La CGIA Mestre ha presentato un rapporto a tre anni dall’entrata in vigore della legge
E’ stato presentato questa mattina il report CGIA Mestre “Il Gioco legale in Piemonte”, a tre anni di distanza dall’entrata in vigore della legge sulla ludopatia.
Il webinar, organizzato con il sostegno di As.Tro, Associazione degli operatori del gioco lecito e Sapar e Associazione nazionale gestori giochi di Stato, ha visto la partecipazione di alcuni ricercatori, tra cui Manuela Vinai Sociologa e Autrice del Libro “I giocatori – Etnografia nelle sale slot della provincia italiana” e ha ospitato il sottosegretario al Mef Pier Paolo Baretta, l’Assessore Attività produttive della Regione Piemonte Andrea Tronzano e il Consigliere della Regione Piemonte e Presidente della III Commissione Claudio Leone.
Aumenta la raccolta ma aumenta anche l’illegalità
La raccolta in Piemonte nel triennio 2016-2019, nonostante il distanziometro previsto dalla Legge regionale, è aumentata di 460 milioni di euro, ben il 7% in più. A causa delle norme nazionali, regionali e locali, tra cui la riduzione del numero degli apparecchi da intrattenimento, l’aumento delle distanze da luoghi sensibili e la riduzione degli orari di gioco, ha determinato un incremento del gioco illegale. I controlli della GDF sul gioco hanno quindi evidenziato un aumento delle irregolarità e un aumento esponenziale dell’imposta evasa che è passata da 477 mila euro del 2016 a oltre 4,5 milioni di euro nel 2018.
Effetti sul lavoro
Gli incassi delle slot machine in Piemonte sono in forte crollo, così come le occupazioni che hanno portato un netto taglio alle entrate erariali. Le slot in Piemonte sono diminuite di oltre 17mila unità tra il 2016 e il 2019, riduzione che ha interessato anche gli esercizi generalisti, come bar e tabacchi, in cui sono presenti apparecchi da gioco: dai 6.323 del 2016 ai 1.431 del 2019 (77,4%), più del doppio rispetto al taglio su scala nazionale (30%).
Anche i dipendenti sono interessati da questo taglio, considerato che la loro occupazione è garantita dal reddito degli apparecchi. Si stima, senza considerare l’impatto del distanziometro sul settore delle sale dedicate (sale gioco e sale scommesse), una perdita dei posti di lavoro pari a 1.700 unità. Da maggio 2021, considerata invece la piena applicazione del distanziometro, si stima una perdita complessiva dei posti di lavoro tra le 2.870 e le 3.800 unita rispetto al 2016.
Effetti sull’erario
E’ di circa 163 milioni, tra Preu e canone concessorio, la perdita annua per l’erario. Perdita che può aumentare sino a 200 milioni se si calcola il mancato gettito legato alla riduzione di fatturato per le aziende del settore. In Piemonte il comparto degli apparecchi ha garantito nel 2019 un gettito di oltre 354 milioni di euro. Se questo gettito sparisse e ci fosse la necessità di rimpiazzarlo, ogni famiglia piemontese dovrebbe versare ben 176 euro. Ma la realtà dei fatti è che questo settore contribuisce alle casse pubbliche ben oltre 400 milioni se si considerano, oltre al PREU, tutte le altre forme di imposizioni che gravano sulle imprese.
Effetti del Covid-19
Il settore del gioco è stato uno dei più colpiti dai provvedimenti di contenimento dell’emergenza da coronavirus e ha vissuto una chiusura prolungata rispetto ad altre attività economiche. A causa di questi prolungati periodi di sospensione dell’attività gli operatori del settore hanno subito gravissime contrazioni del fatturato. Considerando il primo lock down di tre mesi e l’ulteriore chiusura attuale si stima che la riduzione del fatturato medio possa sfiorare il 40%/ 45%. (fed)