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Inaugurata a Roma la prima “Casa della Legalità”

L’iniziativa rientra in una serie di strumenti per lotta a illegalità, criminalità e corruzione

Una iniziativa del coordinamento Alleati per la Legalità che racchiude le più importanti associazioni di gioco pubblico

Inaugurata questa mattina a Roma, presso l’Admiral Bingo di Via Prenestina 657, la prima “Casa della Legalità” del Lazio allestita in un punto di Gioco Pubblico. Al taglio del nastro era presente il Presidente del Municipio Roma V Mauro Caliste.

Il progetto ‘Casa della Legalità’ vuole essere uno strumento in più per sostenere la lotta all’illegalità, alla criminalità ed alla corruzione. Nasce, infatti, con il fine di sensibilizzare i cittadini a rivolgersi esclusivamente alle sale che rispettano le norme, per informarli sui rischi del gioco patologico, offrire riferimenti per denunciare violazioni o reati all’interno del proprio ambiente di lavoro, nel quartiere, nella comunità.

“Siamo onorati, come V Municipio, di esser stati scelti per la nascita della prima Casa della Legalità. Rientra nel nostro DNA, in quanto crediamo molto nella legalità. A pochi chilometri da qui stiamo installando una targa in ricordo di Falcone e Borsellino. Il nostro impegno è quello di far crescere con questi ideali le nuove generazioni. E’ importante che in zone come il Quarticciolo si apra un nuovo punto dove si può dare una risposta ai cittadini che hanno bisogno”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Mauro Caliste, presidente del V Municipio, in occasione dell’inaugurazione della prima “Casa della Legalità” del Lazio allestita in un punto di Gioco Pubblico. “Ho un profondo rispetto dei lavoratori – ha continuato -. Nel nostro Municipio sono 700 i lavoratori occupati nelle sale da gioco. Sono persone che hanno sofferto, perché credo che questa sia una delle categorie che ha patito di più in questi due anni di lockdown”.

La casa della legalità nasce “per rinforzare quello che è uno dei temi fondanti dell’operatività del nostro settore che è la tutela e presidio della legalità. Abbiamo visto come in assenza del presidio di gioco regolato, inevitabilmente si scivola sull’illegale. L’abbiamo visto durante il lockdown quando è stato chiuso tutto il gioco fisico ed in quelle regioni che hanno espulso il gioco legale”. Ha dichiarato ad Agimeg Matteo Marini, ad di Admiral Gaming Network. “Durante il lockdown, da marzo 2020 a giugno 2021, sono state trovate dalle forze dell’ordine una sala clandestina ogni 3 giorni. Questo dà la misura di quella che è la potenzialità dell’illegale qualora si espellesse il gioco pubblico dal territorio. Nel Lazio, il 28 agosto prossimo questo rischio diventa una certezza se non si interviene in qualche modo. In questa regione esistono circa 5.000 punti vendita specializzati, con circa 10mila dipendenti che dal 28 di agosto non avranno più lavoro”. “Abbiamo fatto una serie di proposte alla Regione Lazio di miglioramento della legge – ha concluso Marini – per il raggiungimento degli stessi obiettivi che la legge si pone, vale a dire la lotta al gioco illegale ed alla criminalità e la tutela delle persone più deboli ed a rischio gioco patologico”.

“La Casa della Legalità è il passo successivo ad un’alleanza tra diversi soggetti rappresentativi che sono uniti dall’idea di comunicare fermamente il ruolo degli operatori del gioco, di sale specializzate come quella che presentiamo oggi, ma anche degli esercenti non specializzati che offrono scommesse o apparecchi in un momento ed in una Regione in cui la legislazione è ancora legata ad un’idea di contrasto alle dipendenze che probabilmente non è la più funzionale”. E’ quanto dichiara ad Agimeg Emmanuele Cangianelli, presidente EGP-Fipe, nel corso dell’inaugurazione della prima Casa della Legalità a Roma. “Questo tipo di punti vendita di gioco e gli avanzati sistemi di controllo all’accesso ci permettono di far vedere ai regolatori ed ai rappresentanti politici come l’offerta di gioco regolamentato sia uno strumento e non un problema da risolvere”. “Lo stato dell’arte del Lazio è di un grande pericolo. La Legge Regionale – ha continuato Cangianelli – è tra quelle di più lunga data, la sua prima stesura è del 2013. All’inizio era una di quelle leggi che cercava di limitare l’espansione dell’offerta, fino all’inizio del 2020. In quella data è stata invece resa retroattiva ed è stato addirittura introdotto lo strumento di misurazione del distanziometro, con il raggio. La sua applicazione quindi, come dimostrano perizie urbanistiche che le associazioni hanno fatto in tutti i capoluoghi della regione, porterebbe all’impossibilità di continuare a lavorare mediamente in oltre il 97% di tutte le aree dei capoluoghi di regione. Questo significa che solo un numero sparuto di sale potrebbe restare aperto o altre si potrebbero aprire solamente in mezzo alle campagne. E’ un tema che il Ministero dell’Interno non apprezza molto per ovvie esigenze di controllo del territorio e dei fenomeni che possono nascere intorno ad attività del genere. La via è quella di fermare questo rischio e suggerire ai legislatori di studiare altri sistemi, come il controllo all’accesso delle sale e un utilizzo più intenso degli operatori nella lotta alla dipendenza”, ha concluso.

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