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Tabaccai, stop all’obbligo di accettare pagamenti con carte di credito

I Monopoli di Stato hanno annunciato l’esenzione a ricevere pagamenti con moneta elettronica

Stop all’obbligo di accettare la carta di credito, per il pagamento di valori bollati e tabacchi, per i tabaccai. Questa la grande novità annunciata durante il T2000, il salone dei prodotti e dei servizi per le tabaccherie, che ha fatto tappa a Catania.

In pratica per l’acquisto di sigarette, marche da bollo, francobolli ed in generale valori bollati, i tabaccai potranno non accettare il pagamento con moneta elettronica. Una novità molto attesa dalla categoria.

Il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Marcello Minenna ha completato l’istruttoria propedeutica all’esenzione dell’obbligo, per i tabaccai, di accettare pagamenti con carte di credito per quanto riguarda proprio tabacchi e valori bollati. A breve è attesa la relativa Determina che renderà ufficiale l’esenzione.

“Abbiamo portato avanti questa richiesta senza risparmio di energie e da molto tempo. La bassa marginalità di questi prodotti e servizi mal si concilia con i costi dei transazione della moneta elettronica”, le parole di Mario Antonelli, presidente della Federazione Italiana Tabaccai.

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Giochi, cresce il mercato in Italia: oltre 65 miliardi di euro raccolti nei primi sei mesi del 2022

Scommesse, casinò online e giochi a distanza trascinano l’intero settore, in lieve calo slot e VLT

E’ in crescita il mercato dei giochi in Italia nel primo semestre del 2022. Rispetto al 2021 i numeri mostrano un aumento sotto tutti i punti di vista, dalla raccolta complessiva alla spesa, passando per il volume generato dalle scommesse e dal gioco a distanza. Soffre solo il comparto slot e VLT, che sta evidentemente ancora cercando di riprendersi dai mesi di chiusura durante i lockdown per la pandemia.

In particolare, nei primi sei mesi del 2022 la raccolta complessiva del settore dei giochi è stata di oltre 65,7 miliardi di euro (erano stati 48 miliardi nel 2021 e 55 miliardi nel 2019). La spesa, cioè le giocate meno le vincite, è stata di 9,9 miliardi, contro i 9,7 miliardi del semestre precedente. In lieve crescita anche l’incasso dell’ Erario, quasi 5,5 miliardi nei primi sei mesi del 2022 contro i 5,4 miliardi del secondo semestre 2021.

Il gioco a distanza mantiene comunque nel periodo gennaio-giugno 2022 gli stessi livelli di raccolta fatti registrare nello stesso periodo del 2021 (26,2 miliardi).

Per quanto riguarda le scommesse, la raccolta dei primi 6 mesi del 2022 (7,5 miliardi di euro) cresce di circa il 25% rispetto ai livelli 2019 (6 miliardi), trainata però esclusivamente dalle scommesse online (5,3 miliardi), che aumentano, rispetto al 2019 (3,7 miliardi), di oltre il 40% (la Raccolta delle scommesse fisiche 2022, invece, si riduce di quasi il 20% rispetto al 2019).

Confrontando invece nello specifico il primo semestre del 2022 e il secondo semestre del 2021, si nota come la raccolta di giochi numerici e lotterie sia stata di circa 10,2 miliardi, in linea con i 10,1 registrati nel secondo semestre dello scorso anno. La spesa è stata invece di circa 3,1 miliardi (100 milioni in più rispetto a luglio-dicembre 2021). Più marcato l’aumento delle entrate erariali, passate dai 1.541 milioni del secondo semestre 2021 ai 1.611 dei primi sei mesi del 2022.

Forte crescita infine per i giochi online del casinò, poker e bingo, che nel primo semestre 2022 hanno raccolto 28,2 miliardi di euro, contro i 25,8 dell’ultimo semestre 2021. Meno netta invece la crescita della spesa (da circa 1,2 miliardi nel secondo semestre 2021 ad oltre 1,2 nei primi sei mesi del 2022) e degli incassi dell’Erario (da 320 milioni a 347).

Passando alle note negative per il mercato dei giochi, da segnalare invece il calo della raccolta del settore degli apparecchi da intrattenimento. Slot e VLT nel primo semestre di quest’anno hanno infatti raccolto 16,4 miliardi, contro gli oltre 16,7 miliardi del secondo semestre del 2021. Stessa tendenza anche per la spesa, che passa dai 4,3 miliardi del secondo semestre ai 4,2 miliardi dei primi sei mesi del 2022 e per l’Erario che ha incassato 2,7 miliardi (100 milioni in meno del secondo semestre 2021).

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Scommesse: arriva la proroga onerosa

Importi, termini di pagamento e rinnovo fideiussioni, i dettagli per i concessionari

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha reso noto i dettagli per la proroga delle concessioni delle scommesse. I concessionari potranno così saldare l’importo dovuto, in particolare per ogni singola agenzia la proroga onerosa prevede un pagamento di 7.500 euro, mentre per ogni corner la somma è di 4.500 euro.

Questi importi vanno a coprire l’annualità che va dal 30 giugno 2022 al 30 giugno 2023. L’ADM ha inoltre fatto sapere che i pagamenti devono essere versati in due rate, la prima il 31 ottobre 2022 e la seconda il 30 aprile 2023.

Ma non solo, perché nella nota ufficiale inviata ai concessionari sono indicate anche le modalità per il periodo 1° luglio 2023-30 giugno 2024. In questo caso, con gli stessi importi previsti per la prima annualità, le due rate sono previste per il 31 ottobre 2023 ed il 30 aprile 2024.

Previsto anche l’adeguamento delle fideiussioni che dovrà avvenire entro il 30 novembre 2022 e coprirà gli obblighi di concessione fino al 30 dicembre 2024. Le fideiussioni rimarranno poi a disposizione di ADM fino al 31 dicembre 2025.

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Minenna (dir. gen. ADM): “Nuove tecniche di indagine e controllo per rendere più sicuro e impermeabile a infiltrazioni della criminalità il settore del gioco pubblico”

ADM in prima linea nella lotta al mercato illegale che drena 100 miliardi di euro

Si è svolto questa mattina il convegno “Il gioco illegale e i suoi disvalori, il gioco minorile e la ludopatia” organizzato dalla Direzione Territoriale Campania di ADM e svoltosi presso il Palazzo Abbaziale di Montevergine.

“Si tratta del primo corso interregionale di formazione, funzionale a condividere le nuove tecniche di indagine e di investigazione in un settore molto importante come quello del gioco”, ha dichiarato ad Agimeg Marcello Minenna, direttore generale di ADM

“Questo è infatti un settore che dal punto di vista legale movimenta oltre 150 miliardi di euro e purtroppo esiste anche una penetrazione della criminalità economico-finanziaria per importi rilevantissimi, superiori ai 100 miliardi di euro. Con queste nuove tecniche di controllo e indagine cercheremo di rendere il settore sempre più impermeabile a infiltrazioni legate a fenomeni di illegalità”. f

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Caro Energia: dal 100% al 400% gli aumenti per sale giochi, sale scommesse, sale bingo, tabaccai e gestori

Un’inchiesta di Agimeg evidenzia l’allarme per gli aumenti dei costi energetici che pesano nel settore del gioco pubblico

Il rincaro energetico ha colpito anche il settore del gioco pubblico ed a soffrirne maggiormente è la rete dedicata alla raccolta del gioco fisico. I gestori di sale scommesse, sale bingo e sale giochi, hanno visto recapitarsi delle bollette il cui importo ha ulteriormente aggravato la già precaria situazione finanziaria.

Pochi giorni fa la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) aveva lanciato l’allarme chiedendo il potenziamento dei crediti di imposta già a partire dal terzo trimestre 2022 nell’ambito della conversione del decreto legge c.d. “Aiuti bis”. In tal senso va letta l’iniziativa “bollette in vetrina” con la quale Fipe-Confcommercio ha invitato gli esercizi associati ad appendere nei proprio locali le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica. Bollette monstre, triplicate rispetto a un anno fa.

Una situazione che sta costringendo gli esercenti a dover scegliere tra gli aumenti dei listini e la sospensione dell’attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del governo.

Questa iniziativa – ha spiegato Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio – ha l’obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po’ di più con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti. Con aumenti dei costi dell’energia del 300% si lavora con una pistola puntata alla tempia. Se il Governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare”.

E qui nasce il grande problema per gli operatori che offrono gioco. Il settore non può infatti intervenire sul prezzo del prodotto offerto e quindi scaricare in questo modo almeno una parte del peso del caro energia. Il costo dell’aumento delle bollette è un costo “puro”, sul quale le sale giochi non possono intervenire direttamente. Un aspetto questo che mette questo tipo di attività in una posizione economicamente e socialmente più pericolosa rispetto ad altre attività.

Agimeg ha svolto un’inchiesta tra le associazioni ed i titolari di sale scommesse, sale bingo e sale giochi, ottenendo un quadro del comparto davvero preoccupante. Le sale più “fortunate” hanno registrato un aumento dei costi per l’energia del 100%-150%, con punte che arrivano anche al 300%-400%. Una situazione insostenibile e che mette a rischia attività e migliaia di posti di lavoro.

Anche EGP FIPE conferma aumenti dei costi energetici nel comparto delle sale specializzate tra due e tre volte nell’arco dell’ultimo anno. I costi energetici hanno avuto storicamente un peso tra il 5 ed il 10 per cento dei costi delle sale e facilmente – dopo il periodo COVID – la crescita di questi costi è sufficiente a portare in rosso i conti di una sala.

EGP FIPE come parte di Confcommercio partecipa all’azione di proposta al Governo di alcune misure urgenti, in particolare:

– incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100%, misura che andrà estesa anche all’ultimo trimestre dell’anno e resa accessibile a tutti gli operatori di gioco;

– ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022;

– incremento della copertura dai Fondo di garanzia per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica.

Abbiamo raccolto i dati dai concessionari”, racconta ad Agimeg Italo Marcotti Presidente di Federbingo-Confindustria “e come drammaticamente annunciato abbiamo riscontrato che i nostri timori erano fondati. Il combinato disposto dell’estate particolarmente calda e l’impennata del costo energetico ha prodotto un incremento medio del 300% dell’importo del costo relativo al consumo di energia elettrica riferito al mese di luglio 2021/2022. Va inoltre ricordato che la fiscalità generale impone al nostro settore che l’IVA sia indetraibile e pertanto, rispetto al settore industriale e di commercio, abbiamo un aggravio del 22%. Se aggiorniamo il valore del costo energetico nel conto economico gestionale rileviamo che compone mediamente il 30% del valore totale della voce costi. Le sale Bingo, come tutto il settore del gioco, non può ribaltare tale incremento sul prezzo del prodotto finito e pertanto l’incremento deve essere assorbito al 100%.”

Marcotti è anche intervenuto su quali iniziative potrebbe essere intrapreso per far fronte a questa drammatica situazione. “ Il Governo sta adottando iniziative di carattere generale e pertanto non possiamo attenderci delle iniziative mirate. Premesso che ADM non può intervenire, non resta che la via parlamentare e ritengo che il veicolo possa solo essere la prossima “Legge di Bilancio”. Auspichiamo che il Governo in attesa del riordino della normativa di settore faccia propria la rimodulazione degli insostenibili canoni onerosi di concessione, se così non sarà cercheremo di sensibilizzare la parte politica.”

Anche il settore delle scommesse sta registrando aumenti preoccupanti dei costi relativi all’energia. Ne è un esempio le bollette che vedete pubblicate. Questa sala scommesse di Montesilvano in Abruzzo ha pagato, per gas ed energia, 2.078 euro nel 2021. Il costo fa riferimento, come evidenziato nella bolletta, al bimestre luglio-agosto 2021 più il conguaglio di giugno dello stesso anno. Nella seconda bolletta si evidenzia un costo di 2316 euro, ma solo per il mese di luglio 2022. Facendo le proporzioni sul consumo, l’aumento dopo solo 12 mesi è di oltre il 100%.

“Non siamo bar o ristornati dove è possibile riversare parte dei costi sui prezzi al pubblico – spiega ad Agimeg Luca Paiola titolare diverse agenzie di scommesse – “a mio avviso si dovrebbe intervenire, per fronteggiare almeno in parte questa situazione, sulla riduzione del Preu in modo tale che la filiera possa assorbire il colpo. E devo sottolineare che forse il peggio deve ancora arrivare. Da più parti è stato infatti annunciato che ci potrebbero essere ulteriori aumenti, si stima il 30%, rispetto alle cifre attuali. Insomma si potrebbe arrivare ad un aumento del 200% del costo dell’energia per le nostre attività. Pensate cosa potrebbe succedere questo inverno alle agenzie che si trovano in zone fredde? Ho paura che molte di queste potrebbero essere costrette a chiudere i battenti dopo aver resistito a due anni di pandemia”.

Ed anche le sale slot/vlt sono alle prese con i gravi problemi di aumento dei costi energetici: “Pensate alle macchine accese in una sala, all’aria condizionata per offrire all’utente un ambiente gradevole e si capisce subito come il costo dell’energia abbia un impatto determinante sulle sale”. . racconta ad Agimeg Domenico Distante presidente della Sapar, la più antica associazione italiana di gestori del settore del gioco –“ Con questi aumenti, che per questo tipo di attività potrebbero arrivare anche al 400%, si stanno mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Ma non solo le sale sono a forte rischio. Anche le imprese di gestione stanno soffrendo in maniera forte dell’aumento del gas e del gasolio, visto che svolgono la loro attività di assistenza, incassi, ecc utilizzando delle vetture. Il Governo deve intervenire a tutela di sale ed imprese, perché siamo lavoratori ed imprenditori come gli altri e meritiamo le stesse tutele”.

Anche i tabaccai, soprattutto quelli con all’interno una offerta di gioco varia (terminali, slot, ecc) stanno accusando il colpo. Secondo quanto appreso da Agimeg, nelle tabaccherie di questo tipo il costo dell’energia sono praticamente raddoppiati.

Ed intanto c’è chi si prepara a spegnere i condizionatori in inverno acquistando stufe a pallet o chi spegne parte delle macchine nelle sale per consumare meno. Dopo la chiusura prolungata nel doppio lockdown (le imprese di gioco furono le prime ad essere chiuse e le ultime ad essere riaperte), adesso si chiedono altri sacrifici ad un settore che non può più farne. Migliaia di imprese pubbliche e di lavoratori si aspettano che stavolta la politica non si scordi di loro, perché meritano la stessa attenzione, perché hanno la stessa dignità di tutte le altre imprese che stanno pagando a caro prezzo la difficile situazione energetica.

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Freni (MEF): “Il gioco pubblico settore da proteggere in un’ottica industriale, di occupazione, di tutela delle fasce deboli, di lotta all’illegalità”

Importante il coinvolgimento di Enti Locali, ADM ed operatori per la ristrutturazione del settore

Dallo stato dell’arte e le attese per la legge nazionale sul gioco pubblico al coinvolgimento di ADM, enti locali ed operatori per la “ristrutturazione” del settore, dall’istituzione delle gare per le nuove concessioni alla lotta all’illegalità, passando per la tutela delle fasce più deboli, dei minori e dei lavoratori. Questi alcuni dei temi toccati dal sottosegretario al MEF Federico Freni, in una esclusiva intervista rilasciata al direttore di Agimeg Fabio Felici.

Con la crisi di Governo rischia di entrare in crisi anche il settore del gioco pubblico. La tanto attesa legge delega per il riordino del settore a livello nazionale, da lei predisposta, potrebbe essere “dimenticata” dal nuovo Governo?

Sicuramente non aver mandato avanti la legge delega sul gioco è stata un’importante occasione mancata per dare il via alla riscrittura di regole chiare, omogenee e trasparenti per tutto il settore del gioco pubblico.

Tuttavia, il lavoro fatto non è stato assolutamente inutile e non verrà dimenticato, anzi, nella prossima legislatura, con l’auspicio di avere un Governo più sensibile alle esigenze del settore, vi posso garantire, a prescindere dal rinnovo del mio attuale incarico, che sarà mia cura portare avanti il progetto di delega e, soprattutto, vederlo realizzato.

Rimango sempre fermamente convinto che il settore sia da considerare un settore industriale da proteggere e salvaguardare nelle sue varie sfumature, sia per il lavoro dei suoi protagonisti sia per contrastare l’illegalità sia per tutelare i soggetti più deboli e vulnerabili e i minorenni attraverso azioni mirate e definitive.

Lei, in una lettera ai Governatori, aveva invitato gli stessi a soprassedere sulle leggi regionali proprio in vista dell’adozione del disegno di legge delega che avrebbe unificato le regole sull’intero territorio nazionale. Con l’attuale situazione governativa non c’è il rischio di una recrudescenza di leggi regionali proibizionistiche che di fatto potrebbero comportare la perdita di migliaia di posti di lavoro e favorire l’illegalità?

Quando decisi di scrivere la lettera ai Governatori, invitandoli a sospendere le varie iniziative regionali peggiorative per il settore del gioco ero fermamente convinto, e lo sono tuttora, che il loro contributo sia più che necessario per addivenire ad una soluzione della “questione territoriale” che tuteli i soggetti più deboli e vulnerabili da un lato ma nello stesso tempo consenta agli operatori di continuare nella loro attività imprenditoriale senza dover subire danni economici.

Riordinare il settore significa coinvolgere Regioni ed Enti locali nelle sedi opportune al fine di fissare i principi sui quali riscrivere i regolamenti e le ordinanze locali. Questo non significa privarli del loro potere normativo, ma inserirlo in una cornice più organica di quella attuale, per consentire la definizione di regole chiare e trasparenti e soprattutto omogenee su tutto il territorio.

Colgo l’occasione per ribadire a tutti i Governatori la necessità di approfittare di questo particolare momento storico per fare una riflessione sul tema e valutare l’opportunità, in un prossimo futuro, di lavorare tutti insieme per trovare soluzioni nuove al miglioramento del comparto senza rinunciare alla tutela dei minorenni e delle fasce più deboli con maggiori garanzie contro l’illegalità.

Recentemente ha evidenziato come sia stato in molti casi difficile spiegare ai suoi colleghi perché sia utile un atteggiamento equilibrato e razionale al settore del gioco pubblico. Secondo lei con il nuovo governo ci sarà la possibilità che questo atteggiamento sia meno problematico e più produttivo?

Mi auguro proprio di sì. Credo che sia ormai chiara l’importanza di una riforma strutturata del settore del gioco, a maggior ragione se si guardano i dati evidenziati dagli studi di vari organismi quali il CGIA di Mestre, il CENSIS, l’EURISPES, e anche quelli di alcune istituzioni universitarie quali la LUISS e la Cattolica, oltre che le affermazioni di personalità come il Procuratore antimafia De Raho e l’ex Capo della polizia Gabrielli, che hanno dimostrato come una penalizzazione eccessiva del gioco legale favorisca quello illegale, gestito dalla criminalità.

Uno dei pilastri fondamentali su cui si basa la legge delega è proprio la lotta senza quartiere all’illegalità. Occorre intervenire dove lo Stato è assente e non garantisce adeguati livelli di controllo. Se prospera l’illegalità si danneggia lo Stato e gli operatori del settore che lavorano onestamente e che lo Stato stesso ha il dovere di proteggere.

La lotta all’illegalità passa attraverso strumenti tecnologici avanzati sia sul gioco fisico sia soprattutto sull’online, sull’introduzione di regole trasparenti sui flussi di denaro, sui requisiti soggettivi e di onorabilità dei soggetti appartenenti alla filiera e così via.

Riordinare il gioco pubblico attraverso l’approvazione della legge delega, mi sento di dire che è diventata ormai una necessità imprescindibile a cui il futuro Governo non potrà sottrarsi.

Sul tema dei rischi della salute per i cittadini, ed in particolare sui rischi del gioco d’azzardo patologico, quali sono le misure concrete che pensa possano essere messe in campo nel prossimo futuro per combattere questi fenomeni?

Se l’illegalità è un problema manifesto, la ludopatia, quanto meno nella sua formulazione immediata, è forse meno evidente ma è un problema altrettanto grave che, a differenza dell’illegalità, non attiene alla qualità della regolazione, ma alla qualità della vita dei giocatori. È un tema, dunque, che tutti noi dobbiamo considerare seriamente, alla pari di quello dell’illegalità, nell’elaborazione di linee di sviluppo e di tendenza della normativa che possano garantire ai giocatori un gioco sicuro, esente anche da derive ludopatiche.

Al riguardo, ribadisco che la legge delega anche su questo aspetto è fondamentale tant’è che uno dei pilastri su cui si basa è la prevenzione ed il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo patologico.

Il gioco non fa male in assoluto, ma possono esistere alcune situazioni in cui il gioco fa male e crea dipendenze. Dobbiamo impedire da un lato che le famiglie abbiano problemi a seguito di un approccio malato nei confronti del gioco e dall’altro che il gioco di per sé venga assimilato ad una patologia, in quanto non lo è.

Tanti possono essere gli strumenti per impedire che ciò accada, dalla continua evoluzione degli apparecchi da intrattenimento che consente di garantire un maggior controllo sul gioco compulsivo, all’istituzione del Registro nazionale di autoesclusione dal gioco, nonchè alla formazione continua di esercenti e gestori. Sarò, come sempre, pronto ad accogliere i suggerimenti di chi con tali problematiche si confronta nel quotidiano per elaborare altre misure utili per contrastare il disturbo da GAP e la ludopatia in generale.

Lei, il 28 settembre 2022, appena tre giorni dopo le prossime elezioni, avrebbe festeggiato il suo primo anno da Sottosegretario. Un periodo intenso che L’ha vista protagonista di una ricerca di soluzioni equilibrate, di tutela per le fasce più deboli, di massima attenzione al settore dell’imprenditoria del lavoro, senza dimenticare il sociale, per quanto riguarda il gioco pubblico. Un lavoro che è stato molto apprezzato dal settore che ha riposto in Lei fiducia e speranze ma che adesso rischia di essere messo nuovamente in discussione?

Quando ho accettato il mio incarico come Sottosegretario al Mef ero consapevole del fatto che il lavoro necessario per realizzare gli obiettivi prefissati dalle deleghe assegnatemi sarebbe stato duro e faticoso.

Non ho perso tempo e ho iniziato immediatamente a lavorare alla predisposizione del testo della legge delega sul gioco nel rispetto di tutte le varie figure istituzionali e non, coinvolte nel processo redazionale, fin ad arrivare ad ottenere, finalmente, la bollinatura del testo da parte della Ragioneria Generale dello Stato.

A quel punto sembrava che la parte più faticosa fosse superata ed ero pronto a istituire un gruppo di lavoro per la stesura dei vari decreti delegati non appena il testo della legge delega fosse approdato in Parlamento. Purtroppo, così non è stato, la compagine politica ha manifestato più volte le perplessità sull’avvio dell’iter parlamentare, ma non mi sono mai arreso e ho continuato a lavorare affinché ciò potesse realizzarsi.

Quello che posso ribadire oggi è che ho sempre trovato nel settore, a tutti i livelli, molta collaborazione, disponibilità e aperture a possibili nuovi scenari che mi hanno consentito di lavorare in maniera costruttiva e concreta.

Il lavoro da fare è ancora molto e spero di avere di nuovo la possibilità di poter accettare la sfida perché sono sicuro che, con la collaborazione degli enti locali, dell’Agenzia, di tutti gli operatori del settore, non solo potremmo vedere realizzata la legge delega, ma anche lo svolgimento delle nuove gare da troppo tempo ferme e con futuro incerto, oltre a poter continuare ad occuparci della tutela delle fasce più deboli, dei minori, della legalità, dell’occupazione e dello sviluppo dell’imprenditoria.

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Paolo Capone (Segr. Gen. Ugl): “Le modifiche introdotte alla legge regionale Lazio hanno salvato migliaia di imprese e posti di lavoro”

Un passo importante a tutela del gioco legale

“Le modifiche introdotte nei giorni scorsi alla legge sul gioco da parte del Consiglio della Regione Lazio hanno impedito che si verificasse un vero e proprio terremoto sul fronte dell’occupazione, scongiurando così che il comparto potesse scivolare nell’illegalità”. Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Ugl Paolo Capone, in merito alle modifiche che la Regione Lazio ha apportato nei giorni scorsi alla legge regionale sul gioco pubblico.

Nel Lazio sono circa 12.000 le persone che lavorano nel settore. Secondo Capone “l’efficacia retroattiva del distanziometro dei punti gioco prevista dalla legge, ora fortunatamente modificata, avrebbe causato la perdita di centinaia di posti di lavoro e la chiusura di decine di imprese, con tutti i vantaggi che ne sarebbero inevitabilmente derivati per la criminalità, da sempre interessata a infiltrarsi nel settore del gioco legale. Tali effetti deleteri – chiosa il sindacalista – non si produrranno grazie alla nuova normativa, che introduce anche rilevanti misure a tutela dei giocatori ludopatici“. 

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Legge gioco Lazio: eliminato il distanziometro per le attività esistenti

La distanza minima dai luoghi sensibili per le nuove aperture sarà di 250 metri

Il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato un subemendamento al Bilancio 2022, con il quale viene eliminata la retroattività per il distanziometro.

Si tratta di un cambiamento molto atteso dagli operatori del gioco. A fine agosto prossimo era infatti prevista l’introduzione di un distanziometro di 500 metri per tutti i punti gioco presenti nella regione.

In pratica, tutti i locali ed agenzie, con slot installate al loro interno, presenti sul territorio del Lazio con una distanza inferiore ai 500 metri, avrebbero dovuto delocalizzare la propria attività.

Grazie a questo nuovo provvedimento, il distanziometro verrà applicato solo alle nuove aperture e non si estenderà quindi anche ai punti già presenti sul territorio.

La normativa prevede inoltre che i punti di gioco legale debbano avere una distanza minima di 250 metri dai luoghi sensibili.

Le nuove norme introducono però numerose prescrizioni per tutti gli esercenti, anche quelli vecchi, tra cui: la riduzione della frequenza delle singole giocate a non meno di una giocata ogni 30 secondi; la separazione netta tra lo spazio dedicato agli apparecchi da gioco e gli altri ambienti degli esercizi; una pausa obbligatoria di 5 minuti ogni trenta minuti di gioco consecutivi; interdizione dal gioco ai soggetti in stato di manifesta ubriachezza; riduzione delle fasce orarie.

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Saracchi (ADM): “Le stime per il 2022 sono di 150 miliardi di raccolta, frutto della straordinaria attività di contrasto all’attività illegale”

Stiamo lavorando per l’online che ha le concessioni in scadenza il 31 dicembre

“Come può un settore economico non scomparire dopo un anno di chiusura? Il gioco ce l’ha fatta a rialzarsi perché è una eccellenza”.

Questo uno dei temi toccati da Stefano Saracchi, direttore per i giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel corso del suo intervento durante la presentazione studio della CGIA Mestre, in collaborazione con Astro, sul gioco pubblico.

Saracchi ha anche sottolineato che: “le stime per il 2022 sono di 150 miliardi di raccolta, frutto della straordinaria attività di contrasto all’attività illegale”.

“Il risultato dell’emersione del gioco illegale è frutto del presidio che ha l’Agenzia. Durante la chiusura è venuto fuori il substrato dell’illegalità che si stava perfezionando. Inoltre, l’agenzia è pronta a mettere in atto anche altri accorgimenti”.

“Lo spirito dietro la pubblicazione dell’elenco sul rapporto tra banche e operatori è quello di tutelare il consumatore“.

“Il 31 dicembre scade la concessione per gli operatori di gioco online. Abbiamo informato il ministero competente su quali potrebbero essere le soluzioni da apportare e ci stiamo lavorando”. 

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Freni (sottosegretario Mef): “Escludo che il settore del gioco pubblico possa subire ulteriori aumenti di tassazione”

Norme disomogenee sul territorio non è da paese civile

“Il settore del gioco pubblico è un comparto industriale a tutti gli effetti. Però non posso ignorare che nelle regioni e province italiane si gioca in modo differente. Tutto questo ha un senso?

Probabilmente nell’ottica proibizionista sì, ma nell’ottica di mercato di garantire regole certe per pianificare il futuro è totalmente dissennato. Questa non è una normativa da paese civile. Devono esserci regole uniformi tutelando al contempo le peculiarità territoriali. È l’incertezza delle regole che crea l’illegalità”.

E’ quanto ha dichiarato Federico Freni, sottosegretario al MEF, nel corso della presentazione dello studio della CGIA Mestre, in collaborazione con Astro, sul gioco pubblico,

“Il nostro dovere è sradicare tutto ciò che non è limpido e che non tutela le fasce della popolazione più fragili. Noi, insieme all’Agenzia, abbiamo provato a cambiare le cose con una Legge delega che è stata mandata al Consiglio dei Ministri e che è stata bollinata dalla Ragioneria dello Stato. A parole sono tutti bravi, ma quando c’è da fare qualcosa si tirano tutti indietro per paura di sporcarsi”.

“Escludo che il gioco possa essere ulteriormente tassato. Come si fa a chiedere nuove tasse a settori, come il Bingo, che non hanno avuto ristori anzi hanno pagato anche durante il periodo di chiusura?”.

“Nella Legge di Bilancio potranno esserci prodotti di gioco in cui una parte del gettito sarà diretta a determinati comparti che ne hanno bisogno. A livello di sport non esiste solo il calcio, ma ci sono tante attività cosiddette minori e che hanno meno fondi. Lo sport va sostenuto, ma con intelligenza”.

Freni ha poi dichiarato: “La normazione del settore non è adeguata e sono fiducioso di poterla cambiare. Mi attendo una risposta alla lettera che ho inviato ai presidenti delle Regioni, diamo il tempo di leggerla”.

“E’ presto per parlare di rivedere il blocco della pubblicità del gioco. E’ un tema delicato. Io sono laico sul tema e bisogna ascoltare tutte le sensibilità e trovare una sintesi, ma è ancora presto per parlarne”.