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Istituto Friedman: il riordino del sistema del gioco pubblico

Convegno a Roma, con i rappresentanti delle associazioni di categoria, politici e ricercatori, dedicato alla riforma del settore del gioco legale

Riordino del gioco pubblico al centro del convegno organizzato dall’Istituto Milton Friedman, da sempre molto attento alle problematiche del settore, con la partecipazione dell’Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici (EGP-Fipe), del Sindacato Totoricevitori Sportivi (STS) e della Federazione Italiana Tabaccai (FIT). L’incertezza normativa che grava sul settore, colpito dalle differenti leggi regionali in materia e da regolamenti comunali non omogenei, unita allo stato di difficoltà in cui versa il comparto dopo quasi un anno di chiusura dovuta al lockdown imposto per fronteggiare la pandemia, richiedono un nuovo approccio della politica e degli addetti ai lavori, in vista di un riordino che disegni un quadro omogeneo a livello nazionale che tuteli imprese del comparto, giocatori e gettito erariale.

Sul tema si sono espressi il Senatore Mauro Marino, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco pubblico e sul contrasto del gioco illegale (Italia Viva), Dario Peirone, Direttore generale dell’Istituto Friedman, Emmanuele Cangianelli, Presidente di EGP-Fipe, Giorgio Pastorino, Presidente di STS-FIT, l’Onorevole Pier Paolo Baretta, già Sottosegretario al MEF con delega ai giochi (PD), Geronimo Cardia, Presidente di ACADI (Confcommercio), Giorgio De Carlo, Direttore dell’Istituto Quaeris, che ha presentato l’Analisi demoscopica indipendente sul tema del gioco e Giovanni Kessler, magistrato, già Direttore generale dell’OLAF e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Peirone (Direttore Istituto Friedman)

 “Il settore del gioco è uno dei noccioli duri della nostra economia in quanto crea ricchezza ma non viene compreso, anzi viene considerato marginale. Il gioco lecito oggi è sfruttato per gli introiti, ma non è considerato un importante settore produttivo dell’economia, quando invece può dare tantissimo in termini di innovazione tecnologica, gettito fiscale e occupazione. Le istituzioni non comprendono l’importanza degli imprenditori del gioco legale. Le tabaccherie oggi rappresentano un presidio di legalità sul territorio. Io vengo dal Piemonte e la legge regionale del 2016 ha dimezzato l’occupazione nel settore del gioco legale. La nuova legge ha salvato dalla chiusura soggetti che avrebbero dovuto chiudere a causa degli effetti del distanziometro. Non dimentichiamo che il gettito fiscale del gioco paga per un anno il Reddito di Cittadinanza. Inoltre, con la chiusura del comparto legale, ha festeggiato solo la criminalità organizzata. Le nostre proposte per il settore sono: uniformità della normativa a livello nazionale, aggiornare la normativa in base all’evoluzione del mercato, il superamento degli effetti espulsivi del distanziometro attraverso l’abbandono distanziometro o l’uniformità a livello nazionale, elenco ragionevole dei luoghi sensibili, regolamentazione dell’orario degli apparecchi, creazione di una task Force per combattere il gioco illegale, evitare prolungate chiusure degli esercizi, come accaduto durante lockdown, e lotta alla ludopatia. Il momento è critico per questo dobbiamo dare dignità e libertà a questo settore”.

Bertoldi (Direttore esecutivo Istituto Friedman)

“È doveroso riprendere un tema così importante per l’economia del Paese e per l’affermazione della legalità, come quello del gioco pubblico” ha aggiunto Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell’Istituto Friedman.

Risso (Presidente FIT)

“Da molti anni si parla della riforma organica del comparto del gioco capace di garantire la salute dei consumatori e al contempo che sappia tutelare le attività di gioco. Le tabaccherie hanno sempre offerto il gioco legale, dai giochi più antichi come il Lotto a quelli più moderni”. Lo ha detto Giovanni Risso, presidente della FIT, intervenendo al convegno organizzato dall’istituto Friedman. “Purtroppo, il moltiplicarsi di leggi regionali ha creato confusione, incertezza e disparità di trattamento. Per tutelare la salute è necessaria una visione globale con regole uniformi su tutto il territorio nazionale, perché senza gioco legale rischiamo un ritorno all’illegalità. Il riordino non è più rimandabile, i tabaccai sono pronti a fare la loro parte in questo senso”.

Pastorino (Presidente STS)

“La pandemia ci ha lasciato un senso di fragilità e una crisi economica peggiore del passato. Per quanto riguarda il comparto del gioco legale ha dimostrato che la sua assenza fa tornare in auge l’illegalità. Questo è stato affermato anche dall’ADM e le numerose operazioni dello scorso anno ne sono la dimostrazione. Il settore non è mai stato percepito nel migliore dei modi dall’opinione pubblica. A questo aggiungerei però che anche a causa della necessità della ripartenza del Paese, si è attenuata la morsa nei confronti del comparto e quindi mi sembra il momento più opportuno per arrivare ad un riordino che sia senza condizionamenti ideologici. Il settore del gioco è complesso e quindi con il riordino bisognerà decidere come distribuire l’offerta, perché il continuo incremento è stata una delle cause delle diverse leggi regionali che hanno portato a restrizioni”.

“Il mio consiglio è quello di mettere in sicurezza le attività collegate con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è, una volta fatta questa operazione, va verificato che l’offerta sia sufficiente anche per evitare il ritorno dell’illegalità. È ovvio che quando ci sono tanti enti che possono decidere sul settore ci siano tante difficoltà, quindi è necessaria una armonizzazione delle regole. Alcune regole, inoltre, non sono più in linea con il mercato e le attese dei giocatori e questo è un problema perché il giocatore può rivolgersi al circuito illegale. Queste norme, però, devono anche poter irrigidirsi quando si va oltre il dettato delle concessioni. La sostenibilità del settore deve entrare assolutamente nel riordino. La sostenibilità non può essere esclusivamente a livello sociale, ma per arrivare a quel punto deve esserci la sostenibilità economica della filiera. Purtroppo, per questioni di bilancio è stato spesso toccato il settore con continui aumenti di tassazione. Ritengo che se vogliamo arrivare a un vero riordino dobbiamo pensare che le attività riescano a rimanere in piedi e lo Stato deve fare almeno per un minimo da garante”.

Cangianelli (Presidente EGP‐Fipe)

“Il tema del “riordino” non è certo una novità: ne parliamo da un decennio. In una accezione più ristretta, sappiamo che il cosiddetto riordino è la ricerca di soluzioni all’impasse che si è creato imponendo nel sistema distributivo soluzioni – principalmente i distanziometri – di incerta efficacia sui giocatori problematici, frutto di suggestioni letterarie o di semplificazioni politiche, prive di valutazioni scientifiche proprie sulla realtà italiana, sia nella loro funzionalità alla prevenzione delle patologie che nella loro applicabilità concreta. Discorso simile per le eccessive limitazioni orarie. Un’impasse che, già prima dell’emergenza COVID, ha reso impossibile – come ha registrato anche il Consiglio di Stato – procedere alla riattribuzione delle diverse concessioni retail venute man mano a scadere”.

“In una accezione più ampia, che preferiamo, il riordino è un riordino degli obiettivi del sistema di offerta regolamentata: contrasto alla illegalità, competizione nel mercato e protezione dei consumatori sono sempre i tre pilastri del gioco regolamentato ma oggi siamo assolutamente convinti che il disegno futuro del mercato passi dalla efficace protezione dei consumatori. Questo pur considerando i lockdown ripetuti per il retail gaming, che hanno inferto colpi severi sia al perimetro della legalità che al quadro competitivo. Non condividiamo gli approcci che presuppongono una “riduzione dell’offerta” nei disegni di riordino: evidentemente queste affermazioni derivano dalla dimenticanza del fatto che l’offerta esiste indipendentemente dalla regolamentazione e che, quindi, una errata progettazione del perimetro di offerta porterebbe automaticamente a problemi di illegalità e\o di squilibri competitivi. L’approccio di riduzione della offerta è infatti della stessa natura della concezione dei distanziometri, una concezione pericolosa per la tutela delle categorie deboli, così come la cervellotica ideazione della tessera sanitaria sugli apparecchi offerti in sale vietate ai minori. L’offerta va qualificata, elevando i requisiti soggettivi degli operatori e le caratteristiche dei luoghi di gioco, a partire dalla responsabilità diretta, concreta e misurabile degli esercenti sull’accesso al gioco e sulla comunicazione con i soggetti a rischio. Di fatto, stiamo già vivendo questa esperienza da alcune settimane con l’obbligo del Green Pass (almeno per l’accesso agli apparecchi, alle scommesse ed al bingo), i cui effetti stiamo progressivamente registrando. Con la qualificazione dell’offerta è possibile fare passi avanti sulla qualificazione della domanda, dei giocatori, sulla riduzione delle situazioni di consumo non responsabile e controllato.

Strumento principale di questo obiettivo può essere l’avvio del Registro di autoesclusione nel retail; su questo strumento abbiamo esperienze estere importanti (penso alla Spagna) ed altrettanto importante è l’esperienza sul gioco online di ADM, con i quasi 90.000 soggetti che hanno richiesto l’autoesclusione. Nel disegno futuro dell’offerta, l’occasione è di concentrare la strategia di qualificazione dell’offerta su questo strumento assieme ad altri di revisione dei prodotti nella rete generalista e di organizzazione degli spazi di gioco con finalità di benessere dei giocatori, previsti anche dalle apposite Linee Guida del Ministero della Salute adottate nelle scorse settimane. Crediamo che quanto afferma il Presidente del Consiglio “non è il momento di prendere soldi, ma di darli” debba valere anche per i giochi pubblici che più hanno subito economicamente la pandemia.

Questo è importante perché si tratta di reinvestire sul mercato regolamentato dei giochi in denaro; molti operatori sono intenzionati a farlo, è necessario verificare la disponibilità delle Istituzioni. Una disponibilità che non dovrà essere dimostrata solo con gli annunci che si sono susseguiti da anni, fatta eccezione per il lavoro del Sottosegretario Baretta che ha prodotto l’Intesa del 2017: una ottima base, ma da aggiornare all’evoluzione del contesto ed alla affermazione scientifica della inefficacia dei distanziometri. Riteniamo necessaria una seria presa di coscienza politica della necessità di rinunciare probabilmente a parte del gettito per favorire il consolidamento dell’offerta legale, ferita dal periodo pandemico, a partire dalla revisione della durata delle concessioni in essere.

Revisione indispensabile non solo per i tempi necessari ad processo di qualificazione della distribuzione e superamento della “questione territoriale”, ma anche per riequilibrare i costi sostenuti dagli operatori per mantenere l’infrastruttura pubblica di offerta nell’impossibilità di generare ricavi nei periodi di lockdown del 2020 e 2021.

Diversamente, ricordando che le imprese che conducono concessioni e punti vendita di gioco sono operatori economici, genereremmo condizioni per un sempre più esteso disinteresse al comparto del gioco regolamentato, evidentemente pericoloso per il perimetro della legalità. Quindi, per restare in un concetto – giustamente – all’ordine del giorno delle più recenti decisioni politiche, è il momento per il regolatore e per la filiera di gestire una “transizione ecologica” dell’offerta pubblica di gioco, secondo le linee che abbiamo esposto, garantendo concretamente tutti gli interessi pubblici e collettivi che solo questo modello organizzativo può garantire”.

Sen. De Bertoldi (Segretario Commissione Inchiesta sul Gioco)

“Sul tema del gioco la politica ha agito in modo scorretto, demagogico e populista. Non sto qui a dire che nessuno è colpevole, infatti in tutti i partiti c’è qualcuno che pensa che il gioco sia deleterio e da combattere. Ci sono state forze politiche che hanno fatto della lotta al gioco pubblico la propria bandiera. Io ritengo che di per sé il gioco non sia né un bene né un male. Le vere patologie sono due: la ludopatia e l’illegalità. A tal proposito ritengo che gli operatori del gioco siano i primi avamposti per combatterle. Il riordino deve essere chiaro e le vostre proposte devono fare capire che state facendo l’interesse della nazione. A quel punto, ciascuno di noi, delle varie forze politiche, sarà in grado di fare propria questa battaglia”.

“Vogliamo ghettizzare il gioco nelle periferie perché ci sono distanze impossibili verso i luoghi sensibili? Io credo sia sbagliato, perché ghettizzare il gioco non contrasta le ludopatie, anzi favorisce il giocatore patologico. Chi fa un uso moderato e piacevole del gioco non va criminalizzato. Credo che la Commissione d’inchiesta, della quale sono segretario, saprà analizzare e approfondire questi temi. I lockdown imposti al gioco in modo incomprensibile hanno fatto brindare le mafie, perché i giocatori si sono ovviamente rivolti alle bische clandestine. Questi sono dati di fatto. L’aiuto che vi chiedo da politico è quello di elaborare proposte che siano nel giusto interesse delle imprese ma che vengano declinate a favore dell’interesse nazionale. Dobbiamo riuscire a fare in modo che il gioco trasmetta l’immagine di imprenditori seri che abbiano vere intenzioni di riformare il gioco pubblico mettendo in chiaro che voi siete i primi baluardi contro illegalità e ludopatia”.

Marino (Presidente Commissione Inchiesta sul Gioco Pubblico)

“Il riordino del settore dei giochi è un percorso iniziato con la legge delega fiscale 2014 ma a cui non si è dato attuazione. Gli operatori del settore necessitano di certezza. Tuttavia, dall’Intesa Stato-Regioni del 2017 anziché certezza è scaturita anarchia visto che le Regioni e i Comuni hanno legiferato in autonomia, innescando delle sovrapposizioni pericolose e distorsive”, ha detto Mauro Marino, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco pubblico e sul contrasto del gioco illegale, intervenendo in collegamento al convegno organizzato dall’Istituto Friedman. “I dati del Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dimostrano – oltre che il mancato gettito erariale – come ci sia una soglia oltre la quale la domanda di gioco è insopprimibile con il rischio di rivolgersi all’illegalità. La Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco pubblico vuole mettere ordine nella matassa della gerarchia delle fonti e creare una normativa al passo coi tempi. Serve agire senza pregiudizio. La sfida è supportare un settore importante e fornire soluzioni per dare attuazione ai principi della legge delega del 2014”.

Kessler (ex direttore generale ADM)

“Il gioco è un’attività come le altre che ha dignità e genera ricchezza, che porta entrate erariali importanti, facili da raccogliere per lo Stato, ma che genera anche danni sociali con conseguenti problemi di accettazione sociale e politica. Serve fare i conti con questi punti, ma oggi manca una strategia politica nazionale”. “Non possono esserci 20 politiche diverse a livello regionale che incidono sul gettito erariale nazionale. Il sistema dei limiti dell’offerta di gioco funzionano poco, non è togliendo il gioco che si elimina la ludopatia”. Per Kessler tuttavia, “L’equazione meno gioco legale uguale più gioco illegale non è dimostrabile. Il gioco illegale non è tra l’altro facilmente raggiungibile. Va sicuramente contrastato ma in parte c è anche nel canale legale. Serve creare una task Force europea per contrastare il gioco online illegale. La ludopatia non è legata al gioco illegale ma anche all’abuso di gioco legale. Introdurre un registro delle autoesclusioni va benissimo ma ci vogliono modalità di gioco che pervengano e blocchino le ludopatie creando profili di gioco personalizzati, una cosa che tecnicamente si può fare con specifici algoritmi”.

Baretta (già sottosegretario MEF con delega ai giochi)

“Sono ovviamente favorevole al riordino poiché da sottosegretario al MEF ho fatto di questo il centro della mia attività. Il gioco è una condizione normale nella vita di una persona e, in quanto tale, deve essere legale e protetto da anomalie. Questo settore non gode di una buona reputazione e bisogna farsene carico. È un tema di fondo e per molto tempo è stato sottovalutato da tutti. Io penso che sia un punto delicato perché per garantire la libertà d’impresa è fondamentale il credito bancario, molto complicato da avere per questo tipo di attività proprio a causa della cattiva reputazione etica. Confido molto sul lavoro della Commissione d’inchiesta sul gioco, poiché in tutti i gruppi parlamentari sono presenti persone che non considerano il gioco in modo favorevole. Il riordino con omogeneità nazionali potrebbe avere anche elementi differenziati di fronte a concentrazioni regionali diverse. Credo che forse si possa ripartire dalla Conferenza Stato-Regioni che aveva portato ad un buon accordo. Il riordino deve affrontare anche il problema del numero delle attività che offrono gioco e soprattutto della loro ubicazione. Io, ad esempio, ho fatto una battaglia che non vi fosse una concentrazione di offerta nelle periferie. Credo che ci sia uno spazio per la riduzione dell’offerta attraverso una razionalizzazione. Sulle distanze credo che bisogna lavorare su dei punti di mediazione. Uno degli errori gravi degli enti locali credo sia stato quello di stilare una lista di luoghi sensibili. Credo che nel riordino complessivo debba essere incluso anche quello delle gare, perché ad oggi c’è un assoluto caos. La mia personale opinione è che bisogna prendere tutte le gare attuali e prorogarle in funzione di una unica scadenza come quella del 2023. Ciò farebbe anche pressione verso la riforma unica del settore”.

Analisi Quaeris: Il 70,5% degli italiani chiede più formazione sul gioco patologico.

Il 70,5% degli italiani, più di due italiani su tre, ritiene che l’informazione e la prevenzione siano più adatto per contrastare il fenomeno del gioco patologico. Il 44,5% degli intervistati crede inoltre che la preoccupazione maggiore riguarda proprio il gioco illegale, mentre il 74,1% ritiene affidabile l’offerta di gioco legale rappresentata dai concessionari di Stato. Sono alcuni dei dati che emergono dall’analisi demoscopica “Gli Italiani e il Gioco d’Azzardo” condotta da Quaeris, per conto dell’Istituto Milton Friedman e la FIT.

De Carlo (Direttore Istituto Quaeris)

“L’istituto Quaeris ha svolto già 7-8 sondaggi sul tema del gioco per conto dell’Istituto Friedman. Il sondaggio è ottenuto sulla base di 700 casi che consente un errore molto limitato. Le persone intervistate hanno una forte predilezione per l’informazione e la prevenzione piuttosto che le restrizioni per contrastare il disturbo da gioco. Questa è una forte presa di posizione e lo consideriamo un dato robusto e significativo. Per quanto riguarda la conoscenza di una persona affetta da ludopatia, solo il 33,3% ne conosce una, mentre la restante parte non ne conosce nessuna. Nel quadro complessivo siamo di fronte a livello di percentuali molto basse. Le persone intervistate mettono come preoccupazione principale riguardo l’offerta di gioco al primo posto quello illegale e al secondo quello online. L’affidabilità dell’offerta di gioco legale è confermata dal 74,1% delle persone che ritengono che i rappresentanti del gioco legale siano assolutamente affidabili. Inoltre, l’81,8% ritiene che il registro di esclusione sia una buona misura. Dunque, un plebiscito. La priorità, infine, per i nostri intervistati è il contrasto del gioco d’azzardo, seguito dal miglioramento dell’attività di informazione e prevenzione e, da ultimo, la lotta al gioco patologico. Abbiamo visto che in astratto il gioco patologico sia importante per gli intervistati, ma nella realtà sono pochi i casi concreti che hanno diretta esperienza. Dunque, per questo motivo si trova all’ultimo posto”.

Cardia (Presidente Acadi)

“Il gioco pubblico è un’attività economica ma soprattutto un servizio pubblico. Gli esercenti sono incaricati di pubblico servizio e per questo hanno responsabilità e credibilità. La normalizzazione del settore e la compattezza del comparto sono punti fondamentali”. Lo ha detto Geronimo Cardia, presidente di Acadi, intervenendo al convegno organizzato dall’Istituto Friedman. “Il settore del gioco durante pandemia si è scontrato con ragioni ideologiche oltre che tecniche e scientifiche. Serve un riordino che superi le questioni territoriali, ma bisogna lavorare da ora per arrivare pronti al 2023. Noi operatori del settore stiamo subendo da anni una proroga in quanto non l’abbiamo scelta ma ce l’ha imposta il legislatore che non vuole rinunciare al presidio di legalità del comparto del gioco pubblico ed allo stesso tempo alle sue entrate erariali. Durante pandemia, come ricordato anche da procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, l’offerta illegale è rifiorita. Nel 2018 il governo ha tentato di iniziare la procedura di indizione gare ma è stata stoppata dal Consiglio di Stato per la presenza della questione territoriale. Oggi più di dieci regioni hanno fatto un passo indietro prorogando entrata in vigore delle loro leggi regionali. I nostri prossimi obiettivi sono lavorare a proroghe tecniche e parallelamente come operatori dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni e per dare un’offerta sempre più qualificata lavorando sui prodotti di gioco”.

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Il gioco torna “in mostra” con la Fiera Enada di Rimini

La storica manifestazione ha segnato un passo importante per un ritorno alla normalità dopo i mesi di chiusura del settore

Un piccolo ma importante segnale per un ritorno alla normalità. E’ questa l’aria che si è respirata a Rimini, dove il mercato del gioco si è riunito nello storico appuntamento dell’Enada. La fiera dell’intrattenimento, giunta alla 33ma edizione, è stata un’occasione importante di confronto e mai come quest’anno, dopo tanti mesi di chiusura a causa della pandemia, un momento per incontrare i protagonisti del settore e per cercare di rimettere in moto progetti e novità.

“Abbiamo ripreso a lavorare, i problemi esistono, ma il fatto di essere qui ad Enada è positivo, un ritorno alla normalità”, ha detto Massimiliano Pucci, Presidente di As.tro., nel corso del convegno “Doppio lockdown, Green Pass e futuro delle sale giochi” che ha aperto i lavori della Fiera. E ora non si può perdere altro tempo e bisogna cominciare a lavorare sul riordino del settore del gioco che “è necessario – ha aggiunto Pucci -. Molte regioni nei prossimi mesi andranno in scadenza con il distanziometro, serve un coinvolgimento del settore nelle scelte del Governo in tema di gioco. E serve anche fermare l’attività di disinformazione dell’Osservatorio sul gioco (ad esempio che il settore non doveva essere riaperto in quanto portava a gioco patologico e a suicidi, ndr) che sta creando pericolose storture nel rapporto tra politica e gioco legale”. Domenico Distante, presidente di SAPAR, ha sottolineato che: “dopo mesi di chiusure abbiamo riaperto, ma non è cambiato nulla. Con le aziende chiuse ci dicono di cambiare lavoro. Sul nostro settore c’è solo pregiudizio ed ipocrisia. L’unica soluzione è fare fronte comune nel rapporto con il mondo politico”. Enada Rimini è importante quest’anno perché dimostra a tutti che il settore è ancora vivo”. Molto caldo anche il tema sull’uso del Green Pass per accedere a diverse attività, tra le quali le sale giochi, sale scommesse e sale bingo. “Tra restare chiusi o riaprire, preferisco sempre il Green Pass che ci consente di tornare a lavorare”, ha aggiunto Distante. “Il Green Pass per il settore è stata una misura fondamentale – ha sottolineato anche Pucci -, senza non avremmo mai riaperto. L’alternativa era la chiusura. Ora dobbiamo aprire un fronte di discussione interno al comparto, per creare un settore più sostenibile”. “Abbiamo superato un anno terribile, in cui siamo stati chiusi per mesi. Ora con la legislazione che prevede il Green Pass, con il Piano vaccini, abbiamo la prospettiva di poter lavorare”, ha dichiarato, sempre nel corso del convegno che si è tenuto ad Enada, Geronimo Cardia, presidente di Acadi. “Serve una partecipazione del settore alle decisioni della politica. Solamente attraverso il dialogo possiamo far capire che quanto affermato ad esempio dall’Osservatorio sul gioco non corrisponde alla realtà. Il Green Pass oggi è la chiave per poter alzare le nostre saracinesche – ha proseguito Cardia – e dunque ben venga come misura. Non dobbiamo mai dimenticare il rischio che abbiamo corso in questi mesi, di non poter più riaprire anche a causa di iniziative disordinate imposte dai vari governatori regionali”, ha concluso.

La Fiera è anche stata l’occasione per presentare prodotti e novità. Tra le aziende “storiche” presenti ad Enada, c’è Nazionale Elettronica, azienda leader nella progettazione e realizzazione di software da gioco e piattaforme tecnologiche online specifiche per il mercato del gaming. Tutto orgogliosamente made in Italy “Non ci siamo mai fermati, nemmeno nel periodo del lockdown. Abbiamo continuato infatti a sviluppare la nostra offerta di giochi. Qui in Fiera presentiamo delle importanti novità, come “pvr exchange” in particolare, una macchina che pensiamo sarà molto apprezzata dal mercato”, ha sottolineato Danilo Festa, Direttore Amministrativo della società. Nazionale Elettronica punta molto sulla multicanalità: “Lavoriamo molto su questo aspetto e sul dare al giocatore la stessa esperienza di gioco indipendentemente dal canale che sta usando – ha aggiunto Diego Mendez, CTO dell’azienda -. Ritrovare nello stand la multicanalità, gli stessi titoli presenti online, VLT e AWP genera una certa curiosità”.

Sotto il segno della crescita reciproca è nata invece la partnership tra SKS365 e Global Starnet che hanno presentato proprio durante la manifestazione fieristica l’accordo che unirà l’energia dei brand PlanetPay365 e Planetspin365 con l’esperienza di uno dei più grandi concessionari di gioco, per una sinergia tra apparecchi da gioco e piattaforme multifunzionali.

La questione della sostenibilità è una delle tematiche protagoniste emersa durante l’Enada. Newgioco, uno dei principali operatori di scommesse in Italia, è stata anche una delle prime aziende completamente green e ad impatto zero. L’azienda ha infatti contribuito a piantare alberi, per un numero equivalente a quanta CO2 noi ed i nostri uffici consumiamo: “Vogliamo anche noi contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta – hanno raccontato Filippo Bisciglia, conduttore di Temptation Island e Pamela Camassa, nota showgirl -. Lo stand, ad esempio, è tutto ecosostenibile, non c’è plastica e crediamo sia una bellissima iniziativa”.

Tra le novità presenti in fiera anche quella di Fastbet.it, il nuovo marchio dello storico operatore Replatz, con cui il concessionario entra nel mercato delle scommesse. L’avvio di nuove iniziative è non solo un segnale di ripartenza ma addirittura di un rilancio per un settore che viene da mesi di grande difficoltà. 

Presente anche Sportbet, concessionario che, nato da poco più di un anno, è già tra i primi 20 brand del settore delle scommesse. “Siamo molto attenti al servizio ed offriamo un’assistenza, sia ai nostri clienti sia ai nostri partner, 7 giorni su 7 e questi sono punti che fanno sicuramente la differenza. Oggi l’assistenza, soprattutto per quanto riguarda il gioco online, è fondamentale”, ha dichiarato Alessandro Palumbo, Responsabile Commerciale di Sportbet.

“Siamo sempre alla ricerca di nuovi prodotti che possano avere grande attrattiva sul pubblico e la cura e l’attenzione verso il cliente è un punto fermo della nostra azienda”, ha sottolineato anche, Donato Nigro, Direttore Operativo di Scommettendo, un altro marchio storico nel panorama del betting italiano e presente all’Enada.

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Il Covid blocca la dea bendata. Gli italiani hanno speso il 33% in meno per tentare la fortuna

Il gioco pubblico ha versato nelle casse dello Stato oltre 7 miliardi di euro

“Anche nell’anno della pandemia, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha assicurato un gettito erariale di oltre 60 miliardi”. A dichiararlo è il Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, presentando il “Libro Blu 2020”, che illustra i risultati operativi conseguiti e le azioni messe in campo negli ambiti di competenza dell’ADM.

Nel 2020 l’Agenzia ha complessivamente riscosso e versato nelle casse dello Stato 62,4 miliardi di euro. Solamente dal prelievo sui giochi lo Stato ha incassato 7,24 miliardi di euro, a titolo di prelievo erariale, utile erariale ed imposta unica. La raccolta complessiva del settore – in un anno caratterizzato da mesi di chiusura forzata, resasi necessaria per fronteggiare l’emergenza pandemica – è stata pari a 88,38 miliardi di euro. Il gioco online ha rappresentato il 55,7% di questa raccolta, mentre la rete fisica – che è stata chiusa nei due lockdown (tra marzo e giugno, e tra ottobre e dicembre 2020 ndr) – ha totalizzato 39,15 miliardi di euro (44,3%).

Nel 2020 – evidenzia ADM – tutti i valori del settore giochi hanno registrato una forte diminuzione rispetto al 2019, causata soprattutto dalla situazione di emergenza sanitaria da Covid-19: -20,05 per cento per la Raccolta, -17,24 per le Vincite, -33,23 per cento per la Spesa e -36,27 per cento per l’Erario. Dei 7,2 miliardi di euro incassati dallo Stato, il 35% deriva dalle AWP, il 9,59% dalle VLT – al 31 dicembre 2020 in Italia si contavano 261.186 Awp e 55.968 VLT, oltre a 96.115 apparecchi senza vincita in denaro – il 25,6% dalle Lotterie, il 12,7% dal Lotto, il 4,9% dai giochi numeri a totalizzatore nazionale e il 22% da Altri giochi (voce comprendente scommesse sportive, bingo, Totocalcio-Il9-Totogol, scommesse virtuali, Casinò games, poker cash e a torneo, betting exchange).

La riduzione della Raccolta del gioco fisico (ad es. derivante AWP e VLT) nel 2020 è stata del 47,20 per cento, ed è stata dovuta principalmente alla chiusura dei punti gioco sul territorio durante l’emergenza sanitaria. Conseguentemente, la Raccolta del gioco a distanza è aumentata del 35,25 per cento rispetto al 2019, con un incremento di oltre il 30 per cento del numero dei conti di gioco aperti durante l’anno. Tuttavia, il netto spostamento dei volumi di gioco dal canale fisico a quello telematico, non è riuscito a controbilanciare la contrazione della raccolta in valore assoluto, determinando una forte riduzione del gettito erariale.

L’attività di ADM lo scorso anno è stata finalizzata anche all’individuazione di tutte le forme di irregolarità nell’ambito dell’offerta di gioco autorizzato e allo svolgimento di un’efficace azione di contrasto al gioco illegale attraverso l’effettuazione di verifiche capillari sul territorio e l’irrogazione di sanzioni. Nel 2020 sono stati controllati 10.458 esercizi e sono stati inibiti 297 siti web privi delle autorizzazioni previste.

“Quando, il 31 Gennaio 2020, sono stato nominato Direttore Generale dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM) sapevo di iniziare una sfida importante per il Paese; non potevo immaginare il ruolo nevralgico che l’Agenzia avrebbe rivestito per la tutela della salute, la sicurezza dei cittadini e il contrasto ai gravi reati in materia di traffico di merci e di valuta derivati dell’emergenza pandemica. In questi mesi ho avuto modo di apprezzare la grande professionalità, le specificità, il senso dello Stato e il rispetto delle Istituzioni dei funzionari e dei dirigenti dell’Agenzia”, ha affermato Marcello Minenna, Direttore Generale ADM.

“Un costante controllo delle frontiere terrestri, portuali e aeroportuali, anche in collaborazione con Istituzioni sovranazionali come l’OLAF, hanno consentito di garantire adeguati approvvigionamenti al Paese e soprattutto la salvaguardia da prodotti contraffatti e pericolosi per la salute. Colleghe e Colleghi che con professionalità svolgono attività di grande complessità – funzionalmente riconducibili a quindici ministeri – a cui l’ordinamento, non a caso, riconosce le qualifiche di Agenti e Ufficiali di Polizia Giudiziaria e Tributaria e che, tra gli altri, contemplano ingegneri, giuristi, economisti, analisti quantitativi, informatici, chimici e interpreti. Insieme di professionalità che rendono l’Agenzia un unicum nell’ambito degli apparati dello Stato”.

“ADM, anche in un anno particolare come quello della pandemia, ha assicurato la raccolta di oltre 60 miliardi di euro di gettito erariale nei settori di competenza riassunti nell’acronimo ADM, le cui lettere definiscono anche il payoff dell’Agenzia.

La A di “Accise”, riguarda energie elettriche e gas naturale, oli minerali, tabacchi e alcole sui quali l’Agenzia esercita attività regolatorie, di controllo e vigilanza capillare sui soggetti delle rispettive filiere.

La D di “Dogane”, rispecchia il ruolo esclusivo dell’Agenzia come autorità doganale, previsto dall’ordinamento comunitario e nazionale, di riscuotere i dazi, l’IVA e tutti i diritti di confine. Ruolo complesso che da un lato implica la necessità di individuare tutte le procedure più efficienti per facilitare il commercio internazionale lecito e, dall’altro, ha il fine di prevenire gli illeciti, anche penali, su merci e valuta, contrastando la criminalità organizzata. Ogni anno vengono sequestrate tonnellate di merci tra rifiuti, stupefacenti, farmaci contraffatti, giocattoli e tessuti pericolosi.

Infine, la M di “Monopoli”, che vede l’Agenzia svolgere un’importante funzione di regolamentazione, vigilanza e controllo sulle filiere dei tabacchi e dei prodotti assimilati e accessori, tra cui i liquidi da inalazione, della distribuzione degli oli minerali e dei giochi. In tale ultimo ambito, il comitato CoPReGI, che ho l’onore di presiedere, con la partecipazione di tutte le Forza di Polizia, coordina l’organizzazione delle attività di enforcement sul territorio”.

L’evento, che ha visto la partecipazione di oltre 140 personalità istituzionali, è stato caratterizzato dal saluto istituzionale del Presidente della Camera, Roberto Fico, e dalla tavola rotonda, moderata da Fabio Fazio, a cui hanno partecipato i ministri Luciana Lamorgese, Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini e Roberto Speranza. Il tema del confronto è stato il ruolo di ADM nelle interazioni con i dicasteri di competenza ma non sono mancati i riferimenti alla situazione internazionale, in particolare sull’Afghanistan, con il ministro Di Maio, e i recenti provvedimenti normativi sull’estensione del green pass e sulla necessità della terza dose di vaccino anti Covid, cui ha fatto riferimento il ministro Roberto Speranza. Dalla ministra Lamorgese sono venuti importanti richiami alla collaborazione tra ADM e le forze di Polizia. Sul ruolo dell’Agenzia durante la crisi pandemica è intervenuto invece il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

In particolare, in tema di gioco, il presidente della Camera, Roberto Fico, ha affermato: “Quello dei giochi e delle scommesse è un settore di grande rilevanza ed Adm ha il compito di contrastare crescenti situazioni di irregolarità. Oggi abbiamo un quadro normativo complesso e frammentato. Governo e Parlamento devono dare vita a riforma organica del comparto”.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, invece, ha affrontato la questione dei vaccini: “Come governo siamo convinti che il vaccino sia fondamentale. L’esecutivo non ha paura di estendere il green pass e l’obbligo vaccinale che ricordo è consentito dalla nostra Costituzione all’articolo 32”.

“Il Green pass è uno strumento fondamentale per mettere in sicurezza il Paese” ha aggiunto il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. E sul gioco, il ministro degli interni ha sottolineato: “I giovani possono cadere nella ludopatia giocando su internet senza controllo. Serve porre un argine ai reati online connessi al gioco”.

Alla presentazione del Libro Blu 2020 ha partecipato anche il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, che si è espresso sugli effetti del Decreto Dignità, che ha vietato le sponsorizzazioni degli operatori di gioco. “Senza la sponsorizzazione delle scommesse, dal punto di vista degli introiti, il settore sta molto soffrendo”, ha dichiarato ad Agimeg. “Dal primo giorno ho sempre sostenuto che è una partita che si sta giocando ad armi impari, oggettivamente perdiamo elementi di competitività. E’ anche una cosa senza senso impedire di avere pubblicità tabellare o sulla maglia quando accendete la televisione e le squadre italiane giocano contro le altre che invece le hanno, il messaggio arriva comunque e si penalizzano solamente le squadre italiane. E’ una di quelle cose figlie di un concetto di demagogia che ha penalizzato lo sport e non solo il calcio, molti campionati e molte squadre. Mi auguro si possa sistemare questa cosa al più presto. Il ministro Di Maio lo sa perfettamente, ma non credo sia più di sua competenza. Di Maio è un uomo di sport, credo non possa che condividere, ritengo sia un problema di Parlamento”.

“Laddove il gioco legale viene chiuso, è evidente che riaprono tutti i canali del gioco illegale”, ha invece sottolineato ad Agimeg da Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia.

“Il ruolo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è fondamentale per la tutela del settore del gioco lecito” ha invece detto il moderatore dell’incontro e giornalista RAI, Fabio Fazio.

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Scommesse sportive, ad agosto l’online “salva” il mercato

La rete fisica perde invece quasi il 40 per cento

Il bilancio di agosto delle scommesse sportive si chiude con una spesa di circa 115 milioni di euro. Si tratta di un dato in calo del 7,8% rispetto ai 124,7 milioni di euro spesi ad agosto dello scorso anno, ma più o meno in linea con i 119,6 spesi nel 2019 (-3,8%).

E mentre il segmento dell’online ha di fatto “retto” il settore, quello della rete fisica ha subito un forte calo. Le scommesse online hanno registrato infatti una spesa, ad agosto, di 81,4 milioni di euro (+17,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno), mentre il mercato dei punti fisici ha chiuso con una spesa di 33,6 milioni di euro, in calo del 39,5% rispetto ad un anno fa.

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Green Pass: sanzioni in sala giochi in provincia di Udine

Continuano i controlli delle forze dell’ordine nelle attività dove è obbligatorio accedere con la certificazione

I controlli in una sala giochi di Gemona del Friuli, in provincia di Udine, da parte dei Carabinieri, hanno portato alla scoperta di un cliente sprovvisto di Green Pass. Da ulteriori controlli è emerso che la certificazione non era stata richiesta all’entrata della sala. E’ scattata quindi una multa di 400 euro sia per il cliente sia per il titolare della sala, per violazione amministrativa.

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Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: sequestrati distributori di carburante in diverse regioni italiane

In Campania, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Toscana in corso ulteriori accertamenti

ADM, dopo un’attenta analisi dei rischi condotta dall’Ufficio Controlli Accise, energie e alcoli, ha posto in essere, per tramite del Gruppo Operazioni della Direzione Generale, una vasta operazione di verifica sui distributori stradali ed autostradali, in tutto il territorio dello Stato. Al momento sono in corso ulteriori accertamenti a carico dei gestori, già deferiti all’Autorità Giudiziaria, di diversi impianti che si trovano nelle regioni della Campania, del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e della Toscana. I reati ascritti sono connessi alla violazione del divieto di commercializzazione di gasolio non conforme alle specifiche qualitative di cui al D.Lgs. 66/2005 e s.i.m e alla norma UNI EN 590:2017 Sono contestate le violazioni di cui all’art. 515 del codice penale “frode in commercio”.

Le operazioni – guidate da Stefano Saracchi responsabile del Gruppo Operazioni e Roberto Galdi per l’ufficio controlli Accise – si sono svolte tramite la misurazione del livello di carburante presente nei serbatoi dei distributori ed attraverso il prelievo di campioni in contraddittorio con i gestori. Le relative analisi, effettuate dai laboratori chimici mobili di ADM, hanno confermato la non conformità del gasolio alle previste specifiche commerciali.
I funzionari ADM, in qualità di agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria e tributaria hanno proceduto, di volta in volta, alla verbalizzazione delle contestazioni ad al sequestro di diverse decine di migliaia di litri di gasolio, tramite apposizione di specifici sigilli sui serbatoi di stoccaggio e sulle pompe di erogazione.

L’operazione scaturisce da una direttiva interna finalizzata all’esecuzione di controlli operativi sui depositi commerciali di carburanti che, nel corso del corrente anno, hanno emesso e-DAS (documenti elettronici di accompagnamento di prodotti assoggettati ad accisa) per quantitativi di benzina e di gasolio incongruenti con quelli ricevuti.
Tale fattispecie, ove confermata dagli approfondimenti istruttori, comporta l’emissione, da parte del deposito, di documenti falsi a copertura di prodotti energetici sottratti all’accertamento ed utilizzati per carburazione. Questi prodotti sono, con ogni probabilità, i cosiddetti “designer fuels”, vale a dire miscele di idrocarburi, non conformi alle previste specifiche qualitative commerciali, fabbricate per essere impiegate come succedanei dei carburanti a norma, previa irregolare introduzione e immissione in consumo.

Il Direttore Generale dell’Agenzia, Marcello Minenna, dichiara: “I controlli in questione sono tutti eseguiti a tutela dei consumatori e sono serventi a garantire il rispetto delle regole in una filiera complessa come quella dello stoccaggio e la commercializzazione dei carburanti. L’attività costituisce la diretta applicazione delle norme antifrode recentemente introdotte nel settore ed è stata attuata sul territorio grazie alla programmazione di interventi mirati del Gruppo CP-Operazioni inserito nelle strutture della Direzione Generale. Le attività ispettive e di verifica sono tutt’ora in corso e continueranno anche nelle prossime settimane”.

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Luglio 2021, scommesse e casinò in crescita, poker online in calo

Il betting in agenzia è cresciuto di oltre il 20 per cento rispetto a giugno scorso

Crescono le scommesse sportive in agenzia ed i casinò games, mentre il poker, sia a torneo sia cash, sono in calo. E’ questa la situazione del mercato a luglio.

La spesa nelle scommesse sportive in agenzia è stata di 34,4 milioni di euro ed ha registrato un incremento del +21,5% rispetto a giugno scorso, quando la spesa era stata di 28,3 milioni. La crescita è dovuta all’effetto combinato degli Europei di calcio e delle Olimpiadi di Tokyo, oltre al fatto che a luglio la rete fisica di raccolta era completamente operativa.

Sono stati circa 129 i milioni di euro spesi a luglio la spesa nei giochi da casinò online, un dato in crescita del 39% rispetto ai 92,6 milioni dello stesso periodo del 2020.

In caso il poker online. La spesa del poker cash è stata di 4,53 milioni di euro, in calo del 7,7% (a luglio 2020 era stata di 4,91 milioni), mentre il calo del poker a torneo si ferma a -2,4%, passando dai 6,24 milioni di euro spesi a luglio 2020 ai 6,1 del mese appena terminato. 

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Green Pass e giochi: ecco quanti giocatori possono entrare nelle sale

Certificazione verde obbligatoria per entrare in sale giochi, scommesse e bingo

Una discussione che tiene banco tra gli operatori del gioco pubblico è di quanto calerà la raccolta delle loro attività con l’introduzione dell’obbligatorietà del Green Pass per avere accesso alle sale. Attraverso un’elaborazione di dati, Agimeg ha stimato la percentuale dei giocatori che potrebbero avere accesso alle sale giochi, sale scommesse e sale bingo.

I dati sono stati ottenuti dividendo la popolazione nelle fasce di età che caratterizzano i singoli giochi. Ad oggi in Italia, considerando la popolazione che ha completato il ciclo vaccinale e contando anche chi è in attesa della seconda dose e che è stato già colpito dal Covid, è totalmente o parzialmente protetto il 65,9% delle persone. Considerando solo gli over 12, la percentuale del parzialmente protetti è del 73,1%, con il 62,9% completamente vaccinato. Ovviamente, nell’elaborazione di Agimeg, sono stati presi in considerazione i dati della popolazione e delle vaccinazioni riguardanti persone maggiorenni.

SCOMMESSE: attraverso l’elaborazione dei dati suddetti, risulta che il 66,7% dei possibili utenti delle sale abbia a disposizione il Green Pass. Per aver accesso alle sale, ricordiamo c’è bisogno di aver ricevuto almeno una dose di vaccino, di aver effettuato un tampone o di aver avuto il Covid. Ovviamente i relativi Green Pass avranno validità differenti.

SLOT: in questo caso la percentuale sale leggermente rispetto alle scommesse. Dall’incrocio dei dati sulle vaccinazioni con la popolazione potenzialmente interessata a questo tipo di gioco, potrebbe entrare nelle sale il 71,1% degli ipotetici clienti.

BINGO: i dati del bingo corrispondono perfettamente con quanto dichiarato dal presidente di Federbingo Italo Marcotti, che si aspetta un calo, per questo tipo di attività di circa il 20%. Dall’incrocio dei dati risulta infatti che i possibili utenti del bingo autorizzati ad entrare sarebbero il 79,7%.

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Regione Lazio, il Consiglio approva la Legge di Stabilità

All’interno anche un importante intervento sul settore del gioco pubblico

Con 31 voti favorevoli e 15 contrari, il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato la proposta di legge “Disposizione collegate alla Legge di Stabilità regionale 2021 e modificazioni di leggi regionali”. All’interno, c’è anche un articolo riguardante il settore del gioco che prevede una proroga di 12 mesi per i titolari di sale per il gioco e le scommesse per adeguarsi agli obblighi previsti dalla L.R. 5/2013 sulla prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico. In pratica viene rimandato di un anno il distanziometro, che prevede la distanza minima di 500 metri da tenere dalle aree sensibili.

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Bassetti (Osp. San Martino di Genova): “Il Green Pass è una necessità. L’Italia non si può più permettere chiusure”

Anche le attività come le sale giochi devono puntare su protocolli e certificato verde

Vaccino si, vaccino no, green pass, variante Delta: l’informazione sull’emergenza sanitaria spesso ci travolge con dichiarazioni e dati in contraddizione tra di loro. Ma tra coloro che hanno sempre cercato di fare chiarezza sulla delicata questione dell’emergenza sanitaria e di spiegare in maniera diretta e comprensibile a tutti quali sarebbero i comportamenti migliori da adottare, potendo vantare un curriculum professionale di altissimo livello, c’è certamente il Professor Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Il Professor Bassetti, ospite di diverse trasmissioni televisive importanti come uno dei massimi esperti italiani in tema di malattie infettive, ha rilasciato una interessantissima ed esclusiva  intervista al direttore di Agimeg Fabio Felici, nella quale si è parlato dello stato dell’arte e dell’evoluzione che avrà l’emergenza sanitaria ma anche delle problematiche legate al settore del gioco pubblico.

Professore lei da tempo si batte per una informazione corretta sulla questione Covid e proprio grazie ad i suoi interventi ha permesso a moltissimi italiani di affrontare l’emergenza nel modo corretto. La prima domanda che voglio farle e proprio relativa al’informazione. Un certo tipo di vaccino ok per un fascia di età, poi la fascia si cambia, il mix di vaccini prima è sconsigliato poi promosso, ecc Accanto a tutto questo si aggiungono titoli ed articoli che enfatizzano più i rari casi di effetti nocivi della vaccinazione che quelli positivi. Non crede che tutto questo abbia contribuito a far nascere paure ed incertezze che hanno portato milioni di italiani a non vaccinarsi o quantomeno ad avere dei dubbi?

“Sicuramente l’informazione non ha funzionato e la responsabilità mi pare sia un po’ di tutti. In primis probabilmente gli enti regolatori, sicuramente Aifa ma anche il Cts, lo stesso Ministero. Hanno fatto un po’ di confusione almeno nella prima fase. Sul vaccino Astrazeneca, prima ai 50, poi ai 60, poi di nuovo ai 50, poi ai maschi, poi alle femmine, cambi di rotta che non hanno certamente aiutato. Ci si è messa poi anche l’informazione ed il web e alcuni giornali che per acchiappare qualche like o per vendere qualche copia hanno messo in prima pagina spesso gli eventi negativi del vaccino senza mai mettere quelli in qualche modo positivi. E quindi ecco scoppiare casi come i decessi in Sicilia, che poi si è scoperto essere anche non legati al vaccino ma che al quale è stata data un’enfasi forse esagerata.

E tutto questo fa sì che oggi in Italia ci sia una pattuglia di italiani, anche molto ampia, che non dico siano no vax, ma è “ni vax” o forse “free vax” che sono scettici sul vaccino. Anche perché ascoltano la disinformazione che purtroppo viene fatta a mio parere da molti politici, da alcuni giornalisti, da alcuni colleghi medici che io non definisco neanche tali e da alcuni ciarlatani che vanno raccontando le storie più disparate.

Il fatto che il vaccino sia sperimentale, che ti può cambiare il patrimonio del Dna, fino alle stupidaggini che se metti il cellulare dove fai il vaccino sulla spalla ti rimane attaccato. Queste cose fanno il paio con quelle che dicevano che il virus viaggiava sul 4G e sul 5G o che il Coronavirus si curava con gli estratti di erbe o con le vitamine. La cosa che mi dispiace è che questi che hanno detto le stupidaggini più grosse sul Coronavirus sono gli stessi che le dicono anche per i vaccini.

Quello che dico ai cittadini è, fate attenzione da dove arrivano le informazioni perché oggi fare una comunicazione sbagliata sui vaccini vuol dire perdere un’opportunità. Perché oggi chi non si vaccina perde un’opportunità. E’ libero di farlo perché ognuno è libero di decidere sul proprio destino però sappiano che oggi non vaccinarsi e pensare che i vaccini siano la quintessenza del male o che abbiano non si sa quali effetti collaterali vuol dire mettere la propria vita a repentaglio, perché è evidente che a settembre-ottobre ci sarà una ripresa dei contagi ed evidentemente poi ci sarà anche una ripresa della circolazione del virus. Speriamo che le persone più fragili siano coperte. Ci saranno certamente meno ospedalizzazioni e ricoveri però, seppur minori sono i rischi di contrarre delle forme gravi, qualche problema ci sarà lo stesso. Allora io dico sempre, se posso evitare di sperimentare se la cintura di sicurezza funziona, evitando di andare contro un muro, sinceramente lo faccio e quel muro lo evito. E oggi per evitare di prendere quel muro, bisogna vaccinarsi”.

Le aziende che offrono gioco pubblico in Italia sono state chiuse, tra i due lockdown, per circa 350 giorni in meno di un anno e mezzo. Sono state le prime attività ad essere chiuse e le ultime ad essere riaperte. Tutto questo nonostante non si sia registrato un focolaio di Covid in nessuna sala Italia, tutto questo nonostante i protocolli rigidissimi a cui sono sottoposte. Adesso, con la nuova variante, già si parla di possibili nuove chiusure. Le volevo chiedere proprio questo, secondo lei la chiusura delle aziende di questo settore, come probabilmente per altre attività assimilabili, è davvero necessaria per il contenimento del virus o si potrà lavorare anche con il virus in circolazione?

“Dobbiamo imparare a convivere con il virus. Credo che il messaggio che deve arrivare sia convivenza, che vuol dire non rimanere terrificati e allarmati da una ripresa dei contagi che c’è in questi giorni e che probabilmente ci sarà nelle prossime settimane, ma è evidente che quella dei giochi è una delle attività che dovrebbe essere in qualche modo legata al Green Pass. Hai il Green Pass, sei vaccinato, con la doppia dose ovviamente o hai fatto il Covid e hai gli anticorpi oppure hai un tampone negativo fresco, allora questa attività la puoi fare. Credo che il Green Pass sia oggi lo strumento attraverso il quale le attività di questo tipo non debbano più richiudere. Poi naturalmente ci saranno i protocolli per evitare che la gente si metta una sopra l’altra o che ce ne siano troppe all’interno di queste sale, ma credo che con il Green Pass si possa ragionevolmente lavorare per non chiudere più”.

Un tema molto caldo in queste ore è quello del Green Pass. Qual è la sua opinione sulla possibile introduzione del Green Pass per molte attività, comprese quelle di gioco pubblico? Può essere uno strumento per evitare, in caso di peggioramento dei dati, nuove chiusure delle attività?

“Credo che del Green Pass ci sia la necessità, non l’opportunità. Perché il nostro paese non si può più permettere chiusure, non si può più permettere di decidere che per tre mesi al ristorante non si va più, così come allo stadio e altre attività come quella del gioco. Questo non è più possibile perché ormai il principio che dobbiamo avere è quello della convivenza. E la convivenza con il virus è fatta ovviamente di vaccinazione, di prevenzione e di Green Pass. Il Green Pass, paradossalmente, tutela di più il non vaccinato rispetto al vaccinato perché quest’ultimo fa una serie di attività che potrebbero essere a rischio, ma il fatto di essere vaccinato in qualche modo lo mette in protezione. Anche se ci dovesse essere un contagio che viaggia da un vaccinato ad un altro, tutto sommato non sarebbe così grave perché nel vaccinato i sintomi gravi e quindi i ricoveri non ci saranno. Come dicevo il Green Pass finisce di tutelare maggiormente proprio chi non è vaccinato, non consentendogli evidentemente di andare in strutture dove si può contagiare. Credo quindi che il Green Pass sia veramente la risposta per tornare a fare tutto quello che facevamo prima e soprattutto è la risposta per non chiudere più e quindi non trovarsi ad ottobre con un terzo lockdown”.

Professore per concludere volevo farle la classica domanda da un milione di dollari. Usciremo mai da questo incubo o nuove varianti e nuove virus cambieranno per sempre il nostro modo di vivere?

“Io credo che ne siamo già usciti, nel senso che stiamo parlando oggi di un aumento significativo dei contagi ma se guardiamo l’Inghilterra che ha riaperto tutto il 19 luglio, nonostante ci fossero oltre 30mila contagi al giorno con un grande impatto della variante Delta, questo è successo perché la gente è vaccinata. Noi ne stiamo quindi già uscendo, l’importante è che la gente si convinca che il modo per convivere nel futuro in un mondo in cui il virus è presente, è quello di viverci da vaccinati. Se non ci rendiamo conto di questo, vuol dire che vogliamo continuare a vivere con i bollettini, le chiusure e con gli ospedali che esplodono. Io personalmente di bollettini, chiusure ed allarmismi ne voglio fare volentieri a meno ed il modo per farne a meno è quello di vaccinarsi”.

Quando si parla di informazione bisogna sempre fare attenzione da chi ci arriva. Se a parlare dell’emergenza sanitaria è un luminare ed grande professionista come il Professor Matteo Bassetti, informazione e verità sono certamente dei sinonimi.