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Legge regionale sul gioco del Lazio: in piazza per difendere 16mila posti di lavoro

Davanti alla Regione Lazio, i lavoratori del gioco pubblico si sono ritrovati per chiedere di cambiare la norma che andrà in vigore da fine agosto

A fine agosto l’entrata in vigore della norma sui giochi metterebbe a rischio migliaia di aziende e lavoratori

Si è tenuta ieri mattina la manifestazione ‘Legalità, Lavoro, Lazio. I lavoratori del gioco pubblico in piazza per 3 buoni motivi’ davanti al palazzo della Regione Lazio.

L’evento – organizzato dal coordinamento ‘Alleati per la Legalità – ha avuto un grandissimo riscontro a livello di partecipazione e aveva come principale finalità quella di sensibilizzare le istituzioni sull’argomento e chiedere alla Giunta Zingaretti e al Consiglio della Regione Lazio di rivedere la legge 5/2013 che significherebbe la perdita di 16mila posti di lavoro nella regione tra soli 120 giorni, a causa dell’entrata in vigore di alcune norme fortemente penalizzanti per il settore, come quella del distanziometro retroattivo.

Una delegazione dei manifestanti è stata accolta dal Capo di Gabinetto della Regione Lazio, Andrea Napoletano, al quale sono stati presentati tutti i problemi che l’entrata in vigore del regolamento regionale comporterebbe.

Da ciò che è emerso dall’incontro ci può essere ottimismo per il comparto. Uno dei portavoce della delegazione, Emmanuele Cangianelli (EGP-Fipe) ha affermato infatti: “Abbiamo avuto la sensazione che si siano percepiti tutti i rischi che questa legge comporta. Il provvedimento in cui si discuterà questa materia sarà il Collegato che verrà votato entro il 30 di giugno, quindi molto in anticipo rispetto alla scadenza di fine agosto che preoccupa il comparto laziale.

Non hanno dato nessuna assicurazione – ha proseguito Cangianelli -, ma la nostra sensazione è che il tema sia ben compreso. Quindi tutti noi dobbiamo lavorare per avere una maggioranza di consiglieri che si renda conto della necessità di almeno uno slittamento o una cancellazione di questo termine. C’è fiducia che qualcosa possa cambiare, ma c’è ancora tanto da lavorare”.

Anche il presidente di Acadi, Geronimo Cardia, ha sottolineato l’importanza per il Consiglio Regionale del Lazio di “avere coraggio superando le ipocrisie ideologiche ed elitarie secondo cui voler rimuovere un distanziometro espulsivo sia fare un favore allo Stato biscazziere o peggio ancora alla criminalità per le infiltrazioni nel comparto, perché abbiamo sentito anche questo.

La verità è un’altra ed è sotto gli occhi di tutti: lo Stato non è biscazziere ma si prende la grande responsabilità di dare ai propri cittadini un prodotto misurato e controllato per una domanda che comunque esiste”.

Anche le istituzioni erano presenti alla manifestazione dei lavoratori del gioco ed è stato particolarmente apprezzato l’intervento del presidente della Commissione Urbanistica di Roma Capitale, Tommaso Amodeo, che ha affermato: “Conosciamo bene le motivazioni di questa battaglia: tutela dell’attività economica, tutela occupazionale e tutela della salute, perché sappiamo che nei contesti legali i giocatori problematici vengono intercettati e curati ed è l’opposto di ciò che accade nei contesti clandestini. Mi sono posto la domanda di quale sia la motivazione che anima la legge regionale e credo che si tratti di proibizionismo e voglio ricordare che la storia ha già dimostrato che non sia efficace”.

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