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Giuliano Frosini (IGT): “Il riordino del gioco pubblico occasione da non sprecare per un’intesa tra Stato ed Enti Locali”

Intervista al Senior Vice President Institutional Relations, Public Affairs and Media Communication di IGT

Dal valore della rete fisica all’atteso riordino del gioco pubblico, dal rapporto politica-gioco al divieto di pubblicità, dalla scelta di puntare solo su Lotto e Gratta e Vinci all’importanza del mix fra tradizione e innovazione passando per l’incognita del Metaverso: tanti i temi trattati, in un’esclusiva intervista rilasciata al direttore di Agimeg Fabio Felici, da Giuliano Frosini, Senior Vice President Institutional Relations, Public Affairs and Media Communication di IGT.

Sono passati circa 3 anni dalla scelta di concentrare la vostra attività solo su Lotto e Gratta e Vinci. Qual è il bilancio di questo triennio?

“In un mercato come quello del gioco pubblico sono possibili due strade: o consolidi o vendi. Alla fine, la scelta dell’azienda è stata quella di vendere. Devo dire che ci riteniamo molto soddisfatti di quello che è avvenuto dopo questa scelta.

Prima di tutto perché questa operazione ci ha dato la possibilità di concentrarci sulle lotterie in Italia. La nostra idea è che questo segmento possa continuare ad essere molto amato dai giocatori. Questo è possibile anche grazie ad un’innovazione quotidiana che la rende un ever green del portafogli giochi.

Una innovazione che “ringiovanisce” la tradizione, sempre sostenuta in modo concreto da policy attente e innovative messe in campo dal Regolatore e dal gruppo giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Un pensiero va anche ai tanti colleghi che lavorano su questi prodotti, utilizzando nuove tecnologie per stare al passo con i tempi.

Tali frontiere dell’innovazione e della tradizione sono percorribili anche grazie al presidio fisico della rete dei punti di vendita: la rete è la sentinella dei consumatori affinché quest’ultimi possano fruire di una esperienza di gioco sempre sicura e sostenibile. Si può immaginare che tali innovazioni possano essere proficuamente colte perché nei punti di vendita fisici sono sempre garantite quelle prospettive di sicurezza e di ordine pubblico che sono tra i capisaldi della nostra concessione.

E’ un periodo di grande fermento per il gioco pubblico in vista dell’atteso riordino del settore. La tua visione del settore nel medio-lungo termine fa parte della storia delle nostre interviste e quindi come pensi andrà a finire la questione del riordino?

Questa è una bella domanda. Io sono un grande appassionato di citazioni e stavolta mi fai venire in mente il maestro Yoda di Guerre Stellari: “fare o non fare. Non c’è provare!”. Credo che finora il riordino non si sia fatto per evitare un contrasto tra le istituzioni sul modello distributivo, che resta il cuore del riordino.

Adesso è il momento di fare, non di provare. E’ il momento di fare perché ci sono condizioni piuttosto favorevoli per un’intesa tra Stato ed Enti Locali: una di queste è che il Governo, quindi la politica, è più forte. Inoltre, negli uffici di diretta collaborazione dei ministri, c’è un gruppo di esperti che ha una conoscenza storica di queste questioni.

E infine, c’è anche un’industria più matura, cioè pronta a cogliere queste novità e ad utilizzarle anche in una chiave di investimenti sostenibili. Ho sempre affermato un principio e lo ribadisco anche in questa occasione. Non si può non partire dalla riaffermazione della riserva statale e del modello concessorio.

La mia opinione è che le decisioni devono nascere a livello statale. Poi ovviamente vanno considerati gli aspetti contemperativi e gli aspetti mitigativi che le norme concorrenti, come si chiamano oggi, si prefiggono. E quindi vanno considerate molto attentamente le situazioni di rischio che di volta in volta andranno analizzate anche sui territori. Io, però, non penso che sarebbe intenzione di nessuno tappezzare i territori di nuova offerta di gioco.

Penso invece che, se si partisse dall’esistente e se ne considerassero i modi e le forme, sarebbe un buon principio. Io credo che questa possa essere una fase più proficua di quella del passato perché ci sono spunti sui quali lavorare. Per prima cosa, è un po’ più chiara la richiesta di compartecipazione da parte degli enti locali. E poi perché il tanto tempo trascorso – l’ultimo tentativo concreto risale già a quasi dieci anni fa – se da un lato è un male, dall’altro ha aperto le porte alle tante innovazioni tecnologiche, che ormai fanno miracoli.

Ricerca, sviluppo e intelligenza artificiale consentono di avere monitoraggi costanti di luoghi, device, giocatori e dei loro comportamenti. Se il punto resta la riduzione e il controllo dell’offerta di gioco, considerata giustamente assai capillare, non c’è più bisogno di tenere lontani i giocatori; ma più proficuamente valutarne i comportamenti e prevenire eventuali approcci problematici. Penso che l’intera industria sosterrebbe un riordino che preveda investimenti sostenibili in tal senso da scambiare con stabilità e certezza delle regole, come per una qualunque altra industria o settore.

Rimanendo in campo politico, lo scorso anno hai dichiarato che la politica dovrebbe smettere di considerare “radioattivo” occuparsi del gioco pubblico. Cosa dovrebbe fare il settore per contribuire a “smaltire” questa radioattività?

Credo che finora sia mancata un po’ di propensione alla rappresentanza unitaria dei propri interessi, cosa che non guasterebbe. Più questi modelli di rappresentanza sono qualificati, infatti, e più le istituzioni e gli interlocutori politici si sentono a proprio agio nell’affrontare le questioni con le cosiddette terze parti. Va detto, però, che anche in quei settori considerati più ‘nobili’, come ad esempio l’energia, il gas, le telecomunicazioni, la frammentazione della rappresentanza è tipica di interessi poco convergenti.

Questi settori, tuttavia, hanno trovato il modo di adattarsi, di trovare punti d’incontro, di contemperare. Forse quello che ancora manca al settore del gioco pubblico, figlio di quelle proficue operazioni di legalizzazione portate avanti talvolta talmente velocemente da avere uno sviluppo tumultuoso, è non aver raggiunto questa maturità.

Mi pongo, però, una domanda: sono queste esuberanze che hanno indebolito le policy o piuttosto sono le incertezze delle regole che hanno determinato questo ‘si salvi chi può’, per cui ognuno cerca di affermare i propri interessi come prioritari rispetto ad altri? Mi rispondo da solo: si cominci a denuclearizzare il comparto, a trattarlo con la dignità industriale che esso invoca e sono sicuro che l’occasione non andrà perduta”.

Sono invece 4 gli anni da cui è diventato operativo il divieto di pubblicità. Visto il fallimento degli obiettivi per il quale era stato imposto non credi sia giunto il momento di “riammettere”, magari in maniera diversa rispetto al passato, il settore nel mondo delle comunicazione?

Se la domanda è sul recente anniversario del cosiddetto Decreto Dignità e del suo articolo 9, il mio giudizio resta critico: la comunicazione, appropriata e disciplinata, è esiziale per dare un tratto contraddistintivo all’offerta legale. Faccio un esempio: torna ciclicamente la questione della discussione sulle sponsorizzazioni sportive.

Il mondo dello sport rivendica un pedaggio sulle scommesse, visto che il mercato si sostiene su un catalogo di eventi che effettivamente con lo sport hanno a che fare. Allora proprio nell’ambito del riordino si può ripensare complessivamente il profilo della fiscalità e destinare una quota a progetti sociali, sport compreso.

La comunicazione, le sponsorizzazioni, anche sportive, possono svolgere un ruolo importante, a patto che per accontentare tutti non si ricorra sempre a nuove tasse che poi, proprio perché sono aggiuntive, non accontentano nessuno. Il tempo della riammissione è maturo, però, a mio giudizio, ciò deve avvenire in un contesto generale di rivalutazione del comparto, non in una mera logica di raccolta di risorse.

Circa un anno fa mi ha accennato il discorso del Metaverso facendomi anche degli esempi su cosa stava succedendo in questa realtà parallela. Il Metaverso è quindi una pericolosa incognita o il futuro del gambling?

Prima di tutto va detto che oggi il Metaverso, in quanto tale, forse rappresenta più una pericolosa incognita per sé stesso. Se, invece, per un attimo abbandoniamo l’idea del brand e ci focalizziamo su quell’insieme di esperienze digitali che ogni tanto ci danno un appuntamento con il futuro, credo siano un vere entrambe le opinioni: è il futuro, ma in alcuni ambiti, quando arriva il futuro, bisogna che questa maturazione sedimenti, stimolando anche policy di regolazione.

È un mondo, infatti, che in sé offre tante importanti opportunità, ma che espone anche a rischi. Se parliamo di gioco legale, è necessario studiare il fenomeno, fare in modo che l’esperienza di gioco abbia le stesse garanzie che ha assicurate un consumatore che si reca in tabaccheria a giocare un ambo sulla ruota di Roma.

Anche qui penso ad un sistema concessorio: il fatto di indossare un casco da realtà virtuale non autorizza nessuno ad esporre l’utente ad un bombardamento di offerte magari non legali. Ma non sono preoccupato: anche qui c’è un presidio del regolatore pubblico che studia i fenomeni con le diramazioni dei suoi team di cybersicurezza. E poi c’è un attore vigile che è una eccellenza italiana, SOGEI, il cui ruolo forse è poco conosciuto, ma è pur sempre un’eccellenza.

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Riforma gioco online, Castaldo (CEO Microgame): ‘Pronte soluzioni per operatori e reti’

‘L’aumento esponenziale dei costi della Concessione richiede il raggiungimento di livelli dimensionali importanti’

Il riordino del gioco pubblico è ormai alle porte e l’attenzione per il nuovo assetto è pressante. Gli Operatori dell’online, del retail e con esso l’intero comparto dei PVR si interrogano sul futuro ma c’è qualcuno che su quello stesso futuro sembra avere le idee già molto chiare. È il caso di Microgame, da sempre in prima linea nella fornitura di servizi e soluzioni omnicanale per il gaming. Il suo CEO Marco Castaldo da Londra, durante ICE, aveva lasciato intravedere una strada già tracciata comprensiva di soluzioni pronte per sostenere il business dei tanti che operano e vogliono continuare ad operare nel mercato regolamentato italiano. Il ceo di Microgame è tornato quindi sull’importante questione in una esclusiva intervista rilasciata ad Agimeg.

“L’assetto che si va concretizzando velocemente – spiega Castaldo – presenta dei cambiamenti da noi già attesi, per certi versi inevitabili.  Da anni lavoriamo a soluzioni in previsione di restrizioni alla operatività dei PVR e di eliminazione della Skin. Con le nostre soluzioni vogliamo ribadire che siamo il partner perfetto per lo scenario del mercato del prossimo futuro”.

Soluzioni che saranno in grado di preservare il business di chi ha investito in questo settore e vuole continuare ad operarci?

“Sì, assolutamente. Ovviamente a condizione di un rispetto totale delle nuove regole. La nostra missione è garantire la continuità, in questo passaggio epocale, a quegli operatori che con coraggio hanno scelto di operare nel mercato regolamentato italiano fungendo anche da argine per il mercato illegale. L’aumento esponenziale dei costi della Concessione richiede il raggiungimento di livelli dimensionali importanti e Microgame si propone come partner per individuare e realizzare soluzioni in questo senso. Non solo, la flessibilità della nostra nuova piattaforma permetterà un altissimo livello di personalizzazione dell’offerta di gioco, rispondendo alle esigenze commerciali di business composti da filiere e segmenti di mercato diversi, anche sotto l’ombrello di un unico brand come previsto dalla nuova regolamentazione. Siamo quindi pronti a sostenere chi vorrà consorziarsi per affrontare le nuove sfide della regolamentazione e forniremo loro soluzioni tecnologiche in grado di garantire da un lato un’unione di intenti tale da superare lo scoglio dei nuovi costi di concessione e dall’altro un’indipendenza operativa tale da preservare l’identità di ciascun business”.

Anche la questione PVR è un tema molto sentito da diversi operatori

“Il Punto Vendita Ricarica cambierà attività e modo di lavorare. Prima di tutto per i pagamenti tracciati abbiamo diverse soluzioni che sono a disposizione dei concessionari. So che questo tema è molto sentito, ma ritengo che l’aspetto dei pagamenti diventerà secondario. Il PVR di successo sarà un affiliato terrestre e il servizio di valore sarà il suo contributo alla valorizzazione e alla fidelizzazione del giocatore. Questa è l’omnicanalità di cui si parla da tempo e che ora vedremo realizzarsi appieno. È su questo tema che noi investiamo da anni, e abbiamo pronti gli strumenti che permetteranno al PVR, alle reti commerciali, e al Concessionario di riposizionare il loro business nel nuovo mondo, e non essere spazzati via o costretti a rivolgersi al mondo illegale del .com. A ENADA porteremo alcuni highlights della nuova piattaforma e si potrà entrare nel concreto della nostra nuova offerta”.

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Liquidità internazionale e poker online: un’opportunità da non sprecare

Volpe (Cuiprodest), ‘L’Italia è rimasta l’unico grande Paese in cui il poker è limitato ai nostri confini a svantaggio di imprese, giocatori ed Erario’

Giorni caldi per il gioco online alle prese con il discusso riordino del settore che sta completando l’iter parlamentare. Ed in tema di riordino tiene banco anche la questione della liquidità internazionale. Al momento in Italia i giocatori possono partecipare a tornei di poker online solo insieme ad altri residenti nel nostro Paese. Con il concetto della liquidità internazionale si vuole superare proprio questo scoglio della residenza in Italia, consentendo agli utenti di poter giocare anche con residenti di altri paesi ma con le regole e la sicurezza italiane. Sulla questione è intervenuto, in un’intervista rilasciata all’agenzia Agimeg, Giuseppe Volpe, Managing partner di Cuiprodest, la società di consulenza che ha condotto un approfondito studio sulla materia.

Che risposta vi aspettate dal mondo politico?

“E’ urgente che il Parlamento chieda al Governo di introdurre la liquidità internazionale nel poker, ovvero la possibilità per gli italiani di giocare con gli stranieri con le regole del nostro Paese”.

Quali vantaggi immediati porterebbe l’introduzione della liquidità internazione nel settore del poker online?

“L’Italia è rimasta l’unico grande Paese in cui il Poker è segregato a tutto svantaggio di giocatori ed Erario. Secondo le stime di Cuiprodest la differenza tra 300 milioni di euro di potenziale (con liquidità internazionale) e la stima attuale di 175 milioni di euro (senza di essa) vale 125 milioni di euro di imponibile aggiuntivo che, con la tassazione corrente, equivalgono a circa 32 milioni di euro l’anno di nuove entrate per lo Stato”.

I vantaggi riguarderebbero anche l’aspetto della sicurezza

“ Aumentando il numero di giocatori sarebbe meno probabile organizzare frodi, più difficile il riciclaggio e più semplice per l’operatore ravvisare eventuali anomalie statistiche. Quindi vantaggi importanti in tema di regolarità delle partite e sicurezza del giocatore”.

Con la liquidità internazionale più divertimento per il giocatore senza aumento dei costi

“Il poker online è definito dalla legge come “gioco di abilità“, dove non conta solo la fortuna ed è una competizione tra giocatori in cui l’operatore guadagna solo dalla quota di iscrizione alla partita o al torneo, non dalle vincite o dalle perdite del giocatore. I tornei, per legge, non possono costare più di 250 euro e con la liquidità internazionale si allungherebbe la durata dei tornei, consentendo al giocatore di praticare la propria passione più a lungo senza spendere di più. Insomma più tempo per il divertimento senza ulteriori esborsi di denaro”.

Insomma puntate ad un poker online più moderno e senza frontiere?

“Nel 2011 il poker online rappresentava il 67% della spesa di gioco online. Oggi rappresenta il 4%. ço studio ESPAD citato nella posizione espressa dalla Conferenza Stato Regioni evidenzia che i giochi maggiormente praticati online sono le scommesse sportive (47%), seguiti da altri giochi di casinò (28%), scommesse virtuali (27%) e slot machine 25%. Il Poker è scomparso. Paesi con regolazioni severissime come Olanda, Svezia, Svizzera, Belgio, Regno Unito, Francia e Danimarca consentono la liquidità internazionale e non hanno mai denunciato problemi. Insomma è il momento per l’Italia di uscire dalla preistoria del poker online e di entrare nell’era di un mercato più moderno e aperto”.

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Slot, Vlt, Comma 7: spesa in calo anche dopo la Pandemia

Oltre ad essere uno strumento inefficace nella lotta alla ludopatia, il distanziometro ha costretto numerose attività a chiudere

I numeri emersi per il gioco fisico nell’ultimo Libro Blu pubblicato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli possono essere fuorvianti poiché descrivono un settore in netta ripresa rispetto agli anni passati. Ovviamente ciò è vero perché i numeri del 2022 sono nettamente migliori di quelli del 2021 e 2020, ma la ragione è piuttosto semplice: in quei 2 anni le attività sono state costrette a chiudere per svariati mesi a causa dei lockdown imposti per combattere la diffusione del Covid-19.

Dunque, il reale confronto deve essere fatto con il 2019, ultimo anno a non avere dati influenzati da chiusure delle attività, piuttosto che con il 2020 e 2021 se non si vogliono ottenere risultati inevitabilmente distorti. Prendendo come metro di paragone il 2019 il panorama cambia di molto: la spesa totale per Awp, Vlt e Comma 7 era di 10,3 miliardi di euro, mentre nel 2022 ammontava a 8,6 miliardi di euro (-16,5%). Anche prendendo il 2018 come riferimento, si nota come la spesa si attesti sempre sui 10,3 miliardi di euro, quindi nel 2019 il dato si era consolidato su quella cifra, salvo poi crollare nei successivi due anni a causa del Covid e nel 2022 confermare un trend in discesa.

Ovviamente, anche la spesa per regione ne risente: la Lombardia è sempre al primo posto, ma mentre nel 2019 aveva superato il muro dei 2 miliardi di euro (2,193 per la precisione), nel 2022 si è attestata a 1,8 miliardi di euro. Ancora più evidente, in proporzione, la contrazione nel Lazio dove si è passati dai 991 milioni di euro del 2019 ai 773 milioni di euro del 2022. Stesso trend anche per il Veneto: da 999 milioni di euro a 800. Il calo è presente anche nel dato della raccolta: nel 2019 era pari a 46,6 miliardi di euro, mentre nel 2022 è a 33,8 miliardi di euro.

Facendo quindi un confronto tra gli ultimi due anni (di cui si hanno dati certi) in cui gli operatori di gioco fisico hanno potuto lavorare senza interruzioni si nota che c’è ancora un’ampia differenza con i numeri che venivano registrati pre-pandemia a quelli fatti segnare ultimamente. Parlare quindi di un settore del gioco fisico in netta ripresa, visti i dati, non è appropriato. Inoltre, il distanziometro oltre ad essere uno strumento inefficace nella lotta alla ludopatia, ha costretto numerose attività a chiudere per via della vicinanza a luoghi sensibili o a farle delocalizzare nelle zone più sperdute della città, aprendo al rischio che si creino delle zone ‘ghetto’ del gioco.

I numeri “giusti” sulla ludopatia

Una ricerca, presentata nel 2023 dall’OISED, primo Centro Studi e think thank interamente dedicato allo sviluppo di analisi a supporto della governance e la sostenibilità del settore per la cura delle dipendenze, ha evidenziato che l’allarme ludopatia è di fatto una esagerazione mediatica smentita dai dati di fatto.

“Dalle elaborazioni condotte, risulta una stima (2021) di circa 250.000 utenti affetti da dipendenza presi in carico: l’85,8% di questi lo sono dai servizi pubblici ed il 14,2% dai servizi del privato sociale. Per il 65,9% si tratta di utenti tossicodipendenti (“puri” o con dipendenza da alcol concomitante), per il 24,6% di alcolisti “puri”, per il 6,0% di utenti con dipendenza da gioco d’azzardo patologico, per il 3,0% da tabagismo e per l’1,3% da altre dipendenze, quali internet, social, sex addiction etc”.

Da questi dati sarebbero quindi circa 15.000 le persone in cura per problemi di ludopatia. Visto che secondo una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità i giocatori in Italia sono circa 18,5 milioni, le persone in cura per il problema della ludopatia sono lo 0,08% del totale. Supponendo che ci siano anche diversi giocatori compulsivi che non denunciano la propria situazione, è difficile immaginare che questo dato possa superare l’1%.

Quest’ultima ricerca conferma quanto affermano da anni gli enti di ricerca più importanti d’Italia, tra cui l’Istituto di Sanità Superiore. Il gioco patologico è certamente un fenomeno da tenere sotto controllo, da seguire con attenzione ed interventi mirati, ma tutte le analisi svolte su questo campo concordano sul fatto che in Italia non sia diffuso come altre dipendenze e che anzi gli interventi degli ultimi anni, come il distanziometro o il divieto di pubblicità, siano inutili ed inefficaci per risolvere il problema. Anzi incrociando i dati dell’Istituto Superiore di Sanità – che già nel 2018 aveva pubblicato una prima indagine nazionale – con cui è stato dimostrato che il GAP è solo all’ottavo posto tra le dipendenze (viene dopo fumo, alcool, social network, droga, smartphone, shopping compulsivo, sesso).

L’Eurispes, presentando la ricerca “Gioco pubblico e dipendenze nel Lazio” nel 2018, realizzata dall’Osservatorio su Giochi, Legalità e Patologie, ha sottolineato che i giocatori effettivamente assistiti dai Dipartimenti delle Dipendenze Patologiche delle Asl – e quindi con una diagnosi di disturbo del gioco d’azzardo – siano 13.000. L’Eurispes si è quindi concentrato sulla situazione del Lazio e ha rilevato che i Ser.D. della Regione nel 2018 hanno preso in carico 16.822 persone. Di queste, 13.060 per dipendenza da droghe, 2.887 da alcol, 691 soggetti con Disturbo da Gioco d’Azzardo, 184 hanno altre dipendenze patologiche. Dunque, per ogni paziente con DGA preso in carico, ve ne sono 4,18 per alcol, 18,9 per droghe.

Come incide il gioco sulle famiglie

Risultati in qualche modo confermati dall’Istat, secondo cui giochi, lotterie e scommesse sono solo al 205° posto nella spesa delle famiglie. La spesa – secondo quanto emerge dall’indagine sui consumi delle famiglie italiane – è di 3,90 euro al mese, dato oltretutto in calo dell’8,9% rispetto all’anno scorso (4,28 euro) e addirittura del 30% circa rispetto a 5 anni fa (5,54 euro). Tabacchi e alcolici detengono posizioni decisamente più elevate, sono rispettivamente al 77° e al 78° posto, con 23,67 e 22,90 spesi ogni mese.

Violazioni per gioco minorile diminuite del 50%

“Il numero di esercizi controllati nel 2022 per il settore Giochi è pari a 22.576. L’indice di presidio del territorio è pari al 22,18 per cento e può essere definito come il rapporto tra il numero di esercizi controllati (per tutti gli ambiti del gioco) e il numero degli esercizi censiti sui sistemi ADM”. E’ quanto sottolineato nel Libro Blu pubblicato recentemente dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Riguardo all’attività di contrasto sul divieto di gioco ai minori per il triennio 2020-2022, “si registra un calo sia del numero sia dell’importo delle sanzioni irrogate, nonché del numero di esercizi sospesi, dovuto probabilmente ad una maggiore consapevolezza e informazione relativa al divieto di partecipazione ai giochi pubblici con vincita in denaro dei minori di 18 anni e al presidio sul territorio operato dal personale dell’Agenzia”. Infatti, in tutto il 2022 sono solamente 24 le violazioni in tal senso e solo 10 esercizi sono stati sospesi per aver contravvenuto all’obbligo di non far giocare i minorenni.

Il calo, rispetto al 2019, anno pre-pandemia, sembra piuttosto evidente. In questo anno sono stati 34.920 gli esercizi controllati e le violazioni per gioco minorile erano 48, esattamente il doppio di quelle registrate nel 2022. Questo è un ulteriore segno della presa di coscienza del settore su questo tema e del forte contrasto a questo fenomeno fatto in primis dai gestori delle sale. 

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Gioco pubblico, il riordino sotto la lente degli operatori: nasce il tavolo permanente Agic e STS/FIT

Stabilità del settore e chiarezza normativa gli obiettivi dell’iniziativa che mira a supportare il Governo nella riforma

Giornata importante per il gioco pubblico in Italia. E’ un momento di grande fermento per il settore, con il riordino del comparto che sta per vedere la luce, e proprio in questo contesto è stato presentato oggi il tavolo permanente tra AGIC, realtà associativa composta dai quattro concessionari italiani IGT, Lottomatica, Sisal Italia e SnaitechFIT-STS, le organizzazioni maggiormente rappresentative dei tabaccai e ricevitori sportivi.

L’obiettivo principale dell’iniziativa è stato quello di riaffermare con forza la centralità dei principi di legalità, responsabilità e trasparenza in tema di gioco pubblico, soprattutto in questa fase di grande dinamismo del settore, caratterizzato dall’avvio del processo di riordino normativo da parte del Governo.

AGIC rappresenta circa il 70% del mercato italiano del gioco legale in Italia mentre FIT e STS costituiscono la rete di vendita dello Stato, in qualità di concessionari per la distribuzione dei prodotti da fumo e operatori professionali del gioco. Le due realtà arrivano a contare insieme su una rete di ben oltre 50.000 punti fisici, di fatto la più importante e numerosa rappresentanza di settore a livello nazionale. In quest’ottica la partnership tra lo Stato e i concessionari e tra questi ultimi e gli operatori delle reti di vendita a essi affiliate si candida a diventare il fulcro per una reale evoluzione qualitativa e innovativa del comparto del gioco pubblico nel nostro Paese.

Ad aprire i lavori, il presidente di STS Emilio Zamparelli: “Mi sento di fare un plauso al Governo perché si è passati dalle parole ai fatti. Il percorso è già avviato e siamo molto fiduciosi sull’esito. Il decreto sull’online ci soddisfa perché dà alla categoria dei tabaccai il giusto riconoscimento che arriva dal lavoro e dalla professionalità”, ha dichiarato, per poi aggiungere: “Ritengo che anche sul riordino del fisico, che ci auguriamo parta il prima possibile, venga riconosciuto lo stesso merito. Ancora oggi vediamo strumenti come il distanziometro che ormai è anacronistico e va rimodulato per la tutela del giocatore. È necessario ripartire dalla riqualificazione della rete fisica e che chi vi opera sia adeguatamente formato”.

Intervenuto anche Alberto Giorgetti, Institutional Relations Senior Director IGT: “Vogliamo immaginare un’offerta di gioco legale che possa interpretare una domanda responsabile diffusa nel paese e capace di auto-regolamentarsi e che rappresenta una grande opportunità per l’Erario e per lo Stato. Vogliamo portare le nostre esperienze al servizio del governo. Siamo concessionari pubblici, rappresentiamo insieme ai tabaccai la miglior esperienza di presidio sul territorio. C’è un riordino in corso che ha portato alla luce fatti concreti, ciò che il governo ha detto, è poi stato fatto”. 

“Negli ultimi anni l’inadeguatezza normativa è stata evidente. Ora, le cose sembrano cambiate e pare che ci sia la volontà di portare a termine questa riforma, ovviamente mancano ancora vari passaggi ma sono fiducioso”, ha invece detto Massimo Passamonti, Direttore Relazioni Istituzionali Sisal. “L’articolo 15 contiene una norma riguardante la stabilità della concessione. Questa è una cosa fondamentale, perché abbiamo sempre protestato contro i vari aumenti delle tassazioni durante la concessione. Questo nuovo articolo conferma i motivi per cui siamo qui, poiché la stabilità viene garantita solo se sono possibili investimenti che permettono un’offerta di gioco di qualità. Questo è un elemento è fondamentale”.

Per Michele Sessa di Snaitech: “Come concessionari dobbiamo essere fiduciosi che il riordino vada in porto. Dopo tanti tentativi falliti crediamo che sia la volta giusta. Un punto importante è la stabilità regolatoria e dobbiamo essere attenti a seguire l’evoluzione di queste normative. È necessario che questo Paese faccia un passo avanti per un mercato così importante. Dato il momento storico, il Governo ha preferito partire dall’online, ma ha messo già dei punti fermi per il gioco fisico. Questo tavolo dovrà seguire anche la riforma per il retail che, per le società presenti in questo tavolo, rappresentano una grande fetta delle nostre entrate. Riguardo all’online pensiamo che i 7 milioni di euro per la concessione sia un prezzo adeguato. Per esempio in Grecia le concessioni costano 5 milioni di euro per 7 anni. Ovviamente, c’è ancora da valutare il discorso per le skin. C’è da dire che nello scenario dell’online si va sempre di più verso l’omnicanalità in cui avranno un ruolo fondamentale i Pvr.”.

Infine il presidente di AGIC, Gennaro Schettino, ha sottolineato: “AGIC nasce in un momento storico per il gioco pubblico e la nostra associazione sta seguendo in maniera attenta il riordino del settore che ha iniziato il percorso parlamentare. L’accordo con una rete importante come quella dei tabaccai è fondamentale, vista la loro capillarità sul territorio e la loro importanza per la tutela della legalità e dei consumatori. Insieme seguiremo un percorso che riguarderà anche la riorganizzazione della rete fisica. Abbiamo chiesto di essere auditi in Commissione per dare il nostro supporto al riordino”.

Il momento è delicato e il Governo è chiamato a rispondere alle esigenze degli operatori. I messaggi dal tavolo permanente Agic e STS/FIT sono chiari: l’occasione del riordino va sfruttata al meglio per ridare al settore del gioco pubblico stabilità e chiarezza normativa. La palla passa al legislatore.

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Nel 2023 oltre 2.600 interventi operatori della Guardia di Finanza di Vicenza

Un bilancio di operatività e integrità a tutela del territorio e dell’economia

Nel 2023, la Guardia di Finanza di Vicenza ha messo in atto circa 2.600 interventi operativi. La loro strategia proattiva ha portato alla conclusione di oltre 320 indagini di polizia giudiziaria. Queste operazioni si sono concentrate principalmente nel contrasto agli illeciti economico-finanziari e ai traffici illeciti, mostrando un impegno assiduo a tutela del benessere economico delle famiglie e delle imprese locali.

Impiego delle Unità Cinofile e controllo del territorio

Più di 4.500 unità hanno prestato servizio nel controllo economico del territorio, con un focus particolare nel contrasto ai traffici illeciti. Un supporto fondamentale in queste operazioni è arrivato dalle unità cinofile del Gruppo di Vicenza, che hanno svolto un ruolo cruciale nel contrasto allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti.

Lotta al gioco irregolare

Le Fiamme Gialle beriche hanno identificato quasi 450 apparecchi e congegni da divertimento e intrattenimento utilizzati in orari non consentiti dalle normative regionali e comunali. Le sanzioni imposte, che hanno raggiunto decine di migliaia di euro, hanno particolarmente colpito i gestori recidivi, dimostrando una tolleranza zero verso le infrazioni ripetute.

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Riordino giochi, associazioni di categoria: “Riforma mette a rischio piccole e medie imprese, gettito e tutela consumatori”

Il grido d’allarme lanciato da ACADI, ACMI, ASTRO, EGP – FIPE, LOGICO e SAPAR

“L’approvazione preliminare da parte del Consiglio dei Ministri del 19 dicembre e le motivazioni del Governo per lo schema di provvedimento confermano le convinzioni delle Associazioni di categoria ACADI, ACMI, ASTRO, EGP – FIPE, LOGICO e SAPAR, che dalle scorse settimane si sono riunite nell’azione sindacale di miglioramento delle proposte governative di attuazione dell’art. 15 della Legge Delega fiscale, in materia di giochi. 

La posizione delle Associazioni firmatarie è per una attuazione della Delega Fiscale, ai fini di “riordino” del gioco pubblico, in contemporanea per tutte le verticali distributive, rispettando lo spirito e la struttura della Delega stessa ed a parametri sostenibili. 

Dare priorità al riordino dell’online e posticipare quello del territorio significa, con i rischi di ibridazione, introdurre ulteriori asimmetrie nella canalizzazione della domanda di gioco, a discapito delle altre verticali distributive del territorio,, compromettendo principalmente la rete generalista che si occupa della distribuzione degli apparecchi. 

Ciò comporterebbe una perdita di gettito erariale sempre più consistente, posto che degli 11 miliardi di euro ad oggi generati dal comparto del gioco pubblico, 1 è prodotto dall’online e 10 sono generati dai prodotti del territorio; in particolare 5,9 dagli apparecchi.  

Inoltre, il differimento di una riforma delle concessioni per il gioco fisico comprometterebbe la tutela della legalità sui territori, posto che è la rete generalista dei territori che raggiunge più di 6.000 sui circa 8.000 comuni italiani. Senza contare che verrebbero anche compromessi gli attuali livelli occupazionali nonché il ruolo delle aziende di gestione degli apparecchi, posto che dei 150.000 lavoratori del comparto, 140.000 sono impegnati sul territorio. Ed ancora ne risentirebbe la tutela dell’utente, in assenza di una valutazione complessiva delle misure di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, attualmente esistenti solo per alcuni prodotti del territorio e on line. 

Una strategia complessiva ed ordinata per il contrasto al DGA va individuata proprio in un’unica Conferenza Stato Regioni e Comuni che tratti online e territorio. In detta sede ci si potrebbe rendere conto che, mentre si applicano le restrizioni comunali di orari o i distanziometri espulsivi regionali agli apparecchi del territorio, nelle stesse ore e nelle vicinanze di un luogo sensibile vengono distribuiti altri prodotti di gioco. Solo con questa consapevolezza si potrebbe dare la giusta equilibrata e concreta tutela all’utente richiesta dalla Delega. 

A rimetterci, infine, sarebbero senz’altro le piccole e medie imprese italiane impegnate da anni sui territori a tutto vantaggio di imprese internazionali, in larga parte controllate da fondi di investimento. 

È vero che per fare il riordino del territorio occorre risolvere la questione territoriale dei provvedimenti regionali e comunali; è vero che occorre una intesa in Conferenza Unificata; tuttavia, un riordino non uniforme, non equilibrato, non gestito complessivamente è in grado di determinare la compromissione degli interessi costituzionali, presupposto dell’esistenza dello stesso comparto.   

L’effetto della perdita indiretta di gettito erariale, peraltro, potrebbe essere valutato e tenuto in considerazione anche dalla Ragioneria stessa del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nella sede delle Commissioni Parlamentari oltre che dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio. 

Infine, oltre a non sciogliere il nodo della pubblicità dell’offerta legale, il costo di 7 milioni delle concessioni appare correlato all’aumento del giro di affari registratosi sul segmento dal 2019, senza considerare che l’importo delle concessioni che hanno prodotto tale aumento era di 200mila euro e non di 2,5 milioni, quest’ultimo importo riferibile all’ultimo bando, tuttavia mai indetto. Ne consegue un aumento di 35 volte e non quasi 3. Un importo unico nel panorama europeo, come ribadito anche da EGBA nel proprio ultimo comunicato, nel quale si esprime anche preoccupazione in merito all’effettiva chiusura del mercato italiano

Se l’esigenza è stata quella di reperire risorse in sede di legge di bilancio ed il ricorso a gettito erariale rinvenibile dal comparto del gioco fosse inevitabile, si ricorda la possibilità di eliminare l’obbligo di inserimento della tessera sanitaria delle VLT che ha ridotto del 30% la domanda di gioco per ragioni estranee agli obiettivi per i quali è stata concepita (la tutela dei minori) e che potrebbe essere sostituita con un strumento (documento all’ingresso) che a differenza di quello esistente risulterebbe efficace allo scopo di controllo ed idoneo a riportare il gettito invece perduto (comprendente anche le giocate di cittadini stranieri privi di tessera sanitaria italiana”.

È quanto affermano le Associazioni di categoria ACADI, ACMI, ASTRO, EGP – FIPE, LOGICO e SAPAR in una nota congiunta.

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Lollobrigida (dir. Giochi ADM): ‘Lotta all’illegalità, tutela degli utenti e delle imprese e adesso il riordino’

Venti anni fa l’Italia dei giochi cambiava volto ed i Monopoli di Stato assumevano una posizione di centralità nel comparto

Era il 4 dicembre 2003 quando l’Italia dei giochi decideva di cambiare volto. Esattamente 20 anni fa, attraverso un Decreto Direttoriale, l’allora Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato stabiliva che tutti i videopoker dovessero essere sostituti, a partire dal 1° maggio 2004, dalle slot (awp) collegate alla rete dell’AAMS. Si trattava del primo passo di un percorso che avrebbe, nel corso degli anni, portato l’AAMS (ora ADM) ad avere un ruolo centrale e fondamentale nella gestione del gioco pubblico in Italia. Una ricorrenza quindi importante, che il Direttore per i Giochi dell’ADM Mario Lollobrigida ha voluto celebrare in un’intervista all’agenzia Agimeg.

Il 4 dicembre 2003 con un decreto direttoriale l’allora AAMS metteva fuori gioco i videopoker

Si trattò del primo passo ufficiale di uno storico cambiamento nella gestione del gioco pubblico. Da allora come è cambiato negli anni il vostro impegno nel settore?

Il 2003 ha visto un cambiamento storico nel panorama dei giochi pubblici italiani e della sua regolamentazione che allora era gestita dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Nei primi anni 2000 una Commissione parlamentare nonché numerose inchieste giornalistiche evidenziarono una massiccia presenza sul territorio nazionale di circa 800.000 apparecchi non regolamentati che costituivano una vera e propria emergenza economica e sociale. Molto spesso tali apparecchi erano gestiti da organizzazioni e gruppi criminali anche al fine di riciclaggio e finanziamento di altre attività illecite. 

Attraverso un intervento normativo vennero quindi resi illegali i videopoker e contestualmente vennero regolamentati gli apparecchi con vincita in denaro con l’introduzione dell’articolo 110, comma 6, lettera a) del TULPS. Il 4 dicembre venne adottato il primo decreto che stabiliva le regole tecniche di produzione e funzionamento delle nuove slot machine

Successivamente, tali apparecchi sono stati resi più sicuri con l’introduzione della smart card rilasciata dall’Amministrazione che garantisce l’integrità dei dati trasmessi dall’apparecchio al sistema di controllo. L’impegno nel settore dell’Agenzia è rimasto costante evolvendosi di pari passo al mutato contesto normativo ed economico: attualmente possono essere presenti sul territorio al massimo 265 mila apparecchi collegati in rete e costantemente monitorati nel regolare funzionamento dall’Agenzia“.

Anche il vostro impegno nella lotta all’illegalità si è evoluto negli anni

Certamente c’è stata un affinamento e rafforzamento dei controlli in relazione all’evoluzione delle truffe e dei fenomeni illeciti. In generale, in tema di apparecchi le truffe sono effettuate in tre modalità: una è tesa a non permettere l’effettuazione del corretto calcolo dell’imposta, un’altra tende a ridurre quello che deve esser restituito in vincite ai giocatori; la terza effettua entrambe le cose: riduce il livello delle vincite, stabilito per legge, e contestualmente evade l’imposta. Al fine del contrasto a tutti i citati fenomeni illeciti l’Agenzia aggiorna costantemente le metodologie e gli strumenti di intelligence attraverso anche la continua cooperazione con le Forze dell’ordine. 

Una importante evoluzione è stata la introduzione degli apparecchi con controllo da remoto real time: le cosiddette videolottery, ovvero terminali che visualizzano una grafica di partite i cui esiti sono predeterminati da un sistema centrale gestito dal concessionario. Tutti i sistemi di gioco videolottery e tutti i prototipi di apparecchi slot machine sono verificati da appositi Organismi di certificazione per il rispetto dei requisiti previsti dalla specifica norma di regolamentazione. 

Nel settore delle scommesse fisiche e nei giochi on line le illegalità sono anche esse svariate: negli anni, abbiamo scoperto ad esempio che una parte delle giocate è stata effettuata in proprio dal punto vendita, si sono rilevate alterazioni delle quote a vantaggio di operatori infedeli e per il gioco fisico biglietti riscossi senza esserne in possesso. In generale, gli aspetti penali sul settore sono relativi ai reati di truffa, frode informatica, sostituzione di persona, riciclaggio ed intermediazione. Importante è anche l’azione di controllo ai fini di verificare la presenza di corruzione in ambito sportivo. L’Agenzia è comunque sempre attenta e si è sempre dimostrata capace di trovare immediate ed efficaci contromisure“.

Quali sono i risultati dei quali andate più fieri?

In generale, i risultati di cui andiamo fieri sono i riscontri positivi alle nostre attività di regolazione e controllo. E posso citare le attestazioni che sono arrivate dai regolatori esteri che molto spesso hanno studiato aspetti della normativa e prassi italiana sul settore applicandole, poi, nelle loro Nazioni. In questi 20 anni molti sono stati i risultati conseguiti, due in particolare evidenziano il grande ed innovativo impegno regolatorio e tecnologico dell’Agenzia. Uno è appunto l’intervento regolamentare sul settore degli apparecchi da intrattenimento, il secondo riguarda la regolamentazione del gioco on line, la cui disciplina, introdotta nel 2010 costituisce una vera avanguardia ed un esempio a livello internazionale, che ha fatto da esempio per molti anni per tutti gli altri Paesi europei e non. 

La “via italiana”, attraverso il sistema delle concessioni, costituisce una strada intermedia tra il divieto assoluto e la liberalizzazione, soluzioni adottate per la gran parte dei Paesi. Anche le attestazioni che pervengono dalle Forze di Polizia e dalla Magistratura sono per noi motivo di orgoglio e spinta a migliorarci continuamente. Ma tra i vari attestati di stima i più importanti che riceviamo sono quelli dei semplici cittadinispecie quando è presente un nostro impegno volto a comprendere e, se possibile, contrastare i comportamenti di gioco problematico. In termini numerici voglio ricordare il livello dei controlli sul territorio pari ad oltre 35.000 in media ogni anno e oltre 9.000 siti di gioco illegale inibiti sino ad oggi“.

Obiettivi per il 2024?

Per il 2024 spero che l’obiettivo principale sia quello di poter procedere ad adottare i bandi di gara per l’assegnazione delle concessioni in importantissimi settori del gioco pubblico in linea con gli indirizzi che ci arriveranno dal legislatore anche sulla base dell’articolo 15 della Legge n. 11/2023 di delega fiscale. Gli Uffici, da mesi e a maggior ragione anche in queste settimane di chiusura dell’anno, stanno operando per trovarsi immediatamente pronti per la redazione di bandi che contengano regole aderenti alle mutate condizioni; prime fra tutte lo sviluppo dall’informatizzazione (e penso all’intelligenza artificiale) e la crescente esigenza di strumenti per la tutela delle fasce deboli dei giocatori“.

Nascono gli Stati Generali delle Dogane e dei Monopoli

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è il raccordo tra operatori e istituzioni. Un ruolo impegnativo

Sicuramente un ruolo impegnativo ma è il nostro compito di regolatore: l’Agenzia ha sempre operato attraverso un dialogo aperto e un continuo confronto con tutti gli operatori, ovviamente nel rispetto dei reciproci ruoli, e questo modus operandi ha costantemente garantito un efficace scambio di esperienze al fine di valutare gli effetti di ogni intervento regolamentare. Il confronto è stato recentemente istituzionalizzato attraverso la previsione da parte del Direttore dell’Agenzia, il Consigliere Roberto Alesse, degli Stati Generali delle Dogane e dei Monopoli con la finalità di raccogliere, relativamente a tutti gli ambiti di competenza dell’Agenzia, contributi, opinioni e proposte in ordine a tematiche tecniche di particolare rilevanza macroeconomica e di interesse per il contesto nazionale e internazionale. L’evento sarà aperto alla partecipazione dei rappresentanti delle Istituzioni pubbliche, del mondo accademico e dell’imprenditoria operanti nei vari settori di competenza dell’Agenzia“.

Nelle ultime settimane sta tenendo banco l’atteso riordino del settore. Quali sono secondo lei, i punti imprescindibili per un riordino efficace?

La legge numero 111 del 9 agosto 2023 di delega al Governo per la revisione del sistema tributario, cosiddetta “delega Fiscale” all’articolo 15 ha previsto principi e criteri direttivi per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici. A mio parere il tema fondamentale è quello della concertazione tra lo Stato, le regioni e gli enti locali per la pianificazione della dislocazione territoriale dei luoghi fisici di offerta di gioco.

Come sappiamo, gli interventi delle regioni e degli enti locali susseguitisi negli ultimi anni hanno creato situazioni limite sul territorio con una differenziazione di disciplina che sembra non rivestire forme di coerenza e razionalità. E infatti le distanze dai cosiddetti “luoghi sensibili”, anche qualora se ne dimostrasse l’effettività al fine della riduzione dei fenomeni di gioco problematico, dovrebbero essere uniformate a livello nazionale così come l’individuazione dei luoghi che possono considerarsi a rischio in relazione alla prossimità ad un punto di raccolta di gioco. È quantomeno incongruo che alcune regioni prevedano luoghi che altre non considerano e tale circostanza, unitamente alle differenti distanze previste, dimostra la necessità di più profonde analisi scientifiche sull’argomento. Solo attraverso la concertazione e la definizione di regole certe sull’intero territorio potrà ripartire la necessaria ridefinizione del numero dei punti di raccolta sul territorio e conseguentemente le gare pubbliche per l’affidamento in concessione delle varie tipologie di gioco

Agenzie e punti di raccolta scommesse, sale videolottery, sale bingo, esercizi generalisti con apparecchi da intrattenimento operano attraverso concessioni da anni in regime di proroga ed è necessario superare nel più breve tempo possibile tale situazione di incertezza che, peraltro, non consente nemmeno la programmazione degli investimenti imprescindibili per un miglioramento dei livelli di sicurezza e affidabilità dei sistemi e per garantire nuovi interventi anche a tutela dei giocatori problematici”.

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Riordino dei giochi, Distante (pres. Sapar): “Dal procuratore De Donno e dal direttore Lollobrigida segnali importanti”

Dalla riforma del gioco online e fisico insieme, ai problemi con distanziometro e limiti orari

E’ un momento di grande fermento per i giochi in Italia. Nella legge delega, in fase di discussione in queste settimane, è infatti presente anche la proposta per la riforma di un settore che da tanti anni chiede nuove regole, anche e soprattutto per quanto riguarda il gioco fisico.

Proprio in questo contesto, si è inserita la tavola rotonda promossa dall’Eurispes “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”, che si è tenuta a Roma.

Presente anche il presidente della Sapar Domenico Distante, che ha mostrato soddisfazione per l’andamento dei lavori e per quanto emerso durante il confronto tra istituzioni e politica. “Vorrei prima di tutto ringraziare il professor Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes che abbiamo anche avuto il piacere di avere come relatore all’Enada Workshop di Roma” – ha dichiarato Distante.

“È stato molto positivo notare che il dottor Antonio De Donno (Procuratore della Repubblica di Brindisi) ed il dottor Antonio Lollobrigida (Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) abbiano evidenziato criticità e soluzioni, in tema di gioco pubblico, che noi di Sapar abbiamo segnalato in tempi non sospetti”.

“In particolare il dottor De Donno ha messo l’accento sulla necessità che l’articolo 15 della Delega Fiscale, che prevede il riordino del settore, debba puntare ad un intervento normativo organico per l’online ed il gioco fisico insieme” – sottolinea Distante – “il Procuratore della Repubblica ha anche evidenziato il ruolo fondamentale degli esercenti per il contrasto al Disturbo di Gioco Patologico e di come occorra evitare la ghettizzazione o marginalizzazione del gioco pubblico, cosa che avviene attraverso distanziometri e limitazioni sull’orario delle attività, poiché dove lo stato rinuncia del controllo del territorio ad approfittarne è la criminalità”. 

“Anche il direttore Lollobrigida è tornato sugli stessi temi affermando che il riordino deve procedere in maniera parallela sia per l’online sia per il fisico. Nel suo intervento il Direttore ha anche detto chiaramente che i distanziometri e i limiti orari si sono dimostrati evidentemente inefficaci. Per questo ci fa piacere che due autorità abbiano riconosciuto come centrali le problematiche che Sapar evidenzia da tempo e che ci vedranno sempre in prima linea per la tutela delle piccole e medie imprese di gestione e della rete degli esercizi generalisti”.

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Gioco pubblico, le associazioni incontrano il MEF: riordino del settore al centro del confronto

Tra le richieste anche quella di far rientrare il gioco fisico nella riforma

Il Vice Ministro Leo ha incontrato le associazioni di categoria delle piccole e medie imprese italiane operanti nel comparto della raccolta di giochi pubblici: SAPAR, ASTRO, EGP-FIPE e ACADI.

Il confronto ha così consentito alle associazioni di esporre, congiuntamente fra loro, le principali problematiche del comparto, sia di raccolta di gioco fisico che online in vista dell’attesa riforma prevista dalla Legge Delega

Sono state illustrate in particolare due tematiche di rilievo.

La prima di carattere più generale sul modello di offerta che potrebbe derivare da un’anticipazione del solo riordino dell’online rispetto a quello terrestre e delle inevitabili distorsioni per rischi concreti di cannibalizzazione della domanda di gioco che ne conseguirebbero, a svantaggio della rete fisica di raccolta e del suo contributo erariale, ancora oggi circa il 90% del totale, oltre che dell’occupazione dalla stessa garantita di oltre 140.00 addetti. Peraltro l’attuale offerta generalista del territorio raggiunge oltre 6.500 dei circa 8.000 Comuni d’Italia, assicurando così il presidio di legalità sul territorio.

La seconda tematica rappresentata e più specifica è stata quella sui contenuti delle bozze del decreto relativo al riordino del comparto online. E’ stato sottoposto all’attenzione del Viceministro il rischio che, così formulato, il decreto possa determinare un significativo pregiudizio per le piccole e medie Imprese Italiane, con le inevitabili ricadute anche su questi livelli occupazionali nazionali.

Anticipare il riordino del solo gioco online, peraltro con il chiaro intento di ridurre il numero degli operatori concentrandolo in pochi grandi gruppi, nella maggior parte dei casi controllati da fondi di investimento stranieri, oltre a costituire un modello prevedibilmente replicabile per il gioco fisico (c.d. retail), provocherebbe una decisa frammentazione di offerta anche sui territori, con il rischio di riemersione dell’offerta illegale, appannaggio della criminalità, che sfugge ad ogni forma di tassazione, controllo, tracciabilità e tutela dei giocatori. E’ stato rappresentato come tali effetti siano certamente prevedibili se verranno mantenuti i costi di gara ipotizzati nelle bozze di decreto fino ad ora circolate, con costi di gara sicuramente insostenibili dal tessuto delle PMI italiane.

È stato rappresentato altresì che in conferenza unificata possa essere portato non solo il tema della questione territoriale dei distanziometri espulsivi ora applicabili ad alcune verticali distributive del territorio ma anche anche un’equilibrata valutazione complessiva di tutte le tipologie dei giochi pubblici anche online e delle relative misure di contrasto al Disturbo da Gioco d’Azzardo.

Il Viceministro ha richiesto un documento di sintesi sulle tematiche esposte e sulle possibili soluzioni volte a salvaguardare entrate erariali, PMI Italiane, livelli occupazionali oltre che assicurare un contrasto efficace a gioco illegale e gioco patologico, nel rispetto degli obbiettivi posti dalla Delega Fiscale.

Il predetto documento, in fase di predisposizione, sarà reso pubblico ed inviato al Ministero nelle prossime ore. Le associazioni hanno quindi ringraziato il Viceministro per l’attenzione e la sensibilità dimostrata.