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“Giochi legali: la tutela del gestore”: a Napoli il convegno organizzato dalla AGSI

Chiacchio (pres. AGSI): “Il gestore è determinante e va tutelato”

Presso la Sala Consiliare del Comune di Napoli, questa mattina, si è tenuto il convegno “Giochi legali: la tutela del gestore”, organizzato dall’AGSI – Associazione Gestori Scommesse Italia. L’evento ha visto la partecipazione di figure istituzionali, esperti del settore e rappresentanti delle associazioni, con l’obiettivo di discutere le problematiche e le prospettive del comparto del gioco legale in Italia, con un’attenzione particolare ai gestori.

L’incontro, introdotto dal Presidente dell’AGSI Pasquale Chiacchio e moderato da Mimmo Falco, Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, ha offerto un quadro dettagliato delle dinamiche del settore, esplorando i temi del riordino normativo, della sostenibilità economica e della lotta al gioco illegale.

Pier Paolo Baretta, assessore al bilancio del Comune di Napoli, ha aperto il dibattito affrontando il tema della relazione tra istituzioni e operatori del settore: “Nel dialogo con le istituzioni siamo su fronti diversi. Il riordino riguarda diversi comparti del settore che necessitano di risposte separate e differenti. Il primo passo del riordino, con il decreto 41/24, riguarda il gioco da remoto. Per il gestore vogliamo spostare la focalizzazione sul gioco fisico, terrestre, che ancora non è stato oggetto di riordino. Sarà il prossimo passo probabilmente”.

L’avvocato Stefano Sbordoni ha sottolineato la necessità di una regolamentazione chiara e uniforme: “Per i gestori è necessaria una regolamentazione univoca. Sicuramente sì, ma questo passa attraverso i concessionari stessi. Il gestore si trova un carico di responsabilità ma senza alcuna certezza. Spesso si trova impantanato in situazioni in cui la sua posizione è messa in discussione, come la concorrenza estrema e l’intrusione da parte degli enti locali. La compartecipazione degli enti locali ai proventi del gioco potrebbe garantire più equità e trasparenza”.

Gianmaria Chiodo, presidente CNI, ha puntato il dito contro le banche e il sistema burocratico: “Le banche si nascondono dietro un codice etico, che è la più grande falsità che vige in questo momento. Di etico nelle banche non c’è nulla. Siamo fornitori di intrattenimento, non di problematiche sanitarie. Fino ad oggi siamo stati dipinti come brutti e cattivi, ma paghiamo 13 miliardi e 800 milioni allo Stato. Noi piccoli imprenditori del gioco abbiamo creato il settore e in questo momento stiamo combattendo con mille burocrazie”.

Aniello Baselice , presidente dell’Osservatorio regionale sul disturbo da gioco d’azzardo della Campania, ha evidenziato il lavoro svolto sul fronte della prevenzione: “L’obiettivo è permettere ad ogni operatore di ricevere le informazioni e anche le dritte per rispettare la normativa, ma anche per essere di supporto a quegli utenti che possono manifestare comportamenti problematici”.

L’avvocato Laudadio ha lodato l’approccio campano come modello da seguire: “L’esperienza della Campania dovrebbe essere un modello esportato a livello nazionale. Bisogna partecipare per rendere fruibile nella legalità il comparto del gioco”.

In chiusura, il Presidente dell’AGSI, Pasquale Chiacchio, ha ribadito l’importanza della tutela dei gestori: “Sulla riforma del gioco fisico abbiamo fatto varie proposte. Io mi aspetto un confronto serio e condiviso. Perchè è proprio dal confronto che nascono i migliori risultati, quelli seri. E’ necessario tutelare tutte le parti in causa”. “Per la tutela del gestore bisogna partire dal rispetto, che è il motore di questo settore. Pensiamo al calcio in cui le squadre hanno dirigenza, presidente e allenatore, ma chi va in campo sono i giocatori. I calciatori danno valore e fanno vincere alla società. Il gestore è determinante, gli va dato il giusto riconoscimento e la giusta tutela”,  ha concluso.

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Report SWG-IGT: “Giocare da grandi. Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento”

Turchi (ADM): “Il gioco illegale vale 20 miliardi di euro”

Si è svolto ieri a Roma un nuovo appuntamento dell’Osservatorio sul gioco pubblico organizzato in collaborazione con IGT e SWG. L’incontro, intitolato “Giocare da grandi. Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento”, rappresenta una tappa significativa di un percorso avviato nel 2020, volto a indagare in chiave empirica i principali aspetti del gioco pubblico in Italia.

Al centro del dibattito i dati più recenti raccolti dall’Osservatorio, che hanno offerto un quadro aggiornato dello stato dell’arte del gioco in Italia. Questo evento si inserisce in un contesto di discussione più ampio, che mira a coniugare intrattenimento, innovazione e sostenibilità.

Le preferenze di gioco degli italiani

Tra le modalità tradizionali di gioco, il Gratta e Vinci rimane il più diffuso, scelto dal 72% dei giocatori nell’ultima rilevazione. Seguono il SuperEnalotto (71%), il Lotto e 10eLotto (51%) e le scommesse sportive (47%).

Sul fronte online, i giochi da casinò virtuali (come roulette e blackjack) sono i preferiti dal 23% dei giocatori. Seguono i giochi di carte online (24%) ed i Quick Games, con una partecipazione del 17%.

Spese e vincite

La spesa nei giochi con vincita in denaro per una famiglia italiana è di circa 40 euro.

Tutti gli interventi

“Il gioco illegale si caratterizza per numeri difficili da certificare, ma le stime indicano un volume di circa 20 miliardi di euro”. E’ quanto ha affermato Luca Turchi, dirigente dell’Ufficio controllo giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), durante la presentazione del nuovo Report Swg-Igt.

“Esiste una raccolta di gioco illegale sia online sia su rete fisica. La prima viene contrastata attraverso l’inibizione dei siti, la seconda attraverso i controlli di ADM. Tuttavia, il nostro obiettivo principale non è recuperare risorse per lo Stato, ma garantire la tutela dei giocatori, assicurando loro il corretto payout previsto nelle attività di gioco legale”, ha concluso Turchi.

E’ poi intervenuto il presidente del Centro Studi di Astro, Armando Iaccarino, che ha dichiarato: ““Le linee guida per il contrasto al gioco illegale sono quattro: trasparenza, tecnologia, interazione e regole. Per trasparenza intendo riconoscibilità: va infatti riconsiderato il regolamento su pubblicità e informazione. Per interazione intendo il coinvolgimento degli operatori, creando indicatori di rischio insieme a loro, che conoscono nel dettaglio le dinamiche sul tema”.

Ha preso poi la parola il presidente di EGP-Fipe, Emmanuele Cangianelli, che ha detto: ““Mi colpisce sempre un dato, ormai stabile: l’8-10% delle persone che giocano sono il target di tutte le misure per la prevenzione delle dipendenze. Spesso però non approfondisce la questione e si propongono soluzione spicce. Distanziometro e limiti orari sono da tempo misure che non funzionano”.

Ha concluso l’evento il deputato Andrea De Bertoldi che ha dichiarato: “Il problema della riforma del gioco fisico si potrebbe risolvere usando la leva fiscale e facendo compartecipare gli enti locali al gettito fiscale derivante dal gioco, in particolare al PREU. In questo modo avremmo avuto un minor atteggiamento di contrasto da parte degli enti locali e forse avremmo già avuto una riforma del gioco fisico, più facilmente controllabile di quello online”.

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Alessandro Di Bella (direttore padel Aniene): “Dai talenti nati nel nostro Circolo al futuro del padel italiano”

Uno dei grandi protagonisti dell’ascesa del padel in Italia

Alessandro Di Bella è senza dubbio uno dei tre italiani che hanno contribuito maggiormente a far conoscere e sviluppare il padel nel nostro paese. Nel corso degli anni si è distinto anche per la sua capacità di fiutare talenti in questo sport. L’Aniene, infatti, può vantare di campioni del calibro di Federico Chingotto, Gemma Triay, Martin Di Nenno, Carolina Orsi, Lucas Bergamini. Sotto la guida di Di Bella il suo circolo ha vinto ben 10 scudetti del campionato italiano della serie A di Padel.

Come è nata la passione per il padel?

È una passione che inizia nel 2008, quando al Circolo Aniene viene realizzato un campo da padel. Se devo essere sincero non mi sono subito appassionato a questo nuovo sport, proprio Gianfranco Nirdaci ha fatto sì che io cambiassi opinione. Gianfranco ha radunato un gruppo di amici e si è partiti, poi si è agganciato al gruppo dei bolognesi delle Molette, preesistente, e da lì ha creato il Comitato padel della FIT.

Ci sono, diciamo, due persone a cui noi tutti amanti del padel dobbiamo tanto, uno è proprio Gianfranco, l’altro è Luigi Carraro. In seguito al conflitto di interessi, in senso buono, tra la gestione del Comitato padel della FIT e la gestione del padel dell’Aniene, Gianfranco lascia la guida del padel dell’Aniene e io ne prendo le redini.

Questo è l’inizio di un grande ‘amore’, dopo essere stato un semplice giocatore di Circolo arrivano i tanti successi come direttore del padel del Circolo Aniene. Mi piace sottolineare che anche mia moglie, Federica, è una grandissima appassionata di questo sport, questo mi fa particolarmente piacere.

Come si sta sviluppando il padel in Italia?

Questa è una domanda complessa, ci vorrebbe una giornata intera per rispondere. Intanto direi che la pandemia del 2020 ha, paradossalmente, contribuito a far conoscere il padel. Il padel era uno dei pochi sport che poteva essere giocato, questo gli ha dato una forte ed inaspettata popolarità. Passata la pandemia il padel ha attecchito e molti circoli hanno iniziato a realizzare campi da padel, considera che oggi in Italia ci sono circa 9.000 campi gestiti da oltre 3.000 club, e si è raggiunta la cifra impressionante di praticanti di un milione e mezzo.

Resta ancora qualche difficoltà ad essere seguito a livello professionistico, i soldi che girano sono ancora pochi rispetto a sport più noti, lo so per esperienza diretta occupandomi di alcuni atleti.

Voglio anche ricordare il grande sforzo fatto dalle televisioni, in particolare Sky Sport che fa un lavoro incredibile. Non dimentichiamo l’immenso lavoro svolto dalla Federazione Internazionale, guidata dal mio caro amico Luigi Carraro, questo ha permesso all’Italia di diventare uno dei paesi con il maggior sviluppo del padel al mondo. Sono contento che Luigi sia stato appena rieletto quale presidente della FIP, trovo molto intelligente non cambiare gli uomini che hanno fatto un così meritevole lavoro.

E’ noto nel mondo del padel anche per la capacità di fiutare talenti. All’Aniene sono passati Federico Chingotto e Martin Di Nenno, Gemma Triay e Carolina Orsi, questi sono solo alcuni atleti che hanno giocato con voi. Come fa?

Grazie ma non voglio apparire presuntuoso, direi che sono stato particolarmente fortunato. Devo ringraziare le persone che mi hanno aiutato a raffinare questa capacità, tra queste voglio citare Juan Manuel Restivo, grande amico e prezioso conoscitore del mondo degli atleti nel padel.

Juan mi ha più volte consigliato sulla scelta di atleti, ad esempio Lucas Bergamini e Lucas Campagnolo. Quando mi fece i loro nomi entrambi non giocavano ancora nel circuito più prestigioso, non erano neppure classificati, io li presi a giocare per l’Aniene. Aiutai tutti e due a districarsi con la burocrazia per la procedura di naturalizzazione, poiché dai loro cognomi si intuiscono chiaramente le loro origini italiane.

Per conseguire il passaporto italiano Bergamini passò il mese di Natale in un paesino in provincia di Vicenza, era evidentemente il paese di origine della famiglia, come sai l’iter prevede alcuni controlli da parte della Polizia. Per un brasiliano il clima natalizio del nord Italia non era proprio congeniale alle sue abitudini.

Anche Federico Chingotto decise di prendere la doppia cittadinanza, italo-argentina, e anche lì lo accompagnai per tutta la procedura, divenne uno dei nostri atleti.

Presi a giocare per l’Aniene, sempre su consiglio di Restivo, anche Martin Di Nenno. Martin ebbe un terribile incidente automobilistico nel 2016, non si sapeva se sarebbe stato in grado di tornare a camminare regolarmente, appena si rimise venne a giocare con noi.

Con Gemma (Gemma Triay, ndr) invece fu un po’ più complicato, erano un paio di anni che ci cercavamo ma non si riusciva a concretizzare, poi è entrata a far parte della squadra dell’Aniene e vinse tutto. Divenne in quel periodo la numero uno del ranking mondiale del padel. Mi piace anche ricordare che Gemma conobbe la sua attuale compagna di vita, Carolina Orsi, proprio qui all’Aniene, questo mi fa particolarmente piacere.
Gemma è la prima associata per meriti sportivi nel padel del Circolo Aniene.

Oggi gli atleti che ha citato, Chingotto, Triay, Di Nenno, Bergamini, Orsi, Campagnolo sono ai vertici mondiali del padel. C’è qualche aneddoto legato a loro?

Penso che una delle cose importanti sia far conoscere l’aspetto umano di questi campioni, raccontarli al grande pubblico che li segue. Federico Chingotto è un ragazzo meraviglioso, nelle tante trasferte fatte insieme si è creato un legame di vera e propria amicizia. In tutte queste occasioni ci capitava spesso di giocare a carte tutti insieme, ebbene con Federico non sono mai riuscito a vincere a ‘tressette’, è imbattibile.

Anche con Di Nenno il passatempo erano le carte, Martin mi ha insegnato il gioco cosiddetto ‘Uno’ simile al nostro ma con regole differenti, molto divertente giocato nel modo argentino. Ricordi molto piacevoli del tempo che ho trascorso con loro, siamo tuttora molto amici. Quando passano da Roma cenano spesso a casa mia, conoscono mia moglie Federica e le mie bambine, andiamo allo stadio insieme e giriamo per la capitale alla scoperta delle sue bellezze. Sono molto affezionato a ciascuno di loro.

Che pensa del campionato di serie A di padel che si svolge in Italia? Oramai non si contano più le volte che lo avete vinto con l’Aniene.

Intanto voglio ringraziare tutto lo staff dell’Aniene, poiché la vittoria è sempre di squadra. Ho sempre pensato che tutti gli elementi, dal fisioterapista ai magazzinieri, dal direttore tecnico al capitano, sono determinanti per ottenere il successo. La serie A oggi è diventata meno importante, non voglio nasconderlo, e anche la Federazione ha posto una minore attenzione.

I motivi probabilmente li troviamo nel fatto che i tornei internazionali, come il Major di Roma, il P1 di Milano o il P2 di Genova e molti altri hanno una grande capacità di dare spettacolo e attrarre consensi. La serie A è sicuramente servita in passato per far conoscere i grandi campioni di padel che venivano a giocare per i vari circoli, oggi non è più il veicolo principale. Mi piace aggiungere che l’Aniene ha sì vinto tutte le dieci edizioni della serie A, ma ha sempre trovato degli avversari molto ben preparati e altrettanto forti.

Oggi l’Aniene disputa solo il girone femminile per una scelta ben precisa, stiamo lavorando sul settore maschile per far crescere una nuova generazione di giovani atleti, mi auguro che in futuro possano cimentarsi in questo campionato.

Nella squadra femminile tra le altre abbiamo quattro atlete formidabili, reduci dalla conquista del bronzo ai Mondiali in Qatar, Carolina OrsiChiara PappacenaGiorgia Marchetti e Lorena Vano. È parte integrante della nostra squadra anche Saverio Palmieri, assistant coach di Marcela Ferrari, direttore tecnico delle nazionali azzurre del padel.

Come mai nelle finali dei tornei internazionali arrivano spesso gli stessi giocatori?

Guarda, credo sia molto legato ai periodi di forma dei singoli giocatori, senza togliere nulla a Coello e Tapia, formidabile coppia di campioni. Nella finale del Major di Roma, ad esempio, Ale Galan e Federico Chingotto hanno dominato contro Arturo Coello e Agustin Tapia. Ti ripeto, secondo me è molto legato alla forma fisica del momento e alle condizioni del campo nel quale si gioca, a Parigi faceva piuttosto freddo. Resta il fatto che le due coppie in cima al ranking, Coello/Tapia e Chingotto/Galan, sono di una spanna sopra le altre.

Aggiungo che ci sono nel circuito pochi giocatori di sinistra veramente forti, Galan e Tapia sono di un’altra categoria in mezzo ad un mare di giocatori forti, loro oggi fanno la differenza. Belasteguin e Navarro erano formidabili in quel ruolo ma, il primo si ritirerà quest’anno ed il secondo inizia a non essere più giovane. Mentre a destra sono 4 o 5 i giocatori di quel livello, Coello, Chingotto, Di Nenno e Lebron, tra questi. Vedo crescere bene alcuni atleti giovani, da Miguel Yanguas a Leandro Augsburger, da Juanlu Esbri allo stesso Lucas Bergamini.

Come si sta preparando l’Aniene del padel alle prossime sfide?

Intanto vogliamo continuare a supportare tutti i nostri atleti, vorrei citare tra tutti Giorgia Marchetti. Giorgia ha avuto un’annata incredibile, partiva da una posizione nel ranking mondiale intorno al settantesimo posto oggi occupa la 47esima posizione, questa per noi è una grande soddisfazione. Ci sono Carolina Orsi e Lorena Vano che stanno facendo molto bene, anche diversi ragazzi della nostra scuola stanno sbocciando, insomma vedo un futuro roseo per il padel all’Aniene. Il mio sogno è tirare fuori dal nostro vivaio di giovanissimi una giocatrice o un giocatore che possa arrivare ai vertici di questo bellissimo sport.

Come le sono sembrati i Mondiali di padel in Qatar?

Penso sia stato uno dei grandi successi della FIP guidata da Luigi Carraro. Probabilmente in futuro si disputeranno in luoghi con più pubblico, però era anche giusto disputarli in un paese che ha dato una grande mano economica a questo sport.
Trovo molto bello vedere compagni diversi giocare insieme, dovuto ovviamente alla nazionalità rappresentata.

È stata una manifestazione organizzata in maniera impeccabile ed ha offerto uno spettacolo incredibile. Grandi soddisfazioni sono arrivate dalla Nazionale italiana femminile che ha vinto il bronzo e la Nazionale maschile non ha demeritato arrivando quarta.
Attendo con trepidazione, ma sono convinto che Luigi Carraro non ci deluderà, di vedere un Mondiale in Italia, e perché no il padel alle Olimpiadi.

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Enada Workshop 2024: la riforma del gioco pubblico a tutela e rilancio delle piccole e medie imprese

L’evento di Roma ha coinvolto istituzioni, politici, associazioni, forze dell’ordine ed operatori

 “Riforma del gioco pubblico, un’occasione da non perdere per la tutela ed il rilancio delle piccole e medie imprese” è il tema trattato ieri a Roma nel corso di Enada Workshop 2024, evento organizzato da SAPAR e Italian Exhibition Group. Si è discusso della riforma del gioco pubblico in Italia, con l’obiettivo di rilanciare il settore delle piccole e medie imprese e di tutelare il gioco lecito. L’evento ha coinvolto esperti e rappresentanti istituzionali.

Ad aprire il workshop è stato il padrone di casa, il Presidente di SAPAR Domenico Distante: “In passato, dal punto di vista politico, abbiamo trovato persone che a prescindere avrebbero detto no alle nostre istanze. Il rischio è che la riforma diventi una sorta di battaglia di principio, dettando regole che evidentemente non hanno logica, a discapito del valore del nostro comparto. Che senso ha istituire il distanziometro quando con un semplice smartphone potrei giocare in qualsiasi posto? Lo stesso discorso vale per gli orari di apertura e chiusura che non seguono una visione logica di quella che è l’attività delle piccole e medie imprese. Noi siamo per la legalità. La riteniamo un valore inalienabile che è alla base del nostro operato. Il nostro invito, come associazione, è di mettere da parte i preconcetti e di favorire invece un dialogo costruttivo che possa veramente fornire delle concrete opportunità di tutela e rilancio delle piccole e medie imprese, con i loro dipendenti, che noi ci onoriamo di rappresentare”.

Domenico Distante

Presente all’evento, in rappresentanza del Ministero dell’Interno, il Vice Prefetto Maria De Angelis che ha sottolineato: “Il Ministero degli Interni è uno degli attori, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, di questo scenario. Non potevamo mancare. Siamo interessati a capire cosa c’è dentro questo mondo. Partecipiamo ai tavoli di confronto, ai processi di riforma del gioco pubblico lecito. Abbiamo preso parte anche al tavolo tecnico che in questi mesi si sta riunendo insieme alle Regioni per trovare una soluzione equilibrata per il riordino del gioco fisico”.

Maria De Angelis

Andrea Ramberti, group exhibition manager di IEG, ha dichiarato: “Da 37 anni insieme a Sapar organizziamo Enada Rimini, unica fiera di riferimento per il sud Europa per il settore del gioco. Il nostro settore di riferimento non è quello del gioco, il nostro comparto è infatti quello dell’organizzazione fieristica, ma organizzando Enada da diversi anni ci sentiamo parte coinvolta. La nostra azienda è il primo player italiano per organizzazione fieristica. Nel 2025 Enada anticiperà le date: dal 17 al 19 febbraio”.

Presente in uno dei tanti panel dell’evento, anche Elisabetta Poso, dirigente dell’Ufficio Apparecchi da intrattenimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: “in termini di sostenibilità della nuova distribuzione sul territorio dell’offerta di gioco si sta da tempo discutendo nell’ambito del tavolo tecnico di supporto alla Conferenza Unificata. Solo nel momento in cui si raggiungerà un accordo sarà possibile attuare la Legge Delega e dopo poter partire con le gare che dovranno rendere operative una nuova serie di concessione delle varie tipologie di gioco. Si sta cercando di trovare un equilibrio tra le varie istanze pubbliche che vengono rappresentate. Noi avevamo elaborato una proposta che teneva in considerazione un ridimensionamento generale dell’offerta, accompagnata da altre misure di tipo più qualitativo e che miravano a creare una barriera giuridica, più che fisica, all’accesso da parte delle categorie più fragili. Ad esempio una maggiore qualificazione delle sale con una certificazione per quelle che avessero predisposto misure più stringenti di tutela per il divieto di gioco ai minori e di protezione delle categorie più fragili. La trattativa sta andando avanti. Ogni parte sta presentando le sue proposte. L’Agenzia, come organo tecnico, sta facendo una serie di valutazioni anche di tipo erariale sulle conseguenze che porterebbero le proposte. Sullo sfondo c’è sicuramente il tema dell’individuazione dei luoghi sensibili, in maniera uniforme. Noi siamo fermi sulla nostra proposta dal punto di vista tecnico, perché solo scuole superiori e strutture di cura delle dipendenze ci garantiscono una localizzazione certa, una logica forte e una protezione nei confronti dei minori. Molti degli altri luoghi sensibili proposti sono indeterminati nella loro ubicazione, quindi produrrebbero grande incertezza. Per tutto il resto si dovrà fare i conti con una valutazione di tipo economico-erariale. Anche qui c’è necessità di un distribuzione omogenea e capillare su tutto il territorio. Nessuno ha intenzione di restringere drasticamente il settore del gioco fisico. Ho assistito negli anni ha una progressiva sensibilizzazione da parte del settore degli apparecchi nei confronti della tutela dei minori e del contrasto al gioco problematico, in parte dovuta anche alla legislazione che cambia e si evolve. C’è una maggiore sensibilità riguardo ai temi delle patologie e del rischio del gioco patologico. Si può fare ancora moltissimo, anche avvalendosi della tecnologia o delle varie soluzioni che si possono predisporre per aumentare la protezione verso le situazioni di fragilità o compulsività nei confronti del gioco sia dal lato della domanda, facendo crescere la consapevolezza anche nelle giovani generazioni del corretto approccio al gioco, sia quello dell’offerta perché possono esserci molte misure volte a una maggiore protezione dei fenomeni di degenerazione del gioco. Ad esempio l’autoesclusione dal gioco che ad oggi avviene per il gioco online e che si può estendere anche al gioco fisico”.

Elisabetta Poso

Massimiliano Pucci, presidente As.tro (associazione degli operatori del gioco lecito), ha dichiarato: “Oggi il gioco è solo un segmento fiscale dello Stato, questo va detto ai cittadini. Tutto il resto è solo una battaglia politica in cui il settore non c’entra nulla. Non darei troppo peso alla politica, che sceglierà in base alle convenienze. Dobbiamo preoccuparci soprattutto di chi non ha difese: i minori. Il riordino? Se cancella altre mille aziende non è certo una buona notizia. Siamo un segmento fiscale dello Stato, se non diventiamo un segmento merceologico non ne usciremo mai”.

Massimiliano Pucci

Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP-Fipe: “È difficile giungere a soluzioni stabili. Su argomenti di tale importanza è essenziale affidare il lavoro agli esperti, altrimenti si corre il rischio che alcuni tecnici finiscano per esprimere opinioni su scelte di natura politica. Così non si arriva mai a una conclusione. Mi auguro che ci sia un approccio basato su una analisi concreta, a tutela dei consumatori e delle finanze pubbliche. Non si può procedere con interventi frammentati, come sta accadendo con i punti di ricarica per il gioco online. Serve una maggiore analisi scientifica e un confronto di opinioni ben strutturate. Il 2024 potrebbe essere il primo anno in cui il gettito complessivo del settore giochi segna una flessione, escluso l’effetto della pandemia; è un segnale che anche la politica deve prendere in considerazione”.

Emmanuele Cangianelli

Geronimo Cardia, presidente di Acadi, ha aggiunto: “Erano 10 anni che aspettavamo un riordino. La delega fiscale prende vita con questo nuovo Governo e andrebbe fatto congiuntamente per tutti i sottocomparti, online e territorio. E va fatto anche il riequilibrio fiscale, ovvero la distribuzione dei margini tra gli operatori della filiera e il quantitativo di denaro da ridare agli utenti quando giocano. Bisogna quindi fare un riordino complessivo. E invece cosa è successo? Ne abbiamo fatto uno solo, quello online. Ora c’è il tavolo tecnico a cui però sono presenti solo il MEF, l’Agenzia delle Dogane e poi le Rappresentanze delle Regioni. E sulla questione distanziometri? Lo Stato sta tirando le orecchie alle Regioni, impossibilitato nel fare le gare applicando le diverse norme regionali. Chi vince la gara non può mettere a terra i punti e quindi non partecipa alle gare”.

“A Varese hanno incrementato una limitazione di 16 ore al giorno di funzionamento degli apparecchi da gioco. Non serve a niente da un punto di vista sanitario perché i giocatori da Varese vanno in Svizzera e lì possono giocare. A Roma se ci fosse una misura del genere si andrebbe sullo stesso prodotto di gioco ma online. Queste misure al tavolo tecnico sono state messe solo per gli apparecchi sul territorio.

Dal 2018 a oggi, tolta la pandemia, la verticale distributiva degli apparecchi ha avuto un calo di 2 miliardi euro. La verticale distributiva sul territorio di altri giochi non penalizzati ha avuto un aumento di 1 milione di euro. La verticale distributiva dell’online degli stessi identici giochi ha avuto un aumento di 2 miliardi di euro. La spesa dei giocatori risulta essere più alta di 2 miliardi di euro. Allora queste politiche sanitarie che stanno impendendo allo Stato di fare le gare e che non curano, perché non affrontate nel modo corretto al tavolo tecnico?”.

Geronimo Cardia

Gennaro Parlati, presidente di Sistema Gioco Italia ha aggiunto: “sulle problematiche legate al riordino del gioco, mi auguro che ci sia impegno da parte di tutti affinché possa arrivare una soluzione nel minor tempo possibile”.

“E’ vero che non dobbiamo vergognarci del lavoro che facciamo, altrimenti dovremmo cambiare settore, ma per una volta voglio andare controtendenza. In 20 anni non siamo stati capaci di far comprendere il nostro ruolo, eppure la rete che abbiamo creato si è rivelata fondamentale per lo Stato. Senza di questa, senza il gioco legale, la prevenzione e la tutela dei minori non sarebbe stata possibile”.

 “La mia associazione è sempre stata molto scrupolosa, ma la situazione attuale è critica. Manca una base scientifica, una regolamentazione completa e occorre una soluzione, poiché quest’anno andiamo incontro per la prima volta ad un dato negativo”.

Gennaro Parlati

L’avvocato Angelo Caliendo (Eurispes) ha sottolineato come le misure del distanziometro e dei limiti orari siano state inefficaci contro la lotta alla ludopatia: “come istituto abbiamo dedicato numerose ricerche al settore del gioco, seguendo il percorso dell’ultimo ventennio. Oggi si parla ancora di intesa Stato-Regioni. Nel 2017 abbiamo salutato in maniera positiva la prima firma dell’intesa. Abbiamo però poi constatato che c’è stata da un lato una mancata applicazione e dall’altro ha generato dei ‘mostri’ come il distanziometro, il contenimento degli orari e un federalismo sul mondo del gioco, soprattutto fisico, in cui un operatore si ritrova a dover lavorare in una cornice europea con una Corte di Giustizia dove le sentenze sono legge che spesso disapplicano i provvedimenti nazionali e in una disomogeneità tra comuni”.

“Le nostre ricerche hanno dimostrato che il distanziometro è inefficace, in quanto la distanza dell’offerta di gioco legale dai luoghi di lavoro o di residenza del giocatore potenzialmente o realmente problematico risulta un fattore elettivo perché dà riservatezza e anonimato quando si ha anche solo parzialmente consapevolezza del problema. Questo è stato confermato anche da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità. Per quanto riguarda la contrazione degli orari dell’offerta, l’istituto ha segnalato il rischio che nelle fasce consentite, spesso sono quelle serali, ad una minore presenza del giocatore sociale si contrappone l’aumento del giocatore problematico creando così una sorta di area off limits. I nostri dati mostrano l’inefficacia dell’offerta socio-sanitaria e un elevato allarmismo sociale”, ha aggiunto.

“Quando si comprime l’offerta legale si rischia di ampliare l’area del gioco illegale. La discussione della riforma del settore avviene, purtroppo, in un contesto di legittimo quanto confuso dibattito culturale che investe l’area del gioco e che va ricondotto sulla realtà per evitare che si protraggano posizioni che minano l’offerta legale senza affrontare il tema socio-sanitario che emerge nell’area del gioco problematico. Il comparto del gioco legale coinvolge interessi pubblici, quali la sicurezza e la salute, non può prescindere da un quadro giuridico certo e chiaro dal quale si possa evincere ciò che è lecito e ciò che non lo è. Le incertezze rappresentano un incentivo a delinquere. Le restrizioni devono essere proporzionate e non discriminatorie e adeguate al perseguimento dello scopo per cui sono state introdotte. Il sistema risulta afflitto da pregiudizi di matrice ideologica e moralistica che determinano una caratterizzazione negativa di un settore dell’economia legale, fortemente regolamentato e che concorre in modo rilevante alle entrate erariale. Quando si comprimono spazio e tempo, le forze dell’ordine e la magistratura hanno sempre riscontrato l’aumento dell’attività illegale“, ha detto.

“Per la riforma del sistema è essenziale che la discussione sull’Intesa Stato-Regioni-Autonomie locali, tenga conto delle imprese di settore e associazioni per garantire equilibrio. Il riordino deve operare per produrre un sistema più avanzato e sicuro, tenendo conto degli impatti e le conseguenze. Il gioco fisico necessita di interventi urgenti, non va messo in secondo piano. La riforma dovrebbe evitare distanziometro, il contenimento degli orari e superare il federalismo nel mondo del gioco pubblico. E’ necessario evitare la ghettizzazione dei locali di gioco pubblico, alleato essenziale per combattere l’illegalità”, ha concluso.

Angelo Caliendo

Emilio Zamparelli, presidente di STS: “E’ un momento critico. Stiamo dando assistenza ai nostri soci per l’iscrizione all’Albo. I tempi sono stati davvero stretti per l’iscrizione, appena 15 giorni. Siamo ancora ai nastri di partenza per ciò che riguarda il riordino dell’online. C’è il decreto legislativo, ma ancora non si parla di gare, aspettando che Europa e Consiglio di Stato diano il via. Ancora una volta al settore e agli esercenti viene chiesto un sacrificio di natura economica. Probabilmente era più giusto che questo Albo partisse dal momento in cui ci fossero le gare. Rischiamo che questo Albo passi semplicemente come un qualcosa che serve esclusivamente per le entrate erariali. Bisognava attendere”.

“E’ l’ennesimo danno a un settore che ancora non ha recuperato i volumi che erano pre-pandemia. La rete è sottoposta anche a complicazioni di natura burocratica. In un breve lasso di tempo bisogna iscriversi all’Albo, con le complicazioni di natura tecnica e di allineamento dei pagamenti dell’F24. Spero che questo non dia il via ad ulteriori Albi, altrimenti gli esercenti sarebbero sottoposti ad uno stress burocratico enorme nei prossimi anni. E’ sembrata strana l’istituzione di un nuovo Albo, la Legge di Bilancio del 2020 prevedeva l’Albo unico per gli operatori di gioco. Probabilmente in questo momento per aiutare gli operatori sarebbe stato più giusto pensare a quel registro unico, che avrebbe snellito le procedure e reso dal punto di visto economico più leggero l’esborso che in questo momento gli operatori devono fare”.

Emilio Zamparelli

L’avvocato Allegrucci, componente di diverse organizzazioni di vigilanza e del CDA della società Erinne che edita ItaliaOggi ha aggiunto: “Le imprese maggiormente attente agli aspetti sociali e organizzativi sono quelle che nel corso del tempo sviluppano maggiormente la ricchezza. Il rating di legalità viene emesso dall’AGCM, che verifica una serie di garanzie organizzative. Unici requisiti riguardano un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, due anni di registrazione al registro delle imprese e sede nel territorio italiano. Ecco i benefici: facilita l’accesso al credito, fornisce punteggi aggiuntivi, rafforza la propria presenza nel mercato di riferimento ed un incremento del capitale reputazionale che ha un grande valore di ordine economico”.

Allegrucci, Rada, Distante, Vallefuoco, Felici

E’ intervenuto anche all’avvocato Valerio Vallefuoco, componente della Commissione Antiriciclaggio del Consiglio Nazionale Forense ed esperto esterno in materia di antiriciclaggio e anticorruzione: “Rispetto allo scorso anno le segnalazioni antiriclaggio sono aumentate del 30%, da 9000 a più di 12.000. I prestatori di servizio di gioco legale sono pertanto soggetti utili per questo tipo di sistema, poiché stanno implementando queste misure”.

“Ci sarà una maggiore regolamentazione per tutto il settore, ne è un chiaro esempio il sistema dei punti vendita di ricarica. Ci sarà una riduzione drastica del contante, come sta già accadendo in diversi Paesi Europei. Si tratta di un’applicazione di misure molto simili a quella per gli istituti di moneta elettronica, le operazioni diventeranno sempre più tracciate”. Una regolamentazione più rigorosa potrebbe aiutare il gioco legale a sconfiggere quello illegale: “Quello che oggi potrebbe sembrare un problema, avere un rapporto con gli istituti finanziari-istituti di moneta elettronica, potrebbe diventare in futuro una risorsa e garantire la supremazia del gioco legale su quello illegale”.

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Enada Workshop 2024: la riforma del gioco pubblico a tutela e rilancio delle piccole e medie imprese

L’evento di Roma ha coinvolto istituzioni, politici, associazioni, forze dell’ordine ed operatori

Riforma del gioco pubblico, un’occasione da non perdere per la tutela ed il rilancio delle piccole e medie imprese” è il tema trattato ieri a Roma nel corso di Enada Workshop 2024, evento organizzato da SAPAR e Italian Exhibition Group. Si è così discusso della riforma del gioco pubblico in Italia, con l’obiettivo di rilanciare il settore delle piccole e medie imprese e di tutelare il gioco lecito. L’evento ha coinvolto esperti e rappresentanti istituzionali.

Ad aprire il workshop è stato il padrone di casa, il Presidente di SAPAR Domenico Distante: “Grazie della vostra presenza per questo terzo evento che facciamo insieme alla Fiera di Rimini, ormai storico partner da 37 anni. Ringrazio il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il questore di Roma per aver delegato il dottor Fabrizio Cesari, dirigente della Base di Roma, il Generale Mariano La Malfa per aver mandato il Maggiore Andrea Pavia, il Generale e Direttore della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) Michele Carbone, il Comandante di Brigata Marco Pecci per averci inviato qui, in sua rappresentanza, il Maggiore Roberto Martina. Ne approfitto per complimentarmi con l’Arma dei Carabinieri per la nomina del nuovo Comandante Salvatore Luongo, il Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli Roberto Alesse, i parlamentari presenti che prenderanno la parola”.

Domenico Distante

“Le restrizioni che si applicano al gioco sono diventate ormai una battaglia di principi. Dobbiamo arrivare ad un punto di incontro? Ma parlare ancora di luoghi sensibili, distanze e limiti orari è un capriccio, pura ipocrisia. Chi ne paga le conseguenze sono le piccole e medie imprese, i gestori, gli esercenti e i nostri dipendenti. – ha concluso Distante – Dopo 20 anni parliamo ancora di etica, un esempio il fatto delle banche e della chiusura dei conti esclusivamente al settore del gioco”.

Presente all’evento anche Maria De Angelis, viceprefetto, che ha sottolineato di aver preso parte al workshop “in rappresentanza del Ministero dell’Interno. Tale Ministero è uno degli attori, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, di questo scenario. Non potevamo mancare. Siamo interessati a capire cosa si agita in questo mondo. Partecipiamo ai tavoli che ci sono stati nel tempo, ai processi di riforma del gioco pubblico lecito. Abbiamo preso parte anche al tavolo tecnico che in questi mesi si sta riunendo insieme alle Regioni. Siamo qui per ascoltare e monitorare le istanze che provengono dal comparto”.

Maria De Angelis

Andrea Ramberti, group exhibition manager di IEG,ha dichiarato: “Da 37 anni insieme a Sapar organizziamo Enada Rimini, unica fiera di riferimento per il sud Europa per il settore del gioco. Il nostro settore di riferimento non è quello del gioco, il nostro comparto è infatti quello dell’organizzazione fieristica, ma organizzando Enada da diversi anni ci sentiamo parte coinvolta. La nostra azienda è il primo player italiano per organizzazione fieristica. Nel 2025 Enada anticiperà le date: dal 17 al 19 febbraio”.

Presente in uno dei tanti panel dell’evento, anche Elisabetta Poso, dirigente dell’Ufficio Apparecchi da intrattenimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: “in termini di sostenibilità della nuova distribuzione sul territorio si sta da tempo discutendo nell’ambito del tavolo tecnico di supporto alla Conferenza Unificata. Solo nel momento in cui si raggiungerà un accordo in questa sede sarà possibile attuare la Legge delega fiscale e dopo poter partire con le gare che dovranno riuscire a far mettere a terra tutta la nuova serie di concessione delle varie tipologie di gioco”.

“Si sta cercando di trovare un equilibrio tra le varie istanze pubbliche che vengono rappresentate. Noi avevamo elaborato una proposta che teneva in considerazione un ridimensionamento generale dell’offerta, accompagnata da altre misure di tipo più qualitativo che miravano a creare una barriera giuridica, più che fisica, all’accesso da parte delle categorie più fragili, come ad esempio una maggiore qualificazione delle sale con una certificazione per quelle che avessero predisposto misure più stringenti di tutela per il divieto di gioco ai minori e di protezione delle categorie più fragili”, ha aggiunto.

“La trattativa sta andando avanti. Ogni parte sta presentando le sue proposte. L’Agenzia come organo tecnico sta facendo una serie di valutazioni anche di tipo erariale sulle conseguenze che porterebbero le proposte. Sullo sfondo c’è sicuramente il tema dell’individuazione dei luoghi sensibili, in maniera uniforme. Perchè questo è l’obiettivo. Noi siamo fermi sulla nostra proposta dal punto di vista tecnico, perchè solo scuole superiori e strutture di cura delle dipendenze ci garantiscono una localizzazione certa, una logica forte e una protezione nei confronti dei minori. Molti degli altri luoghi sensibili proposti sono indeterminati nella loro ubicazione, quindi determinerebbero grande incertezza. Per tutto il resto si dovrà fare i conti con una valutazione di tipo economico-erariale. Anche qui c’è necessità di un distribuzione omogenea e capillare su tutto il territorio. Nessuno ha intenzione di restringere drasticamente il settore del gioco fisico”, ha detto.

“Ho assistito negli anni ha una progressiva sensibilizzazione da parte del settore degli apparecchi nei confronti della tutela dei minori e del contrasto al gioco problematico, in parte dovuta anche alla legislazione che cambia e si evolve. C’è una maggiore sensibilità riguardo ai temi delle patologie e del rischio del gioco patologico. Si può fare ancora moltissimo, anche avvalendosi della tecnologia o delle varie soluzioni che si possono mettere a terra per aumentare la protezione verso le situazioni di fragilità o compulsività nei confronti del gioco. Sia dal lato della domanda, facendo crescere la consapevolezza anche nelle giovani generazioni del corretto approccio al gioco, ma anche dal lato dell’offerta, perchè possono esserci molte misure volte a una maggiore protezione dei fenomeni di degenerazione del gioco. Ad esempio l’autoesclusione dal gioco che ad oggi avviene per il gioco online e che si può estendere anche al gioco fisico”.

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Elisabetta Poso

Massimiliano Pucci, presidente As.tro (associazione degli operatori del gioco lecito), ha dichiarato: “Oggi il gioco è solo un segmento fiscale dello Stato, questo va detto ai cittadini. Tutto il resto è solo una battaglia politica in cui il settore non c’entra nulla. In tutta questa discussione sul gioco non ho mai sentito parlare dei ragazzi. Non darei troppo peso alla politica, che sceglierà in base alle convenienze. Dobbiamo preoccuparci soprattutto di chi non ha difese: i minori. Il riordino? Se ci cancella altre mille aziende non è buono. Siamo un segmento fiscale dello Stato, se non diventiamo un segmento merceologico non ne usciremo mai”.

Massimiliano Pucci

Poi Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP-Fipe:

“È difficile giungere a soluzioni stabili. Su argomenti di tale importanza è essenziale affidare il lavoro agli esperti, altrimenti si corre il rischio che alcuni tecnici finiscano per esprimere opinioni su scelte di natura politica. Così non si arriva mai a una conclusione”.

“Mi auguro che ci sia un approccio basato su analisi concreta, a tutela dei consumatori e delle finanze pubbliche. Non si può procedere con interventi frammentati, come sta accadendo con i punti di ricarica per il gioco online: serve una maggiore analisi scientifica e un confronto di opinioni ben strutturate”.

“Quest’anno potrebbe essere il primo in cui il gettito complessivo del settore giochi segna una flessione, escluso l’effetto della pandemia; è un segnale che anche la politica deve prendere in considerazione”.

Emmanuele Cangianelli

Geronimo Cardia, presidente di Acadi, ha aggiunto: “Erano dieci anni che aspettavamo un riordino. Il problema è che doveva essere complessivo e invece ne abbiamo fatto solo uno, quello dell’online. Ora c’è il tavolo tecnico a cui sono presenti solo il MEF, ADM e rappresentanze delle Regioni. Il dibattito è sul distanziometro e sulle limitazioni orarie. Se si ricerca l’equilibrio va bene, ma se invece si fanno operazioni di equilibrismo la situazione non va bene. Lo Stato sta dicendo alle Regioni che con le loro norme non può fare le gare, le sta pregando di non fare distanziometri che vietino il gioco sul 99% del territorio. Allo stesso tempo, sta cercando di far capire che mettere una limitazione sul gioco di 16 ore al giorno non serve a niente dal punto di vista sanitario. Serve un equilibrio che consideri la tutela seria del consumatore, il presidio di legalità con l’offerta pubblica e il gettito erariale. Va messa in campo un pochino di determinazione, bisogna far cadere questa insopportabile barriera di ipocrisia. Le proroghe? Sono onerose e il calcolo viene fatto sul numero degli apparecchi – tra cui anche quelli fermi in magazzino a causa delle norme regionali – con una maggiorazione del 15%, dovuta all’inflazione, del costo di concessione iniziale. E’ un paradosso, stanno chiedendo 40 milioni in più a un comparto già messo in difficoltà”.

Geronimo Cardia

Gennaro Parlati, presidente di Sistema Gioco Italia: “Questa del riordino è l’ultima chance che abbiamo, speriamo si trovi una soluzione. In 20 anni non siamo stati capaci di far comprendere il nostro ruolo. Quanto serviamo allo Stato rispetto alla rete che abbiamo realizzato sul territorio? Se non ci fosse il gioco legale sul territorio i nostri ragazzi non sarebbero neanche intercettati. Con le distanze stiamo rasentando il ridicolo. Manca una base scientifica, una regolamentazione completa e occorre una soluzione, poiché quest’anno andiamo incontro per la prima volta ad un dato negativo”.

Gennaro Parlati

Poi l’avvocato Angelo Caliendo (Eurispes): “Ci sono 27 Paesi con una legislazione diversa nel mondo de gioco, oltre al fatto che ogni Comune in Italia può decidere autonomamente. Dalle nostre analisi abbiamo appurato che il distanziometro ha una forte inefficacia e contraddittorietà. Anche i limiti orari possono comportare delle problematiche. Si deve fare di più, a partire da uno studio sociale a livello nazionale. Gli studi dimostrano che il gioco illegale acquista spazio quanto più si comprime il gioco legale. La discussione sulla riforma del settore sta avvenendo sulla base di un confuso dibattito culturale. Il comparto del gioco pubblico non può prescindere da un quadro chiaro. In merito alla riforma riteniamo sia essenziale che la discussione porti a una nuova intesa basata sull’ascolto della società civile e delle aziende di settore. Il riordino deve inoltre avvenire con la massima attenzione per garantire un sistema sicuro. Infine, bisogna evitare la marginalizzazione dell’offerta di gioco pubblico e va riconosciuto il ruolo rilevante dei punti vendita generalisti”.

Angelo Caliendo

Emilio Zamparelli, presidente di STS: “È un momento molto critico, in queste ore stiamo lavorando dando assistenza ai nostri soci per l’iscrizione all’Albo dei PVR. I tempi sono stati veramente stretti. Teniamo conto di una cosa, siamo ancora ai nastri di partenza per quanto riguarda i riordino dell’online. Ancora una volta viene chiesto un sacrificio di natura economica. Sarebbe stato più giusto far partire l’Albo con le gare, anche perché oggi ci sono vari problemi di natura tecnica. Ancora una volta i primi ad aprire i soldi sono gli esercenti”.

“E’ l’ennesimo danno a un settore che ancora non ha recuperato i volumi che erano pre-pandemia. La rete è sottoposta anche a complicazioni di natura burocratica. In un breve lasso di tempo bisogna iscriversi all’Albo, con le complicazioni di natura tecnica e di allineamento dei pagamenti dell’F24. Spero che questo non dia il via ad ulteriori Albi, altrimenti gli esercenti sarebbero sottoposti ad uno stress burocratico enorme nei prossimi anni. E’ sembrata strana l’istituzione di un nuovo Albo, la Legge di Bilancio del 2020 prevedeva l’Albo unico per gli operatori di gioco. Probabilmente in questo momento per aiutare gli operatori sarebbe stato più giusto pensare a quel registro unico, che avrebbe snellito le procedure e reso dal punto di visto economico più leggero l’esborso che in questo momento gli operatori devono fare”.

Emilio Zamparelli

L’avvocato Allegrucci, componente di diverse organizzazioni di vigilanza e del CDA della società Erinne che edita ItaliaOggi ha aggiunto: “Le imprese maggiormente attente agli aspetti sociali e organizzativi sono quelle che non corso del tempo sviluppano maggiormente la ricchezza. Il rating di legalità viene emesso dall’AGCM, che verifica una serie di garanzie organizzative. Lo può richiedere il comparto di diritto privato nazionale, unici requisiti riguardano un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, due anni di registrazione al registro delle imprese e che devono avere sede nel territorio italiano. Ecco i benefici: facilita l’accesso al credito, fornisce punteggi aggiuntivi, rafforza la possibilità della propria presenza o l’aggressione del segmento premium del proprio mercato di riferimento ed un incremento del capitale reputazionale che ha un grande valore di ordine economico”.

Allegrucci, Rada, Distante, Vallefuoco, Felici

E’ intervenuto anche all’avvocato Valerio Vallefuoco, componente della Commissione Antiriciclaggio del Consiglio Nazionale Forense ed esperto esterno in materia di antiriciclaggio e anticorruzione: “Rispetto allo scorso anno le segnalazioni antiriclaggio sono aumentate del 30%, da 9000 a più di 12.000. I prestatori di servizio di gioco legale sono pertanto soggetti utili per questo tipo di sistema, poiché stanno implementando queste misure”.
“Ci sarà una maggiore regolamentazione per tutto il settore, ne è un chiaro esempio il sistema dei punti vendita di ricarica. Ci sarà una riduzione drastica del contante, come sta già accadendo in diversi Paesi Europei. Vedo, inoltre un’applicazione di misure molto simili a quella per gli istituti di moneta elettronica, le operazioni diventeranno sempre più tracciate – ha proseguito Vallefuoco – Quello che oggi potrebbe sembrare un problema, avere un rapporto istituti finanziari-istituti di moneta elettronica, potrebbe diventare in futuro una risorsa e garantire la supremazia del gioco legale su quello illegale”.

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Livesport, presente in Italia con Diretta.it, acquisisce BeSoccer

Con questa importante acquisizione strategica la società ceca aggiungerà ben 25 milioni di utenti mensili ai 100 milioni già di Flashscore

Con una mossa storica che sottolinea il suo impegno volto ad espandere la propria portata nel settore della tecnologia connessa allo sport, la società ceca Livesport, che in Italia detiene diretta.it, ha acquisito il 100% di BeSoccer, un importante fornitore spagnolo di risultati di calcio in tempo reale, statistiche e notizie. Questa acquisizione strategica segna un significativo passo avanti per Livesport in quanto BeSoccer si unisce a Flashscore, celebre in tutto il mondo come il principale fornitore di informazioni sportive in tempo reale.

La base utenti di Livesport aumenterà di ben 25 milioni di utenti mensili, rafforzando il suo impegno nel fornire dati sportivi in ​​tempo reale agli appassionati di calcio di tutto il mondo. Livesport con l’acquisizione di BeSoccer ha come obiettivo quello di migliorare la propria offerta e consolidare il suo status di leader globale nella gestione e diffusione di risultati, statistiche e notizie sportive in tempo reale.

L’aggiunta delle funzionalità di BeSoccer consentirà all’azienda di offrire una copertura calcistica ancora più completa, con i tifosi che potranno ampliare la loro esperienza tramite informazioni tempestive e accurate. Martin Hájek, CEO di Livesport, si è soffermato con grande soddisfazione sull’importanza di questa acquisizione strategica: “L’acquisizione di BeSoccer rafforzerà in modo significativo la nostra posizione nei paesi di lingua spagnola e francese, dove BeSoccer detiene una forte base di utenti.”

Aggiunge Hájek: “Questa acquisizione è la più grande nella storia della nostra azienda e riflette la nostra aspirazione a rimanere all’avanguardia nel settore. La piattaforma BeSoccer ci aiuterà ad aumentare la nostra portata per realizzare la nostra missione: diffondere tutte le informazioni sportive importanti in tempo reale”.

L’attuale azionista di maggioranza di BeSoccer, Manu Heredia, ricoprirà da qui in avanti il ruolo di consigliere nel CDA con l’obiettivo di guidare la crescita e lo sviluppo dell’azienda: “Sognavo di cambiare l’industria del calcio con BeSoccer e sono stato incredibilmente felice durante l’intero viaggio. Sono orgoglioso di ciò che è diventato BeSoccer e dello straordinario team che ha contribuito a renderla l’app di risultati di calcio in diretta più popolare al mondo”.

Heredia guarda lontano: “Ora è il momento per BeSoccer di fare un passo avanti esponenziale con il supporto di Livesport, leader globale nell’informazione sportiva che condivide la nostra passione. Insieme esploreremo nuovi orizzonti affinché BeSoccer continui a crescere, non solo come la più grande app di calcio ma come il progetto definitivo per tifosi e professionisti del calcio. Questo è solo l’inizio di ciò che BeSoccer è destinato a diventare e, dalla mia posizione di consigliere del consiglio, continuerò a sostenere e guidare il suo percorso verso un futuro ancora più luminoso”.

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Challenge the ordinary. Ignite the extraordinary! FEEXPO 2025 anticipa il futuro del divertimento

Torna la più importante fiera che si svolge in Italia dedicata all’intrattenimento

Dopo i successi delle prime due edizioni torna FEEXPO 2025, la più importante Fiera che si svolge in Italia dedicata all’intrattenimento. Il terzo appuntamento, organizzato dal Consorzio FEE (costituito da un gruppo di aziende leader nella produzione e installazione di giochi e parchi gioco) in collaborazione con Promoberg (da 40 anni tra le realtà più dinamiche del sistema fieristico nazionale), è in programma in Fiera Bergamo dal 25 al 27 febbraio 2025.

Il salone, unico nel suo genere, si caratterizza perché ha tra gli organizzatori gli stessi operatori dell’Amusement, autentici protagonisti del mercato. Con la terza edizione, FEEXPO punta a crescere ulteriormente ed a consolidarsi come evento di riferimento del settore.

Oltre all’esposizione dei giochi tradizionali, l’edizione 2025 consentirà di compiere un viaggio nel domani del divertimento: realtà virtuali sempre più immersive, prototipi rivoluzionari, tecnologie all’avanguardia e attrazioni interattive innovative.

Luciano Patelli presidente Promoberg: “Le prime due edizioni di FEEXPO hanno confermato la bontà della manifestazione e consolidato la proficua collaborazione tra noi e il Consorzio FEE. Sin dalla prima stesura del progetto, abbiamo fortemente creduto e investito nel format, perché il gruppo di aziende leader del settore unite nel Consorzio (produttori, importatori e gestori), condivide la nostra stessa visione di intrattenimento e divertimento, che deve escludere qualsiasi attività che contempla vincite in denaro. Pur essendo un evento riservato ai soli operatori, FEEXPO chiama in realtà in causa anche tutti coloro che, da consumatori finali, utilizzano i macchinati portati in fiera, che sono nella stragrande maggioranza dei casi rappresentati da interi nuclei familiari e generazioni diverse. Come già avvenuto nelle precedenti edizioni, le imprese che animeranno il terzo appuntamento metteranno in vetrina (ma pronte per essere ‘testate’ dai visitatori) sia i giochi tradizionali che da decenni si passano il testimone tra generazioni diverse (dai nonni ai nipoti, passando dai padri ai figli) sia prodotti sempre più innovativi e hi-tech in grado di farci dialogare con l’intelligenza artificiale e farci viaggiare nel tempo e nello spazio. Una filiera tra le più significative per la nostra economia e che oggi più che mai svolge un fondamentale ruolo anche sociale, aggregando gruppi di persone: dalle famiglie, agli amici, passando per tutte quelle persone che prima di giocare (è solo uno dei tanti esempi) una partita a calciobalilla, magari non si conosceva neppure: ed è proprio questa capacità di saper aggregare a fare dell’Amusement uno dei settori più belli e divertenti della nostra economia”.

Tiziano Tredese, Presidente Consorzio Fee: “Anche per questa terza edizione, dopo i successi delle prime due, sono previste delle importanti novità. La Fiera accoglierà infatti espositori anche di settori complementari all’Amusement, come distributori di bevande e gadget. E quest’anno si sentirà ancora più forte la nostra voglia di internazionalizzazione. Abbiamo infatti incaricato una società specializzata nella ricerca di nuovi espositori a livello europeo, al fine di arricchire ulteriormente l’offerta. Inoltre nelle ultime fiere internazionali, in Cina e Olanda, abbiamo osservato nuove idee e giochi innovativi che presenteremo in anteprima alla nostra manifestazione. Si tratta di prodotti di altissimo livello che incorporano tecnologie all’avanguardia. Siamo pronti a partecipare alla fiera di Orlando, in Florida, dove siamo già in contatto con produttori statunitensi che stanno preparando l’introduzione di nuovi prodotti. Questo ci consentirà di ampliare ulteriormente l’offerta espositiva della FEEXPO”.

Alessandro Lama, Presidente Federamusement: “Secondo i dati della Banca Ifis, il settore dell’intrattenimento e dello spettacolo influisce dell’1,5% sul Pil nazionale. Nel 2023, ha registrato una crescita sostenuta, superando anche i livelli pre-pandemia. Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui la ripresa delle attività dal vivo, l’aumento della domanda di contenuti digitali e l’innovazione tecnologica. Tuttavia, le sfide sono ancora tante, soprattutto nell’ambito dell’intrattenimento senza vincite. FEEXPO rappresenta una straordinaria opportunità per tutti gli operatori di fare networking, stringere partnership e generare nuovi business. E per questa edizione, aspettatevi tante novità che promettono di rivoluzionare l’esperienza dei visitatori”.

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Il futuro del settore dei giochi in Italia: tra crescita, digitalizzazione e sfide fiscali

Dalla necessità di un riordino fiscale alle proroghe: un settore in evoluzione che richiede nuove strategie

Dall’analisi della fiscalità nel settore dei giochi pubblici emerge un quadro non solo caratterizzato da una significativa disomogeneità normativa rispetto ai singoli prodotti, ma anche da interventi di modifica delle aliquote o delle forme di prelievo erariale che negli anni scorsi hanno determinato una forte incertezza per operatori e giocatori. I costanti aumenti di aliquote e imposte registrate nell’ultimo decennio fanno del gioco italiano uno tra i più tassati d’Europa, con maggiorazioni delle aliquote in soli due anni (dal 2018 al 2020) del +24% per le apparecchiature AWP e del +38% per le VLT. Parallelamente, negli ultimi anni abbiamo assistito a un costante ricorso allo strumento delle proroghe delle concessioni, dapprima in fase emergenziale pandemica sono state necessarie per garantire la stabilità del comparto, oggi risultano comunque necessarie alla luce del mancato riordino territoriale.

Questo è uno dei temi trattati al convegno “Il futuro del settore dei giochi tra innovazione di mercato e politiche fiscali”, promosso da I-Com in collaborazione con IGT, che si è tenuto oggi a Roma.

“Il ricorso sistematico all’istituto della proroga è avvenuto in assenza di un accordo politico che fornisse una prospettive e certezze al settore, impedendo la celebrazione delle gare necessarie per garantire investimenti e innovazioni finalizzati alla tutela del giocatore e al contrasto al gioco illegale”, ha commentato il direttore dell’Area Salute I-Com Thomas Osborn che ha curato lo studio.

Mario Lollobrigida, Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha sottolineato la necessità di stabilità nel sistema concessorio: “Il ricorso sistematico alle proroghe è avvenuto in assenza di un accordo politico che desse certezze al settore. Questo ha impedito lo svolgimento delle gare necessarie per garantire investimenti e innovazioni, tutelare il giocatore e contrastare il gioco illegale”. Lollobrigida ha poi aggiunto: “Sarà fondamentale raggiungere un accordo tra Stato, Regioni e Comuni entro il 2025, affinché si possano celebrare nuove gare per le concessioni del gioco pubblico”.

Emilio Zamparelli, presidente di STS, ha evidenziato il divario tra il gioco fisico e quello online, soprattutto in termini di fiscalità: “I consumatori si stanno spostando sempre di più verso il gioco online, attratti dalla maggiore convenienza economica. Il Covid ha sicuramente accelerato questa tendenza, ma è la pressione fiscale che penalizza il gioco fisico rispetto a quello digitale”. Zamparelli ha anche aggiunto un’allerta riguardo agli apparecchi fisici: “Il settore è in crisi, con un calo degli incassi che sembra inarrestabile, ma questo non si riflette ancora sulle entrate erariali, il che deve far riflettere le istituzioni”.

Roberto Fanelli, già Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha parlato della sproporzione fiscale tra i vari comparti del settore: “È evidente la sproporzione fiscale tra il gioco fisico e quello online. Il 73% del gettito complessivo proviene da apparecchi, Lotto e Lotterie, mentre il gioco online, nonostante la sua grande raccolta, contribuisce poco all’erario. Bisogna trovare un equilibrio normativo che tenga conto del payout, perché la pressione fiscale attuale è insostenibile”. Fanelli ha inoltre proposto una soluzione sperimentale: “Si potrebbe tentare una riduzione del Preu sugli apparecchi, aumentando il payout. È stato già fatto con successo nel bingo e nel SuperEnalotto”.

Alberto Giorgetti, Direttore delle Relazioni Istituzionali di IGT, ha lodato l’iniziativa di confronto organizzata da I-Com: “Ringrazio I-Com per questo appuntamento, che offre un confronto virtuoso e utile per il dibattito politico. Questi incontri ci offrono stimoli estremamente interessanti per il futuro del settore”. Giorgetti ha poi concluso ricordando la necessità di collaborare con tutte le parti interessate per raggiungere una soluzione condivisa: “Solo attraverso un dialogo costruttivo tra istituzioni e operatori possiamo risolvere i nodi ancora irrisolti del settore”.

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Report CGIA Mestre e As.Tro: comparto awp e Vlt in crisi. In 4 anni persi 7.500 posti di lavoro e 30% di raccolta

Il settore è il maggior contribuente per l’Erario

Un settore in lenta ripresa nel secondo anno di ritorno alla normalità, dopo il drammatico biennio pandemico 2020-2021. Pesantemente ridimensionato il comparto degli apparecchi che tuttavia fornisce ancora il contributo più rilevante in termini di gettito erariale.

È il quadro che emerge dal “Percorso di Studio sul settore dei giochi in Italia” condotto dalla CGIA Mestre, presentato oggi a Roma in collaborazione con l’associazione As.tro. L’indagine, focalizzata in particolare sugli apparecchi da gioco (le cosiddette AWP e le videolottery), parte dalla stima del numero di addetti del comparto, realizzata sulla base di informazioni fornite dagli archivi camerali e dalla banca dati del Ries, il registro degli operatori di gioco dell’Agenzia Dogane e Monopoli, al quale i soggetti che operano nel settore degli apparecchi sono tenuti a registrarsi.

Nel 2023, rispetto al 2019, vi sono stati 7.578 occupati in meno. In calo anche le imprese della filiera AWP/VLT, se ne contano 8.851 in meno. Si tratta di riduzioni superiori al 14% che riflettono quelle dei margini del comparto. Si stima che, a fine 2023, le imprese della filiera AWP/VLT fossero 51.612 di cui 41.075 esercizi generalisti e 10.537 dediti prevalentemente al gioco lecito e produttori. Il numero degli occupati, intesi come unità di lavoro sostenute dal sistema AWP/VLT, si stima attorno alle 44.000 unità.

L’analisi dei principali parametri economici del settore, al secondo anno di ritorno alla normalità, sembra confermare che il comparto degli apparecchi da gioco con vincita in denaro si stia attestando su una minore dimensione rispetto al periodo pre-pandemico.

Nel 2023, la raccolta complessiva delle AWP/VLT è stata pari a 33,7 miliardi di euro, confermando il mancato recupero di 12,7 miliardi rispetto al 2019. Anzi, nel 2023 rispetto al 2022, si è avuto un leggerissimo ulteriore calo pari a 8 milioni di euro. Pertanto, rispetto al 2019, la raccolta è diminuita di oltre il 27% stabilizzandosi su livelli decisamente inferiori a quelli pre-pandemia.

Limitandosi alle sole AWP, emerge uno scenario peggiore: nel 2023 rispetto al 2022 la raccolta è calata ulteriormente del 2,6% corrispondenti a 446 milioni di euro. L’unica nota relativamente positiva riguarda la raccolta delle VLT che è aumentata del 2,7% rispetto al 2022, attestandosi a 16,7 miliardi di euro. Si tratta di una crescita non sufficiente a colmare il divario che si è creato nel corso del 2020-2021. Nel 2023 la raccolta delle VLT è stata inferiore del 29% rispetto al 2019, ma con una lievissima tendenza alla crescita.

Confrontando poi l’andamento dei principali parametri economici del comparto AWP/VLT con quelli dei rimanenti comparti del gioco lecito risulta evidente che lo stesso si muova in controtendenza.

L’intero settore – già nel 2021 – aveva recuperato il divario pandemico e ha continuato a crescere nel biennio 2022-2023: la raccolta complessiva del gioco lecito è cresciuta di oltre un terzo rispetto al periodo pre-Covid raggiungendo 147,6 miliardi di euro, le vincite sono aumentate in maniera più che proporzionale (+39,5%); rilevante è stato il contributo al gettito pari a oltre 11,6 miliardi di euro, mentre il fatturato è salito del 12% (a fronte di un’inflazione che nello stesso periodo ha segnato un +16%). All’interno di questo quadro, si riscontrano tuttavia differenti andamenti tra le varie offerte di gioco.

Dal punto di vista fiscale il comparto AWP/VLT fornisce un contributo ancora molto importante per l’erario pari a 5,5 miliardi di euro corrispondenti a oltre il 47% del gettito dell’intero settore del gioco lecito. Inoltre, le aziende contribuiscono con ulteriori forme di prelievo che vanno ad accrescere il già rilevante apporto nelle casse dello Stato. Si tratta di una lunga lista di imposizioni (IRPEF/IRES, addizionali, IRAP, TARI, diritto camerale, contributi previdenziali, etc) che ammontano a circa 830 milioni di euro portando il contributo complessivo a 6,3 miliardi di euro.
Negli anni post pandemia, nonostante la riapertura del canale fisico e la fine delle limitazioni alla circolazione, la crescita del gioco on line ha ripreso il proprio ritmo: dopo un relativo rallentamento del 2022 (+4%), nel 2023 la spesa è cresciuta del 13%.

I Concessionari autorizzati ad operare nel settore del Gioco online attualmente sono 81, di cui 54 italiani e 27 esteri. Da una prima analisi si stima che i proventi del Gioco on line dei 54 Concessionari italiani rappresentino un ammontare di risorse in grado di sostenere almeno 1.800 – 1.900 lavoratori.

Le novità introdotte con il D.Lgs 41/2024 di riforma del Gioco on line sono destinate ad impattare sulla struttura della filiera, andando nella direzione di un suo ridimensionamento.

Pur non essendo previsto un limite massimo di concessioni rilasciabili con il nuovo bando, è evidente – si legge nel Report – che l’elevata una tantum (7 milioni di euro) ne limiterà il numero. Si deve considerare che l’80% della raccolta e l’85% della spesa sono riconducibili a sole 18 concessioni, in grado di realizzare volumi di spesa (raccolta meno vincite) superiori a 50 milioni di euro. Numerosità che arriva a 30 se si considerano le concessioni con volumi di spesa a partire da 20 milioni annui. Le rimanenti 56 concessioni si collocano al di sotto di questa soglia e insieme realizzano il 5,5% della spesa e il 6,3% della raccolta: per i titolari di queste concessioni l’importo dell’una tantum con molta probabilità sarà troppo elevato per rinnovare la concessione e quindi se ne ipotizza l’uscita dal mercato.
Un’ulteriore riduzione della filiera si avrà anche a seguito della regolamentazione dei Punti di vendita ricarica che molto probabilmente saranno destinati a dimezzare passando da 60-50 mila a 30 mila. Sono, infine, destinati a sparire i gestori indipendenti di siti web per conto dei concessionari (skin): nella nuova formulazione legislativa solo i concessionari sono autorizzati alla gestione del sito quale unico canale di accesso all’offerta di gioco.

Se si confronta la raccolta del gioco online del 2022 rispetto a quella del 2019, si vede che è aumentata di 36,6 miliardi di euro. Si è avuta una crescita con un ritmo maggiore proprio nel biennio 2020-2021 in cui il gioco fisico subiva prolungate chiusure. Tutte le tipologie di gioco online sono cresciute. Tuttavia la crescita dell’intero comparto online può essere spiegata per il 95% da 3 delle 11 tipologie di gioco che lo compongono. Tra queste tre, quella dello Slot online ne esprime la quota maggiore (53%).
Si può stimare che complessivamente la maggior crescita sia pari a 10,6 miliardi di euro che potrebbero derivare da uno spostamento dal gioco fisico delle AWP/VLT.

Si può quindi ipotizzare che le Slot online abbiano svolto una funzione di sostituzione delle AWP/VLT ipotizzando che molti giocatori, in considerazione dell’impossibilità di giocare durante il periodo pandemico (2020-2021), si siano spostati nel canale virtuale.

Lo studio si sofferma infine anche sulla differenza tra gioco legale – che risponde a regole precise, assicura determinate percentuali di vincite ed è una risorsa preziosa per l’erario – e quello illegale, che sfugge a qualsiasi forma di tassazione e non ha regole che tutelino i giocatori. Sulla quantificazione di quest’ultimo non vi sono dati puntuali; nel 2024, tuttavia, l’Agenzia Dogane e Monopoli ha dichiarato che le stime sulla raccolta del gioco illegale più attendibili attestano la cifra «di 20- 25 miliardi di euro». Altro nodo per il settore rimane legato alle leggi regionali e delibere degli enti locali che negli ultimi anni hanno puntato a contenere il comparto del gioco lecito con disposizioni come il “distanziometro” e i limiti orari. Le diverse norme locali hanno disciplinato la materia con un diverso grado di severità, in alcuni casi con una forte riduzione delle attività sul territorio.

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SBC Summit 2024: affluenza record per l’evento dedicato al gioco pubblico

Pedro Reis, ministro dell’Economia portoghese, ha inaugurato l’evento

Il SBC Summit 2024 ha registrato un’affluenza straordinaria, con oltre 25.000 partecipanti riuniti alla Feira Internacional de Lisboa dal 24 al 26 settembre, segnando un aumento del 66,7% rispetto all’edizione precedente di Barcellona. Questo dato consolida il Summit come uno degli eventi di riferimento più dinamici e in crescita nel settore delle scommesse sportive e dell’iGaming.

L’imponente area espositiva di 110.000 m² ha ospitato 600 espositori da tutto il mondo, che hanno presentato le ultime novità nei settori “Casino & iGaming”, “Sports Betting”, “Player Protection” e “StartupSphere”. Tra le novità più attese, tre nuovi summit hanno arricchito l’evento: l’”Affiliate Leaders Summit”, il “Payment Expert Summit” e l’”ESI Lisbon”, ampliando la gamma di contenuti e di pubblico.

Il “Super Stage” nella MEO Arena è stato il centro focale dell’evento, dove personalità di spicco come Tony Hawk, Sir Tim Berners-Lee, Peter Schmeichel, Luís Figo, Merab Dvalishvilli e la nota presentatrice sportiva Laura Woods hanno tenuto interventi di grande ispirazione. L’evento ha chiuso in grande stile con l’INFINITY Lisbon, una festa che ha visto esibirsi DJ di fama mondiale come Miss Monique, Don Diablo e Darude, trasformando il summit in un’esperienza memorabile.

L’inaugurazione del Summit è stata impreziosita dall’intervento del ministro dell’economia del Portogallo, Pedro Reis, che ha aperto ufficialmente i lavori il 24 settembre, sottolineando l’importanza dell’evento per l’economia e l’industria del gioco.

Il 26 settembre, giornata conclusiva del Summit, si è svolto un panel dedicato all’Italia, che ha visto la partecipazione di figure di spicco come l’avvocato Stefano Sbordoni, Marco Castaldo (CEO di Microgame) e Christian Tirabassi (Senior Partner di Ficom Leisure – Gaming Advisory & Investments). Durante il dibattito, sono stati affrontati i temi chiave legati alla situazione degli operatori italiani e ai cambiamenti normativi in atto, con particolare attenzione al bando delle concessioni online, che prevede un costo di 7 milioni di euro per ogni licenza. Gli interventi hanno messo in evidenza le sfide che gli operatori stanno affrontando e i potenziali impatti del nuovo quadro regolatorio sul mercato italiano.

Anche gli operatori italiani hanno giocato un ruolo centrale all’evento. Microgame, rappresentata dal CEO Marco Castaldo, ha dichiarato: “È un momento di grande sviluppo per la nostra azienda. Siamo qui per rappresentare il made in Italy nel gioco e presentare i nostri servizi e piattaforme, che negli ultimi anni hanno subito un importante rinnovamento. Vogliamo proporre queste innovazioni anche a operatori internazionali.”

Marco Bedendo, direttore generale di Microgame, ha presentato la nuova piattaforma “New bos”, sottolineando: “Stiamo introducendo un approccio modulare per permettere ai nostri clienti di personalizzare la tecnologia in base alle loro esigenze. Un passo avanti verso una user experience omogenea tra retail e online, soprattutto in ottica multicanale.”

Infine, Alessio Cicolari, CEO del Gruppo AK, ha parlato della situazione degli Esports in Italia, esprimendo preoccupazioni sul futuro del settore a causa dell’assenza di una normativa chiara: “Il vuoto normativo sta soffocando l’industria degli Esports. Senza regole chiare, sarà difficile attrarre investimenti e far crescere il settore in Italia.”

SBC Summit 2024 si è quindi concluso con successo, confermandosi un evento imprescindibile per discutere le sfide e le opportunità future del settore delle scommesse sportive e dell’iGaming, con un focus particolare sulle dinamiche normative che influenzeranno l’industria a livello globale.