A Roma manifestazione contro la chiusura delle attività di gioco
Si è tenuta ieri a Roma, in piazza Monte Citorio, la manifestazione in ‘rosa’ delle lavoratrici del gioco legale “Io dico Basta – Il lavoro non è un gioco”. Promossa dalla presidentessa dell’associazione di categoria EMI Rebus e membro del Comitato Direttivo di GiocareItalia, Antonia Campanella, la manifestazione ha voluto rappresentare una protesa al femminile, ma non per questo meno dura, sulla prolungata chiusura che sale giochi, sale scommesse e sale bingo stanno subendo da fine ottobre, dopo aver dovuto chiudere le saracinesche anche in primavera con il primo lockdown.
Oltre 6 mesi di chiusure forzate per il settore del gioco legale, che conta oltre 150 mila lavoratori il cui futuro oggi più che mai è a rischio, vista anche l’assenza di una data per una possibile riapertura. Le manifestanti hanno chiesto a gran voce ristori adeguati per le perdite subìte in questo periodo e maggiori garanzie sulla cassa integrazione dei dipendenti. In molti casi non è infatti ancora pervenuta quella riguardante il primo lockdown.
Alla manifestazione, che ha visto protagoniste oltre 100 donne, tra lavoratrici ed imprenditrici del settore, sono intervenuti diversi rappresentati politici, appartenenti sia alla maggioranza sia all’opposioni, che si sono detti pronti a rappresentare le istanze del settore al Premier Giuseppe Conte, per spingere verso una pronta riapartenza delle attività economiche chiuse da troppo tempo, senza casi dimostrati di contagi avvenuti nelle sale giochi, sale scommesse o bingo.
“Abbiamo protocollato le nostre istanze e ci è stato garantito che nelle prossime ore o giorni saremo contattati”, ha fatto sapere la promotrice della manifestazione ‘rosa’, Antonia Campanella. “Le altre volte non ci avevano promesso nulla, mentre oggi ci hanno garantito determinate cose. Ora il problema principale è la tenuta del Governo, attendiamo di vedere cosa succederà nelle prossime ore”.