Categorie
Normativa

Freni (sottosegr. Mef): “Entro fine novembre nuova Legge Delega sui giochi”

Per la Lotteria degli Scontrini possibile estrazione istantanea

Federico Freni, sottosegretario all’Economia, rispondendo ad un’interrogazione del PD in Commissione Finanze della Camera ha dichiarato che: “A fronte di 5,9 milioni di codici rilasciati a 4,7 milioni di utenti, gli esercenti che trasmettono i dati della Lotteria degli Scontrini sono solo il 26,8% del totale”. Si apre così l’ipotesi, appoggiata dal Ministero dell’economia e delle finanze con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che la Lotteria degli Scontrini possa diventare “istantanea”. L’obiettivo è di rendere la lotteria più attraente per esercenti ed utenti. L’interrogazione del PD chiedeva appunto di incentivare la partecipazione dei cittadini attraverso la semplificazione del meccanismo di partecipazione e l’istituzione di una lotteria istantanea.

Freni ha partecipato anche all’audizione nella Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico del Senato, ed è intervenuto dicendo: “Nel giro di assestamento che abbiamo fatto è emerso un dato con chiarezza: se c’è un cancro che dal mondo del gioco va estirpato è quello dell’illegalità. Tutte le linee di riforma che si possono immaginare sul gioco non possono prescindere dalla valutazione compiuta di quello che è il fenomeno dell’illegalità e di quelli che sono gli strumenti a disposizione di Parlamento e Governo per poter estirpare questo problema. Insieme all’illegalità io metto anche la ludopatia. L’illegalità è un problema manifesto, la ludopatia è un problema meno manifesto, quanto meno nella sua formulazione immediato, ma è un problema altrettanto serio e che dobbiamo considerare seriamente nella elaborazione di linee di sviluppo di tendenza della normativa che possano garantire al contempo al settore, ai giocatori e allo Stato la tutela dei tre cardini: al settore del gioco una regolazione omogenea, ai giocatori un gioco sicuro e allo Stato un flusso di entrate erariali analogo a quello attuale. Questi sono i tre punti di partenza che debbano informare qualsiasi tipo di regolazione. Lo stato dell’arte di oggi non è particolarmente felice. L’unico settore sul quale si può guardare con cauto ottimismo è quello del gettito erariale, che è molto alto e in tendenziale crescita, e che se superficialmente visto potrebbe indicare uno stato di salute del comparto, in realtà non è così indica una propensione crescente al gioco, a fronte di questa abbiamo il dovere di aumentare qualità della regolazione e di aumentare il livello di soglia di vigilanza di tutte quelle distorsioni che appunto sono tutte le derive di illegalità e tutte le derive verso la ludopatia che pregiudicano la sana fruizione del gioco e il sano svolgimento del gioco. Da punto di vista strettamente normativo il settore soffre un’impostazione che risale al 2016 di continue proroghe delle concessioni. Questo sistema che dal 2016 ad oggi è stato sostanzialmente annuale con la sostanziale impossibilità di svolgere le gare per il rinnovo delle concessioni è un qualcosa a cui vorremmo porre fine per due ragioni. La prima è che continuare a prorogare con cadenza annuale non garantisce la celebrazione di gare. Celebrare una gara in materia di gioco non è qualcosa di semplice c’è un’attività amministrativa molto strutturata dietro che coinvolge più soggetti, dal MEF all’Agenzia delle Dogane, c’è il parere obbligatorio del Consiglio di Stato sul bando di gara, c’è lo svolgimento della gara, c’è da considerare una fisiologica fase di contenzioso, insomma una gara del settore del gioco non porta via mai meno di un anno e mezzo. D’altro canto bandire le gare è per noi garanzia di presidio della concorrenza e garanzia di aggiudicazione a condizioni di mercato, che equivalgono a condizioni migliorative per lo Stato. La pandemia ci ha lasciato un terreno bombardato”.

Ha concluso poi: “Prima di celebrare le gare dobbiamo garantire a questo settore un livello di qualità della regolazione adeguato almeno agli standard europei. Non è quello che abbiamo attualmente: il sistema di regolazione del gioco è un sistema eterogeneo e frastagliato, con competenze nazionali e che arriva a competenze regionali fino a competenze comunali. Il sistema è improntato a tutela del giocatore e delle entrate erariali, ma il sistema concessorio come immaginato oggi è un sistema fragile che ha dimostrato in questi anni tutta la sua fragilità. La pandemia ha aggravato questa fragilità. Le statistiche ci dicono che in pandemia il gioco è aumentato ma non è aumentato il gioco sano è aumentato il gioco illegale. Non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo concederlo. Se la nostra attività ha un senso è quella di garantire che questo comparto viva e prosperi nella tutela della legalità e del cittadino. Non possiamo immaginare che ogni regione possa avere una legge radicalmente diversa da un altra, che ogni comune possa fissare distanze diverse rispetto ai luoghi sensibili per punti gioco, dobbiamo pensare a un impatto regolatorio omogeneo. Dovremmo trovare in Conferenza Stato-Regioni una quadra che consenta agli operatori di gioco di poter pianificare l’attività secondo parametri omogenei. Lo Stato deve garantire al sistema gioco una regolazione omogenea, sta a noi trovare una quadratura tra i modelli. Non vogliamo creare delle enclave del gioco. E’ un tema che andrà valutato compiutamente dal Parlamento nella prima occasione utile. L’occasione utile per quanto mi riguarda sarà quella del confronto sulla Legge Delega. Voi sapete che tra i collegati alla Legge di Bilancio c’è quello della Legge Delega di riassetto del sistema del gioco. Vorremmo finalmente mettere un punto per riassestare completamente questo mondo. Come mi è capitato di dire in un’altra occasione la linea guida per riassestare questo mondo è un po’ quella delle autostrade: ci vanno tutti, capitano anche incidenti stradali anche mortali. Quindi, in autostrada c’è un reale rischio di morire, ma non per questo abbiamo pensato di chiuderle. Abbiamo creato un sistema di regole che ci consentono di evitare di morire in incidenti stradali. Quindi, dobbiamo mettere a terra le regole per spostarci con tranquillità. Nel mondo del gioco è pacifico ci siano i problemi di illegalità e ludopatia, ma la soluzione non è chiudere il comparto o demonizzarlo, la soluzione è regolarlo in modo fermo, definito e definitivo. Mettere fine a regolazioni episodiche, l’obiettivo è una regolazione finalmente stabile che consenta agli operatori anche stranieri di accedere al mercato italiano in condizioni di parità. Il Mef sta lavorando alla Legge Delega, che speriamo sia pronta per il mese di Novembre, e che si deve aggiungere a un sistema di proroghe perchè fare delle gare in attesa del riassetto sarebbe sciocco, comporterebbe una perdita di gettito, correrebbe il rischio di andare deserta. Sarei dell’idea che la proroga migliore sarebbe quella biennale o triennale. Sono certo comunque che proroghe vi saranno e che per la prima volta non saranno più fini a loro stesse, ma saranno funzionali a garantire il riordino. Per questo vorremmo far partire la Legge Delega prima delle proroghe. Vorremmo condizionare in qualche modo la proroga al riassetto del sistema. La proroga in quanto tale non è utile a nessuno. C’è un problema sensibile di affidamenti bancari per gli operatori che si trovano con concessioni in scadenza al 31 dicembre. Ci sono concessioni in scadenza 2028 e 2025, quelle non intendiamo prorogarle. Ma ci sono concessioni scadute al 30 di giugno. Oggi tutto ciò che scadeva a giugno scade il 31 marzo se sarà prorogato lo Stato d’emergenza”. (fed)

Categorie
Normativa

Freni (sottosegr. MEF): “Basta proroghe delle concessioni. Bisogna puntare sul riordino del settore”

Per il sottosegretario con delega ai giochi sono necessarie regole chiare, stabili, omogenee e con una visione europea

“Il gioco è un settore ad altissimo impatto di gettito ed ha anche una grande importanza sotto il profilo occupazionale. È un settore che dovrebbe avere una legislazione stabile e omogenea. Dovrebbe avere una regolazione in grado di garantire standard di qualità molto alti, invece abbiamo una regolazione che non garantisce a nessuno di operare come un paese civile. La procura antimafia e le forze di polizia fanno miracoli nei controlli. Sappiamo come regolare il settore perché conosciamo la materia, ma non si può continuare a dare proroghe annuali poiché danno incertezza e nessuna impresa può operare tranquillamente”. E’ quanto ha detto Federico Freni, Sottosegretario all’Economia con delega ai Giochi, durante il convegno organizzato da Lottomatica “Gioco pubblico, legalità e tutela dei consumatori”. “Senza il riordino di questo settore – ha continuato Freni – le proroghe sono inutili. Vorrei un comparto che abbia una legislazione al pari di quella europea. Non possiamo consentire che prosperi l’illegalità e il legislatore sta facendo poco o nulla. Ciò che può colpire il circuito illegale è la regolamentazione stabile, univoca ed omogenea. Non partiamo da zero perché c’è già un impianto normativo. La pandemia ha accelerato alcuni processi, ma abbiamo avuto una virtuosa collaborazione con l’Agenzia. A nessuno viene in mente di chiudere le autostrade solo perché ci sono gli incidenti. Sul gioco ci sono diversi problemi, ma ciò non vuol dire chiudere il gioco. Va regolato, è la qualità della regolazione che conta”.

E sulla tempistica per il riordino del settore, il sottosegretario ha aggiunto che: “è rimessa al Parlamento. Noi ci impegniamo lato Governo a presentare una Legge Delega al Parlamento che poi valuterà la tempistica del riordino. E’ ovvio che per noi prima è, meglio è. Nella sua sovranità il Parlamento valuterà come calendarizzare la Legge Delega, quando calendarizzarla e i tempi per uscire ad evaderla. Noi più che affrontarla secondo linee omogenee non possiamo fare. Confido che il parlamento sarà responsabile e rapido”. “Ovviamente proporremo delle proroghe. Le attuali concessioni di gioco scadono il 31 marzo in virtù della proroga dello stato di emergenza, altrimenti perderemo gettito e il settore andrebbe a gambe all’aria. E’ scontato che ci saranno proroghe, sono allo studio la durata e la modalità. Le proroghe saranno fatte tramite uno strumento utile a garantire il sistema delle proroghe entro il 31 dicembre”, ha aggiunto.

Categorie
Normativa

Dal 9 novembre l’app per sapere se si sta giocando su circuito legale

L’annuncio del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna

Il prossimo 9 novembre, su tutte le piattaforme Android e iOS sarà disponibile l’app dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sul gioco sicuro. “Tutti i cittadini potranno controllare se la sala o il sito dove vogliono giocare è regolare e quindi connesso alla rete legale dell’agenzia. Se avremo la possibilità del whistleblowing, l’app consentirà anche all’utente di segnalare, direttamente all’agenzia, la sala o il sito che non compaiono nell’elenco” e che quindi non sono regolari. E’ quanto ha detto Marcello Minenna, Direttore Generale ADM, durante il convegno che si è tenuto ieri a Roma, organizzato da Lottomatica, “Gioco pubblico, legalità e tutela dei consumatori”.

“Sul sito di ADM c’è l’elenco dei siti di gioco online autorizzati – ha continuato Minenna -. La vigilanza regolamentare è la base per una buona vigilanza sanzionatoria. Questa nuova app consente di avvicinare il cittadino ad un gioco sicuro e legale. Capiamo che è facile il ricevimento di una simile applicazione ma, anche attraverso la comunicazione, cercheremo di farla diventare facile ed accessibile a tutti. Per fare le segnalazioni però abbiamo bisogno di un provvedimento normativo che oggi con grande positività e costruttività il Sottosegretario all’Economia con delega sull’Agenzia, Freni, ha annunciato. Ne siamo molto lieti. Se va nella Legge di Bilancio, potrà essere avviata già dal 1° gennaio prossimo”, ha aggiunto.

Categorie
Normativa

Cafiero de Raho (proc. naz. Antimafia): “Bisogna promuovere cultura gioco legale”

Ostacolandolo si lascia spazio alla criminalità organizzata

“Mai come in questo momento è fondamentale rilanciare la legalità. In tal senso voglio ricordare che oggi ci sarà, a Palazzo Colonna a Roma, un convegno “Gioco e Legalità” organizzato da Lottomatica e finalizzato a diffondere la cultura della legalità, il rispetto delle regole. L’esigenza è che anche nel gioco si accerti il soggetto presso il quale si effettua una giocata o una scommessa. Questo lo si rileva anche attraverso l’elenco pubblicato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in cui sono indicati i soggetti titolari di concessione, per cui anche per chi si avvicina al mondo delle scommesse avere la capacità di individuare il suo interlocutore è fondamentale. E’ importante che vengano rispettate tutte le regole da parte dei concessionari, come da coloro che gestiscono le sale giochi e scommesse. Fare in modo che la disciplina prevista specificatamente per questo settore venga rispettata, far sì che ci sia attenzione anche a coloro che giocano. Non solo per la ludopatia, ma per quel che può essere un interesse specifico del giocatore, a volte indirizzato inconsapevolmente verso il mercato illegale”. E’ quanto ha dichiarato Federico Cafiero de Raho, Procuratore Nazionale Antimafia, ospite sulla Rai nella trasmissione a Uno Mattina.

Il gioco illegale – secondo alcune stime – potrebbe valere sino a 20 miliardi di euro, circa il 20% del gioco legale, un giro d’affare enorme che è nella disponibilità delle mafie. “Il gioco illegale è gestito o protetto dalle mafie con violenza, intimidazione, usura ed estorsione. Le indagini hanno evidenziato come le organizzazioni, mafiose, ‘ndranghetiste, camorriste si siano mosse per conquistare uno spazio importante soprattutto nel gioco online che consente attraverso l’istituzione di piattaforme, con sedi anche in paradisi diversi dall’Italia, la gestione del gioco online in Italia con evasione di imposte e tributi, con la possibilità di riciclaggio e sviluppare un canale ulteriore di arricchimento. Tutto questo fingendo di operare all’estero. “- ha sottolineato il Procuratore Nazionale Antimafia –  “L’indagine Galassia di fine 2018 e l’indagine Gambling del 2015 hanno portato a sequestri l’una di attività per oltre un miliardo di euro e l’altra per oltre 2 miliardi di euro, con un numero altissimo di sequestri di società, in una ne abbiamo 35 società all’estero e 85 in Italia e altrettanto è avvenuto nell’altra indagine. Si tratta di organizzazioni che vengono portate avanti e gestite a volte dalle stesse organizzazioni mafiose in consorzio tra loro. Infatti una di queste due indagini che ho menzionato ha visto da un lato l’organizzazione di Cosa Nostra Catanese, dall’altra l’organizzazione ‘ndranghetista e dall’altro ancora la mafia pugliese. Operavano con gli stessi riferimenti, con le stesse modalità e con un enorme reinvestimento e un arricchimento straordinario, con un danno enorme per le casse dello Stato”.

Durante la pandemia le sale gioco legali hanno chiuso. “Secondo una stima fatta recentemente, nel 2019 il gioco legale ha consentito di incassare allo Stato su giocate per circa 106 miliardi di euro (sono stati però circa 20 i miliardi della spesa reale degli italiani, visto che alle giocate va tolto il ritorno sotto forma di vincite ndr). Se questa è la cifra che le giocate hanno evidenziato nel momento in cui il gioco legale è stato chiuso, è chiaro cone le organizzazioni criminali abbiano potuto gestire il corrispondente gioco illegale e quindi una ricchezza enorme. Quando si dice il gioco legale va promosso non è una sollecitazione al gioco, perché il gioco andrebbe comunque contenuto, ma chiudere il gioco legale significa dare modo alla criminalità organizzata di operare con maggiore efficacia e maggiore ricchezza. Oggi le mafie operano attraverso l’economia legale, non hanno interesse a richiamare l’attenzione dello Stato. Dobbiamo continuare ad insistere sulla cultura della legalità. Legalità si associa a studio e a una scuola che sia capace di educare e formare. E alle strutture sportive, creare dei luoghi in cui si insegna la correttezza, la lealtà, la trasparenza e la solidarietà, dei sentimenti – ha concluso De Raho – valori che la nostra Costituzione ci insegna”.

Categorie
Normativa

Tar Brescia: “Sei persone in cura per ludopatia non possono rappresentare un’emergenza sanitaria”

La sentenza del Tribunale riguarda un’ordinanza del Comune di Fara Gera d’Adda

Sei persone in cura per ludopatia, su una popolazione maggiorenne di 6.673 abitanti non possono rappresentare un’emergenza sanitaria idonea a frustrare le legittime aspettative economiche di imprese debitamente autorizzate, che già sottostanno a rigide limitazioni e controlli posti a monte dei relativi provvedimenti autorizzatori. E’ quanto sottolinea l’avvocato Isabella Rusciano, di As.Tro, commentando la decisione del Tar Brescia di annullare l’ordinanza del Comune di Fara Gera d’Adda sugli orari di esercizio delle sale slot. “Senza discutere il diritto del sindaco di criticare la sentenza – ha dichiarato l’avv. Rusciano – ed eventualmente appellarsi al Consiglio di Stato, c’è un elemento indiscutibile che emerge dai dati risultanti dalla stessa motivazione dell’ordinanza impugnata e di cui il Tar ha preso semplicemente atto: 6 persone in cura per ludopatia, su una popolazione maggiorenne di 6.673 abitanti non possono rappresentare un’emergenza sanitaria idonea a frustrare le legittime aspettative economiche di imprese debitamente autorizzate, che già sottostanno a rigide limitazioni e controlli posti a monte dei relativi provvedimenti autorizzatori. Lo strumento previsto dall’art. 50, comma 7 del Tulps, che prevede la possibilità per i sindaci di disciplinare gli orari degli esercizi commerciali, comprese quelle che svolgono l’offerta di gioco rappresenta, a differenza dei provvedimenti emergenziali, lo strumento primario per consentire ai sindaci di esercitare, in veste di rappresentanti dell’intera comunità territoriale, la propria funzione di armonizzazione degli interessi commerciali delle imprese presenti sul territorio con le esigenze complessive della cittadinanza. Da parte nostra non è mai esistita la pretesa di negare la possibilità di una regolamentazione oraria delle attività di offerta di gioco, Purché la relativa disciplina si riveli sostenibile dal punto di vista della tenuta economica ed occupazionale”. (fed)

Categorie
Normativa

Green Pass: solo 81 le violazioni in sale giochi e sale scommesse rilevate dai Nas

Tanti i controlli fatti nelle attività dove la certificazione verde è obbligatoria

Non si ferma la campagna di controllo dei Nas sul rispetto dell’obbligo del green pass per l’accesso a determinate categorie di attività. Dall’entrata in vigore della normativa, sono state ispezionate più di 8mila attività e sono state rivelate 433 violazioni all’obbligo del green pass, delle quali 236 ai titolari di attività commerciali e di erogazione di servizi, ritenuti responsabili di omessa verifica del green pass. Le altre 197 sanzioni sono state invece applicate nei confronti dei clienti e utenti per mancato possesso del certificato verde.

I risultati delle ispezioni da parte dei Nas hanno evidenziato che 247 sanzioni sono riconducibili a strutture di somministrazione di alimenti e bevande (ristoranti, pizzerie e bar) 80 sono relative a palestre, piscine e centri benessere, 81 presso sale scommesse, sale gioco e attività ricreative, mentre 25 nell’ambito dei servizi di trasporto a lunga percorrenza, per un valore complessivo di oltre 135 mila euro di sanzioni amministrative. (fed)

Categorie
Normativa

Tassa “Salva Sport”, verso un allentamento dell’imposta sulle scommesse?

Nei primi 9 mesi di quest’anno, la tassa è quasi interamente versata

Anche se ormai il prelievo è stato quasi interamente versato, il Governo sembra intenzionato ad allentare il peso della tassa “Salva Sport” sul settore delle scommesse. Restano solamente due rate da versare, ma i concessionari dovrebbero aver già superato i 50 milioni previsti per quest’anno e il decreto attuativo, pubblicato da ADM nel settembre 2020, prevede che quando il tetto viene raggiunto il prelievo si fermi.

La Tassa Salva Sport, istituita con il decreto Rilancio del 2020, prevede un prelievo straordinario sulle scommesse, pari allo 0,5% delle giocate, finalizzato al rilancio del Sistema sportivo nazionale. Il prelievo dura solo per due anni, 2020 e 2021 e dovrebbe garantire 40 milioni di euro il primo anno e 50 il secondo. Questo fondo serve in pratica ad aiutare le società sportive pesantemente colpite dalla pandemia.

Molti operatori hanno criticato la scelta di gravare ancora di più su un settore già messo in crisi dai tanti mesi di lockdown e chiusure. Nel caso specifico del betting exchange la tassa ha creato inoltre un vero e proprio paradosso, dal momento che il suo importo supera i ricavi degli operatori. Ne sono quindi scaturiti una serie di ricorsi al Tar Lazio e in alcuni casi, anche se la cosa ancora non si è risolta definitivamente, i giudici hanno dato ragione ai bookmaker.

Il Governo ha quindi deciso di inserire nel decreto per l’estensione del Green Pass, anche se al momento è ancora all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato, una norma che sembra alleviare in parte il peso della tassa. L’art. 6 è incentrato su un fondo da 220 milioni assegnato a Sport e Salute, il quale dovrebbe servire a pagare delle indennità per i collaboratori sportivi che non hanno potuto svolgere la propria attività a causa all’emergenza COVID-19. Se Sport e Salute non utilizzerà interamente queste somme entro il 15 ottobre, la parte restante, per il 50%, confluirà nel Fondo Salva Sport.

La norma però ha vari punti interrogativi e non spiega che effetti abbia sulla tassa dello 0,5% sulle scommesse. Il Fondo Salva Sport ha infatti una dotazione determinata: doveva arrivare a 40 milioni l’anno scorso e a 50 quest’anno. Se adesso grazie alla nuova norma una parte di queste risorse arriveranno da Sport e Salute, viene da pensare che il prelievo sulle scommesse debba ridursi di conseguenza. Non è nemmeno chiaro quante risorse potrebbero arrivare da Sport e Salute. La stessa società controllata dal Mef, contattata dall’agenzia di stampa Agimeg, non ha saputo fornire una cifra indicativa, nonostante debba chiudere le operazioni entro il 15 ottobre. (fed)

Categorie
Normativa

Istituto Friedman: il riordino del sistema del gioco pubblico

Convegno a Roma, con i rappresentanti delle associazioni di categoria, politici e ricercatori, dedicato alla riforma del settore del gioco legale

Riordino del gioco pubblico al centro del convegno organizzato dall’Istituto Milton Friedman, da sempre molto attento alle problematiche del settore, con la partecipazione dell’Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici (EGP-Fipe), del Sindacato Totoricevitori Sportivi (STS) e della Federazione Italiana Tabaccai (FIT). L’incertezza normativa che grava sul settore, colpito dalle differenti leggi regionali in materia e da regolamenti comunali non omogenei, unita allo stato di difficoltà in cui versa il comparto dopo quasi un anno di chiusura dovuta al lockdown imposto per fronteggiare la pandemia, richiedono un nuovo approccio della politica e degli addetti ai lavori, in vista di un riordino che disegni un quadro omogeneo a livello nazionale che tuteli imprese del comparto, giocatori e gettito erariale.

Sul tema si sono espressi il Senatore Mauro Marino, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco pubblico e sul contrasto del gioco illegale (Italia Viva), Dario Peirone, Direttore generale dell’Istituto Friedman, Emmanuele Cangianelli, Presidente di EGP-Fipe, Giorgio Pastorino, Presidente di STS-FIT, l’Onorevole Pier Paolo Baretta, già Sottosegretario al MEF con delega ai giochi (PD), Geronimo Cardia, Presidente di ACADI (Confcommercio), Giorgio De Carlo, Direttore dell’Istituto Quaeris, che ha presentato l’Analisi demoscopica indipendente sul tema del gioco e Giovanni Kessler, magistrato, già Direttore generale dell’OLAF e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Peirone (Direttore Istituto Friedman)

 “Il settore del gioco è uno dei noccioli duri della nostra economia in quanto crea ricchezza ma non viene compreso, anzi viene considerato marginale. Il gioco lecito oggi è sfruttato per gli introiti, ma non è considerato un importante settore produttivo dell’economia, quando invece può dare tantissimo in termini di innovazione tecnologica, gettito fiscale e occupazione. Le istituzioni non comprendono l’importanza degli imprenditori del gioco legale. Le tabaccherie oggi rappresentano un presidio di legalità sul territorio. Io vengo dal Piemonte e la legge regionale del 2016 ha dimezzato l’occupazione nel settore del gioco legale. La nuova legge ha salvato dalla chiusura soggetti che avrebbero dovuto chiudere a causa degli effetti del distanziometro. Non dimentichiamo che il gettito fiscale del gioco paga per un anno il Reddito di Cittadinanza. Inoltre, con la chiusura del comparto legale, ha festeggiato solo la criminalità organizzata. Le nostre proposte per il settore sono: uniformità della normativa a livello nazionale, aggiornare la normativa in base all’evoluzione del mercato, il superamento degli effetti espulsivi del distanziometro attraverso l’abbandono distanziometro o l’uniformità a livello nazionale, elenco ragionevole dei luoghi sensibili, regolamentazione dell’orario degli apparecchi, creazione di una task Force per combattere il gioco illegale, evitare prolungate chiusure degli esercizi, come accaduto durante lockdown, e lotta alla ludopatia. Il momento è critico per questo dobbiamo dare dignità e libertà a questo settore”.

Bertoldi (Direttore esecutivo Istituto Friedman)

“È doveroso riprendere un tema così importante per l’economia del Paese e per l’affermazione della legalità, come quello del gioco pubblico” ha aggiunto Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell’Istituto Friedman.

Risso (Presidente FIT)

“Da molti anni si parla della riforma organica del comparto del gioco capace di garantire la salute dei consumatori e al contempo che sappia tutelare le attività di gioco. Le tabaccherie hanno sempre offerto il gioco legale, dai giochi più antichi come il Lotto a quelli più moderni”. Lo ha detto Giovanni Risso, presidente della FIT, intervenendo al convegno organizzato dall’istituto Friedman. “Purtroppo, il moltiplicarsi di leggi regionali ha creato confusione, incertezza e disparità di trattamento. Per tutelare la salute è necessaria una visione globale con regole uniformi su tutto il territorio nazionale, perché senza gioco legale rischiamo un ritorno all’illegalità. Il riordino non è più rimandabile, i tabaccai sono pronti a fare la loro parte in questo senso”.

Pastorino (Presidente STS)

“La pandemia ci ha lasciato un senso di fragilità e una crisi economica peggiore del passato. Per quanto riguarda il comparto del gioco legale ha dimostrato che la sua assenza fa tornare in auge l’illegalità. Questo è stato affermato anche dall’ADM e le numerose operazioni dello scorso anno ne sono la dimostrazione. Il settore non è mai stato percepito nel migliore dei modi dall’opinione pubblica. A questo aggiungerei però che anche a causa della necessità della ripartenza del Paese, si è attenuata la morsa nei confronti del comparto e quindi mi sembra il momento più opportuno per arrivare ad un riordino che sia senza condizionamenti ideologici. Il settore del gioco è complesso e quindi con il riordino bisognerà decidere come distribuire l’offerta, perché il continuo incremento è stata una delle cause delle diverse leggi regionali che hanno portato a restrizioni”.

“Il mio consiglio è quello di mettere in sicurezza le attività collegate con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è, una volta fatta questa operazione, va verificato che l’offerta sia sufficiente anche per evitare il ritorno dell’illegalità. È ovvio che quando ci sono tanti enti che possono decidere sul settore ci siano tante difficoltà, quindi è necessaria una armonizzazione delle regole. Alcune regole, inoltre, non sono più in linea con il mercato e le attese dei giocatori e questo è un problema perché il giocatore può rivolgersi al circuito illegale. Queste norme, però, devono anche poter irrigidirsi quando si va oltre il dettato delle concessioni. La sostenibilità del settore deve entrare assolutamente nel riordino. La sostenibilità non può essere esclusivamente a livello sociale, ma per arrivare a quel punto deve esserci la sostenibilità economica della filiera. Purtroppo, per questioni di bilancio è stato spesso toccato il settore con continui aumenti di tassazione. Ritengo che se vogliamo arrivare a un vero riordino dobbiamo pensare che le attività riescano a rimanere in piedi e lo Stato deve fare almeno per un minimo da garante”.

Cangianelli (Presidente EGP‐Fipe)

“Il tema del “riordino” non è certo una novità: ne parliamo da un decennio. In una accezione più ristretta, sappiamo che il cosiddetto riordino è la ricerca di soluzioni all’impasse che si è creato imponendo nel sistema distributivo soluzioni – principalmente i distanziometri – di incerta efficacia sui giocatori problematici, frutto di suggestioni letterarie o di semplificazioni politiche, prive di valutazioni scientifiche proprie sulla realtà italiana, sia nella loro funzionalità alla prevenzione delle patologie che nella loro applicabilità concreta. Discorso simile per le eccessive limitazioni orarie. Un’impasse che, già prima dell’emergenza COVID, ha reso impossibile – come ha registrato anche il Consiglio di Stato – procedere alla riattribuzione delle diverse concessioni retail venute man mano a scadere”.

“In una accezione più ampia, che preferiamo, il riordino è un riordino degli obiettivi del sistema di offerta regolamentata: contrasto alla illegalità, competizione nel mercato e protezione dei consumatori sono sempre i tre pilastri del gioco regolamentato ma oggi siamo assolutamente convinti che il disegno futuro del mercato passi dalla efficace protezione dei consumatori. Questo pur considerando i lockdown ripetuti per il retail gaming, che hanno inferto colpi severi sia al perimetro della legalità che al quadro competitivo. Non condividiamo gli approcci che presuppongono una “riduzione dell’offerta” nei disegni di riordino: evidentemente queste affermazioni derivano dalla dimenticanza del fatto che l’offerta esiste indipendentemente dalla regolamentazione e che, quindi, una errata progettazione del perimetro di offerta porterebbe automaticamente a problemi di illegalità e\o di squilibri competitivi. L’approccio di riduzione della offerta è infatti della stessa natura della concezione dei distanziometri, una concezione pericolosa per la tutela delle categorie deboli, così come la cervellotica ideazione della tessera sanitaria sugli apparecchi offerti in sale vietate ai minori. L’offerta va qualificata, elevando i requisiti soggettivi degli operatori e le caratteristiche dei luoghi di gioco, a partire dalla responsabilità diretta, concreta e misurabile degli esercenti sull’accesso al gioco e sulla comunicazione con i soggetti a rischio. Di fatto, stiamo già vivendo questa esperienza da alcune settimane con l’obbligo del Green Pass (almeno per l’accesso agli apparecchi, alle scommesse ed al bingo), i cui effetti stiamo progressivamente registrando. Con la qualificazione dell’offerta è possibile fare passi avanti sulla qualificazione della domanda, dei giocatori, sulla riduzione delle situazioni di consumo non responsabile e controllato.

Strumento principale di questo obiettivo può essere l’avvio del Registro di autoesclusione nel retail; su questo strumento abbiamo esperienze estere importanti (penso alla Spagna) ed altrettanto importante è l’esperienza sul gioco online di ADM, con i quasi 90.000 soggetti che hanno richiesto l’autoesclusione. Nel disegno futuro dell’offerta, l’occasione è di concentrare la strategia di qualificazione dell’offerta su questo strumento assieme ad altri di revisione dei prodotti nella rete generalista e di organizzazione degli spazi di gioco con finalità di benessere dei giocatori, previsti anche dalle apposite Linee Guida del Ministero della Salute adottate nelle scorse settimane. Crediamo che quanto afferma il Presidente del Consiglio “non è il momento di prendere soldi, ma di darli” debba valere anche per i giochi pubblici che più hanno subito economicamente la pandemia.

Questo è importante perché si tratta di reinvestire sul mercato regolamentato dei giochi in denaro; molti operatori sono intenzionati a farlo, è necessario verificare la disponibilità delle Istituzioni. Una disponibilità che non dovrà essere dimostrata solo con gli annunci che si sono susseguiti da anni, fatta eccezione per il lavoro del Sottosegretario Baretta che ha prodotto l’Intesa del 2017: una ottima base, ma da aggiornare all’evoluzione del contesto ed alla affermazione scientifica della inefficacia dei distanziometri. Riteniamo necessaria una seria presa di coscienza politica della necessità di rinunciare probabilmente a parte del gettito per favorire il consolidamento dell’offerta legale, ferita dal periodo pandemico, a partire dalla revisione della durata delle concessioni in essere.

Revisione indispensabile non solo per i tempi necessari ad processo di qualificazione della distribuzione e superamento della “questione territoriale”, ma anche per riequilibrare i costi sostenuti dagli operatori per mantenere l’infrastruttura pubblica di offerta nell’impossibilità di generare ricavi nei periodi di lockdown del 2020 e 2021.

Diversamente, ricordando che le imprese che conducono concessioni e punti vendita di gioco sono operatori economici, genereremmo condizioni per un sempre più esteso disinteresse al comparto del gioco regolamentato, evidentemente pericoloso per il perimetro della legalità. Quindi, per restare in un concetto – giustamente – all’ordine del giorno delle più recenti decisioni politiche, è il momento per il regolatore e per la filiera di gestire una “transizione ecologica” dell’offerta pubblica di gioco, secondo le linee che abbiamo esposto, garantendo concretamente tutti gli interessi pubblici e collettivi che solo questo modello organizzativo può garantire”.

Sen. De Bertoldi (Segretario Commissione Inchiesta sul Gioco)

“Sul tema del gioco la politica ha agito in modo scorretto, demagogico e populista. Non sto qui a dire che nessuno è colpevole, infatti in tutti i partiti c’è qualcuno che pensa che il gioco sia deleterio e da combattere. Ci sono state forze politiche che hanno fatto della lotta al gioco pubblico la propria bandiera. Io ritengo che di per sé il gioco non sia né un bene né un male. Le vere patologie sono due: la ludopatia e l’illegalità. A tal proposito ritengo che gli operatori del gioco siano i primi avamposti per combatterle. Il riordino deve essere chiaro e le vostre proposte devono fare capire che state facendo l’interesse della nazione. A quel punto, ciascuno di noi, delle varie forze politiche, sarà in grado di fare propria questa battaglia”.

“Vogliamo ghettizzare il gioco nelle periferie perché ci sono distanze impossibili verso i luoghi sensibili? Io credo sia sbagliato, perché ghettizzare il gioco non contrasta le ludopatie, anzi favorisce il giocatore patologico. Chi fa un uso moderato e piacevole del gioco non va criminalizzato. Credo che la Commissione d’inchiesta, della quale sono segretario, saprà analizzare e approfondire questi temi. I lockdown imposti al gioco in modo incomprensibile hanno fatto brindare le mafie, perché i giocatori si sono ovviamente rivolti alle bische clandestine. Questi sono dati di fatto. L’aiuto che vi chiedo da politico è quello di elaborare proposte che siano nel giusto interesse delle imprese ma che vengano declinate a favore dell’interesse nazionale. Dobbiamo riuscire a fare in modo che il gioco trasmetta l’immagine di imprenditori seri che abbiano vere intenzioni di riformare il gioco pubblico mettendo in chiaro che voi siete i primi baluardi contro illegalità e ludopatia”.

Marino (Presidente Commissione Inchiesta sul Gioco Pubblico)

“Il riordino del settore dei giochi è un percorso iniziato con la legge delega fiscale 2014 ma a cui non si è dato attuazione. Gli operatori del settore necessitano di certezza. Tuttavia, dall’Intesa Stato-Regioni del 2017 anziché certezza è scaturita anarchia visto che le Regioni e i Comuni hanno legiferato in autonomia, innescando delle sovrapposizioni pericolose e distorsive”, ha detto Mauro Marino, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco pubblico e sul contrasto del gioco illegale, intervenendo in collegamento al convegno organizzato dall’Istituto Friedman. “I dati del Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dimostrano – oltre che il mancato gettito erariale – come ci sia una soglia oltre la quale la domanda di gioco è insopprimibile con il rischio di rivolgersi all’illegalità. La Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco pubblico vuole mettere ordine nella matassa della gerarchia delle fonti e creare una normativa al passo coi tempi. Serve agire senza pregiudizio. La sfida è supportare un settore importante e fornire soluzioni per dare attuazione ai principi della legge delega del 2014”.

Kessler (ex direttore generale ADM)

“Il gioco è un’attività come le altre che ha dignità e genera ricchezza, che porta entrate erariali importanti, facili da raccogliere per lo Stato, ma che genera anche danni sociali con conseguenti problemi di accettazione sociale e politica. Serve fare i conti con questi punti, ma oggi manca una strategia politica nazionale”. “Non possono esserci 20 politiche diverse a livello regionale che incidono sul gettito erariale nazionale. Il sistema dei limiti dell’offerta di gioco funzionano poco, non è togliendo il gioco che si elimina la ludopatia”. Per Kessler tuttavia, “L’equazione meno gioco legale uguale più gioco illegale non è dimostrabile. Il gioco illegale non è tra l’altro facilmente raggiungibile. Va sicuramente contrastato ma in parte c è anche nel canale legale. Serve creare una task Force europea per contrastare il gioco online illegale. La ludopatia non è legata al gioco illegale ma anche all’abuso di gioco legale. Introdurre un registro delle autoesclusioni va benissimo ma ci vogliono modalità di gioco che pervengano e blocchino le ludopatie creando profili di gioco personalizzati, una cosa che tecnicamente si può fare con specifici algoritmi”.

Baretta (già sottosegretario MEF con delega ai giochi)

“Sono ovviamente favorevole al riordino poiché da sottosegretario al MEF ho fatto di questo il centro della mia attività. Il gioco è una condizione normale nella vita di una persona e, in quanto tale, deve essere legale e protetto da anomalie. Questo settore non gode di una buona reputazione e bisogna farsene carico. È un tema di fondo e per molto tempo è stato sottovalutato da tutti. Io penso che sia un punto delicato perché per garantire la libertà d’impresa è fondamentale il credito bancario, molto complicato da avere per questo tipo di attività proprio a causa della cattiva reputazione etica. Confido molto sul lavoro della Commissione d’inchiesta sul gioco, poiché in tutti i gruppi parlamentari sono presenti persone che non considerano il gioco in modo favorevole. Il riordino con omogeneità nazionali potrebbe avere anche elementi differenziati di fronte a concentrazioni regionali diverse. Credo che forse si possa ripartire dalla Conferenza Stato-Regioni che aveva portato ad un buon accordo. Il riordino deve affrontare anche il problema del numero delle attività che offrono gioco e soprattutto della loro ubicazione. Io, ad esempio, ho fatto una battaglia che non vi fosse una concentrazione di offerta nelle periferie. Credo che ci sia uno spazio per la riduzione dell’offerta attraverso una razionalizzazione. Sulle distanze credo che bisogna lavorare su dei punti di mediazione. Uno degli errori gravi degli enti locali credo sia stato quello di stilare una lista di luoghi sensibili. Credo che nel riordino complessivo debba essere incluso anche quello delle gare, perché ad oggi c’è un assoluto caos. La mia personale opinione è che bisogna prendere tutte le gare attuali e prorogarle in funzione di una unica scadenza come quella del 2023. Ciò farebbe anche pressione verso la riforma unica del settore”.

Analisi Quaeris: Il 70,5% degli italiani chiede più formazione sul gioco patologico.

Il 70,5% degli italiani, più di due italiani su tre, ritiene che l’informazione e la prevenzione siano più adatto per contrastare il fenomeno del gioco patologico. Il 44,5% degli intervistati crede inoltre che la preoccupazione maggiore riguarda proprio il gioco illegale, mentre il 74,1% ritiene affidabile l’offerta di gioco legale rappresentata dai concessionari di Stato. Sono alcuni dei dati che emergono dall’analisi demoscopica “Gli Italiani e il Gioco d’Azzardo” condotta da Quaeris, per conto dell’Istituto Milton Friedman e la FIT.

De Carlo (Direttore Istituto Quaeris)

“L’istituto Quaeris ha svolto già 7-8 sondaggi sul tema del gioco per conto dell’Istituto Friedman. Il sondaggio è ottenuto sulla base di 700 casi che consente un errore molto limitato. Le persone intervistate hanno una forte predilezione per l’informazione e la prevenzione piuttosto che le restrizioni per contrastare il disturbo da gioco. Questa è una forte presa di posizione e lo consideriamo un dato robusto e significativo. Per quanto riguarda la conoscenza di una persona affetta da ludopatia, solo il 33,3% ne conosce una, mentre la restante parte non ne conosce nessuna. Nel quadro complessivo siamo di fronte a livello di percentuali molto basse. Le persone intervistate mettono come preoccupazione principale riguardo l’offerta di gioco al primo posto quello illegale e al secondo quello online. L’affidabilità dell’offerta di gioco legale è confermata dal 74,1% delle persone che ritengono che i rappresentanti del gioco legale siano assolutamente affidabili. Inoltre, l’81,8% ritiene che il registro di esclusione sia una buona misura. Dunque, un plebiscito. La priorità, infine, per i nostri intervistati è il contrasto del gioco d’azzardo, seguito dal miglioramento dell’attività di informazione e prevenzione e, da ultimo, la lotta al gioco patologico. Abbiamo visto che in astratto il gioco patologico sia importante per gli intervistati, ma nella realtà sono pochi i casi concreti che hanno diretta esperienza. Dunque, per questo motivo si trova all’ultimo posto”.

Cardia (Presidente Acadi)

“Il gioco pubblico è un’attività economica ma soprattutto un servizio pubblico. Gli esercenti sono incaricati di pubblico servizio e per questo hanno responsabilità e credibilità. La normalizzazione del settore e la compattezza del comparto sono punti fondamentali”. Lo ha detto Geronimo Cardia, presidente di Acadi, intervenendo al convegno organizzato dall’Istituto Friedman. “Il settore del gioco durante pandemia si è scontrato con ragioni ideologiche oltre che tecniche e scientifiche. Serve un riordino che superi le questioni territoriali, ma bisogna lavorare da ora per arrivare pronti al 2023. Noi operatori del settore stiamo subendo da anni una proroga in quanto non l’abbiamo scelta ma ce l’ha imposta il legislatore che non vuole rinunciare al presidio di legalità del comparto del gioco pubblico ed allo stesso tempo alle sue entrate erariali. Durante pandemia, come ricordato anche da procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, l’offerta illegale è rifiorita. Nel 2018 il governo ha tentato di iniziare la procedura di indizione gare ma è stata stoppata dal Consiglio di Stato per la presenza della questione territoriale. Oggi più di dieci regioni hanno fatto un passo indietro prorogando entrata in vigore delle loro leggi regionali. I nostri prossimi obiettivi sono lavorare a proroghe tecniche e parallelamente come operatori dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni e per dare un’offerta sempre più qualificata lavorando sui prodotti di gioco”.

Categorie
Normativa

Il gioco torna “in mostra” con la Fiera Enada di Rimini

La storica manifestazione ha segnato un passo importante per un ritorno alla normalità dopo i mesi di chiusura del settore

Un piccolo ma importante segnale per un ritorno alla normalità. E’ questa l’aria che si è respirata a Rimini, dove il mercato del gioco si è riunito nello storico appuntamento dell’Enada. La fiera dell’intrattenimento, giunta alla 33ma edizione, è stata un’occasione importante di confronto e mai come quest’anno, dopo tanti mesi di chiusura a causa della pandemia, un momento per incontrare i protagonisti del settore e per cercare di rimettere in moto progetti e novità.

“Abbiamo ripreso a lavorare, i problemi esistono, ma il fatto di essere qui ad Enada è positivo, un ritorno alla normalità”, ha detto Massimiliano Pucci, Presidente di As.tro., nel corso del convegno “Doppio lockdown, Green Pass e futuro delle sale giochi” che ha aperto i lavori della Fiera. E ora non si può perdere altro tempo e bisogna cominciare a lavorare sul riordino del settore del gioco che “è necessario – ha aggiunto Pucci -. Molte regioni nei prossimi mesi andranno in scadenza con il distanziometro, serve un coinvolgimento del settore nelle scelte del Governo in tema di gioco. E serve anche fermare l’attività di disinformazione dell’Osservatorio sul gioco (ad esempio che il settore non doveva essere riaperto in quanto portava a gioco patologico e a suicidi, ndr) che sta creando pericolose storture nel rapporto tra politica e gioco legale”. Domenico Distante, presidente di SAPAR, ha sottolineato che: “dopo mesi di chiusure abbiamo riaperto, ma non è cambiato nulla. Con le aziende chiuse ci dicono di cambiare lavoro. Sul nostro settore c’è solo pregiudizio ed ipocrisia. L’unica soluzione è fare fronte comune nel rapporto con il mondo politico”. Enada Rimini è importante quest’anno perché dimostra a tutti che il settore è ancora vivo”. Molto caldo anche il tema sull’uso del Green Pass per accedere a diverse attività, tra le quali le sale giochi, sale scommesse e sale bingo. “Tra restare chiusi o riaprire, preferisco sempre il Green Pass che ci consente di tornare a lavorare”, ha aggiunto Distante. “Il Green Pass per il settore è stata una misura fondamentale – ha sottolineato anche Pucci -, senza non avremmo mai riaperto. L’alternativa era la chiusura. Ora dobbiamo aprire un fronte di discussione interno al comparto, per creare un settore più sostenibile”. “Abbiamo superato un anno terribile, in cui siamo stati chiusi per mesi. Ora con la legislazione che prevede il Green Pass, con il Piano vaccini, abbiamo la prospettiva di poter lavorare”, ha dichiarato, sempre nel corso del convegno che si è tenuto ad Enada, Geronimo Cardia, presidente di Acadi. “Serve una partecipazione del settore alle decisioni della politica. Solamente attraverso il dialogo possiamo far capire che quanto affermato ad esempio dall’Osservatorio sul gioco non corrisponde alla realtà. Il Green Pass oggi è la chiave per poter alzare le nostre saracinesche – ha proseguito Cardia – e dunque ben venga come misura. Non dobbiamo mai dimenticare il rischio che abbiamo corso in questi mesi, di non poter più riaprire anche a causa di iniziative disordinate imposte dai vari governatori regionali”, ha concluso.

La Fiera è anche stata l’occasione per presentare prodotti e novità. Tra le aziende “storiche” presenti ad Enada, c’è Nazionale Elettronica, azienda leader nella progettazione e realizzazione di software da gioco e piattaforme tecnologiche online specifiche per il mercato del gaming. Tutto orgogliosamente made in Italy “Non ci siamo mai fermati, nemmeno nel periodo del lockdown. Abbiamo continuato infatti a sviluppare la nostra offerta di giochi. Qui in Fiera presentiamo delle importanti novità, come “pvr exchange” in particolare, una macchina che pensiamo sarà molto apprezzata dal mercato”, ha sottolineato Danilo Festa, Direttore Amministrativo della società. Nazionale Elettronica punta molto sulla multicanalità: “Lavoriamo molto su questo aspetto e sul dare al giocatore la stessa esperienza di gioco indipendentemente dal canale che sta usando – ha aggiunto Diego Mendez, CTO dell’azienda -. Ritrovare nello stand la multicanalità, gli stessi titoli presenti online, VLT e AWP genera una certa curiosità”.

Sotto il segno della crescita reciproca è nata invece la partnership tra SKS365 e Global Starnet che hanno presentato proprio durante la manifestazione fieristica l’accordo che unirà l’energia dei brand PlanetPay365 e Planetspin365 con l’esperienza di uno dei più grandi concessionari di gioco, per una sinergia tra apparecchi da gioco e piattaforme multifunzionali.

La questione della sostenibilità è una delle tematiche protagoniste emersa durante l’Enada. Newgioco, uno dei principali operatori di scommesse in Italia, è stata anche una delle prime aziende completamente green e ad impatto zero. L’azienda ha infatti contribuito a piantare alberi, per un numero equivalente a quanta CO2 noi ed i nostri uffici consumiamo: “Vogliamo anche noi contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta – hanno raccontato Filippo Bisciglia, conduttore di Temptation Island e Pamela Camassa, nota showgirl -. Lo stand, ad esempio, è tutto ecosostenibile, non c’è plastica e crediamo sia una bellissima iniziativa”.

Tra le novità presenti in fiera anche quella di Fastbet.it, il nuovo marchio dello storico operatore Replatz, con cui il concessionario entra nel mercato delle scommesse. L’avvio di nuove iniziative è non solo un segnale di ripartenza ma addirittura di un rilancio per un settore che viene da mesi di grande difficoltà. 

Presente anche Sportbet, concessionario che, nato da poco più di un anno, è già tra i primi 20 brand del settore delle scommesse. “Siamo molto attenti al servizio ed offriamo un’assistenza, sia ai nostri clienti sia ai nostri partner, 7 giorni su 7 e questi sono punti che fanno sicuramente la differenza. Oggi l’assistenza, soprattutto per quanto riguarda il gioco online, è fondamentale”, ha dichiarato Alessandro Palumbo, Responsabile Commerciale di Sportbet.

“Siamo sempre alla ricerca di nuovi prodotti che possano avere grande attrattiva sul pubblico e la cura e l’attenzione verso il cliente è un punto fermo della nostra azienda”, ha sottolineato anche, Donato Nigro, Direttore Operativo di Scommettendo, un altro marchio storico nel panorama del betting italiano e presente all’Enada.

Categorie
Normativa

Il Covid blocca la dea bendata. Gli italiani hanno speso il 33% in meno per tentare la fortuna

Il gioco pubblico ha versato nelle casse dello Stato oltre 7 miliardi di euro

“Anche nell’anno della pandemia, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha assicurato un gettito erariale di oltre 60 miliardi”. A dichiararlo è il Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, presentando il “Libro Blu 2020”, che illustra i risultati operativi conseguiti e le azioni messe in campo negli ambiti di competenza dell’ADM.

Nel 2020 l’Agenzia ha complessivamente riscosso e versato nelle casse dello Stato 62,4 miliardi di euro. Solamente dal prelievo sui giochi lo Stato ha incassato 7,24 miliardi di euro, a titolo di prelievo erariale, utile erariale ed imposta unica. La raccolta complessiva del settore – in un anno caratterizzato da mesi di chiusura forzata, resasi necessaria per fronteggiare l’emergenza pandemica – è stata pari a 88,38 miliardi di euro. Il gioco online ha rappresentato il 55,7% di questa raccolta, mentre la rete fisica – che è stata chiusa nei due lockdown (tra marzo e giugno, e tra ottobre e dicembre 2020 ndr) – ha totalizzato 39,15 miliardi di euro (44,3%).

Nel 2020 – evidenzia ADM – tutti i valori del settore giochi hanno registrato una forte diminuzione rispetto al 2019, causata soprattutto dalla situazione di emergenza sanitaria da Covid-19: -20,05 per cento per la Raccolta, -17,24 per le Vincite, -33,23 per cento per la Spesa e -36,27 per cento per l’Erario. Dei 7,2 miliardi di euro incassati dallo Stato, il 35% deriva dalle AWP, il 9,59% dalle VLT – al 31 dicembre 2020 in Italia si contavano 261.186 Awp e 55.968 VLT, oltre a 96.115 apparecchi senza vincita in denaro – il 25,6% dalle Lotterie, il 12,7% dal Lotto, il 4,9% dai giochi numeri a totalizzatore nazionale e il 22% da Altri giochi (voce comprendente scommesse sportive, bingo, Totocalcio-Il9-Totogol, scommesse virtuali, Casinò games, poker cash e a torneo, betting exchange).

La riduzione della Raccolta del gioco fisico (ad es. derivante AWP e VLT) nel 2020 è stata del 47,20 per cento, ed è stata dovuta principalmente alla chiusura dei punti gioco sul territorio durante l’emergenza sanitaria. Conseguentemente, la Raccolta del gioco a distanza è aumentata del 35,25 per cento rispetto al 2019, con un incremento di oltre il 30 per cento del numero dei conti di gioco aperti durante l’anno. Tuttavia, il netto spostamento dei volumi di gioco dal canale fisico a quello telematico, non è riuscito a controbilanciare la contrazione della raccolta in valore assoluto, determinando una forte riduzione del gettito erariale.

L’attività di ADM lo scorso anno è stata finalizzata anche all’individuazione di tutte le forme di irregolarità nell’ambito dell’offerta di gioco autorizzato e allo svolgimento di un’efficace azione di contrasto al gioco illegale attraverso l’effettuazione di verifiche capillari sul territorio e l’irrogazione di sanzioni. Nel 2020 sono stati controllati 10.458 esercizi e sono stati inibiti 297 siti web privi delle autorizzazioni previste.

“Quando, il 31 Gennaio 2020, sono stato nominato Direttore Generale dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM) sapevo di iniziare una sfida importante per il Paese; non potevo immaginare il ruolo nevralgico che l’Agenzia avrebbe rivestito per la tutela della salute, la sicurezza dei cittadini e il contrasto ai gravi reati in materia di traffico di merci e di valuta derivati dell’emergenza pandemica. In questi mesi ho avuto modo di apprezzare la grande professionalità, le specificità, il senso dello Stato e il rispetto delle Istituzioni dei funzionari e dei dirigenti dell’Agenzia”, ha affermato Marcello Minenna, Direttore Generale ADM.

“Un costante controllo delle frontiere terrestri, portuali e aeroportuali, anche in collaborazione con Istituzioni sovranazionali come l’OLAF, hanno consentito di garantire adeguati approvvigionamenti al Paese e soprattutto la salvaguardia da prodotti contraffatti e pericolosi per la salute. Colleghe e Colleghi che con professionalità svolgono attività di grande complessità – funzionalmente riconducibili a quindici ministeri – a cui l’ordinamento, non a caso, riconosce le qualifiche di Agenti e Ufficiali di Polizia Giudiziaria e Tributaria e che, tra gli altri, contemplano ingegneri, giuristi, economisti, analisti quantitativi, informatici, chimici e interpreti. Insieme di professionalità che rendono l’Agenzia un unicum nell’ambito degli apparati dello Stato”.

“ADM, anche in un anno particolare come quello della pandemia, ha assicurato la raccolta di oltre 60 miliardi di euro di gettito erariale nei settori di competenza riassunti nell’acronimo ADM, le cui lettere definiscono anche il payoff dell’Agenzia.

La A di “Accise”, riguarda energie elettriche e gas naturale, oli minerali, tabacchi e alcole sui quali l’Agenzia esercita attività regolatorie, di controllo e vigilanza capillare sui soggetti delle rispettive filiere.

La D di “Dogane”, rispecchia il ruolo esclusivo dell’Agenzia come autorità doganale, previsto dall’ordinamento comunitario e nazionale, di riscuotere i dazi, l’IVA e tutti i diritti di confine. Ruolo complesso che da un lato implica la necessità di individuare tutte le procedure più efficienti per facilitare il commercio internazionale lecito e, dall’altro, ha il fine di prevenire gli illeciti, anche penali, su merci e valuta, contrastando la criminalità organizzata. Ogni anno vengono sequestrate tonnellate di merci tra rifiuti, stupefacenti, farmaci contraffatti, giocattoli e tessuti pericolosi.

Infine, la M di “Monopoli”, che vede l’Agenzia svolgere un’importante funzione di regolamentazione, vigilanza e controllo sulle filiere dei tabacchi e dei prodotti assimilati e accessori, tra cui i liquidi da inalazione, della distribuzione degli oli minerali e dei giochi. In tale ultimo ambito, il comitato CoPReGI, che ho l’onore di presiedere, con la partecipazione di tutte le Forza di Polizia, coordina l’organizzazione delle attività di enforcement sul territorio”.

L’evento, che ha visto la partecipazione di oltre 140 personalità istituzionali, è stato caratterizzato dal saluto istituzionale del Presidente della Camera, Roberto Fico, e dalla tavola rotonda, moderata da Fabio Fazio, a cui hanno partecipato i ministri Luciana Lamorgese, Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini e Roberto Speranza. Il tema del confronto è stato il ruolo di ADM nelle interazioni con i dicasteri di competenza ma non sono mancati i riferimenti alla situazione internazionale, in particolare sull’Afghanistan, con il ministro Di Maio, e i recenti provvedimenti normativi sull’estensione del green pass e sulla necessità della terza dose di vaccino anti Covid, cui ha fatto riferimento il ministro Roberto Speranza. Dalla ministra Lamorgese sono venuti importanti richiami alla collaborazione tra ADM e le forze di Polizia. Sul ruolo dell’Agenzia durante la crisi pandemica è intervenuto invece il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

In particolare, in tema di gioco, il presidente della Camera, Roberto Fico, ha affermato: “Quello dei giochi e delle scommesse è un settore di grande rilevanza ed Adm ha il compito di contrastare crescenti situazioni di irregolarità. Oggi abbiamo un quadro normativo complesso e frammentato. Governo e Parlamento devono dare vita a riforma organica del comparto”.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, invece, ha affrontato la questione dei vaccini: “Come governo siamo convinti che il vaccino sia fondamentale. L’esecutivo non ha paura di estendere il green pass e l’obbligo vaccinale che ricordo è consentito dalla nostra Costituzione all’articolo 32”.

“Il Green pass è uno strumento fondamentale per mettere in sicurezza il Paese” ha aggiunto il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. E sul gioco, il ministro degli interni ha sottolineato: “I giovani possono cadere nella ludopatia giocando su internet senza controllo. Serve porre un argine ai reati online connessi al gioco”.

Alla presentazione del Libro Blu 2020 ha partecipato anche il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, che si è espresso sugli effetti del Decreto Dignità, che ha vietato le sponsorizzazioni degli operatori di gioco. “Senza la sponsorizzazione delle scommesse, dal punto di vista degli introiti, il settore sta molto soffrendo”, ha dichiarato ad Agimeg. “Dal primo giorno ho sempre sostenuto che è una partita che si sta giocando ad armi impari, oggettivamente perdiamo elementi di competitività. E’ anche una cosa senza senso impedire di avere pubblicità tabellare o sulla maglia quando accendete la televisione e le squadre italiane giocano contro le altre che invece le hanno, il messaggio arriva comunque e si penalizzano solamente le squadre italiane. E’ una di quelle cose figlie di un concetto di demagogia che ha penalizzato lo sport e non solo il calcio, molti campionati e molte squadre. Mi auguro si possa sistemare questa cosa al più presto. Il ministro Di Maio lo sa perfettamente, ma non credo sia più di sua competenza. Di Maio è un uomo di sport, credo non possa che condividere, ritengo sia un problema di Parlamento”.

“Laddove il gioco legale viene chiuso, è evidente che riaprono tutti i canali del gioco illegale”, ha invece sottolineato ad Agimeg da Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia.

“Il ruolo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è fondamentale per la tutela del settore del gioco lecito” ha invece detto il moderatore dell’incontro e giornalista RAI, Fabio Fazio.