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Lotteria Italia, venduti 6,3 milioni di biglietti, il 70% in tabaccherie e ricevitorie

Inizia il countdown per l’estrazione dei biglietti vincenti che ci sarà giovedì sera

Mancano due giorni all’estrazione del 6 gennaio della Lotteria Italia. In questa edizione sono stati venduti, in attesa dei dati definitivi, 6.346.345 tagliandi, contro i 4.546.717 dello stesso periodo dello scorso anno, con una crescita del +39,6%. Numeri davvero importanti per la Lotteria Nazionale più antica del nostro Paese, fortemente sostenuta dall’ADM, grazie all’azione del direttore generale dell’Agenzia, Marcello Minenna, e del direttore Giochi numerici e Lotterie, Stefano Saracchi.

La vendita nella rete autorizzata di tabaccherie e ricevitorie fa segnare un +28,1% (da 3,3 a 4,3 milioni). Nel dettaglio, i biglietti venduti nei tabacchi ammontano a 3,3 milioni, il +24,4% rispetto ai 2,6 milioni del 2020, mentre i tagliandi staccati nei bar sono cresciuti del +47,7%, da 638.780 a 943.320.

Valore sempre più in crescita anche per i distributori locali (+58,2%), mentre la voce “altri distributori” viaggia con il +94,6% di vendita. Va evidenziato che nella rete “storica” (tabaccai e ricevitorie) di distribuzione dei biglietti della Lotteria Italia viene venduto quasi il 70% dei tagliandi.

Negli altri canali di vendita, in Autogrill – altro luogo classico per la vendita dei tagliandi della Lotteria Italia e dove ad ogni edizione finiscono sempre premi importanti – si registra infatti una crescita record del +107%. Da notare che in Autogrill e stazioni di servizio vengono venduti circa il 12% dei biglietti totali (erano l’8% nella scorsa edizione). Segno meno invece per l’acquisto online: via internet la vendita segna infatti un -27,5%.

Ma quali sono le regioni in cui ad oggi sono stati venduti più biglietti? Secondo quanto apprende Agimeg, la Lombardia è in testa a questa speciale classifica con il 15,2% di tagliandi staccati, seguita dal Lazio con il 12,1%, terzo posto per la Campania con l’8,6% del totale dei biglietti venduti. In top five anche l’Emilia Romagna, con il 7,5%, ed il Piemonte con il 6,5%. In Top Ten anche Toscana (6%), Veneto (5,7%), Sicilia (5,5%), Puglia (4,2%) e Marche (2,2%). Subito dietro la Liguria (2,1%), l’Abruzzo (2%), l’Umbria (2%), la Calabria (1,9%), il Friuli (1,3%), la Sardegna (1,1%), il Trentino Alto Adige (0,9%), la Basilicata (0,6%), il Molise (0,3%), fanalino di coda la Valle d’Aosta (0,2%).

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Green Pass base o rafforzato: cosa succede per le attività di gioco

Il Super Green Pass sarà obbligatorio dal 10 gennaio per accedere a sale giochi, sale scommesse e sale bingo

Il Decreto Festività ha introdotto un doppio binario per aver accesso a diverse attività tra le quali sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò. Confermata in Gazzetta Ufficiale la data del 10 gennaio per l’entrata in vigore dell’obbligo del Green Pass “rafforzato”, cioè quello derivante dal completamento del ciclo vaccinale o dalla guarigione da Covid-19, per avere accesso alle attività di gioco.

Da oggi è invece in vigore il Super Green Pass per le attività di ristorazione. E’ proprio questo il motivo del doppio binario per entrare nelle sale giochi. Fino al 10 gennaio nelle attività di gioco si potrà avere accesso anche con il Green Pass “base”, cioè quello ottenuto con il tampone, ma se nella sala è presente un’attività di ristorazione, per l’utilizzo di questo servizio bisognerà presentare il Green Pass “rafforzato”.

Questa situazione riguarderà, come detto fino al 10 gennaio giorno in cui il Super Green Pass diventerà operativo per tutte le sale giochi, soprattutto le sale bingo dove l’attività di ristorazione è un servizio molto diffuso. Ma anche le sale scommesse o le sale slot e vlt, dove è prevista la ristorazione, dovranno prestare attenzione al controllo del doppio Green Pass a seconda della richiesta dell’utente. In questo modo si eviterà di andare incontro a sanzioni. 

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Giochi, Flutter Entertainment acquisisce Sisal

Il 2021 contrassegnato da importanti acquisizioni tra le aziende di gioco

Un’altra, tra le aziende storiche del settore di gioco pubblico, cambia proprietà. Se la prima parte dell’anno aveva avuto come protagonista la vendita di Lottomatica (ad eccezione della parte Lotto e Gratta & Vinci rimasti in pancia ad IGT) a Gamenet Group, la seconda parte del 2021 si chiude con un altro “colpo”. Sisal è stata infatti acquisita da Flutter Entertainment, gruppo leader nel settore del gaming internazionale. Flutter ha annunciato ufficialmente l’acquisizione del 100% di Sisal S.p.A. dal Fondo CVC Capital Partners, che l’aveva a sua volta acquisita nel 2016.

Francesco Durante, CEO di Sisal S.p.A., ha dichiarato:

“Negli ultimi cinque anni, grazie al supporto di CVC, abbiamo trasformato con successo Sisal in un’azienda digitale e internazionale, leader nel settore del gaming. Grazie al nostro impegno nell’innovazione digitale, nell’espansione internazionale e nel gioco responsabile, abbiamo raggiunto una posizione di leadership nel mercato del gioco online in Italia e sviluppato la nostra strategia internazionale, aggiudicandoci la concessione per le lotterie in Marocco e Turchia. Siamo felici di entrare a far parte di Flutter e siamo convinti che, grazie alla esperienza e capacità sviluppate a livello di Gruppo, saremo in grado di rafforzare ulteriormente la nostra leadership nei mercati in cui operiamo. Sono felice di lavorare al prossimo capitolo della storia di successo di Sisal con Peter e il suo team.”

Peter Jackson, Flutter Chief Executive, ha commentato:

“Sono lieto di accogliere Sisal, operatore leader in Italia nel gaming, in Flutter perché questo ci consente di acquisire una posizione leader nel mercato italiano. Da tempo abbiamo voluto perseguire questa opportunità di mercato puntando su una strategia omnicanale e questa acquisizione ci consentirà di farlo al meglio. Sisal ha aumentato la propria presenza online negli ultimi anni, grazie alla propria piattaforma proprietaria e all’impegno nell’innovazione. Sono entusiasta di assistere all’integrazione di questi aspetti nel portafoglio prodotti e nelle funzionalità operative di Flutter. Non vediamo l’ora di accogliere Francesco e il resto del team Sisal in Flutter nel 2022.”

Giampiero Mazza, Managing Partner di CVC Italy, aggiunge:

“Siamo molto orgogliosi del successo ottenuto da Sisal e della sua trasformazione dopo la nostra acquisizione nel 2016. Attraverso un forte investimento nelle proprie competenze digitali, Sisal è diventata il brand leader italiano nel gioco online, accrescendo allo stesso tempo anche la propria presenza internazionale. Inoltre, la Società è diventata leader nel responsible gaming in Italia. Vogliamo ringraziare Francesco Durante e tutto il leadership team per l’incredibile dedizione, attenzione e ambizione e per aver guidato questo viaggio di successo nonostante le sfide normative e la pandemia. Flutter è un nuovo fantastico partner per Sisal e gli auguriamo il meglio.” 

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Vlt, Cristaltec acquisisce Inspired

La società gestirà l’attività che Inspired svolge in Italia nell’ambito delle video lottery

E’ certamente la notizia più importante, per quanto riguarda le aziende di gioco pubblico, di questa seconda parte del 2021. Inspired Entertainment Inc., leader nella fornitura B2B di contenuti, sistemi e soluzioni di gioco e Cristaltec SpA, leader nel settore della progettazione, produzione e distribuzione in Italia di giochi e apparecchi comma 6a, hanno infatti annunciato oggi la firma di un nuovo accordo per rafforzare la loro collaborazione strategica nel Paese.

Nell’ambito dell’accordo, Cristaltec acquisirà l’attività Vlt che Inspired svolge in Italia e subentrerà nei contratti per la gestione dei servizi Vlt; mentre Inspired si concentrerà sulla fornitura dei giochi e dei servizi di piattaforma Vlt rimanendo responsabile della manutenzione, assistenza e aggiornamento della piattaforma e dell’infrastruttura Vlt, nonché, insieme a Cristaltec, dei contenuti di gioco.

“Siamo felici di collaborare con Cristaltec per migliorare il servizio fornito ai nostri clienti favorendo gli investimenti nella gamma dei prodotti Inspired e nella realizzazione di prodotti e contenuti di qualità per il mercato”, ha dichiarato Brooks Pierce, presidente e responsabile operativo di Inspired. “Collaboriamo con Giovanni e la squadra di Cristaltec da anni e abbiamo un enorme rispetto per l’attività che svolgono sul mercato Awp, dove godono di un’ottima reputazione presso tutti i concessionari. Attraverso la collaborazione con Cristaltec riteniamo di poter cogliere al meglio le nuove opportunità derivanti dalle modifiche normative e dall’evoluzione del settore del gioco in Italia, nel quale siamo da sempre fortemente impegnati anche grazie alla nostra presenza continuativa nel segmento virtual sports”.

Cristaltec opera da tempo sul mercato Awp in Italia attraverso la fornitura di terminali e giochi. L’accordo con Inspired migliora la posizione di Cristaltec sul mercato Vlt, in cui Inspired è presente mediante diversi concessionari per la gestione di oltre 5.000 terminali. La società rileverà le responsabilità inerenti ai servizi Vlt gestiti da Inspired, come ad esempio le attività di assistenza operativa e quelle relative agli obblighi economici connessi alle macchine. Cristaltec intende realizzare un upgrade sostanziale del parco dei terminali esistente di Inspired aggiungendo i propri giochi a quelli di quest’ultima. Secondo le previsioni, l’upgrade favorirà l’incremento dei ricavi e la riduzione dei costi operativi.

“Tutto il nostro lavoro è mirato a migliorare i servizi offerti ai clienti e siamo convinti che questo accordo porterà benefici non solo a entrambe le aziende, ma anche ai clienti stessi e al mercato italiano nel suo insieme”, ha affermato Giovanni Agliata, presidente di Cristaltec. “Abbiamo un ottimo rapporto con Inspired e questa collaborazione consente a ciascuno di concentrarsi sulle rispettive competenze di base. Cristaltec è leader del mercato Awp con la produzione di giochi di successo, mentre Inspired fornisce una piattaforma Vlt collaudata con titoli di gioco tra i più famosi a livello mondiale. Insieme potremo migliorare enormemente l’offerta di prodotti, affinché l’intero sia più della somma delle singole parti, posizionando favorevolmente entrambe le aziende in vista dell’evoluzione del mercato italiano”.

Dal 2004 Cristaltec sviluppa giochi e soluzioni software legate al gaming, progetta e produce terminali di gioco di fascia alta e dal 2008 è leader del mercato italiano comma 6a. Oltre al mercato italiano, Cristaltec fornisce/sviluppa terminali/giochi B1/B2 per il mercato spagnolo, nonché Vlt e giochi per il mercato internazionale. Recentemente la società è entrata nel mercato dei giochi online, dove si propone come fornitore/sviluppatore di giochi con il proprio portale.

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Freni (sottosegr. Mef): “Senza riordino le gare non possono essere indette”

Il sottosegretario al Mef con Delega ai Giochi è intervenuto a “Gli Stati Generali del Diritto di Internet” alla Luiss

“Finché non sarà definito un assetto regolamentare del settore, qualsiasi ragionamento sarebbe prematuro. Senza un riordino le gare non possono essere indette. In particolare non si può separare il gioco tradizionale dall’online. Il settore del gioco è unitario. Non si può dare un assetto autonomo al gioco online. Per questo non ho ritenuto di procedere alle gare sul gioco“. E’ quanto ha detto durante il Convegno “Gli Stati Generali del Diritto di Internet”, in corso alla Luiss, Federico Freni, sottosegretario all’Economia con delega ai giochi.

“Per arrivare ad un assetto condiviso serve anche un confronto con tutta la categoria. La legge delega è pronta, stiamo limando i dettagli con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Può essere ragionevole averla in Consiglio dei Ministri a gennaio“, ha concluso.

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Vulpis (Lega Pro): “Sospendere il “Decreto Dignità” sarebbe di grande aiuto per le società sportive”

Istituito tavolo tecnico sul tema della sospensione temporanea del divieto di sponsorizzazione da parte delle società di scommesse

“In riferimento al tavolo di concertazione aperto dal Sottosegretario con delega allo sport Valentina Vezzali, sul tema del Decreto Dignità – collegato al divieto in Italia di pubblicità e sponsorizzazioni sportive da parte di marchi del betting – finalmente sta vincendo la politica del buonsenso, che poi è sempre stata, anche durante il mio programma elettorale, il mio punto di forza. Chi mi conosce sa che sono un uomo concreto, faccio pochissimi proclami. In futuro, e soprattutto nel mondo del calcio, conteranno soprattutto i fatti”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Marcel Vulpis, Vice Presidente vicario della Lega Pro, in merito al tavolo tecnico, voluto dalla sottosegretaria con delega allo Sport, Valentina Vezzali, incentrato sulla proposta di sospensione temporanea degli effetti del Decreto Dignità, con riferimento al divieto di sponsorizzazione delle attività di scommesse sportive.

“Già durante la campagna elettorale (nel dicembre 2020 ndr) per la Lego Pro feci notare che era strategico riportare liquidità nel sistema e che il Decreto Dignità aveva fermato questo flusso di investimenti nel mondo dello sport. Aver letto l’impegno della sottosegretaria Vezzali su questo tema e quindi l’apertura di un tavolo per valutare i ‘margini’ di manovra, rispetto al tema in esame, mi ha fatto assolutamente piacere, perché ha confermato la bontà di quella visione avuta ben oltre 1 anno fa quando ancora nessuno ne parlava. Conosco bene il sottosegretario Vezzali in quanto, nel 2015, quando lei era deputata di Scelta Civica (ai tempi del Governo Renzi con il sottosegretario al MEF Enrico Zanetti nel pool dell’esecutivo), io ero nel partito come responsabile nazionale per lo Sport di SC”.

“Conosco anche la qualità umana e professionale della donna di sport che ci rappresenta a Palazzo Chigi, che sta confermando un’ottima visione rispetto alle scelte da fare, non solo in questo specifico segmento. Questo è un periodo difficilissimo per il mondo dello sport, servono risorse e non possono arrivare tra 1-2 anni, ma già nei primi mesi del 2022. Non c’è più tempo per l’attesa. Anche questo lo dico in tempi non sospetti”.

“A dicembre di un anno fa dissi che era inutile andare a cercare fondi pubblici. Che anche se fossero arrivati sarebbe stato molto complicato (sotto il profilo tecnico), come player sportivi e società di calcio, poterne disporre con grande facilità, in quanto ci sono procedure che fanno sì che, quando si accede a dei fondi pubblici, i tempi si allunghino notevolmente. Sottolineai anche che c’era e c’è ancora un mercato delle scommesse sportive collegate alle aziende di betting lecite, pubbliche e regolamentate, ovvero soggetti che hanno il diritto di poter operare in quanto hanno acquisito una concessione statale. Già prima che diventassi vicepresidente vicario, come agenzia Sporteconomy avevamo condotto un’analisi, in cui risultava che sul piatto, prima del decreto dignità. C’erano, almeno in quel momento, nel calcio professionistico tra 120 e 150 milioni di euro in pubblicità e tra i 40 e 50 mln di euro di sponsorizzazioni provenienti proprio da queste aziende del betting”.

“Alla Lega Pro, dunque ai club di Serie C, il settore del betting (quello lecito, pubblico e regolamentato), potrebbe portare della liquidità che, oggi, è essenziale per i bilanci di queste imprese”, ha proseguito Vulpis. “Per questo dissi a gennaio 2021 (subito dopo la mia elezione) di puntare anche e soprattutto su risorse private, piuttosto che su potenziali contributi pubblici. Perchè chiedere fondi al comparto pubblico (difficili tra l’altro da ottenere e/o rendicontare) se già sono fermi ai box, da oltre due anni, risorse private pronte a rientrare nel mondo dello sport?”.

“L’ideologia, anche la più suggestiva, non può vincere mai su un libero mercato e io sono per il libero mercato, chiaramente regolamentato (dallo Stato) con norme deontologiche accettate e condivise da parte degli stessi operatori. La ludopatia si può combattere solo attraverso un nuovo patto sociale tra Stato e operatori del settore. E proprio lo sport può diventare un veicolo incredibile per comunicare messaggi collegati al tema del gioco responsabile. Possiamo discutere sulla scarsa opportunità di veicolare messaggi troppo invasivi (come le quote live durante un match), ma certamente non possiamo impedire ad una azienda che opera sul territorio in modo lecito e che ha pagato allo Stato fior di milioni di euro per la concessione di gioco di promuovere il proprio brand”.

“Credo che il prodotto calcio abbia le caratteristiche per poter intercettare domanda e offerta, in quanto il calcio offre visibilità a questi marchi. E’ un’operazione a costo zero. Sarebbe sufficiente una sospensiva del decreto dignità per due anni, per poter chiedere alle aziende di questo settore di tornare ad investire, utilizzando il prodotto, la piattaforma dello sport, per promuovere il loro brand come un tempo”.

“Deve però esserci una seria riflessione da parte degli operatori del settore, in quanto chiaramente bisogna rivedere alcune linee guida sui contenuti pubblicitari, talvolta un po’ aggressivi nel passato. Un passato che ha stimolato una certa riflessione ideologica ad andare in certa direzione, ovvero la sospensione delle sponsorizzazioni pubblicitarie. Ricordiamo però che è essenziale per lo Stato avere il sostegno delle aziende di gioco, che possono essere il primo baluardo per fermare chi ha potenzialità collegate al tema della ludopatia”.

“Oggi è una cosa molto positiva che vi sia questo tavolo, mi fa piacere che sia nato, tra l’altro il primo ad andare a parlare di questo è stato il presidente della FIGC Gabriele Gravina, il n.1 del calcio italiano, ma soprattutto un dirigente sportivo “illuminato”, così come il presidente del Coni Giovanni Malagò. Oggi abbiamo per fortuna un sottosegretario allo sport come Valentina Vezzali, una persona che ascolta e ha voglia di aiutare determinati settori, come nel caso specifico quello sportivo. Questo è uno dei pochi interventi a costo zero che si possono fare soltanto decidendo di sospendere il Decreto Dignità. Mi auguro vi sia una convergenza politica, dei margini per poter procedere in tal senso ci sono, ma non si può più perdere tempo. E’ solo una questione di volontà da parte dei soggetti coinvolti”.

“Come spiegavo precedentemente – ha detto ancora Vulpis – sono un liberale e una persona che ama la libertà di mercato (nel rispetto delle regole), il decreto dignità non è andato in questa direzione. Se il contratto tra concessionario e Stato prevede, tra le altre cose, che l’operatore del betting debba fare pubblicità proprio per distinguersi in termini di messaggio dal potenziale operatore irregolare e illegale, di fatto con il decreto dignità si è fatto un autogol. Questo lo dissi in tempi non sospetti, quando ancora ero giornalista economico. Spero che si possa arrivare in tempi rapidi a questa sospensiva, visto che un anno è già passato e quei soldi potevano già essere nelle casse dei club”.

“La notizia positiva, in questo momento, è che vi è una grande sensibilità da parte del sottosegretario Vezzali e che i due vertici dello sport italiano (Gravina e Malagò ndr) sono stati i primi a dire che si deve andare in questa direzione per aiutare e dare ossigeno al mondo dello sport in termini finanziari. Speriamo che vi sia anche una convergenza politica. Nell’ipotesi che si possa ripartire con le sponsorizzazioni tra qualche mese, si potrebbe programmare la prossima stagione in modo più sereno per tantissimi club di calcio (a partire dalle 60 realtà calcistiche della Lega Pro) e players sportivi. Ecco perchè sono convintamente al fianco di Gravina e Malagò in questa azione. Primo perchè ci credo convintamente e secondo perché l’ho detto sin dall’inizio e questo è chiaramente un plus in termini di credibilità che altri non possono certamente vantare in questo momento”.

L’Italia dal punto di vista del decreto dignità è un caso unico, mentre in Europa funziona in un’altra maniera. “Nel Regno Unito la UK Lottery finanzia la British Olympic Association, in pratica dietro ogni medaglia olimpica britannica c’è un pezzo che arriva dal mondo del gaming. E’ un tema anche culturale. Il gioco non è il demonio, si possono puntare anche pochi centesimi. Molti giocatori sanno molto bene quando fermarsi, ma se cio’ non dovesse avvenire sono gli stessi operatori del settore che devono e possono mettere dei paletti al gioco, se dovessero vedere una frequenza troppo alta o investimenti economici eccessivi”.

“Credo che oggi lo Stato, i concessionari ed il mondo del calcio, che è una piattaforma di comunicazione e visibilità incredibile, possano diventare uno strumento incredibile per far rispettare quel contratto fra concessionario e Stato che già esisteva prima del decreto dignità e che è stato fermato dopo che il decreto è diventato operativo. La vera azione di contrasto lo Stato non deve farla ai concessionari di gioco leciti, ma alle bische, a chi fa gioco irregolare ed illegale. Loro sono il problema vero di questo settore. Non possiamo tra l’altro escludere che in questi anni di decreto dignità vi sia stato un rialzo anche di questo mondo, in quanto fondamentalmente sono stati gli unici a poter offrire un’operatività di questo tipo sul territorio”.

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Green Pass e giochi: controlli e sanzioni per chi non possiede il certificato verde

La maxi operazione Oceano mette alla luce un giro di raccolta di scommesse senza autorizzazione

Anche questa settimana le forze dell’ordine hanno effettuato controlli per le nuove normative sul Green Pass. A Rimini le prime sanzioni ad un titolare di una sala scommesse e al cliente trovato senza green pass mentre effettuava giocate all’interno della sala. Su tutta la provincia sono state controllate 201 persone, di cui 3 sanzionate, e 76 esercizi e attività commerciali, di cui 2 sanzionati.

Controlli anche a Napoli, dove il titolare di una sala giochi è stato multato per il mancato controllo del green pass insieme al cliente. 400 euro di multa ad un quarantaciquenne che in provincia di Chieti, ad Archi, giocava alle slot senza certificato verde.

A Mazara del Vallo sono stati invece sanzionati due clienti di una sala giochi sprovvisti sia di green pass sia di mascherina. Come negli altri casi, anche il proprietario dell’attività ha ricevuto una multa a causa del mancato controllo della sua clientela.

Questa settimana, grazie alla maxi operazione “Oceano”, sono state condannate altre tre persone per raccolta scommesse senza autorizzazione. Nello specifico, due di queste persone, avrebbero gestito attività di raccolta di scommesse in Italia e all’estero senza le dovute autorizzazioni. (fed)

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Riordino gioco pubblico e questione territoriale: i giochi “vanno” all’Università

Una due giorni di convegni sul settore organizzati dall’Osservatorio Internazionale sul Gioco dell’Università di Salerno

Anche quest’anno l’Osservatorio internazionale sul gioco dell’Università di Salerno ha organizzato una due giorni di convegni dedicati a temi d’attualità sul settore del gioco pubblico. Tra gli argomenti al centro del dibattito, il riordino del comparto del gioco pubblico, il pregiudizio della politica nei confronti del settore, la questione territoriale di distribuzione delle sale, le tutele normative per la rete di vendita. Ecco i principali interventi dei relatori.

Baretta (già sottosegr. Mef)

“Bisogna prevedere una proroga organizzata in funzione del riordino. Tutte le gare spostate al 2023 e nel frattempo si pensa al riordino per ripartire con un sistema omogeneo. La norma che prevede le proroghe dovrebbe contenere anche l’onerosità delle stesse ed il riordino”.

“E’ necessario che la collocazione delle sale gioco a livello regionale sia fatta sulla base di valutazioni su cui lo Stato non interferisce. Piuttosto lo Stato decide assieme a regioni e operatori economici quanti punti di gioco collocare”.

Geronimo Cardia (Pres. ACADI)

“La questione territoriale è centrale per una riforma strutturale ed equilibrata del settore. Dati alla mano, le politiche territoriali proibizionistiche generano danni, eliminando il gioco legale e lasciando spazio all’illegalità gestita dalla criminalità. Il disturbo da gioco d’azzardo è un problema molto grave che va contrastato con regole fatte bene. Nell’ipotesi di riordino del settore il rischio è che spariscano gli esercizi generalisti, come i bar. Si va verso un processo di qualificazione dell’offerta. Ma lo si puo’ fare all’interno di diverse tipologie di negozi, siano essi generalisti che specializzati”

Adele Minutillo (Istituto Superiore Sanità)

“Stiamo ampliando lo studio delle dipendenze comportamentali. E’ importante analizzare la correlazione tra gaming e gioco d’azzardo. I dati ci dicono che potremmo fare molto di più in termini di sicurezza, ma anche dal punto di vista della tutela della salute e quindi attuare dei programmi dei quali è possibile dimostrare l’efficacia. Ci sono molte iniziative territoriali ma abbiamo poche prove di efficacia. Quindi, si è fatto molto negli ultimi anni ma la strada è ancora lunga”.

Risso (Pres. FIT)

“La nostra rete è composta da personale formato e che rappresenta la prima linea di contrasto all’illegalità. Per la rete mi auguro per il nuovo anno che ci siano delle norme chiare e che sia una norma nazionale a governare tutta quanta la storia del gioco, perchè oggi purtroppo i Comuni possono deliberare gli orari e quindi ci sono Comuni, anche affiancati, che fanno orari diversi e noi ci troviamo in difficoltà. E’ necessaria una norma nazionale che stabilisca quando il gioco si apre e quando si chiude, altrimenti non ne usciamo e diventa difficoltoso lavorare

Emilio Zamparelli (STS)

“La pandemia ha portato ad un blocco delle attività del gioco pubblico. Le chiusure si sono prolungate oltre il dovuto, 11 mesi sono un lasso di tempo importante. Il gioco pubblico è un presidio sul territorio, serve a contrastare la crescita della criminalità organizzata. Infatti a fronte del calo del gioco fisico, le giocate non si sono spostate totalmente sull’online, nonostante il gioco via internet sia cresciuto”.

Ornella De Rosa (Università degli studi di Salerno e Osservatorio internazionale del gioco)

“Quello del gioco è un argomento difficile da far accettare, c’è molto pregiudizio. Abbiamo fatto non poca fatica a trasformare la storia del gioco d’azzardo in storia del gioco pubblico, in quanto lo Stato rende legale il gioco. Lo Stato non puo’ essere etico, dirti cosa fare e cosa no, ma lascia piena libertà. E’ nella libertà della persona decidere se giocare o no. Il problema è che la cultura viene sempre penalizzata”.

Stefano Sbordoni (UTIS)

“Le nostre leggi in materia di gioco sono molto evolute e sono state prese come esempio da Paesi dell’area economica europea ed anche oltreoceano, al fine di poter strutturare il loro settore dei giochi pubblici. Eppure la politica non rende merito alle regole del settore del gioco in Italia e cio’ ci stupisce. Le nostre attività di gioco sono molto controllate ma vengono disconosciute a livello comunicativo da parte della politica”.

Francesco Gatti (ceo Bakoo SPA), “I giocatori oggi possono decidere di impostare il tempo di durata della propria giocata, ma solo 3 su mille lo fanno. Come azienda cerchiamo di trovare interventi personalizzati, politiche preventive, per poter sapere quando la persona inizia a giocare e monitorarla. Se spende 200 euro in dieci minuti ha una problematica e posso intervenire, agendo per limitare il suo gioco e dandogli informazioni sul danno potenziale che può avere da un eccesso di gioco. Abbiamo proposto di realizzare master universitari finanziati dall’ industria del gioco pubblico che possano portare alla creazione di start up innovative sul territorio”.

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Report I-com sul gioco pubblico: “Sviluppo del settore rende necessaria regolamentazione coordinata”

Proroga concessioni, incertezze normative e questioni territoriali i temi affrontati nella ricerca

Negli ultimi 15 anni l’ammontare della raccolta nel settore del gioco è passato da circa 35 miliardi di euro nel 2006 a quasi 89 nel 2020, contestualmente a una sostanziale stabilità della spesa netta e del gettito fiscale. Tuttavia, come prevedibile, nel 2020 tutte le dimensioni del gioco hanno fatto registrare una forte riduzione rispetto all’anno precedente, soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid­19. Si tratta comunque di un comparto il cui peso economico rappresenta una fonte rilevante e stabile di gettito erariale per l’Italia. Allo stesso tempo, però, sono molti i fattori che lo rendono costantemente oggetto di attenzione pubblica: fra tutti, la sua permeabilità all’illegalità e la sua correlazione a potenziali profili patologici nel consumo.

Parte da queste premesse il paper dal titolo “Oltre le incertezze. Verso il riordino del gioco legale” curato dal team dell’Istituto per la Competitività (I­Com). La ricerca, che è stata presentata oggi nel corso di un dibattito promosso insieme a International Game Technology (IGT), leader mondiale nel settore del gioco regolamentato, sistematizza i principali interventi normativi che si sono susseguiti nel tempo nel settore a fini regolatori, individuandone le principali criticità anche alla luce dei più recenti precedenti giurisprudenziali, tra cui le pronunce in materia da parte della Corte di Giustizia europea e del Consiglio di Stato

Il paper evidenzia come la legislazione italiana in materia di gioco legale abbia subito un radicale cambiamento quando da una competenza esclusiva dello Stato si è passati a un quadro concorrente tra lo stesso Stato, le regioni e gli enti locali. Le amministrazioni regionali e locali hanno iniziato ad adottare propri regolamenti in materia di ricollocazione dei punti della rete fisica, in assenza di una normativa di coordinamento di ambito statale che dettasse i criteri da rispettare. Solo nel 2017, nell’ambito della Conferenza unificata, è stata raggiunta un’intesa finalizzata a regolare la distribuzione dell’offerta di gioco sul territorio che ancora oggi, tuttavia, sconta l’assenza del decreto attuativo previsto.

Da questo punto di vista, la normativa che disciplina il funzionamento del settore è diventata complessa e farraginosa, provocando incertezza del diritto e contribuendo a far sorgere e poi crescere in misura considerevole il numero di contenziosi su tutto il territorio nazionale. Una situazione provocata in pratica dall’assenza di un testo unico che raccolga le numerose norme che nel tempo sono state adottate da tutti i soggetti a vario titolo coinvolti. “Il progressivo sviluppo del settore del gioco rende necessario il varo di una regolamentazione coordinata”, ha sottolineato la direttrice dell’area innovazione I-Com Eleonora Mazzoni, che ha curato la stesura del paper. Secondo Mazzoni, le priorità sono dunque due: “Risolvere la questione territoriale e dare certezza del diritto al settore legale per contenere lo sconfinamento dei consumatori verso quello illegale”.

Inoltre, dalla ricerca emerge come alla già presente urgenza di attivare le opportune procedure per la proroga tecnica di tutte le concessioni (da tempo in una situazione di stallo), si siano aggiunti i problemi legati alla gestione dell’emergenza sanitaria, che ha contribuito ad aumentare il clima di incertezza normativa ed economica già in capo alle aziende di questo comparto. 

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Guerra (Mef): “Nessuna incompatibilità per impegno Freni nel gioco pubblico”

Il sottosegretario all’Economia ha risposto alle interrogazioni presentate dai senatori Lannutti e Endrizzi

E’ arrivata la risposta del MEF alle interrogazioni 4-06229 a prima firma del Sen. Lannutti (Misto, Comm. Finanze) e 4-06262 a prima firma del Sen. Endrizzi (M5S, Comm. Sanità) in merito al presunto conflitto di interessi tra il Sottosegretario Freni e Sisal.

Il Sottosegretario Guerra ha sottolineato che il sottosegretario Freni non è a conoscenza dell’attività professionale svolta, ad oggi, dall’avvocato Lauteri. In ogni caso, nel corso della sua permanenza presso lo studio dell’avvocato Medugno il sottosegretario Freni non si è mai occupato di gioco (settore che, come rilevato dagli interroganti e come comprovato dai mandati alle liti, era presidiato dall’avvocato Lauteri). Da tanto emerge che, a termini di legge, nessuna incompatibilità può essere, allo stato, ravvisata.

RISPOSTA. – Si risponde alle interrogazioni 4-06229 e 4-06262, concernenti l’assegnazione della delega ai giochi al sottosegretario per l’economia e le finanze avvocato Federico Freni. Il quadro normativo disciplinante la materia è recato dalla legge 20 luglio 2004, n. 215 (“Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interesse”).

Come noto, l’articolo 2 disciplina le situazioni di incompatibilità per i titolari di cariche di Governo e il successivo articolo 6 affida all’Autorità garante della concorrenza e del mercato l’accertamento della sussistenza delle situazioni di incompatibilità.

In proposito si comunica che l’Autorità, nella seduta del 9 novembre 2021, ha ritenuto che in riferimento alla dichiarazione relativa alle situazioni di incompatibilità rese dal sottosegretario Federico Freni, allo stato, non sussista alcuna situazione di incompatibilità ai sensi del citato articolo 2 della legge n. 215 del 2004.

Inoltre, dal curriculum vitae dell’avvocato Freni, pubblicato sul sito istituzionale del Ministero al momento del conferimento dell’incarico, nel rispetto degli obblighi di informazione e trasparenza previsti dall’articolo 14 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, risulta che questi ha prestato la propria attività professionale presso lo studio Medugno e associati fino al 2016.

Sulla base di elementi comunicati dallo stesso Sottosegretario si rappresenta ulteriormente che il medesimo, nel corso dell’audizione svolta in data 4 novembre 2021, innanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, ha già chiarito di non essere mai stato socio degli avvocati Luigi Medugno e Annalisa Lauteri e di aver lasciato lo studio dell’avvocato Medugno sin dal 2016.

In riferimento alle altre questioni poste dagli interroganti e sulla base delle informazioni fornite dall’avvocato Freni, si evidenzia ulteriormente quanto segue. “MVL avvocati associati” non era una associazione professionale, ma solo un brand con carattere pubblicitario.

Lo studio presso il quale l’avvocato Federico Freni ha prestato la propria attività professionale sino al 2016 è sempre stato solo lo studio dell’avvocato Luigi Medugno, nel cui ambito tutti gli avvocati erano suoi collaboratori e non soci. A ciascun avvocato l’avvocato Medugno corrispondeva un compenso mensile a titolo di collaborazione professionale: sia l’avvocato Federico Freni che l’avvocato Annalisa Lauteri erano, quindi, meri collaboratori dell’avvocato Medugno e non suoi soci.

Non è quindi mai esistito alcun rapporto di carattere associativo professionale che abbia legato l’avvocato Freni all’avvocato Medugno, ovvero all’avvocato Lauteri. Il sottosegretario Freni ha lasciato lo studio dell’avvocato Medugno sin dal 2016, avviando un’autonoma attività professionale.

Il sottosegretario Freni non è a conoscenza dell’attività professionale svolta, ad oggi, dall ‘avvocato Lauteri. In ogni caso, nel corso della sua permanenza presso lo studio dell’avvocato Medugno il sottosegretario Freni non si è mai occupato di gioco (settore che, come rilevato dagli interroganti e come comprovato dai mandati alle liti, era presidiato dall’avvocato Lauteri). Da tanto emerge che, a termini di legge, nessuna incompatibilità può essere, allo stato, ravvisata.

Il Sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze GUERRA