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Totocalcio tra novità e tradizione: al via l’open hearing per la riforma

Lunedì 27 luglio ADM organizza un incontro sulla riforma dei concorsi pronostici sportivi

Si terrà lunedì prossimo, il 27 luglio dalle ore 11 alle 13, il primo open hearing, organizzato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, dedicato alla riforma dei concorsi pronostici sportivi, con un focus sul Totocalcio. La finalità dell’iniziativa è quella di aprire un confronto sulle prospettive di questo gioco, centrale nella cultura sportiva e nella sensibilità degli italiani, alla luce della riforma dei concorsi pronostici sportivi.

Un momento di confronto che vedrà l’ADM affiancata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ufficio per lo sport) e da Sport e Salute s.p.a. (Direzione Marketing e Sviluppo) nell’ascolto di soggetti esterni e di operatori del settore per raccogliere osservazioni e proposte circa il rilancio dei concorsi pronostici sportivi e, in particolare, del Totocalcio.

L’Agenzia, quale autorità amministrativa che svolge tutte le funzioni in materia di organizzazione ed esercizio dei giochi, scommesse e concorsi pronostici, con questa iniziativa vuole dare concretezza al suo ruolo di istituzione attenta all’ascolto di tutti i player del settore, promuovendo il dialogo per favorire il rilancio del Totocalcio, un gioco ‘storico’ che conserva un elevato valore sociale.

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Infiltrazioni criminali nel gioco legale causate anche da sovrapposizioni tra discipline comunitarie, nazionali e locali

Miglioramento del sistema pubblico di gestione del gioco al centro dell’incontro tra il presidente Eurispes, Gian Maria Fara ed il direttore generale di ADM, Marcello Minenna

Gli obiettivi individuati attraverso il Protocollo d’intesa e di collaborazione istituzionale tra la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo ed Eurospes sono stati illustrati dal presidente dell’Istituto, Gian Maria Fara, al direttore generale di ADM, Marcello Minenna, nel corso di un incontro svoltosi lo scorso 16 luglio.

I giochi e le scommesse sono sempre più al centro degli interessi di tutte le organizzazioni mafiose, come confermato dalla Relazione Semestrale della Direzione Investigativa Antimafia per il periodo luglio-dicembre 2019 che ha dedicato un apposito focus a “Mafia & Giochi”. Un’attenta analisi del rapporto tra criminalità e giochi si rende necessaria, si legge nella relazione, in ragione della convergenza di interessi delle differenti organizzazioni che talora si consorziano tra di loro e della necessità di mantenere alta l’attenzione nei confronti di un fenomeno che, se non adeguatamente regolamentato e preservato dalle infiltrazioni criminali, oltre a rimpinguare le casse delle mafie, è causa di notevoli effetti negativi anche sul piano economico e sociale.

Le mafie riescono a coniugare perfettamente tradizione e modernità ed il gioco ne è la massima espressione perché a sistemi tradizionali di scommessa i clan affiancano quelli più sofisticati sulle piattaforme online.

Il contrasto al riciclaggio internazionale è propedeutico per arginare anche la diffusione del gioco illegale, poiché il settore si sta sviluppando in un contesto transnazionale.

Anche le indicazioni che emergono dal secondo Report (giugno 2020) dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico, fornito al Ministro dell’Interno Lamorgese, sottolineano una sempre maggiore attrattività del settore ludico dove si stanno creando particolari saldature tra le organizzazioni criminali in maniera trasversale sul territorio e all’estero.

In proposito, dall’ultimo Rapporto annuale dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) di Banca d’Italia, relativo al 2019, dagli scambi con le controparti estere: «emerge che la criminalità organizzata è particolarmente attiva anche nella gestione di attività di gioco su scala transnazionale». L’attenzione è rivolta «sia ai servizi di gioco tradizionali (raccolta e gestione di scommesse, sale bingo, casinò, slot machine, lotterie, poker) sia a quelli prestati online».

Da un lato, le segnalazioni di operazioni sospette provenienti dagli operatori del comparto sono passate dalle 1.053 del 2014 alle 5.067 del 2018, con una crescita particolarmente accentuata nell’ultimo anno del periodo (+95% rispetto alle 2.600 del 2017), soprattutto per l’aumento del comparto online che ha trasmesso 4.552 segnalazioni. Dall’altro, come evidenziato nella relazione del Direttore dell’UIF, durante l’audizione del 10 dicembre 2019, presso il Comitato IV “Influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme”, della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere, in generale, le ispezioni nei confronti delle società di gioco (esaminando realtà imprenditoriali riferibili a cinque primari operatori), «hanno rilevato carenze nell’adeguata verifica della clientela da parte della rete distributiva di cui i concessionari si avvalgono, in parte riconducibili all’assenza (alla data degli accertamenti) di un completo quadro normativo di attuazione delle disposizioni primarie. I controlli svolti dai concessionari sulla rete distributiva sono risultati poco incisivi, con riferimento sia alla verifica dei requisiti soggettivi di tali operatori, sia all’accertamento dell’osservanza degli obblighi antiriciclaggio».

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2019 ha sottoposto a controlli oltre 34.000 ricevitorie, segnalando all’Autorità Giudiziaria oltre 600 persone, disponendo più di 400 misure cautelari, riscontrando oltre 5.000 violazioni amministrative e irrogando sanzioni per oltre 144 milioni di euro. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in particolare, ha accertato quasi 50 violazioni, sospendendo 39 esercizi, nella sua attività di contrasto sul divieto di gioco ai minori, disponendo, dal 1° giugno 2019, il divieto di scommettere sugli eventi sportivi dei minori. Sempre nel 2019, sono stati anche inibiti oltre 1.000 siti web che, in modo illecito, contenevano offerte di gioco, droghe e prodotti da fumo. Per dare forza a questa attività, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha di recente sottoscritto con la Guardia di Finanza un protocollo per l’esecuzione dei provvedimenti di chiusura emessi da ADM nei confronti dei punti di gioco illegale e irregolare. Analogamente, sempre per il contrasto al gioco illegale, ADM, Guardia di Finanza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato hanno rafforzato la loro intesa ridefinendo le regole operative del Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza e la tutela dei minori.

Nel 2019, nel settore del gioco illegale, sono state riscontrate dalla Guardia di Finanza oltre 1.883 violazioni e concluse 157 indagini di polizia giudiziaria. È quanto emerge, nel 246esimo anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, dal bilancio operativo del 2019. Sul fronte della prevenzione, il Nucleo Speciale Polizia Valutaria ha proceduto all’analisi di 82.810 segnalazioni di operazioni sospette. In totale, nel 2019, la Guardia di Finanza ha eseguito 1.084.537 interventi operativi e 51.130 indagini delegate dalla magistratura ordinaria e contabile in tutti gli àmbiti della propria missione istituzionale.

Come più volte evidenziato dall’Osservatorio Eurispes, non è una novità l’interesse malavitoso per un’area che fino agli inizi degli anni Duemila era esclusivo appannaggio di chi operava nell’illegalità e senza controllo. La legalizzazione e la regolamentazione del settore sono state una scelta politica sorretta da motivazioni di ordine socio-sanitario, di controllo e tutela dell’ordine pubblico, con riflessi significativi sempre più importanti per le entrate erariali.

Oggi, tuttavia, si registra un percorso compiuto a metà, perché se da un lato sono diventate prioritarie e difficilmente rinunciabili le entrate provenienti dal settore, dall’altro, la criminalità riesce ad approfittare delle falle del sistema concessorio che continua a mostrare vulnerabilità che devono essere superate.

Per portare a termine questo percorso, è necessario avviare una concreta e fattiva collaborazione con le Forze di polizia e le Autorità competenti insieme con tutti gli operatori del comparto, nessuno escluso. Le specificità e il tecnicismo che ammantano la materia, dal punto di vista tecnico e giuridico, fanno sì che sia prezioso e irrinunciabile il contributo di chi opera dall’interno del settore. La stratificazione normativa e la sovrapposizione tra disciplina eurounitaria, nazionale e locale, non aiutano certo le Forze di polizia e la Magistratura che deve applicare le leggi.

Per tracciare una volta per tutte e senza incertezze i confini tra area legale e area illegale è indispensabile che gli operatori del comparto svolgano un ruolo attivo e non di meri spettatori. Finché esisterà la cosiddetta “zona grigia”, è arduo ipotizzare un cambiamento che si mostra invece necessario anche nel modo in cui l’opinione pubblica percepisce il settore. Il contrasto all’illegalità ed il recente plauso alle iniziative istituzionali che lo rafforzano, da parte delle associazioni rappresentative degli operatori del gioco pubblico, devono trovare riscontri concreti in chi opera legalmente in questo settore, anche tramite azioni giudiziali quali la costituzione di parte civile nei processi penali che si celebrano nei confronti di chi invece opera illegalmente.

L’Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes, presieduto dal magistrato Antonio De Donno e diretto dagli Avvocati Chiara Sambaldi e Andrea Strata, è al lavoro nell’àmbito delle collaborazioni e dei protocolli già attivi e di recente implementati, tramite il coordinamento congiunto con la DNA dell’“Osservatorio permanente sulla Sicurezza”, presieduto dal Gen. Pasquale Preziosa, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, e docente di Geopolitica della sicurezza.

L’obiettivo è analizzare le caratteristiche qualitative e quantitative dei diversi fenomeni illegali e offrire un contributo di conoscenza ai decisori politici che si occupano di questo settore per il miglioramento di un sistema pubblico di gestione che rappresenta un irrinunciabile presidio di legalità. A tal fine l’Istituto ritiene essenziale una fattiva collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per la quale il Direttore Minenna, nel corso del recente incontro, ha assicurato piena disponibilità. 

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Contrasto al gioco illegale e irregolare: ADM e Guardia di Finanza firmano protocollo

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e la Guardia di Finanza insieme per contrastare il gioco illegale

“E’ stato sottoscritto, mercoledì scorso, tra il Dr. Maurizio Montemagno, Direttore Antifrode e Controlli dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, e il Generale di Brigata Giuseppe Arbore, Capo del III Reparto della Guardia di Finanza, il protocollo di intesa che disciplina i termini operativi della collaborazione tra ADM e GdF per la puntuale ed efficace applicazione dell’articolo 31, comma 1 del dl. 26 ottobre 2019, n. 124, convertito con la legge del 19 dicembre 2019, n.157 (omesso versamento dell’imposta unica).

Sulla base del protocollo il Reparto della Guardia di Finanza competente per territorio provvede all’esecuzione del provvedimento di chiusura emesso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nei confronti dei punti di gioco che, decorsi trenta giorni dalla notifica dell’invito al pagamento dell’imposta unica dovuta per effetto di una sentenza di condanna, risultino inadempienti”. E’ quanto comunicato dai Monopoli.

“Per la concreta applicazione del protocollo, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e la Guardia di Finanza emaneranno apposite e condivise direttive operative concernenti le modalità di esecuzione dei citati provvedimenti. Realizzato un altro importante passo ai fini del contrasto al gioco irregolare ed illegale, all’evasione ed elusione fiscale e al riciclaggio nel settore del gioco”, concludono. 

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Scommesse sportive, a giugno spesa in calo del -10,8%

Bene il gioco online, ma con le agenzie chiuse durante il lockdown il settore è ancora in perdita

Nonostante la ripresa dei principali campionati europei, il totale della spesa nelle scommesse sportive a giugno 2020, tra fisico e online, è stata pari a 73,5 milioni, un dato in calo del -10,8% rispetto agli 82,5 milioni dello stesso mese del 2019.

Le puntate sulle scommesse online lo scorso mese hanno fatto segnare un +47,4%, un dato in forte crescita dopo il calo dei tre mesi di lockdown (marzo-maggio 2020).

La spesa degli italiani nel sesto mese del 2020 è stata infatti di 62,6 milioni di euro, rispetto ai 42,5 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.

Per quanto riguarda il gioco fisico in agenzia, l’apertura dei negozi a metà giugno ha influito sulla spesa. A giugno infatti la spesa è stata di appena 10,9 milioni di euro.

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Bingo, Rapporto Eurispes: regolamenti penalizzanti mettono a rischio sale

La raccolta del Bingo pesa solo l’1,5 per cento sul totale nazionale, ma ha più forza lavoro rispetto ad altre tipologie di offerta

Entrate erariali per 182 milioni di euro ed una spesa di 459 milioni. I giocatori del Bingo hanno acquistato cartelle per 1.647 milioni di euro, di cui 1.519 milioni nel “Bingo di sala”, e il valore residuo attraverso il “Bingo a distanza”. Si tratta di un dato sostanzialmente stabile, che conferma la dimensione di nicchia occupata da questa tipologia di offerta che si attesta solo all’1,5% dei volumi complessivi di giocate del gioco pubblico. E’ quanto emerge dal Rapporto Eurispes sul Bingo, su dati del 2018 di Adm, “Il Bingo nella crisi del gioco legale in Italia: rischi e prospettive dell’offerta più “social” della galassia del gioco”.

Il Bingo rappresenta un quadro rassicurante all’interno del quale la dimensione di socializzazione mantiene uno spazio evidente, determinato dalla compresenza di molti giocatori, dal rapporto “fisico” con gli addetti alla gestione del gioco in Sala, dal limitato ruolo “strumentale” della tecnologia utilizzata per le estrazioni, dalla collocazione in spazi adeguati e salubri i cui standard assicurano una permanenza gradevole, arricchita dall’offerta di servizi collaterali di qualità, come la ristorazione.

Assai interessante è il dato che riguarda la dimensione occupazionale. L’organizzazione del Bingo assorbe tra gli 8.000 e i 10.000 addetti (una media intorno a 50 lavoratori per ognuna delle 203 sale attive al 31 dicembre 2018), per circa il 60% donne, generando inoltre un forte indotto.

Malgrado le sue caratteristiche di luogo di socializzazione, il Bingo è stato ed è soggetto alle forti compressioni che discendono da alcune legislazioni regionali e dai regolamenti comunali.

Al 31 dicembre 2018 le Sale Bingo operative erano 203, condotte da 130 società concessionarie, riferibili ad alcuni gruppi operativi a livello nazionale e internazionale, e più frequentemente, a piccole realtà imprenditoriali locali attive con una, due o tre Sale al massimo, all’interno di àmbiti regionali. L’allestimento delle Sale Bingo comporta un costo di investimento medio complessivo stimabile attorno ai 2,5 milioni di euro. Alcune Sale superano le 600 postazioni, circa un terzo delle Sale offre tra 400 e 600 postazioni, ed oltre la metà opera fino a 400 postazioni.

Delle varie tipologie di gioco lecito offerte sul territorio nazionale, il Bingo è senz’altro quello maggiormente labour-intensive. Le Sale Bingo si avvalgono di personale specializzato in diversi ruoli: accoglienza, vendita e controllo in Sala. A ciò si aggiunge il personale dei servizi di ristorazione, guardaroba, vigilanza, pulizie e cassa per la gestione degli apparecchi Awp e Vlt. Tra occupazione diretta delle società concessionarie e società di servizi dell’indotto, come già detto il Bingo occupa attualmente più di 8.000 persone, con costi del personale (vale a dire redditi lordi dei lavoratori) stimabili in una quota intorno al 45% dei ricavi lordi della filiera.

Ma quali e quanti sono i giocatori del Bingo? Sarebbero 1,1 milioni di giocatori, il 58% di sesso femminile ed una spesa media mensile pro capite (su giocatori) di 33 euro. La spesa media mensile pro capite (su popolazione residente +18 anni) è invece di appena 70 centesimi.

Il 45% dei giocatori ha l’abitudine di andare in Sala in compagnia ed un ulteriore 23% di andare più spesso a giocare in compagnia che da solo: la somma di queste percentuali supera i due terzi del campione, un dato che identifica la percezione della sala Bingo come luogo di incontro per attività di intrattenimento. L’età media è di 50 anni.

Nel Rapporto sul Bingo, l’Eurispes sottolinea l’impatto fortemente negativo di alcune legislazioni regionali e dei regolamenti comunali sulla tenuta economica delle Sale Bingo, dato che le limitazioni poste in essere all’offerta del gioco pubblico, anche quando non direttamente indirizzate al Bingo, finiscono con il penalizzarlo e, addirittura, mettono a rischio la prosecuzione stessa dell’attività. Addirittura, il “distanziometro” può ridurre il consumo di gioco nei giocatori “sociali”, ma non ha alcun effetto sul giocatore patologico; al contrario, risulta funzionale all’obiettivo di occultare al proprio àmbito relazionale e familiare i comportamenti patologici. L’introduzione di tale strumento, che prevede una distanza (solitamente 500 metri o almeno 300) da un lungo elenco di luoghi così detti “sensibili” (scuole, chiese, centri di aggregazione, palestre, ecc.) da rispettare per gli esercizi che offrono gioco pubblico attraverso apparecchi, produce concretamente o produrrebbe nella maggior parte dei territori la pratica espulsione dell’offerta legale perché, al momento del varo delle leggi (e anche successivamente) non si era provveduto ad una loro mappatura. La limitazione degli orari dell’offerta induce il giocatore patologico, ove non trovi altro sfogo, a concentrare in fasce ridotte le sue pulsioni, approfondendo le dinamiche compulsive in spazi temporali maggiormente omogenei per quanto riguarda le manifestazioni patologiche, e che contribuiscono a creare una dimensione di ghetto. Erga omnes, la forte riduzione dell’offerta di gioco pubblico, quando non la sua pratica espulsione ad opera del “distanziometro”, apre spazi che vengono immediatamente occupati dalle attività illegali gestite dalla criminalità organizzata, che da sempre ha nel gioco clandestino uno dei suoi core business.

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Minenna (dir. ADM): “Fondamentale sinergia tra Istituzioni per colpire organizazioni criminali”

Annunciata anche l’apertura di un tavolo tecnico permanente

“Ringrazio il Procuratore Nazionale Antimafia De Raho per il ruolo riconosciuto ad ADM e per l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per segnalazioni di operazioni sospette. La sinergia tra le Istituzioni è un elemento fondamentale per colpire duramente le organizzazioni criminali e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli continuerà a fornire, con il massimo impegno e spirito di servizio, il proprio contributo”. E’ quanto dichiarato da Marcello Minenna, direttore di ADM, commentando le dichiarazioni di Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, durante l’audizione in Commissione Antimafia alla Camera.

Va ricordato che il 2 luglio scorso è stato sottoscritto, dal Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e  dei Monopoli Marcello Minenna, dal Capo della Polizia Franco Gabrielli, dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri e dal Comandante Generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana, il Regolamento Operativo del “Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori” previsto dall’art.15- ter del D.L. n. 78/2009,  convertito dalla Legge n. 102 del 3 agosto 2009.

Tale organo presieduto dal Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è composto dai rappresentanti di vertice dell’arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato.

Si tratta di un tavolo di lavoro interforze nato per proporre un’azione sinergica tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e le Forze dell’ordine, volta a contrastare il gioco illegale e le infiltrazioni della criminalità organizzata, perseguendo il fine della sicurezza del gioco e della tutela dei minori, inviando al contempo all’esterno un forte,concreto ed effettivo, segnale di coesione istituzionale e unità d’intenti.

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Bene il poker nei primi sei mesi del 2020, ma sta finendo l’effetto lockdown

Nelle due versioni a torneo e cash hanno segnato una crescita rispetto allo scorso anno

Nel mese giugno la spesa per il poker online a torneo è stata di 8,4 milioni di euro, dato che fa segnare una crescita del 54,2% rispetto allo stesso mese del 2019. Anche per questo settore però, si tratta di una crescita però inferiore al valore medio dell’intero segmento. La modalità a torneo, infatti, nei primi sei mesi del 2020 fa segnare una spesa di 73,9 milioni di euro, valore che si attesta su un +76,7% rispetto al periodo gennaio-giugno 2019.

Stesso discorso per la versione cash che a giugno ha fatto registrare una spesa di 5,9 milioni di euro, dato che risulta in crescita del 35,6% rispetto al sesto mese dell’anno scorso. Anche in questo caso si tratta di un valore al di sotto della media. Nei primi sei mesi del 2020, infatti, il poker cash ha registrato una spesa di 47,1 milioni di euro, dato che corrisponde ad un +52,2% rispetto allo stesso semestre del 2019.

Da questi dati emerge che, nelle sue due tipologie, il poker sta tornando sulla scia dei numeri fatti riscontrare prima dell’inizio del lockdown. Infatti, durante i mesi in cui l’Italia è stata bloccata dalla diffusione su tutto il territorio del Covid-19 (marzo-maggio 2020), vi era stato un incremento nelle giocate in questo particolare segmento.

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Slot, anche Berlino adotta il distanziometro

Nel capoluogo tedesco le sale giochi avranno delle distanze minime da rispettare rispetto a scuole e ritrovi giovanili

Il distanziometro colpisce anche la Germania. A Berlino le sale da gioco dovranno infatti aprire ad almeno 500 metri una dall’altra. Non solo. Non potranno trovarsi a meno di 200 metri dalle scuole e dai luoghi di aggregazione giovanili.

La norma, in fase di studio per anni ed entrata in vigore solo in questi giorni, lascerà in vita appena 120 sale e ne farà chiudere 496. “In Germania, in media, ci sono 170 slot ogni 100 mila abitanti, perché c’è una domanda particolarmente forte” ha commentato Manfred Stoffer, direttore marketing di Gauselmann. “Con questa norma, a Berlino il rapporto scenderà a 25 slot per 100mila abitanti. La domanda di conseguenza si riverserà sull’offerta illegale”.

Già a giugno, il Dipartimento Affari Economici del Senato di Berlino ha respinto il rinnovo di 124 licenze e le sale in questione dovranno chiudere entro 6 mesi. “Berlino è già adesso una roccaforte del mercato illegale”, ha rincarato la dose Daniel Henzgen, dirigente della Löwen Entertainment, sussidiaria di Novomatic. “Nella capitale secondo le stime ci sono almeno 2 mila slot illegali, mentre con le distanze ne resteranno al massimo 960 legali. Questa norma non farà che aumentare il caos. La migliore delle soluzioni è un mercato regolamentato”.

Gli operatori hanno immediatamente adito le vie legali e hanno contestato i provvedimenti adottati, ribadendo che la nuova misura metterà a rischio i livelli occupazionali, considerando che il settore dà lavoro a circa 70 mila addetti.

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Contrasto a gioco illegale e sicurezza gioco: Adm e forze dell’ordine firmano nuovo regolamento

Nuove disposizioni operative per il Comitato impegnato a contrastare infiltrazioni criminalità organizzata nel gioco legale

Il direttore di Adm Marcello Minenna, insieme al Capo della Polizia Franco Gabrielli, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri ed il Comandante Generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana firmeranno oggi il Regolamento Operativo del “Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori”.

Il documento è volto alla creazione di un tavolo di lavoro tra interforze che riesca a porre in essere un’azione sinergica e coordinata tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e le Forze dell’ordine, impegnate nel settore, per contrastare il gioco illegale e le infiltrazioni della criminalità organizzata.

Il fine è quello di arrivare ad una sicurezza del gioco ed alla tutela dei minori, inviando al contempo all’esterno un forte, concreto ed effettivo, segnale di coesione istituzionale e unità d’intenti.

Il nuovo organo sarà composto da membri di spicco dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, mentre la presidenza sarà affidata a Marcello Minenna, Direttore Generale ADM.

Il segnale fornito da questa nuova unità d’intenti dei corpi designati alla protezione della legalità è molto importante anche a seguito del lungo lockdown affrontato dalle attività di gioco.

La possibilità di infiltrazioni mafiose nel tessuto economico legale del paese era stata già richiamata più volte anche dal Capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli che più volte, nel corso degli ultimi mesi, aveva espresso la sua preoccupazione per la mancata assistenza economica ad esercizi commerciali che svolgono un’attività di argine all’illegalità e sono maggiormente a rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.

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Rapporto Bankitalia: nel 2019 in crescita le operazioni sospette segnalate da operatori di gioco

Settore dei giochi appetibile per la criminalità organizzata soprattutto per l’online

Sono state circa 106mila le segnalazioni di operazioni sospette ricevute lo scorso anno dall’Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia. Si tratta di un dato in aumento del +7,9% rispetto al 2018, dovuto principalmente dall’andamento espansivo delle segnalazioni degli intermediari e altri operatori finanziari (+52,7%) nonché di quelle degli operatori nel comparto dei giochi (+27,7%), con 6.470 segnalazioni rispetto alle 5.067 dell’anno precedente.

In aumento anche il contributo del comparto dei giochi che si è attestato al 6,1% del dato complessivo (5,2% nel 2018). Il settore dei giochi e delle scommesse risulta molto appetibile per la criminalità organizzata, presente su quasi tutta la filiera, compresi la gestione e il noleggio degli apparecchi di gioco.

Secondo gli analisti dell’UIF, il comparto con un’esposizione più a rischio quella del gioco online, anche se c’è un’eccezione nel bingo online, dove invece il rischio è definito “basso”.

Dal rapporto di Bankitalia è inoltre emerso che la criminalità organizzata è particolarmente attiva anche nella gestione di attività di gioco su scala transnazionale. Nell’Unione europea il settore dei giochi è caratterizzato da una rapida crescita: nel 2020 si stima che il fatturato dei giochi online possa raggiungere i 25 miliardi di euro (ammontava a circa 16,5 miliardi di euro nel 2015); quello su rete fisica è stimato pari a circa 82/84 miliardi di euro (rispetto a circa 77,5 miliardi nel 2015).

Ed è proprio il settore dei giochi e delle scommesse quello tra i più esposti a significativi rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. L’attenzione è rivolta sia ai servizi di gioco tradizionali sia a quelli prestati online. Le minacce provengono prevalentemente da: infiltrazioni nella proprietà di esponenti della criminalità organizzata; manipolazione di partite per determinare il risultato e alterare le scommesse; acquisto di biglietti vincenti o realizzazione di scommesse sicure utilizzando diversi conti e puntando su ogni possibile risultato al fine di ridurre o eliminare la possibilità di perdita; acquisto di fiches, tokens o trasferimento di risorse tra conti di gioco; sviluppo di piattaforme online non autorizzate da parte di organizzazioni criminali.