreto Dignità del 2018. Legittimità è la parola chiave: le aziende del settore devono poter render visibili i propri marchi, con iniziative di comunicazione responsabili, superando divieto di pubblicità e sponsorizzazioni. Sul tema, chiediamo l’apertura di un confronto e l’istituzione di un tavolo con MEF, AgCom, i principali broadcaster nazionali e le federazioni sportive”.

Del resto, lo stesso Roberto Alesse, Direttore Generale ADM, ha affermato pochi giorni fa che sarebbe ragionevole superare la norma sul divieto di sponsorizzazione, definendo il divieto stesso “una ipocrisia ordinamentale”.

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Salva-calcio: il Governo entra a gamba tesa sul gioco online. A pochi giorni dalla gara da 350 milioni di euro per le nuove concessioni, ecco una nuova tassa che rischia di favorire illegalità, con grandi rischi per la sicurezza del sistema, dei giocatori e delle entrate erariali

Al vaglio dell’Esecutivo il documento base del Decreto Salva-calcio

Che il settore del gioco pubblico sia un limone da spremere quando si cercano soldi facili è un fatto conclamato, ma stavolta il Governo rischia un clamoroso autogol. Non c’è infatti niente di facile nel nuovo documento che il Ministro dello Sport Abodi sta sostenendo presso Palazzo Chigi. Si tratta di un documento, che il Governo valuterà nelle prossime ore e che potrebbe poi essere la base per un Decreto Salva-calcio più ampio come da tempo chiedono i club di calcio, che prevede un prelievo (come appreso da Agimeg da fonti istituzionali si parla di circa 30 milioni) sulla raccolta delle scommesse online.

Si tratta di una manovra fuori tempo e fuori luogo. La gara per le nuove concessioni online ha infatti creato già molti problemi e perplessità tra gli operatori. In particolare il costo di 7 milioni di euro di fatto dimezzerà il mercato degli attuali operatori. Attualmente sono oltre un’ottantina gli operatori di gioco online e la nuova soglia di entrata a 7 milioni darà un taglio netto al mercato.

Secondo le stime dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, saranno circa 50 le concessioni vendute per un incasso totale per il Governo di 350 milioni di euro. Ma non saranno 50 gli operatori a prendere la nuova concessione visto che le aziende più grandi ne acquisteranno diverse (è previsto un massimo di 5 per operatore). Per gli operatori indecisi o quelli che stanno valutando di unirsi per l’acquisto della nuova licenza, la nuova tassa potrebbe essere il colpo di grazia per la rinuncia a far parte del mercato del gioco online.

Le 50 concessioni previste potrebbero quindi essere molte di meno. Basterebbe la rinuncia a sole 5 concessioni (35 milioni di euro) per fare incassare al Governo meno dei 30 milioni previsti dalla nuova tassa a favore dei club di calcio.

E non finisce qui! Gli operatori che la nuova tassa escluderebbe dal mercato che fine faranno? Il rischio di uno spostamento di risorse verso l’illegale è molto grande, con rischi non solo di sicurezza per il sistema e per i giocatori, ma anche per le entrate erariali. Ci potrebbe essere, in cambio del nuovo prelievo, un ammorbidimento sul divieto di pubblicità, per gli operatori di gioco, introdotto nel 2018 dal Decreto Dignità. Ma questa è solo un’ipotesi e che andrebbe valutata nelle tempistiche e nei modi attuazione.

Bisognerebbe capire se si tratterebbe di un contentino o di un’apertura reale visto che sulla questione maggioranza ed opposizione sono in netto disaccordo. Insomma un intervento che deve essere attentamente valutato dal Governo visto che, così come è previsto, non porta alcun vantaggio economico ed anzi rischia di creare polemiche, contenziosi e vantaggi alla criminalità, tutte cose di cui Palazzo Chigi farebbe volentieri a meno.

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Istituto Milton Friedman: “Gioco fisico: tasse, restrizioni e concorrenza sleale riducono il gettito”

Il settore minato da contraddizioni fiscali e normative

Tasse, restrizioni e concorrenza sleale riducono il gettito erariale derivante dal gioco legale. Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dall’incontro organizzato dall’Istituto Milton Friedman presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. L’evento si è concentrato sull’analisi dei dati economici, delle contraddizioni fiscali e normative che caratterizzano il settore del gioco legale e sulla necessità di un riordino legislativo urgente, in particolare per quanto riguarda il segmento del gioco fisico. L’obiettivo, quello di ottenere un quadro regolatorio equo, sostenibile e che tuteli aziende, utenti e gettito erariale.

Nel corso dell’evento, i relatori si sono confrontati sulle sfide del settore del gioco fisico, concentrandosi sul calo del gettito fiscale nonostante l’aumento delle aliquote e della spesa complessiva. È stata discussa la necessità di ridurre il carico fiscale sugli apparecchi per stimolare una ripresa e l’importanza di preservare e certificare i punti vendita come presidi di legalità. Inoltre, si è sottolineato come le restrizioni sul gioco non abbiano ridotto il fenomeno del gioco patologico, spostando i giocatori verso alternative legali e illegali. Si è proposto di coinvolgere le Regioni nella gestione del gettito fiscale, legandolo alle competenze sanitarie. L’evento ha sollecitato una normativa chiara per garantire stabilità al settore e un gettito sicuro per lo Stato.

“Aumentano le tasse, ma il gettito cala: le politiche regolatorie hanno determinato questa situazione. È necessario giungere finalmente a conclusioni concrete, con Parlamento e Governo che si assumano le loro responsabilità e intervengano con una legislazione adeguata. Per quanto riguarda la concorrenza sleale, va sottolineato come, ancora una volta, la disparità di trattamento riservata dallo Stato ai diversi segmenti del mercato del gioco finisca spesso per favorire alcuni a scapito di altri. Il gioco illegale è il primo beneficiario di queste politiche regolatorie evidentemente controproducenti”. È quanto affermato da Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman Institute.

“I dati odierni dimostrano che siamo di fronte a quella “tempesta perfetta” di cui molti di noi parlano da tempo. Per la prima volta, il gettito complessivo sta calando, in controtendenza rispetto agli anni precedenti. Questo calo progressivo degli apparecchi sul territorio, causato da normative regionali e comunali restrittive, non è stato compensato dagli aumenti di tassazione applicati a queste stesse categorie. Inoltre, la domanda di gioco si è spostata verso altre tipologie che hanno un regime fiscale meno oneroso. Le normative introdotte, con l’obiettivo di protezione sanitaria, come le limitazioni di orari e i “distanziometri“, non hanno portato a una riduzione significativa della spesa complessiva dei giocatori, ma hanno semplicemente spostato il consumo verso altre tipologie di gioco, anche all’estero o su piattaforme digitali, senza generare benefici reali per la salute pubblica o per le casse dello Stato”. È quanto affermato dall’Avv. Geronimo Cardia, Presidente di ACADI (Confcommercio).

“Gli obiettivi di un mercato regolamentato, come quello dei giochi in Italia, dovrebbero essere la legalità, la tutela dei giocatori e un’economia trasparente. Il fatto che il perimetro fiscale si stia riducendo è già un chiaro segnale di malfunzionamento del sistema. Emerge un problema significativo con gli apparecchi a piccola vincita (AWP). Questa categoria, tradizionalmente il principale contribuente del settore, registra un calo di gettito consistente, attribuibile principalmente alla riduzione del prelievo unico erariale (PREU). Un altro punto critico riguarda il cambiamento nei sistemi di pagamento per il gioco online. Sebbene la limitazione all’uso del contante non rappresenti un problema in sé, potrebbe favorire uno spostamento di attività fuori dal perimetro legale, alimentando ulteriormente il mercato illegale”. È quanto affermato da Emmanuele Cangianelli, Presidente di EGP (Fipe).

“Eliminare il gioco fisico da un territorio non significa fermare il gioco, ma semplicemente spostarlo verso altre forme alternative, che spesso vanno a cozzare con i principi di legalità. Non vedo alcuna differenza tra slot machine, gioco online o Gratta & Vinci: i giocatori, quando non trovano più le macchinette, si spostano sui Gratta & Vinci o sui siti online, legali e spesso anche non. Serve piuttosto un sistema di regole limpide, chiare ed applicabili, sfruttando semmai le potenzialità della tecnologia anche di ultima generazione quale l’intelligenza artificiale. Apro una riflessione sulla compartecipazione regionale e comunale al gettito fiscale che per me è fondamentale; senza di essa, prevale un approccio proibizionista, spesso dettato da ideologie più che da una reale tutela della salute pubblica. Con una gestione condivisa, invece, si possono prendere decisioni più responsabili ed equilibrate a vantaggio dell’intera collettività e dell’intero comparto. Infine, analizzando i dati forniti da diversi studi, a mio parere emerge il fatto che il distanziometro fisico sul gioco è una misura superata ed inutile che non ha portato alcun beneficio reale, bisogna ragionare sul concetto più pregnante ossia quello del distanziometro giuridico, ossia su chi ha la possibilità di giocare e chi invece deve avere un accesso al gioco più limitato, vuoi per età vuoi per patologie anche legate all’abuso di gioco, tutto questo sempre e comunque a tutela del benessere psico-fisico dei soggetti maggiormente vulnerabili” – È quanto affermato dal Sen. Massimo Garavaglia, Presidente della 6ª Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica.

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Gara Lotto, Allwyn: certi di poter offrire un prodotto di intrattenimento sicuro e all’avanguardia dal punto di vista tecnologico

La compagnia, che vanta un fatturato di 8 miliardi, guarda con attenzione anche il mercato dell’online

Allwyn è una compagnia che è cresciuta molto velocemente. Dal 2012, anno in cui operavamo solo in Repubblica Ceca, siamo arrivati ad aver 6 licenze esclusive in 7 mercati regolamentati e abbiamo raggiunto 8 miliardi di euro di fatturato.

Il nostro business è focalizzato sulle lotterie, settore che vale circa il 70% dei ricavi. Visto che operiamo in 7 mercati con 130 milioni di clienti, conosciamo molto bene le differenze normative esistenti nei vari Paesi.

Ci concentriamo molto sulla tutela dei giocatori e, allo stesso tempo, siamo molto focalizzati sulla sostenibilità. Puntiamo ad avere anche un impatto positivo a livello sociale e operiamo a stretto contatto con gli operatori per la tutela dei giocatori.

La gara sul Gioco del Lotto

Siamo molto concentrati sul 2025 che sarà un periodo molto importante, anche grazie al bando di gara per il Lotto in Italia. Per Allwyn quindi sarà un anno impegnativo e interessante.

La nostra priorità sarà Lotto Italia e quindi portare avanti una collaborazione costruttiva con IGT. Crediamo che una gara del Lotto competitiva sia il segnale che il mercato è in salute. Lotto Italia, come consorzio, comprende organizzazioni leader che si completano molto bene. Come Allwyn portiamo la nostra esperienza internazionale e la nostra conoscenza dei mercati. Allo stesso modo, con IGT c’è una grande condivisione di know-how. Per quanto riguarda i competitors sappiamo che ci saranno, ma siamo consapevoli di poter essere molto competitivi.

Il mercato dell’online

L’Italia per noi rimane un mercato molto importante. Allwyn è a conoscenza delle concessioni per il mercato online e stiamo valutando tutte le possibilità, ma al momento preferiamo non sbilanciarci.

In tutti i mercati in cui operiamo vediamo l’online crescere in maniera vertiginosa. Ovviamente, tutti i mercati hanno varie peculiarità su come i giocatori si approcciano. È chiaro che non dovremo sostituire il gioco fisico con l’online, ma questi due segmenti dovranno essere sempre più complementari. La digitalizzazione è un qualcosa su cui noi e IGT siamo molto focalizzati.

Anche nel gioco online è possibile, anche grazie alle nuove tecnologie, attuare politiche di protezione del giocatore. Ad esempio, in Grecia è operativo un software che è in grado di capire quando un utente sta giocando troppo e può fermarlo e supportarlo attraverso messaggi personalizzati.

Nei vari mercati ci sono diverse normative e noi dobbiamo adattarci ad esse e adattare anche i nostri prodotti e strategie. Dal punto di vista dei consumatori le tendenze di mercato sono diverse e dobbiamo seguire i vari trend. Il retail, in Italia, è molto forte e radicato ed è un mercato su cui vogliamo investire. Ricordiamo che abbiamo oltre 110.000 punti vendita e quindi sappiamo come lavorare in questo segmento.

Una delle cose su cui ci concentriamo maggiormente e che ha favorito la crescita degli ultimi anni è stato il fatto di essere il primo operatore digitale. Abbiamo promosso inoltre la digitalizzazione anche nei punti vendita. Il nostro obiettivo è quello di offrire prodotti di intrattenimento ma allo stesso tempo sicuri. Stiamo utilizzando in modo importante l’intelligenza artificiale per capire le preferenze dei giocatori e prevenire comportamenti sbagliati da parte degli utenti. L’online sta crescendo molto negli ultimi anni e per questo merita attenzione.

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CSR Awards 2024, Faelli (Entain): “Fieri di sostenire iniziative di inclusione sociale attraverso lo sport”

Tanti gli interventi che si sono succeduti nel corso dell’evento, promosso da Entain Italia e giunto alla sua terza edizione

All’Auditorium dell’Ara Pacis a Roma si è tenuto ieri la terza edizione del CSR Awards 2024, promossa da Entain Italia con il supporto della sua Fondazione. Nel corso dell’evento si è posto l’accento sul problema delle infrastrutture sportive e sull’importanza dello sport come strumento di politica sociale.

In più sono state annunciate le associazioni vincitrici: Seconda Chance (Roma), Sport Senza Frontiere (Roma), Club Schermistico Partenopeo, ASD Baseball Softball Club Rovigo, Romanes-Weelchair Rugby, ASD Sportinsieme, Santa Lucia Basket, Kim (Roma), Sportfund fondazione per lo Sport Onlus (Bologna), Progetto Filippide (Roma).

Tanti gli interventi nel corso dell’evento. Hanno preso la parola il capo di gabinetto del Ministero dello Sport, Massimiliano Atelli; l’assessore allo sport del Comune di Napoli, Emanuela Ferrante; Andrea Faelli, responsabile del Gruppo Entain in Italia; Giuliano Guinci, public affairs, sustainability & retail operations directory di Entain; Riccardo Viola, responsabile del Coni Lazio

Il capo di gabinetto del Ministero dello Sport, Massimiliano Atelli: “Nel nostro Paese la realizzazione delle infrastrutture è rimasta molto indietro nel corso del tempo, sia per quanto riguarda le strutture esistenti sia per quelle da realizzare ex novo. Abbiamo bisogno di poter mettere in campo risorse di privati e pubbliche, ma c’è anche bisogno di sviluppare una cultura diversa della collaborazione”.

Sul valore dello sport come strumento sociale e opportunità lavorativa ha posto l’accento il deputato Gerolamo Cangiano: “Ciò che il Governo sta facendo in Campania è significativo. Grazie al modello Caivano lo Stato è intervenuto in una zona disagiata proprio attraverso lo sport. La formazione è uno strumento straordinario e utilissimo, che permette agli imprenditori di compiere investimenti giusti in questo campo.

Lo sport ormai è visto come uno strumento sociale, ma anche come sbocco lavorativo. Lo dimostra il fatto che il liceo sportivo è quello più ambito dai ragazzi. Anche all’interno delle carceri lo sport può dare il messaggio giusto e offrire delle opportunità ai ragazzi che sono purtroppo finiti in carcere”.

L’assessore allo sport del Comune di Napoli, Emanuela Ferrante, ha voluto ribadire un concetto sul tema dello sport come strumento di politica sociale: “Siamo consapevoli che i nostri ragazzi sono stati abbandonati per un po’ di tempo. Queste iniziative, come i CSR, quindi sono importantissime per aiutare le persone che vivono alcuni disagi.

Lo sport può essere una politica sociale per rendere un servizio a tutta la comunità, anche recuperando gli impianti trascurati. Abbiamo così deciso di mettere al centro tutte le municipalità e realizzare interventi su infrastrutture sportive”.

Andrea Faelli, responsabile del Gruppo Entain in Italia, ha evidenziato l’importanza dell’evento e del momento che sta vivendo il settore del gioco pubblico: “È la giornata dell’anno che preferisco. Restituire una parte del valore generato da Eurobet e dai nostri marchi in iniziative di questo tipo, credo sia un valore di cui andare fieri. I CSR Awards, a cui teniamo molto, sono l’evento finale di un processo che dura tutto l’anno e che cerca di premiare delle iniziative volte all’inclusione sociale attraverso lo sport.

In questa occasione ci siamo focalizzati sul tema delle infrastrutture. Assieme a Seconda Chance, in particolare, stiamo guardando al progetto del carcere di Secondigliano dove andremo a costruire due campi da padel e uno da calcio“.

E sul settore del gioco, Faelli ha sottolineato che: “Le aziende investono su un periodo di tempo ampio, dunque era importante avere in primis regole certe. Le regole ci devono essere ma devono essere di mercato, in modo tale che il cliente apprezzi il prodotto e non sia tentato di spostarsi verso altri “territori” senza controlli, sicurezza e privacy.

Le concessioni retail sono operative da più di 15 anni e il mercato ha creato una situazione che è quella attuale. Forzare la mano contro il mercato sarebbe un errore, anche per quel che concerne il gettito del gioco. Con delle regole certe dovremo cercare di tutelare il divertimento”.

Faelli ha poi messo in luce il grande lavoro svolto da Entain nella realizzazione dei progetti presentati: “I progetti che stiamo celebrando oggi sono frutto del lavoro di tanti colleghi che hanno lavorato tutto l’anno per far si che le cose accadessero. Il triangolo magico privato-pubblico-terzo settore è molto bello ma richiede tanto impegno.

La mia azienda è una multinazionale che opera in tutto il mondo e si fonda sul divertimento. Noi cerchiamo di restituire al territorio un’opportunità che può far capire ad ogni ragazzo di avere una possibilità e approcciare a qualcosa di nuovo. Facciamo questo tipo di iniziative in tutti questi Paesi dove siamo presenti come gruppo Entain per offrire opportunità a tutti i ragazzi, ancor di più se vivono in zone svantaggiate”.

Giuliano Guinci, public affairs, sustainability & retail operations directory di Entain, ha sottolineato l’importanza di due tempi principali: “Praticare sport con tutte le associazioni presenti oggi è stato veramente bello. Lo sport è inclusione per definizione e i ragazzi di queste associazioni sono dei veri e propri atleti. Credo che siamo arrivati al punto in cui possiamo parlare di sport a 360 gradi senza alcuna distinzione“.

Guinci ha poi spiegato il procedimento volto a premiare i progetti vincitori: “Il progetto nasce 4 anni fa grazie ad una spinta interna. La scelta dei progetti vincitori deriva sempre dall’ascolto dei rappresentanti di queste associazioni che ci presentano i loro progetti. Quelli che noi reputiamo migliori vengono selezionati”.

Riccardo Viola, responsabile Coni Lazio, ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto dal Coni per coprire le mancanze infrastrutturali del Paese: “Il Coni ha giocato una parte fondamentale nel coprire le mancanze infrastrutturali del Paese. È importante oggi ridefinire i campi d’intervento delle associazioni, degli enti sportivi e dei decisori. Tutti i progetti vanno a sbattere contro un grande muro, ovvero i grandi eventi sportivi. Nel nostro Paese nessuno ha mai programmato lo sport dal punto di vista dell’impiantistica. Noi rincorriamo gli eventi e le emergenze, ma sarebbe ora di cambiare registro”.

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“Giochi legali: la tutela del gestore”: a Napoli il convegno organizzato dalla AGSI

Chiacchio (pres. AGSI): “Il gestore è determinante e va tutelato”

Presso la Sala Consiliare del Comune di Napoli, questa mattina, si è tenuto il convegno “Giochi legali: la tutela del gestore”, organizzato dall’AGSI – Associazione Gestori Scommesse Italia. L’evento ha visto la partecipazione di figure istituzionali, esperti del settore e rappresentanti delle associazioni, con l’obiettivo di discutere le problematiche e le prospettive del comparto del gioco legale in Italia, con un’attenzione particolare ai gestori.

L’incontro, introdotto dal Presidente dell’AGSI Pasquale Chiacchio e moderato da Mimmo Falco, Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, ha offerto un quadro dettagliato delle dinamiche del settore, esplorando i temi del riordino normativo, della sostenibilità economica e della lotta al gioco illegale.

Pier Paolo Baretta, assessore al bilancio del Comune di Napoli, ha aperto il dibattito affrontando il tema della relazione tra istituzioni e operatori del settore: “Nel dialogo con le istituzioni siamo su fronti diversi. Il riordino riguarda diversi comparti del settore che necessitano di risposte separate e differenti. Il primo passo del riordino, con il decreto 41/24, riguarda il gioco da remoto. Per il gestore vogliamo spostare la focalizzazione sul gioco fisico, terrestre, che ancora non è stato oggetto di riordino. Sarà il prossimo passo probabilmente”.

L’avvocato Stefano Sbordoni ha sottolineato la necessità di una regolamentazione chiara e uniforme: “Per i gestori è necessaria una regolamentazione univoca. Sicuramente sì, ma questo passa attraverso i concessionari stessi. Il gestore si trova un carico di responsabilità ma senza alcuna certezza. Spesso si trova impantanato in situazioni in cui la sua posizione è messa in discussione, come la concorrenza estrema e l’intrusione da parte degli enti locali. La compartecipazione degli enti locali ai proventi del gioco potrebbe garantire più equità e trasparenza”.

Gianmaria Chiodo, presidente CNI, ha puntato il dito contro le banche e il sistema burocratico: “Le banche si nascondono dietro un codice etico, che è la più grande falsità che vige in questo momento. Di etico nelle banche non c’è nulla. Siamo fornitori di intrattenimento, non di problematiche sanitarie. Fino ad oggi siamo stati dipinti come brutti e cattivi, ma paghiamo 13 miliardi e 800 milioni allo Stato. Noi piccoli imprenditori del gioco abbiamo creato il settore e in questo momento stiamo combattendo con mille burocrazie”.

Aniello Baselice , presidente dell’Osservatorio regionale sul disturbo da gioco d’azzardo della Campania, ha evidenziato il lavoro svolto sul fronte della prevenzione: “L’obiettivo è permettere ad ogni operatore di ricevere le informazioni e anche le dritte per rispettare la normativa, ma anche per essere di supporto a quegli utenti che possono manifestare comportamenti problematici”.

L’avvocato Laudadio ha lodato l’approccio campano come modello da seguire: “L’esperienza della Campania dovrebbe essere un modello esportato a livello nazionale. Bisogna partecipare per rendere fruibile nella legalità il comparto del gioco”.

In chiusura, il Presidente dell’AGSI, Pasquale Chiacchio, ha ribadito l’importanza della tutela dei gestori: “Sulla riforma del gioco fisico abbiamo fatto varie proposte. Io mi aspetto un confronto serio e condiviso. Perchè è proprio dal confronto che nascono i migliori risultati, quelli seri. E’ necessario tutelare tutte le parti in causa”. “Per la tutela del gestore bisogna partire dal rispetto, che è il motore di questo settore. Pensiamo al calcio in cui le squadre hanno dirigenza, presidente e allenatore, ma chi va in campo sono i giocatori. I calciatori danno valore e fanno vincere alla società. Il gestore è determinante, gli va dato il giusto riconoscimento e la giusta tutela”,  ha concluso.

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Report SWG-IGT: “Giocare da grandi. Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento”

Turchi (ADM): “Il gioco illegale vale 20 miliardi di euro”

Si è svolto ieri a Roma un nuovo appuntamento dell’Osservatorio sul gioco pubblico organizzato in collaborazione con IGT e SWG. L’incontro, intitolato “Giocare da grandi. Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento”, rappresenta una tappa significativa di un percorso avviato nel 2020, volto a indagare in chiave empirica i principali aspetti del gioco pubblico in Italia.

Al centro del dibattito i dati più recenti raccolti dall’Osservatorio, che hanno offerto un quadro aggiornato dello stato dell’arte del gioco in Italia. Questo evento si inserisce in un contesto di discussione più ampio, che mira a coniugare intrattenimento, innovazione e sostenibilità.

Le preferenze di gioco degli italiani

Tra le modalità tradizionali di gioco, il Gratta e Vinci rimane il più diffuso, scelto dal 72% dei giocatori nell’ultima rilevazione. Seguono il SuperEnalotto (71%), il Lotto e 10eLotto (51%) e le scommesse sportive (47%).

Sul fronte online, i giochi da casinò virtuali (come roulette e blackjack) sono i preferiti dal 23% dei giocatori. Seguono i giochi di carte online (24%) ed i Quick Games, con una partecipazione del 17%.

Spese e vincite

La spesa nei giochi con vincita in denaro per una famiglia italiana è di circa 40 euro.

Tutti gli interventi

“Il gioco illegale si caratterizza per numeri difficili da certificare, ma le stime indicano un volume di circa 20 miliardi di euro”. E’ quanto ha affermato Luca Turchi, dirigente dell’Ufficio controllo giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), durante la presentazione del nuovo Report Swg-Igt.

“Esiste una raccolta di gioco illegale sia online sia su rete fisica. La prima viene contrastata attraverso l’inibizione dei siti, la seconda attraverso i controlli di ADM. Tuttavia, il nostro obiettivo principale non è recuperare risorse per lo Stato, ma garantire la tutela dei giocatori, assicurando loro il corretto payout previsto nelle attività di gioco legale”, ha concluso Turchi.

E’ poi intervenuto il presidente del Centro Studi di Astro, Armando Iaccarino, che ha dichiarato: ““Le linee guida per il contrasto al gioco illegale sono quattro: trasparenza, tecnologia, interazione e regole. Per trasparenza intendo riconoscibilità: va infatti riconsiderato il regolamento su pubblicità e informazione. Per interazione intendo il coinvolgimento degli operatori, creando indicatori di rischio insieme a loro, che conoscono nel dettaglio le dinamiche sul tema”.

Ha preso poi la parola il presidente di EGP-Fipe, Emmanuele Cangianelli, che ha detto: ““Mi colpisce sempre un dato, ormai stabile: l’8-10% delle persone che giocano sono il target di tutte le misure per la prevenzione delle dipendenze. Spesso però non approfondisce la questione e si propongono soluzione spicce. Distanziometro e limiti orari sono da tempo misure che non funzionano”.

Ha concluso l’evento il deputato Andrea De Bertoldi che ha dichiarato: “Il problema della riforma del gioco fisico si potrebbe risolvere usando la leva fiscale e facendo compartecipare gli enti locali al gettito fiscale derivante dal gioco, in particolare al PREU. In questo modo avremmo avuto un minor atteggiamento di contrasto da parte degli enti locali e forse avremmo già avuto una riforma del gioco fisico, più facilmente controllabile di quello online”.

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Alessandro Di Bella (direttore padel Aniene): “Dai talenti nati nel nostro Circolo al futuro del padel italiano”

Uno dei grandi protagonisti dell’ascesa del padel in Italia

Alessandro Di Bella è senza dubbio uno dei tre italiani che hanno contribuito maggiormente a far conoscere e sviluppare il padel nel nostro paese. Nel corso degli anni si è distinto anche per la sua capacità di fiutare talenti in questo sport. L’Aniene, infatti, può vantare di campioni del calibro di Federico Chingotto, Gemma Triay, Martin Di Nenno, Carolina Orsi, Lucas Bergamini. Sotto la guida di Di Bella il suo circolo ha vinto ben 10 scudetti del campionato italiano della serie A di Padel.

Come è nata la passione per il padel?

È una passione che inizia nel 2008, quando al Circolo Aniene viene realizzato un campo da padel. Se devo essere sincero non mi sono subito appassionato a questo nuovo sport, proprio Gianfranco Nirdaci ha fatto sì che io cambiassi opinione. Gianfranco ha radunato un gruppo di amici e si è partiti, poi si è agganciato al gruppo dei bolognesi delle Molette, preesistente, e da lì ha creato il Comitato padel della FIT.

Ci sono, diciamo, due persone a cui noi tutti amanti del padel dobbiamo tanto, uno è proprio Gianfranco, l’altro è Luigi Carraro. In seguito al conflitto di interessi, in senso buono, tra la gestione del Comitato padel della FIT e la gestione del padel dell’Aniene, Gianfranco lascia la guida del padel dell’Aniene e io ne prendo le redini.

Questo è l’inizio di un grande ‘amore’, dopo essere stato un semplice giocatore di Circolo arrivano i tanti successi come direttore del padel del Circolo Aniene. Mi piace sottolineare che anche mia moglie, Federica, è una grandissima appassionata di questo sport, questo mi fa particolarmente piacere.

Come si sta sviluppando il padel in Italia?

Questa è una domanda complessa, ci vorrebbe una giornata intera per rispondere. Intanto direi che la pandemia del 2020 ha, paradossalmente, contribuito a far conoscere il padel. Il padel era uno dei pochi sport che poteva essere giocato, questo gli ha dato una forte ed inaspettata popolarità. Passata la pandemia il padel ha attecchito e molti circoli hanno iniziato a realizzare campi da padel, considera che oggi in Italia ci sono circa 9.000 campi gestiti da oltre 3.000 club, e si è raggiunta la cifra impressionante di praticanti di un milione e mezzo.

Resta ancora qualche difficoltà ad essere seguito a livello professionistico, i soldi che girano sono ancora pochi rispetto a sport più noti, lo so per esperienza diretta occupandomi di alcuni atleti.

Voglio anche ricordare il grande sforzo fatto dalle televisioni, in particolare Sky Sport che fa un lavoro incredibile. Non dimentichiamo l’immenso lavoro svolto dalla Federazione Internazionale, guidata dal mio caro amico Luigi Carraro, questo ha permesso all’Italia di diventare uno dei paesi con il maggior sviluppo del padel al mondo. Sono contento che Luigi sia stato appena rieletto quale presidente della FIP, trovo molto intelligente non cambiare gli uomini che hanno fatto un così meritevole lavoro.

E’ noto nel mondo del padel anche per la capacità di fiutare talenti. All’Aniene sono passati Federico Chingotto e Martin Di Nenno, Gemma Triay e Carolina Orsi, questi sono solo alcuni atleti che hanno giocato con voi. Come fa?

Grazie ma non voglio apparire presuntuoso, direi che sono stato particolarmente fortunato. Devo ringraziare le persone che mi hanno aiutato a raffinare questa capacità, tra queste voglio citare Juan Manuel Restivo, grande amico e prezioso conoscitore del mondo degli atleti nel padel.

Juan mi ha più volte consigliato sulla scelta di atleti, ad esempio Lucas Bergamini e Lucas Campagnolo. Quando mi fece i loro nomi entrambi non giocavano ancora nel circuito più prestigioso, non erano neppure classificati, io li presi a giocare per l’Aniene. Aiutai tutti e due a districarsi con la burocrazia per la procedura di naturalizzazione, poiché dai loro cognomi si intuiscono chiaramente le loro origini italiane.

Per conseguire il passaporto italiano Bergamini passò il mese di Natale in un paesino in provincia di Vicenza, era evidentemente il paese di origine della famiglia, come sai l’iter prevede alcuni controlli da parte della Polizia. Per un brasiliano il clima natalizio del nord Italia non era proprio congeniale alle sue abitudini.

Anche Federico Chingotto decise di prendere la doppia cittadinanza, italo-argentina, e anche lì lo accompagnai per tutta la procedura, divenne uno dei nostri atleti.

Presi a giocare per l’Aniene, sempre su consiglio di Restivo, anche Martin Di Nenno. Martin ebbe un terribile incidente automobilistico nel 2016, non si sapeva se sarebbe stato in grado di tornare a camminare regolarmente, appena si rimise venne a giocare con noi.

Con Gemma (Gemma Triay, ndr) invece fu un po’ più complicato, erano un paio di anni che ci cercavamo ma non si riusciva a concretizzare, poi è entrata a far parte della squadra dell’Aniene e vinse tutto. Divenne in quel periodo la numero uno del ranking mondiale del padel. Mi piace anche ricordare che Gemma conobbe la sua attuale compagna di vita, Carolina Orsi, proprio qui all’Aniene, questo mi fa particolarmente piacere.
Gemma è la prima associata per meriti sportivi nel padel del Circolo Aniene.

Oggi gli atleti che ha citato, Chingotto, Triay, Di Nenno, Bergamini, Orsi, Campagnolo sono ai vertici mondiali del padel. C’è qualche aneddoto legato a loro?

Penso che una delle cose importanti sia far conoscere l’aspetto umano di questi campioni, raccontarli al grande pubblico che li segue. Federico Chingotto è un ragazzo meraviglioso, nelle tante trasferte fatte insieme si è creato un legame di vera e propria amicizia. In tutte queste occasioni ci capitava spesso di giocare a carte tutti insieme, ebbene con Federico non sono mai riuscito a vincere a ‘tressette’, è imbattibile.

Anche con Di Nenno il passatempo erano le carte, Martin mi ha insegnato il gioco cosiddetto ‘Uno’ simile al nostro ma con regole differenti, molto divertente giocato nel modo argentino. Ricordi molto piacevoli del tempo che ho trascorso con loro, siamo tuttora molto amici. Quando passano da Roma cenano spesso a casa mia, conoscono mia moglie Federica e le mie bambine, andiamo allo stadio insieme e giriamo per la capitale alla scoperta delle sue bellezze. Sono molto affezionato a ciascuno di loro.

Che pensa del campionato di serie A di padel che si svolge in Italia? Oramai non si contano più le volte che lo avete vinto con l’Aniene.

Intanto voglio ringraziare tutto lo staff dell’Aniene, poiché la vittoria è sempre di squadra. Ho sempre pensato che tutti gli elementi, dal fisioterapista ai magazzinieri, dal direttore tecnico al capitano, sono determinanti per ottenere il successo. La serie A oggi è diventata meno importante, non voglio nasconderlo, e anche la Federazione ha posto una minore attenzione.

I motivi probabilmente li troviamo nel fatto che i tornei internazionali, come il Major di Roma, il P1 di Milano o il P2 di Genova e molti altri hanno una grande capacità di dare spettacolo e attrarre consensi. La serie A è sicuramente servita in passato per far conoscere i grandi campioni di padel che venivano a giocare per i vari circoli, oggi non è più il veicolo principale. Mi piace aggiungere che l’Aniene ha sì vinto tutte le dieci edizioni della serie A, ma ha sempre trovato degli avversari molto ben preparati e altrettanto forti.

Oggi l’Aniene disputa solo il girone femminile per una scelta ben precisa, stiamo lavorando sul settore maschile per far crescere una nuova generazione di giovani atleti, mi auguro che in futuro possano cimentarsi in questo campionato.

Nella squadra femminile tra le altre abbiamo quattro atlete formidabili, reduci dalla conquista del bronzo ai Mondiali in Qatar, Carolina OrsiChiara PappacenaGiorgia Marchetti e Lorena Vano. È parte integrante della nostra squadra anche Saverio Palmieri, assistant coach di Marcela Ferrari, direttore tecnico delle nazionali azzurre del padel.

Come mai nelle finali dei tornei internazionali arrivano spesso gli stessi giocatori?

Guarda, credo sia molto legato ai periodi di forma dei singoli giocatori, senza togliere nulla a Coello e Tapia, formidabile coppia di campioni. Nella finale del Major di Roma, ad esempio, Ale Galan e Federico Chingotto hanno dominato contro Arturo Coello e Agustin Tapia. Ti ripeto, secondo me è molto legato alla forma fisica del momento e alle condizioni del campo nel quale si gioca, a Parigi faceva piuttosto freddo. Resta il fatto che le due coppie in cima al ranking, Coello/Tapia e Chingotto/Galan, sono di una spanna sopra le altre.

Aggiungo che ci sono nel circuito pochi giocatori di sinistra veramente forti, Galan e Tapia sono di un’altra categoria in mezzo ad un mare di giocatori forti, loro oggi fanno la differenza. Belasteguin e Navarro erano formidabili in quel ruolo ma, il primo si ritirerà quest’anno ed il secondo inizia a non essere più giovane. Mentre a destra sono 4 o 5 i giocatori di quel livello, Coello, Chingotto, Di Nenno e Lebron, tra questi. Vedo crescere bene alcuni atleti giovani, da Miguel Yanguas a Leandro Augsburger, da Juanlu Esbri allo stesso Lucas Bergamini.

Come si sta preparando l’Aniene del padel alle prossime sfide?

Intanto vogliamo continuare a supportare tutti i nostri atleti, vorrei citare tra tutti Giorgia Marchetti. Giorgia ha avuto un’annata incredibile, partiva da una posizione nel ranking mondiale intorno al settantesimo posto oggi occupa la 47esima posizione, questa per noi è una grande soddisfazione. Ci sono Carolina Orsi e Lorena Vano che stanno facendo molto bene, anche diversi ragazzi della nostra scuola stanno sbocciando, insomma vedo un futuro roseo per il padel all’Aniene. Il mio sogno è tirare fuori dal nostro vivaio di giovanissimi una giocatrice o un giocatore che possa arrivare ai vertici di questo bellissimo sport.

Come le sono sembrati i Mondiali di padel in Qatar?

Penso sia stato uno dei grandi successi della FIP guidata da Luigi Carraro. Probabilmente in futuro si disputeranno in luoghi con più pubblico, però era anche giusto disputarli in un paese che ha dato una grande mano economica a questo sport.
Trovo molto bello vedere compagni diversi giocare insieme, dovuto ovviamente alla nazionalità rappresentata.

È stata una manifestazione organizzata in maniera impeccabile ed ha offerto uno spettacolo incredibile. Grandi soddisfazioni sono arrivate dalla Nazionale italiana femminile che ha vinto il bronzo e la Nazionale maschile non ha demeritato arrivando quarta.
Attendo con trepidazione, ma sono convinto che Luigi Carraro non ci deluderà, di vedere un Mondiale in Italia, e perché no il padel alle Olimpiadi.

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Enada Workshop 2024: la riforma del gioco pubblico a tutela e rilancio delle piccole e medie imprese

L’evento di Roma ha coinvolto istituzioni, politici, associazioni, forze dell’ordine ed operatori

 “Riforma del gioco pubblico, un’occasione da non perdere per la tutela ed il rilancio delle piccole e medie imprese” è il tema trattato ieri a Roma nel corso di Enada Workshop 2024, evento organizzato da SAPAR e Italian Exhibition Group. Si è discusso della riforma del gioco pubblico in Italia, con l’obiettivo di rilanciare il settore delle piccole e medie imprese e di tutelare il gioco lecito. L’evento ha coinvolto esperti e rappresentanti istituzionali.

Ad aprire il workshop è stato il padrone di casa, il Presidente di SAPAR Domenico Distante: “In passato, dal punto di vista politico, abbiamo trovato persone che a prescindere avrebbero detto no alle nostre istanze. Il rischio è che la riforma diventi una sorta di battaglia di principio, dettando regole che evidentemente non hanno logica, a discapito del valore del nostro comparto. Che senso ha istituire il distanziometro quando con un semplice smartphone potrei giocare in qualsiasi posto? Lo stesso discorso vale per gli orari di apertura e chiusura che non seguono una visione logica di quella che è l’attività delle piccole e medie imprese. Noi siamo per la legalità. La riteniamo un valore inalienabile che è alla base del nostro operato. Il nostro invito, come associazione, è di mettere da parte i preconcetti e di favorire invece un dialogo costruttivo che possa veramente fornire delle concrete opportunità di tutela e rilancio delle piccole e medie imprese, con i loro dipendenti, che noi ci onoriamo di rappresentare”.

Domenico Distante

Presente all’evento, in rappresentanza del Ministero dell’Interno, il Vice Prefetto Maria De Angelis che ha sottolineato: “Il Ministero degli Interni è uno degli attori, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, di questo scenario. Non potevamo mancare. Siamo interessati a capire cosa c’è dentro questo mondo. Partecipiamo ai tavoli di confronto, ai processi di riforma del gioco pubblico lecito. Abbiamo preso parte anche al tavolo tecnico che in questi mesi si sta riunendo insieme alle Regioni per trovare una soluzione equilibrata per il riordino del gioco fisico”.

Maria De Angelis

Andrea Ramberti, group exhibition manager di IEG, ha dichiarato: “Da 37 anni insieme a Sapar organizziamo Enada Rimini, unica fiera di riferimento per il sud Europa per il settore del gioco. Il nostro settore di riferimento non è quello del gioco, il nostro comparto è infatti quello dell’organizzazione fieristica, ma organizzando Enada da diversi anni ci sentiamo parte coinvolta. La nostra azienda è il primo player italiano per organizzazione fieristica. Nel 2025 Enada anticiperà le date: dal 17 al 19 febbraio”.

Presente in uno dei tanti panel dell’evento, anche Elisabetta Poso, dirigente dell’Ufficio Apparecchi da intrattenimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: “in termini di sostenibilità della nuova distribuzione sul territorio dell’offerta di gioco si sta da tempo discutendo nell’ambito del tavolo tecnico di supporto alla Conferenza Unificata. Solo nel momento in cui si raggiungerà un accordo sarà possibile attuare la Legge Delega e dopo poter partire con le gare che dovranno rendere operative una nuova serie di concessione delle varie tipologie di gioco. Si sta cercando di trovare un equilibrio tra le varie istanze pubbliche che vengono rappresentate. Noi avevamo elaborato una proposta che teneva in considerazione un ridimensionamento generale dell’offerta, accompagnata da altre misure di tipo più qualitativo e che miravano a creare una barriera giuridica, più che fisica, all’accesso da parte delle categorie più fragili. Ad esempio una maggiore qualificazione delle sale con una certificazione per quelle che avessero predisposto misure più stringenti di tutela per il divieto di gioco ai minori e di protezione delle categorie più fragili. La trattativa sta andando avanti. Ogni parte sta presentando le sue proposte. L’Agenzia, come organo tecnico, sta facendo una serie di valutazioni anche di tipo erariale sulle conseguenze che porterebbero le proposte. Sullo sfondo c’è sicuramente il tema dell’individuazione dei luoghi sensibili, in maniera uniforme. Noi siamo fermi sulla nostra proposta dal punto di vista tecnico, perché solo scuole superiori e strutture di cura delle dipendenze ci garantiscono una localizzazione certa, una logica forte e una protezione nei confronti dei minori. Molti degli altri luoghi sensibili proposti sono indeterminati nella loro ubicazione, quindi produrrebbero grande incertezza. Per tutto il resto si dovrà fare i conti con una valutazione di tipo economico-erariale. Anche qui c’è necessità di un distribuzione omogenea e capillare su tutto il territorio. Nessuno ha intenzione di restringere drasticamente il settore del gioco fisico. Ho assistito negli anni ha una progressiva sensibilizzazione da parte del settore degli apparecchi nei confronti della tutela dei minori e del contrasto al gioco problematico, in parte dovuta anche alla legislazione che cambia e si evolve. C’è una maggiore sensibilità riguardo ai temi delle patologie e del rischio del gioco patologico. Si può fare ancora moltissimo, anche avvalendosi della tecnologia o delle varie soluzioni che si possono predisporre per aumentare la protezione verso le situazioni di fragilità o compulsività nei confronti del gioco sia dal lato della domanda, facendo crescere la consapevolezza anche nelle giovani generazioni del corretto approccio al gioco, sia quello dell’offerta perché possono esserci molte misure volte a una maggiore protezione dei fenomeni di degenerazione del gioco. Ad esempio l’autoesclusione dal gioco che ad oggi avviene per il gioco online e che si può estendere anche al gioco fisico”.

Elisabetta Poso

Massimiliano Pucci, presidente As.tro (associazione degli operatori del gioco lecito), ha dichiarato: “Oggi il gioco è solo un segmento fiscale dello Stato, questo va detto ai cittadini. Tutto il resto è solo una battaglia politica in cui il settore non c’entra nulla. Non darei troppo peso alla politica, che sceglierà in base alle convenienze. Dobbiamo preoccuparci soprattutto di chi non ha difese: i minori. Il riordino? Se cancella altre mille aziende non è certo una buona notizia. Siamo un segmento fiscale dello Stato, se non diventiamo un segmento merceologico non ne usciremo mai”.

Massimiliano Pucci

Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP-Fipe: “È difficile giungere a soluzioni stabili. Su argomenti di tale importanza è essenziale affidare il lavoro agli esperti, altrimenti si corre il rischio che alcuni tecnici finiscano per esprimere opinioni su scelte di natura politica. Così non si arriva mai a una conclusione. Mi auguro che ci sia un approccio basato su una analisi concreta, a tutela dei consumatori e delle finanze pubbliche. Non si può procedere con interventi frammentati, come sta accadendo con i punti di ricarica per il gioco online. Serve una maggiore analisi scientifica e un confronto di opinioni ben strutturate. Il 2024 potrebbe essere il primo anno in cui il gettito complessivo del settore giochi segna una flessione, escluso l’effetto della pandemia; è un segnale che anche la politica deve prendere in considerazione”.

Emmanuele Cangianelli

Geronimo Cardia, presidente di Acadi, ha aggiunto: “Erano 10 anni che aspettavamo un riordino. La delega fiscale prende vita con questo nuovo Governo e andrebbe fatto congiuntamente per tutti i sottocomparti, online e territorio. E va fatto anche il riequilibrio fiscale, ovvero la distribuzione dei margini tra gli operatori della filiera e il quantitativo di denaro da ridare agli utenti quando giocano. Bisogna quindi fare un riordino complessivo. E invece cosa è successo? Ne abbiamo fatto uno solo, quello online. Ora c’è il tavolo tecnico a cui però sono presenti solo il MEF, l’Agenzia delle Dogane e poi le Rappresentanze delle Regioni. E sulla questione distanziometri? Lo Stato sta tirando le orecchie alle Regioni, impossibilitato nel fare le gare applicando le diverse norme regionali. Chi vince la gara non può mettere a terra i punti e quindi non partecipa alle gare”.

“A Varese hanno incrementato una limitazione di 16 ore al giorno di funzionamento degli apparecchi da gioco. Non serve a niente da un punto di vista sanitario perché i giocatori da Varese vanno in Svizzera e lì possono giocare. A Roma se ci fosse una misura del genere si andrebbe sullo stesso prodotto di gioco ma online. Queste misure al tavolo tecnico sono state messe solo per gli apparecchi sul territorio.

Dal 2018 a oggi, tolta la pandemia, la verticale distributiva degli apparecchi ha avuto un calo di 2 miliardi euro. La verticale distributiva sul territorio di altri giochi non penalizzati ha avuto un aumento di 1 milione di euro. La verticale distributiva dell’online degli stessi identici giochi ha avuto un aumento di 2 miliardi di euro. La spesa dei giocatori risulta essere più alta di 2 miliardi di euro. Allora queste politiche sanitarie che stanno impendendo allo Stato di fare le gare e che non curano, perché non affrontate nel modo corretto al tavolo tecnico?”.

Geronimo Cardia

Gennaro Parlati, presidente di Sistema Gioco Italia ha aggiunto: “sulle problematiche legate al riordino del gioco, mi auguro che ci sia impegno da parte di tutti affinché possa arrivare una soluzione nel minor tempo possibile”.

“E’ vero che non dobbiamo vergognarci del lavoro che facciamo, altrimenti dovremmo cambiare settore, ma per una volta voglio andare controtendenza. In 20 anni non siamo stati capaci di far comprendere il nostro ruolo, eppure la rete che abbiamo creato si è rivelata fondamentale per lo Stato. Senza di questa, senza il gioco legale, la prevenzione e la tutela dei minori non sarebbe stata possibile”.

 “La mia associazione è sempre stata molto scrupolosa, ma la situazione attuale è critica. Manca una base scientifica, una regolamentazione completa e occorre una soluzione, poiché quest’anno andiamo incontro per la prima volta ad un dato negativo”.

Gennaro Parlati

L’avvocato Angelo Caliendo (Eurispes) ha sottolineato come le misure del distanziometro e dei limiti orari siano state inefficaci contro la lotta alla ludopatia: “come istituto abbiamo dedicato numerose ricerche al settore del gioco, seguendo il percorso dell’ultimo ventennio. Oggi si parla ancora di intesa Stato-Regioni. Nel 2017 abbiamo salutato in maniera positiva la prima firma dell’intesa. Abbiamo però poi constatato che c’è stata da un lato una mancata applicazione e dall’altro ha generato dei ‘mostri’ come il distanziometro, il contenimento degli orari e un federalismo sul mondo del gioco, soprattutto fisico, in cui un operatore si ritrova a dover lavorare in una cornice europea con una Corte di Giustizia dove le sentenze sono legge che spesso disapplicano i provvedimenti nazionali e in una disomogeneità tra comuni”.

“Le nostre ricerche hanno dimostrato che il distanziometro è inefficace, in quanto la distanza dell’offerta di gioco legale dai luoghi di lavoro o di residenza del giocatore potenzialmente o realmente problematico risulta un fattore elettivo perché dà riservatezza e anonimato quando si ha anche solo parzialmente consapevolezza del problema. Questo è stato confermato anche da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità. Per quanto riguarda la contrazione degli orari dell’offerta, l’istituto ha segnalato il rischio che nelle fasce consentite, spesso sono quelle serali, ad una minore presenza del giocatore sociale si contrappone l’aumento del giocatore problematico creando così una sorta di area off limits. I nostri dati mostrano l’inefficacia dell’offerta socio-sanitaria e un elevato allarmismo sociale”, ha aggiunto.

“Quando si comprime l’offerta legale si rischia di ampliare l’area del gioco illegale. La discussione della riforma del settore avviene, purtroppo, in un contesto di legittimo quanto confuso dibattito culturale che investe l’area del gioco e che va ricondotto sulla realtà per evitare che si protraggano posizioni che minano l’offerta legale senza affrontare il tema socio-sanitario che emerge nell’area del gioco problematico. Il comparto del gioco legale coinvolge interessi pubblici, quali la sicurezza e la salute, non può prescindere da un quadro giuridico certo e chiaro dal quale si possa evincere ciò che è lecito e ciò che non lo è. Le incertezze rappresentano un incentivo a delinquere. Le restrizioni devono essere proporzionate e non discriminatorie e adeguate al perseguimento dello scopo per cui sono state introdotte. Il sistema risulta afflitto da pregiudizi di matrice ideologica e moralistica che determinano una caratterizzazione negativa di un settore dell’economia legale, fortemente regolamentato e che concorre in modo rilevante alle entrate erariale. Quando si comprimono spazio e tempo, le forze dell’ordine e la magistratura hanno sempre riscontrato l’aumento dell’attività illegale“, ha detto.

“Per la riforma del sistema è essenziale che la discussione sull’Intesa Stato-Regioni-Autonomie locali, tenga conto delle imprese di settore e associazioni per garantire equilibrio. Il riordino deve operare per produrre un sistema più avanzato e sicuro, tenendo conto degli impatti e le conseguenze. Il gioco fisico necessita di interventi urgenti, non va messo in secondo piano. La riforma dovrebbe evitare distanziometro, il contenimento degli orari e superare il federalismo nel mondo del gioco pubblico. E’ necessario evitare la ghettizzazione dei locali di gioco pubblico, alleato essenziale per combattere l’illegalità”, ha concluso.

Angelo Caliendo

Emilio Zamparelli, presidente di STS: “E’ un momento critico. Stiamo dando assistenza ai nostri soci per l’iscrizione all’Albo. I tempi sono stati davvero stretti per l’iscrizione, appena 15 giorni. Siamo ancora ai nastri di partenza per ciò che riguarda il riordino dell’online. C’è il decreto legislativo, ma ancora non si parla di gare, aspettando che Europa e Consiglio di Stato diano il via. Ancora una volta al settore e agli esercenti viene chiesto un sacrificio di natura economica. Probabilmente era più giusto che questo Albo partisse dal momento in cui ci fossero le gare. Rischiamo che questo Albo passi semplicemente come un qualcosa che serve esclusivamente per le entrate erariali. Bisognava attendere”.

“E’ l’ennesimo danno a un settore che ancora non ha recuperato i volumi che erano pre-pandemia. La rete è sottoposta anche a complicazioni di natura burocratica. In un breve lasso di tempo bisogna iscriversi all’Albo, con le complicazioni di natura tecnica e di allineamento dei pagamenti dell’F24. Spero che questo non dia il via ad ulteriori Albi, altrimenti gli esercenti sarebbero sottoposti ad uno stress burocratico enorme nei prossimi anni. E’ sembrata strana l’istituzione di un nuovo Albo, la Legge di Bilancio del 2020 prevedeva l’Albo unico per gli operatori di gioco. Probabilmente in questo momento per aiutare gli operatori sarebbe stato più giusto pensare a quel registro unico, che avrebbe snellito le procedure e reso dal punto di visto economico più leggero l’esborso che in questo momento gli operatori devono fare”.

Emilio Zamparelli

L’avvocato Allegrucci, componente di diverse organizzazioni di vigilanza e del CDA della società Erinne che edita ItaliaOggi ha aggiunto: “Le imprese maggiormente attente agli aspetti sociali e organizzativi sono quelle che nel corso del tempo sviluppano maggiormente la ricchezza. Il rating di legalità viene emesso dall’AGCM, che verifica una serie di garanzie organizzative. Unici requisiti riguardano un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, due anni di registrazione al registro delle imprese e sede nel territorio italiano. Ecco i benefici: facilita l’accesso al credito, fornisce punteggi aggiuntivi, rafforza la propria presenza nel mercato di riferimento ed un incremento del capitale reputazionale che ha un grande valore di ordine economico”.

Allegrucci, Rada, Distante, Vallefuoco, Felici

E’ intervenuto anche all’avvocato Valerio Vallefuoco, componente della Commissione Antiriciclaggio del Consiglio Nazionale Forense ed esperto esterno in materia di antiriciclaggio e anticorruzione: “Rispetto allo scorso anno le segnalazioni antiriclaggio sono aumentate del 30%, da 9000 a più di 12.000. I prestatori di servizio di gioco legale sono pertanto soggetti utili per questo tipo di sistema, poiché stanno implementando queste misure”.

“Ci sarà una maggiore regolamentazione per tutto il settore, ne è un chiaro esempio il sistema dei punti vendita di ricarica. Ci sarà una riduzione drastica del contante, come sta già accadendo in diversi Paesi Europei. Si tratta di un’applicazione di misure molto simili a quella per gli istituti di moneta elettronica, le operazioni diventeranno sempre più tracciate”. Una regolamentazione più rigorosa potrebbe aiutare il gioco legale a sconfiggere quello illegale: “Quello che oggi potrebbe sembrare un problema, avere un rapporto con gli istituti finanziari-istituti di moneta elettronica, potrebbe diventare in futuro una risorsa e garantire la supremazia del gioco legale su quello illegale”.

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Enada Workshop 2024: la riforma del gioco pubblico a tutela e rilancio delle piccole e medie imprese

L’evento di Roma ha coinvolto istituzioni, politici, associazioni, forze dell’ordine ed operatori

Riforma del gioco pubblico, un’occasione da non perdere per la tutela ed il rilancio delle piccole e medie imprese” è il tema trattato ieri a Roma nel corso di Enada Workshop 2024, evento organizzato da SAPAR e Italian Exhibition Group. Si è così discusso della riforma del gioco pubblico in Italia, con l’obiettivo di rilanciare il settore delle piccole e medie imprese e di tutelare il gioco lecito. L’evento ha coinvolto esperti e rappresentanti istituzionali.

Ad aprire il workshop è stato il padrone di casa, il Presidente di SAPAR Domenico Distante: “Grazie della vostra presenza per questo terzo evento che facciamo insieme alla Fiera di Rimini, ormai storico partner da 37 anni. Ringrazio il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il questore di Roma per aver delegato il dottor Fabrizio Cesari, dirigente della Base di Roma, il Generale Mariano La Malfa per aver mandato il Maggiore Andrea Pavia, il Generale e Direttore della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) Michele Carbone, il Comandante di Brigata Marco Pecci per averci inviato qui, in sua rappresentanza, il Maggiore Roberto Martina. Ne approfitto per complimentarmi con l’Arma dei Carabinieri per la nomina del nuovo Comandante Salvatore Luongo, il Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli Roberto Alesse, i parlamentari presenti che prenderanno la parola”.

Domenico Distante

“Le restrizioni che si applicano al gioco sono diventate ormai una battaglia di principi. Dobbiamo arrivare ad un punto di incontro? Ma parlare ancora di luoghi sensibili, distanze e limiti orari è un capriccio, pura ipocrisia. Chi ne paga le conseguenze sono le piccole e medie imprese, i gestori, gli esercenti e i nostri dipendenti. – ha concluso Distante – Dopo 20 anni parliamo ancora di etica, un esempio il fatto delle banche e della chiusura dei conti esclusivamente al settore del gioco”.

Presente all’evento anche Maria De Angelis, viceprefetto, che ha sottolineato di aver preso parte al workshop “in rappresentanza del Ministero dell’Interno. Tale Ministero è uno degli attori, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, di questo scenario. Non potevamo mancare. Siamo interessati a capire cosa si agita in questo mondo. Partecipiamo ai tavoli che ci sono stati nel tempo, ai processi di riforma del gioco pubblico lecito. Abbiamo preso parte anche al tavolo tecnico che in questi mesi si sta riunendo insieme alle Regioni. Siamo qui per ascoltare e monitorare le istanze che provengono dal comparto”.

Maria De Angelis

Andrea Ramberti, group exhibition manager di IEG,ha dichiarato: “Da 37 anni insieme a Sapar organizziamo Enada Rimini, unica fiera di riferimento per il sud Europa per il settore del gioco. Il nostro settore di riferimento non è quello del gioco, il nostro comparto è infatti quello dell’organizzazione fieristica, ma organizzando Enada da diversi anni ci sentiamo parte coinvolta. La nostra azienda è il primo player italiano per organizzazione fieristica. Nel 2025 Enada anticiperà le date: dal 17 al 19 febbraio”.

Presente in uno dei tanti panel dell’evento, anche Elisabetta Poso, dirigente dell’Ufficio Apparecchi da intrattenimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: “in termini di sostenibilità della nuova distribuzione sul territorio si sta da tempo discutendo nell’ambito del tavolo tecnico di supporto alla Conferenza Unificata. Solo nel momento in cui si raggiungerà un accordo in questa sede sarà possibile attuare la Legge delega fiscale e dopo poter partire con le gare che dovranno riuscire a far mettere a terra tutta la nuova serie di concessione delle varie tipologie di gioco”.

“Si sta cercando di trovare un equilibrio tra le varie istanze pubbliche che vengono rappresentate. Noi avevamo elaborato una proposta che teneva in considerazione un ridimensionamento generale dell’offerta, accompagnata da altre misure di tipo più qualitativo che miravano a creare una barriera giuridica, più che fisica, all’accesso da parte delle categorie più fragili, come ad esempio una maggiore qualificazione delle sale con una certificazione per quelle che avessero predisposto misure più stringenti di tutela per il divieto di gioco ai minori e di protezione delle categorie più fragili”, ha aggiunto.

“La trattativa sta andando avanti. Ogni parte sta presentando le sue proposte. L’Agenzia come organo tecnico sta facendo una serie di valutazioni anche di tipo erariale sulle conseguenze che porterebbero le proposte. Sullo sfondo c’è sicuramente il tema dell’individuazione dei luoghi sensibili, in maniera uniforme. Perchè questo è l’obiettivo. Noi siamo fermi sulla nostra proposta dal punto di vista tecnico, perchè solo scuole superiori e strutture di cura delle dipendenze ci garantiscono una localizzazione certa, una logica forte e una protezione nei confronti dei minori. Molti degli altri luoghi sensibili proposti sono indeterminati nella loro ubicazione, quindi determinerebbero grande incertezza. Per tutto il resto si dovrà fare i conti con una valutazione di tipo economico-erariale. Anche qui c’è necessità di un distribuzione omogenea e capillare su tutto il territorio. Nessuno ha intenzione di restringere drasticamente il settore del gioco fisico”, ha detto.

“Ho assistito negli anni ha una progressiva sensibilizzazione da parte del settore degli apparecchi nei confronti della tutela dei minori e del contrasto al gioco problematico, in parte dovuta anche alla legislazione che cambia e si evolve. C’è una maggiore sensibilità riguardo ai temi delle patologie e del rischio del gioco patologico. Si può fare ancora moltissimo, anche avvalendosi della tecnologia o delle varie soluzioni che si possono mettere a terra per aumentare la protezione verso le situazioni di fragilità o compulsività nei confronti del gioco. Sia dal lato della domanda, facendo crescere la consapevolezza anche nelle giovani generazioni del corretto approccio al gioco, ma anche dal lato dell’offerta, perchè possono esserci molte misure volte a una maggiore protezione dei fenomeni di degenerazione del gioco. Ad esempio l’autoesclusione dal gioco che ad oggi avviene per il gioco online e che si può estendere anche al gioco fisico”.

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Elisabetta Poso

Massimiliano Pucci, presidente As.tro (associazione degli operatori del gioco lecito), ha dichiarato: “Oggi il gioco è solo un segmento fiscale dello Stato, questo va detto ai cittadini. Tutto il resto è solo una battaglia politica in cui il settore non c’entra nulla. In tutta questa discussione sul gioco non ho mai sentito parlare dei ragazzi. Non darei troppo peso alla politica, che sceglierà in base alle convenienze. Dobbiamo preoccuparci soprattutto di chi non ha difese: i minori. Il riordino? Se ci cancella altre mille aziende non è buono. Siamo un segmento fiscale dello Stato, se non diventiamo un segmento merceologico non ne usciremo mai”.

Massimiliano Pucci

Poi Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP-Fipe:

“È difficile giungere a soluzioni stabili. Su argomenti di tale importanza è essenziale affidare il lavoro agli esperti, altrimenti si corre il rischio che alcuni tecnici finiscano per esprimere opinioni su scelte di natura politica. Così non si arriva mai a una conclusione”.

“Mi auguro che ci sia un approccio basato su analisi concreta, a tutela dei consumatori e delle finanze pubbliche. Non si può procedere con interventi frammentati, come sta accadendo con i punti di ricarica per il gioco online: serve una maggiore analisi scientifica e un confronto di opinioni ben strutturate”.

“Quest’anno potrebbe essere il primo in cui il gettito complessivo del settore giochi segna una flessione, escluso l’effetto della pandemia; è un segnale che anche la politica deve prendere in considerazione”.

Emmanuele Cangianelli

Geronimo Cardia, presidente di Acadi, ha aggiunto: “Erano dieci anni che aspettavamo un riordino. Il problema è che doveva essere complessivo e invece ne abbiamo fatto solo uno, quello dell’online. Ora c’è il tavolo tecnico a cui sono presenti solo il MEF, ADM e rappresentanze delle Regioni. Il dibattito è sul distanziometro e sulle limitazioni orarie. Se si ricerca l’equilibrio va bene, ma se invece si fanno operazioni di equilibrismo la situazione non va bene. Lo Stato sta dicendo alle Regioni che con le loro norme non può fare le gare, le sta pregando di non fare distanziometri che vietino il gioco sul 99% del territorio. Allo stesso tempo, sta cercando di far capire che mettere una limitazione sul gioco di 16 ore al giorno non serve a niente dal punto di vista sanitario. Serve un equilibrio che consideri la tutela seria del consumatore, il presidio di legalità con l’offerta pubblica e il gettito erariale. Va messa in campo un pochino di determinazione, bisogna far cadere questa insopportabile barriera di ipocrisia. Le proroghe? Sono onerose e il calcolo viene fatto sul numero degli apparecchi – tra cui anche quelli fermi in magazzino a causa delle norme regionali – con una maggiorazione del 15%, dovuta all’inflazione, del costo di concessione iniziale. E’ un paradosso, stanno chiedendo 40 milioni in più a un comparto già messo in difficoltà”.

Geronimo Cardia

Gennaro Parlati, presidente di Sistema Gioco Italia: “Questa del riordino è l’ultima chance che abbiamo, speriamo si trovi una soluzione. In 20 anni non siamo stati capaci di far comprendere il nostro ruolo. Quanto serviamo allo Stato rispetto alla rete che abbiamo realizzato sul territorio? Se non ci fosse il gioco legale sul territorio i nostri ragazzi non sarebbero neanche intercettati. Con le distanze stiamo rasentando il ridicolo. Manca una base scientifica, una regolamentazione completa e occorre una soluzione, poiché quest’anno andiamo incontro per la prima volta ad un dato negativo”.

Gennaro Parlati

Poi l’avvocato Angelo Caliendo (Eurispes): “Ci sono 27 Paesi con una legislazione diversa nel mondo de gioco, oltre al fatto che ogni Comune in Italia può decidere autonomamente. Dalle nostre analisi abbiamo appurato che il distanziometro ha una forte inefficacia e contraddittorietà. Anche i limiti orari possono comportare delle problematiche. Si deve fare di più, a partire da uno studio sociale a livello nazionale. Gli studi dimostrano che il gioco illegale acquista spazio quanto più si comprime il gioco legale. La discussione sulla riforma del settore sta avvenendo sulla base di un confuso dibattito culturale. Il comparto del gioco pubblico non può prescindere da un quadro chiaro. In merito alla riforma riteniamo sia essenziale che la discussione porti a una nuova intesa basata sull’ascolto della società civile e delle aziende di settore. Il riordino deve inoltre avvenire con la massima attenzione per garantire un sistema sicuro. Infine, bisogna evitare la marginalizzazione dell’offerta di gioco pubblico e va riconosciuto il ruolo rilevante dei punti vendita generalisti”.

Angelo Caliendo

Emilio Zamparelli, presidente di STS: “È un momento molto critico, in queste ore stiamo lavorando dando assistenza ai nostri soci per l’iscrizione all’Albo dei PVR. I tempi sono stati veramente stretti. Teniamo conto di una cosa, siamo ancora ai nastri di partenza per quanto riguarda i riordino dell’online. Ancora una volta viene chiesto un sacrificio di natura economica. Sarebbe stato più giusto far partire l’Albo con le gare, anche perché oggi ci sono vari problemi di natura tecnica. Ancora una volta i primi ad aprire i soldi sono gli esercenti”.

“E’ l’ennesimo danno a un settore che ancora non ha recuperato i volumi che erano pre-pandemia. La rete è sottoposta anche a complicazioni di natura burocratica. In un breve lasso di tempo bisogna iscriversi all’Albo, con le complicazioni di natura tecnica e di allineamento dei pagamenti dell’F24. Spero che questo non dia il via ad ulteriori Albi, altrimenti gli esercenti sarebbero sottoposti ad uno stress burocratico enorme nei prossimi anni. E’ sembrata strana l’istituzione di un nuovo Albo, la Legge di Bilancio del 2020 prevedeva l’Albo unico per gli operatori di gioco. Probabilmente in questo momento per aiutare gli operatori sarebbe stato più giusto pensare a quel registro unico, che avrebbe snellito le procedure e reso dal punto di visto economico più leggero l’esborso che in questo momento gli operatori devono fare”.

Emilio Zamparelli

L’avvocato Allegrucci, componente di diverse organizzazioni di vigilanza e del CDA della società Erinne che edita ItaliaOggi ha aggiunto: “Le imprese maggiormente attente agli aspetti sociali e organizzativi sono quelle che non corso del tempo sviluppano maggiormente la ricchezza. Il rating di legalità viene emesso dall’AGCM, che verifica una serie di garanzie organizzative. Lo può richiedere il comparto di diritto privato nazionale, unici requisiti riguardano un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, due anni di registrazione al registro delle imprese e che devono avere sede nel territorio italiano. Ecco i benefici: facilita l’accesso al credito, fornisce punteggi aggiuntivi, rafforza la possibilità della propria presenza o l’aggressione del segmento premium del proprio mercato di riferimento ed un incremento del capitale reputazionale che ha un grande valore di ordine economico”.

Allegrucci, Rada, Distante, Vallefuoco, Felici

E’ intervenuto anche all’avvocato Valerio Vallefuoco, componente della Commissione Antiriciclaggio del Consiglio Nazionale Forense ed esperto esterno in materia di antiriciclaggio e anticorruzione: “Rispetto allo scorso anno le segnalazioni antiriclaggio sono aumentate del 30%, da 9000 a più di 12.000. I prestatori di servizio di gioco legale sono pertanto soggetti utili per questo tipo di sistema, poiché stanno implementando queste misure”.
“Ci sarà una maggiore regolamentazione per tutto il settore, ne è un chiaro esempio il sistema dei punti vendita di ricarica. Ci sarà una riduzione drastica del contante, come sta già accadendo in diversi Paesi Europei. Vedo, inoltre un’applicazione di misure molto simili a quella per gli istituti di moneta elettronica, le operazioni diventeranno sempre più tracciate – ha proseguito Vallefuoco – Quello che oggi potrebbe sembrare un problema, avere un rapporto istituti finanziari-istituti di moneta elettronica, potrebbe diventare in futuro una risorsa e garantire la supremazia del gioco legale su quello illegale”.