Esperti e operatori hanno discusso le novità del settore, l’evoluzione del gioco online e la tutela dei consumatori
“In Italia ci sono 35mila luoghi non specializzati di gioco, mentre ci sono 5mila sale dedicate al gioco. Per Fipe, l’associazione che rappresento, la protezione dei consumatori è un obiettivo statutario ed è per questo che ci battiamo per regole migliori in grado di fare migliorare davvero il mercato dei giochi “. È quanto ha detto Emmanuele Cangianelli, presidente EGP-Fipe, durante il panel “Essentials in Italy” all’European Association for the Study of Gambling.
Analizzando i diversi canali, dal 2019 ad oggi la quota di denaro speso dagli italiani nel gioco online è più che raddoppiata, passando da meno del 10% al 21,2% del totale. Di questa somma, circa il 53% proviene da slot e poker online, mentre il 38% dalle scommesse. Altro canale importante è quello degli apparecchi da intrattenimento, da cui proviene circa il 41% dei margini lordi di Stato ed operatori. Da notare, in questo caso, una importante riduzione rispetto agli ultimi anni (nel 2019 la percentuale sul totale era del 53%) dovuta all’alta tassazione e alle basse vincite consentite rispetto al passato.
Cangianelli ha anche posto l’accento sulla necessità di un riordino del gioco legale in Italia, evidenziando come ci siano ancora aspetti da migliorare nel mercato regolamentato. “Il distanziometro, i limiti orari e la tessera sanitaria per gli apparecchi da intrattenimento non risolvono il problema del gioco problematico, ma spostano i giocatori verso canali illegali”, ha dichiarato. Tuttavia, Cangianelli ha anche riconosciuto il valore delle strategie antiriciclaggio e dei filtri all’accesso, che permettono un approccio più consapevole al gioco, contribuendo così alla protezione dei consumatori.
Nonostante le criticità, il settore continua a evolversi, con circa 85.000 punti vendita attivi e un crescente spostamento verso il gioco online. Per Cangianelli, il riordino normativo dovrà puntare su regole più equilibrate e giuste, eliminando le disparità di tassazione che favoriscono alcuni canali distributivi rispetto ad altri. “Questa riflessione è fondamentale per fare finalmente un passo avanti”, ha concluso, ribadendo l’importanza di un confronto con le best practice europee.
Stefania Colombo, Director Global Sustainability di IGT, ha centrato il suo intervento sul concetto di sostenibilità e gioco responsabile. “Abbiamo fatto molti passi avanti attraverso studi e strategie per aumentare la consapevolezza dei giocatori”, ha spiegato. Per Colombo, la prevenzione è un elemento chiave, e una comunicazione costante con il mondo accademico risulta essenziale per migliorare le regolamentazioni e individuare le azioni più efficaci.
IGT ha adottato un approccio proattivo per tutelare i giocatori, con particolare attenzione ai giovani di età compresa tra 18 e 24 anni, offrendo strumenti di protezione personalizzati. Inoltre, Colombo ha sottolineato l’importanza di ridurre lo stigma associato al gioco, auspicando che “nei prossimi anni il gioco responsabile diventi parte integrante delle strategie aziendali, contribuendo a migliorare l’opinione pubblica”. La sostenibilità rimane centrale nelle operazioni di IGT, che si impegna anche su temi ambientali e sociali, come il supporto alle comunità locali.
Valérie Peano, fondatrice dell’European Gambling Lawyers and Advisors, ha rivolto l’attenzione al rinnovamento del gioco online, definendo la nuova legislazione italiana “ambiziosa”, specialmente per gli aspetti tecnologici e di innovazione. “Il nuovo sistema prevede solo grandi player, dato che la licenza ha un costo di 7 milioni di euro, un aumento significativo rispetto ai precedenti 200.000 euro”, ha spiegato Peano. Questo cambiamento selezionerà operatori capaci di garantire solidità finanziaria e politiche di gioco responsabile valutate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Peano ha anche espresso critiche al divieto di pubblicità sul gioco, definendolo “un totale fallimento” poiché non esistono studi che ne dimostrino l’efficacia. Ha suggerito che regolamentare la pubblicità, anziché vietarla del tutto, permetterebbe di riconoscere i brand autorizzati e tutelare i giocatori dal mercato irregolare. “Pubblicizzare le società di gioco legale potrebbe anche aiutare a promuovere il gioco responsabile”, ha concluso, auspicando un approccio più equilibrato e strategico.