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Uk, dal 3 dicembre riaprono i negozi di scommesse

Fine lockdown per i betting shop inglesi

Il Premier inglese Boris Johnson, per fronteggiare l’emergenza sanitaria, ha proclamato qualche settimana fa il lockdown che dovrà concludersi il prossimo 3 dicembre. In quella data ripartiranno molte delle attività nazionali, tra cui anche i negozi di scommesse, seppur con qualche restrizione.

I negozi di scommesse potranno, dunque, rimanere aperti con alcune restrizioni, come il limite per il numero di clienti all’interno delle sale, la rimozione delle sedie e il divieto di mostrare gli eventi sportivi in diretta. Queste misure si aggiungono a quelle già presenti tra cui la presenza all’interno delle sale di disinfettanti per le mani e i sistemi di tracciabilità e distanziamento sociale.

Michael Dugher, amministratore delegato di BGC, si è così espresso: “Questa è un’ottima notizia per i nostri clienti in gran parte dell’Inghilterra e per le migliaia di persone impiegate nei betting shops. Oltre alle rigorose misure anti-Covid alle quali i negozi di scommesse aderiscono già, i nostri membri hanno concordato ulteriori restrizioni per limitare ogni possibilità che il Covid venga trasmesso nei loro locali. Non vediamo l’ora che l’Inghilterra esca dal lockdown la prossima settimana, con i negozi di scommesse che contribuiranno a sostenere la ripresa economica del Paese”.

Ma se per i betting shops nuovamente aperti si “fa festa”, rimane la delusione per la prolungata chiusura del casinò e Dugher ha reso noto che continuerà a lottare per la riapertura di queste attività, esponendo così le sue perplessità: “I casinò rappresentano il top nel settore dell’ospitalità per quanto riguarda le misure anti-Covid e non ci sono prove che contribuiscano alla diffusione del virus. Quindi è estremamente deludente che siano costretti a restare ancora chiusi nelle aree più a rischio”. (fed)

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Baretta (sottosegr. Mef): “Entro il 2021 al via riordino complessivo del settore”

Il gioco legale ha la funzione di controllare un settore che altrimenti sarebbe aggredito dalla malavita organizzata

Il sottosegretario al MEF con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, è intervenuto ad un convegno online, organizzato dall’Osservatorio Internazionale sul Gioco dell’Università di Salerno e ha dichiarato: “Quello del gioco è un settore importante della vita collettiva e la Nadef, il documento di economia e finanza, ci affida il compito di riordinare questo comparto. Dopo l’accordo Stato-Regioni del settembre 2017, c’è stato uno stallo ma ora è necessario riprendere il discorso.

Il mio obiettivo è quello di realizzare entro il 2021 un riordino complessivo del settore e impostare le nuove gare. Il tema del riordino significa affrontare nodi delicati, come la cultura stessa del gioco, che deve diventare una condizione normale della vita delle persone, una condizione in cui si dedica un tempo limitato a questa attività. La ludopatia e la dipendenza devono essere contrastate, anche perché i numeri sono importanti, ma non drammatici. Spesso infatti la ludopatia è il risultato di un’anomalia più complessa che la società deve combattere con la prevenzione, così come con la riduzione dell’offerta e la razionalizzazione del comparto”.

Sulla la questione del gioco legale, minacciato sempre più dalla malavita organizzata, Beretta, ci tiene a precisare: “Il gioco è sottoposto a varie pressioni, la più grave delle quali è il rischio legato alla criminalità. Il gioco legale ha la funzione di controllare un settore che altrimenti sarebbe aggredito dalla malavita organizzata, considerando che muove una raccolta di 100 miliardi di euro. Verso il gioco c’è un interesse anomalo da parte di settori non legali: per questo combattere l’illegalità è un punto fondamentale e si può contrastare controllando il gioco legale. Dunque con il riordino le occasioni di gioco dovranno essere inferiori a quelle attuali, ma garantendo ai cittadini la possibilità di giocare in un quadro di legalità”. (fed)

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La Francia torna in positivo nel gioco online, ricavi per 405 milioni

Nel terzo trimestre del 2020 i ricavi segnano un più 17 per cento

Il mercato del gioco online in Francia sta ricominciando a salire e i ricavi hanno raggiunto i 405 milioni di euro nel terzo semestre. Questi ricavi hanno fatto segnare una crescita del 25,4% rispetto al trimestre precedente e del 17% rispetto allo stesso periodo nel 2019.

Nel secondo trimestre del 2020, le scommesse sportive in Francia avevano fatto segnare un importante calo e di conseguenza un ingente perdita a causa della cancellazione della maggior parte degli eventi per le restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19.

Tra luglio e settembre, invece, la raccolta online delle scommesse sportive ha registrato una crescita del 49,3% (1,62 miliardi di euro), mentre i ricavi sono cresciuti del 6,5% rispetto al terzo trimestre del 2019, raggiungendo quota 228 milioni.

Per quanto riguarda il poker, tornato in positivo solo nel 2020, ha generato ricavi per 90 milioni (24 dal cash e 66 dal torneo) e beneficia di una crescita del 36,4% su base annua.

In crescita anche le scommesse ippiche, con i ricavi che hanno raggiunto gli 87 milioni compiendo un balzo del 31,8% su base annua. Nonostante la crisi innescata dal Covid, nell’arco dei nove mesi, i ricavi del gioco online salgono complessivamente a 1,16 miliardi di euro (+11,3%). (fed)

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Legge di Bilancio, slot, scommesse e bingo i settori da riformare

In audizione in Commissione Bilancio alla Camera le associazioni Sistema Gioco Italia e Sapar

Le associazioni Sistema Gioco Italia e Sapar hanno presentato delle proposte di riforma del settore durante l’audizione alla Commissione Bilancio della Camera. Emilio Maggi, di Sistema Gioco Italia, ha voluto iniziare il suo intervento ricordando il numero delle aziende e dei lavoratori del settore che, a causa chiusure imposte dal governo, stanno subendo ingenti danni con grandi problemi di liquidità di accesso al credito. Tra le sue richieste, considerati gli interventi fortemente penalizzanti sulla tassazione degli ultimi cinque anni, c’è quella di un congelamento, un rinvio o un ritorno temporaneo alla fiscalità del 2019 per gli apparecchi da intrattenimento. Anche la proroga delle concessioni delle scommesse è stata una delle richieste proposte, questo a causa dell’impossibilità di svolgere una gara.

Il presidente della Sapar, Domenico Distante, ha invece sottolineato come gli interventi dovuti all’emergenza sanitaria stiano portando il settore al collasso. Proprio per questo, per quanto riguarda il comparto degli apparecchi da intrattenimento, è stata chiesta la rateizzazione del versamento del Preu e del canone di concessione per il quinto e sesto bimestre del 2020, in più la sospensione anche per gli aumenti del Preu, previsti dal 1° gennaio 2021, ritorno all’imposizione del 2019. Importante fattore anche la necessità di proroga delle concessioni di almeno 36 mesi e quindi un riordino della normativa. La Sapar ha richiesto anche la sospensione, per tutta la durata dell’emergenza, delle disposizioni sugli orari di apertura e la rielaborazione dell’imposta sugli apparecchi di puro svago.

Questa la sintesi degli interventi:

Il Dottor Maggi, per Sistema Gioco Italia, rammenta che il settore coinvolge circa 150mila persone, una rete 100mila pubblici esercizi e 300 concessionari e circa 40 ippodromi. Nel 2019 il comparto ha registrato una raccolta netta di circa 19 miliardi di euro e una resa per lo Stato di 11 miliardi di euro. Con lo scoppio della pandemia il settore è stato fra i primi chiusi e fra gli ultimi a ripartire nel mese di giugno. Con la seconda ondata dell’infezione virale e l’emanazione dei nuovi Dpcm, dalla metà di ottobre l’intera filiera del gioco è rimasta chiusa. Ciò sta causando grandi difficolta, anche alle aziende più strutturate, con problemi di liquidità e di accesso al credito. Per questo il settore chiedono attenzione da parte del governo, oltre all’intervento contenuto nel disegno di legge di bilancio a favore del Bingo, che però valuta insufficiente.

Per il settore Bingo ritengono necessario sospendere i canoni, di prorogare le concessioni che scadono il 31 dicembre per un tempo congruo (24 mesi), prevedendo delle modalità economiche di proroga che tengano conto della situazione attuale del settore. Servono poi interventi di carattere amministrativo e, soprattutto, la possibilità di prevedere il trasferimento al di fuori dei comuni dove attualmente sono allocati i punti di vendita (anche in relazione a tutto ciò che hanno comportato le diverse regolamentazioni regionali). Un’ultima richiesta del settore Bingo è quella della libera circolazione delle concessioni, che sarebbe utile per consentire di dare ossigeno al settore.
Il rappresentante di Sistema Gioco Italia segnala poi ulteriori quattro punti per tutto il settore:
– Apparecchi da intrattenimento: dal 2016 al 2020 hanno visto quasi raddoppiare la tassazione, che ormai è la più alta in Europa. La Legge di bilancio 2020 aveva previsto degli automatismi di ulteriori piccoli aumenti della tassazione a partire dal 1° gennaio 2021.

Vista la situazione viene chiesto un congelamento, un rinvio o un ritorno temporaneo alla fiscalità del 2019;
– Proroga delle concessioni scommesse: scadute da tempo, la gara era prevista per il giugno 2021, ma non è plausibile che possa svolgersi, sia per la crisi cha ha messo in ginocchio il settore, sia perché non è stata fatta la riforma del settore e oggi, con una legislazione “a macchia di leopardo” a causa degli interventi delle regioni e dei comuni, questo scoraggia le imprese a partecipare alle gare. Per questo viene chiesta una proroga delle concessioni, ridefinendo anche le modalità economiche anche per le scommesse;
– Terzo punto riguarda gli apparecchi da intrattenimento e in particolare le videolottery: dal 1° gennaio di quest’anno è stata introdotta la tessera sanitaria per la verifica dell’età dell’utilizzatore. Segnala che nei primi mesi del 2020, quando ancora non vi era la pandemia, ciò ha portato ad una riduzione delle giocate del 30%. Alla ripresa di giugno tale perdita non è stata recuperata.

Il rappresentante di SAPAR, associazione che riunisce i rappresentanti delle imprese che gestiscono apparecchi da intrattenimento, nonché delle aziende di produzione operanti nel settore del gioco pubblico con e senza vincite in denaro. L’Associazione raduna circa 1500 fra gestori, produttori e rivenditori di apparecchi da intrattenimento. Come gioco pubblico garantiscono all’erario 5 miliardi di gettito annui. Già da anni le imprese del settore sono in crisi grazie anche ai continui aumenti del Preu e ai continui interventi normativi nazionali, regionali e alle disposizioni comunali. Il promesso riordino normativo del comparto non ha mai avuto seguito. Ora il Covid-19 sta portando il comparto al collasso. Vanno messi in campo interventi mirati ed urgenti per la salvaguardia delle PMI colpite dalla crisi.

Segnalano come interventi da porre in essere:
– sostegno alla liquidità delle imprese delle aziende del comparto attraverso la rateizzazione del versamento del Preu (come già avvenuto in marzo) e del canone di concessione del V e VI bimestre 2020;
– sospensione aumenti Preu previsti dal 1° gennaio 2021 e ritorno all’imposizione del 2019;
– proroga delle concessioni di almeno 36 mesi con concomitante riordino complessivo della
normativa;
– aumento della quota del contributo a fondo perduto al 200% (ora al 100%);
– sospensione per tutta la durata dell’emergenza delle disposizioni sugli orari di apertura stabilite dai comuni;
– rimodulazione dell’imposta sugli apparecchi di puro svago. (fed)

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Casinò de la Vallée, il Tribunale di Aosta ammette nuovo piano di concordato

L’assemblea dei creditori convocata a marzo 2021

Il tribunale di Aosta ha ammesso la nuova istanza di concordato preventivo pieno presentata dalla Casinò de la Vallée Spa. Ivano Pagliero, il commercialista che già aveva seguito la prima procedura revocata dalla Corte d’Appello di Torino, è stato nominato commissario giudiziale. Sul nuovo piano concordatario, programmato per marzo 2021, si dovrà pronunciare l’assemblea dei creditori.

Il presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha spiegato: ” Sono lieto di questa notizia e da oggi in poi si potrà lavorare con serenità sul futuro della Casa da gioco, avendo maggiori certezze”. Anche l’assessore Luciano Caveri ha commentato: “Dopo la recente sentenza della Corte d’Appello di Torino, che è stata assai favorevole, quest’altra sentenza ci rincuora e ora bisognerà lavorare con impegno per un rilancio, sperando che l’attuale chiusura per la pandemia duri poco, ma confidando anche sui ristori di provenienza statale”.

Grande soddisfazione, infine, per l’amministratore unico Filippo Rolando, che si auspica che la crisi pandemica migliori a breve, in modo da poter dare nuovo impulso all’attività della società aumentandone la produttività, in continuità con il percorso di ristrutturazione aziendale già avviato da tempo. (fed)

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“Il gioco legale in Piemonte”, gli effetti della legge contro la ludopatia

La CGIA Mestre ha presentato un rapporto a tre anni dall’entrata in vigore della legge

E’ stato presentato questa mattina il report CGIA Mestre “Il Gioco legale in Piemonte”, a tre anni di distanza dall’entrata in vigore della legge sulla ludopatia.

Il webinar, organizzato con il sostegno di As.Tro, Associazione degli operatori del gioco lecito e Sapar e Associazione nazionale gestori giochi di Stato, ha visto la partecipazione di alcuni ricercatori, tra cui Manuela Vinai Sociologa e Autrice del Libro “I giocatori – Etnografia nelle sale slot della provincia italiana” e ha ospitato il sottosegretario al Mef Pier Paolo Baretta, l’Assessore Attività produttive della Regione Piemonte Andrea Tronzano e il Consigliere della Regione Piemonte e Presidente della III Commissione Claudio Leone.

Aumenta la raccolta ma aumenta anche l’illegalità
La raccolta in Piemonte nel triennio 2016-2019, nonostante il distanziometro previsto dalla Legge regionale, è aumentata di 460 milioni di euro, ben il 7% in più. A causa delle norme nazionali, regionali e locali, tra cui la riduzione del numero degli apparecchi da intrattenimento, l’aumento delle distanze da luoghi sensibili e la riduzione degli orari di gioco, ha determinato un incremento del gioco illegale. I controlli della GDF sul gioco hanno quindi evidenziato un aumento delle irregolarità e un aumento esponenziale dell’imposta evasa che è passata da 477 mila euro del 2016 a oltre 4,5 milioni di euro nel 2018.

Effetti sul lavoro
Gli incassi delle slot machine in Piemonte sono in forte crollo, così come le occupazioni che hanno portato un netto taglio alle entrate erariali. Le slot in Piemonte sono diminuite di oltre 17mila unità tra il 2016 e il 2019, riduzione che ha interessato anche gli esercizi generalisti, come bar e tabacchi, in cui sono presenti apparecchi da gioco: dai 6.323 del 2016 ai 1.431 del 2019 (77,4%), più del doppio rispetto al taglio su scala nazionale (30%).

Anche i dipendenti sono interessati da questo taglio, considerato che la loro occupazione è garantita dal reddito degli apparecchi. Si stima, senza considerare l’impatto del distanziometro sul settore delle sale dedicate (sale gioco e sale scommesse), una perdita dei posti di lavoro pari a 1.700 unità. Da maggio 2021, considerata invece la piena applicazione del distanziometro, si stima una perdita complessiva dei posti di lavoro tra le 2.870 e le 3.800 unita rispetto al 2016.

Effetti sull’erario
E’ di circa 163 milioni, tra Preu e canone concessorio, la perdita annua per l’erario. Perdita che può aumentare sino a 200 milioni se si calcola il mancato gettito legato alla riduzione di fatturato per le aziende del settore. In Piemonte il comparto degli apparecchi ha garantito nel 2019 un gettito di oltre 354 milioni di euro. Se questo gettito sparisse e ci fosse la necessità di rimpiazzarlo, ogni famiglia piemontese dovrebbe versare ben 176 euro. Ma la realtà dei fatti è che questo settore contribuisce alle casse pubbliche ben oltre 400 milioni se si considerano, oltre al PREU, tutte le altre forme di imposizioni che gravano sulle imprese.

Effetti del Covid-19
Il settore del gioco è stato uno dei più colpiti dai provvedimenti di contenimento dell’emergenza da coronavirus e ha vissuto una chiusura prolungata rispetto ad altre attività economiche. A causa di questi prolungati periodi di sospensione dell’attività gli operatori del settore hanno subito gravissime contrazioni del fatturato. Considerando il primo lock down di tre mesi e l’ulteriore chiusura attuale si stima che la riduzione del fatturato medio possa sfiorare il 40%/ 45%. (fed)

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Tassa Salva Sport, sospesa anche per le scommesse ippiche

Il Tar Lazio congela la tassa e rimanda l’udienza al 2 dicembre

Il Tar Lazio sospende, momentaneamente, il pagamento della tassa dello 0,5%, destinata a finanziare il fondo Salva Sport, anche per le scommesse ippiche. L’udienza è prevista per il 2 dicembre di fronte all’intero Collegio della Seconda Sezione.

Il 30 novembre sarebbe stata la data designata per il pagamento della prima rata della tassa, spostata ora di qualche giorno con questo nuovo decreto. Se con l’udienza del 2 dicembre il Tar decidesse di confermere la sospensione, la tassa resterà congelata almeno fino all’udienza di merito. (fed)

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Dal Pino (pres. Lega Serie A): “Reintrodurre sponsorizzazioni dalle società di betting”

32 milioni di italiani seguono il gioco del calcio

“In caso di nuovo lockdown il campionato di Serie A continuerà, non c’è motivo di interromperlo”. Lo ha dichiarato Dal Pino, presidente della Lega Serie A. E sull’immobilità dello Stato nei confronti della Serie A ha detto: “Il calcio non è solo un’industria molto importante ma è anche nel dna dell’Italia. Dal governo mi aspetto soprattutto sensibilità, ci sono 32 milioni di italiani che seguono questo sport con entusiasmo.

E’ una industria importante ma che va oltre questo valore, mi aspetto attenzione e cura, quando parliamo di differimento di termini di pagamento, e stiamo cercando di occuparci peraltro da soli del nostro futuro. Vedo che in Inghilterra il premier Johnson si sta occupando direttamente di alcune tematiche della Premier, lo stesso è successo con la Merkel in Germania, io invece ho scritto al Governo e non ho mai ricevuto una risposta scritta

Non abbiamo mai chiesto soldi allo Stato, ma solamente la reintroduzione, per i prossimi 24 mesi, del betting. L’eliminazione del betting ha infatti sottratto alla casse della Serie A valori molto importanti, perché è un elemento di sponsorizzazione importante che in tutti gli altri Paesi d’Europa esiste e questo, oltretutto, costa zero allo Stato italiano. Questo può diventare un ricavo fondamentale in un periodo del genere. Ci sono 300mila persone – ha concluso – che lavorano in questa industria e che in questo momento sono in grandissima difficoltà”. (fed)

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Tar Lazio sospende tassa “Salva Sport” per le scommesse

Nuovo stop della tassa dello 0,5 per cento dai giudici amministrativi

Dopo lo stop della tassa per il betting exchange, il Tar Lazio ha sospeso nuovamente il pagamento della tassa dello 0,5% sulla raccolta anche per le scommesse sportive, fissando una nuova udienza al 4 dicembre.

Quel giorno si discuterà la richiesta di sospendere il pagamento della tassa di fronte all’intero Collegio della Prima Sezione Quater e in pieno contrasto con le Amministrazioni coinvolte. L’introduzione della tassa risale alla scorsa primavera con il decreto Rilancio e serve a finanziare un fondo da 50 milioni di euro l’anno a sostegno del mondo sportivo. (fed)

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Adm: “Entro il 7 dicembre i concessionari devono inviare elenco PVR”

Nuova circolare dell’Agenzia sui punti vendita ricariche

In una nota di ADM, inviata a tutti i concessionari di gioco a distanza, si legge che: “Ai fini dello svolgimento delle attività di vigilanza e controllo da parte di questa Agenzia, si invitano tutti i concessionari in indirizzo a fornire, nel più breve termine possibile e comunque inderogabilmente entro il 7 dicembre 2020, un elenco in formato Excel dei P.V.R. (Punti Vendita di Ricarica) eventualmente utilizzati per l’attività di commercializzazione del gioco, aggiornato all’ultima data utile. Detti elenchi dovranno indicare l’esatta ubicazione territoriale (indirizzo, comune e provincia)”.

In alternativa, continua la circolare: “dovrà essere fornito esplicito riscontro circa l’assenza degli stessi. Si rammenta che codesti concessionari sono tenuti a mettere a disposizione dell’Agenzia, nei tempi e con le modalità dalla stessa indicati, tutti i documenti e le informazioni occorrenti per l’attività di vigilanza e controllo, e che, in mancanza, è applicabile quanto previsto dall’art. 21, comma 2, lettera e) della convenzione stipulata”. (fed)