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Kindred Group: “Piena collaborazione in materia di antiriciclaggio con l’Autorità del gioco danese”

La società, proprietaria anche del marchio Unibet, ha chiarito la sua posizione con l’Ente Regolatore

“Siamo lieti di constatare che l’Autorità danese, la Danish Gambling Authority (DGA), ha ora riconosciuto che non ci sono più violazioni in tema di antiriciclaggio”. E’ quanto evidenzia in una nota Kindred Group, in merito a notizie circolate su un nuovo avvertimento che l’Autorità danese avrebbe mandato ad Unibet Danimarca, in merito a violazioni sull’antiriciclaggio.

La società era stata “richiamata dall’Autorità danese del gioco, riguardo passate mancanze legate all’antiriciclaggio ma da allora, Unibet, in collaborazione con la DGA, ha aggiornato il proprio quadro antiriciclaggio e fornirà alla DGA una valutazione del rischio aggiornata. L’obiettivo principale di Kindred Group – continua la nota dell’operatore – è quello di dimostrare i più elevati standard nell’offerta di gioco. Durante tutta la fase di aggiornamento del quadro antiriciclaggio, Kindred si è sempre interfacciata con l’Autorità in modo aperto, trasparente e produttivo. Continueremo a collaborare ed a fare tutto quanto necessario per rafforzare ulteriormente le nostre procedure di controllo, mantenendo quindi i nostri obiettivi di sicurezza nell’offerta di gioco verso i consumatori ed in tema di antiriciclaggio”.

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Nuovo Totocalcio, boom di giocate: la raccolta vola al +289%

Il 13 è sempre la formula preferita dagli appassionati

Il nuovo Totocalcio continua a volare. La nuova formula di gioco lanciata ad inizio anno si conferma sempre più vincente ed i numeri lo dimostrano. I 6 concorsi sin qui disputati viaggiano infatti con il vento in poppa: un rilancio del Totocalcio fortemente voluto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e sostenuta dal direttore Marcello Minenna.

Rispetto al primo concorso dell’anno, l’ultima schedina ha visto le colonne giocate più che raddoppiate, passate da 46.750 a 110.691. Ancora più significativa la quota relativa agli incassi, saliti da 160.296 euro a 623.573 euro, con un incremento percentuale del +289%.

La formula di gioco più apprezzata è sempre quella del “Tredici”. Su questa modalità si concentra infatti il 71,8% (447.794 euro) del totale giocato, con un balzo in avanti rispetto al primo concorso del +351%.

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Faelli (ceo Eurobet): “Il mercato delle scommesse può tornare ai livelli di pre-pandemia”

Guinci: Importante rapporto più stretto tra online e gioco in agenzia

“Il primo valore che le aziende di gaming vendono è fiducia. Per noi la fiducia è importante, siamo baluardo della legalità. Siamo dentro una cornice concessoria e regolatoria che ci permette di essere baluardo di legalità”. E’ quanto ha detto, in occasione dell’evento “The place to be: un progetto etico per le aziende inserite nel tessuto urbano”Andrea Faelli, CEO Eurobet Italia.

Il numero uno di Eurobet in Italia è anche intervenuto sullo stato dell’arte del settore delle scommesse sportive e su come potrebbe evolversi il mercato nei prossimi mesi.

“Due anni di pandemia hanno cambiato le abitudini delle persone in molti sensi, incluso il lato ludico. Lo vediamo anche dalle partecipazioni a teatri, cinema ed eventi. Se devo dire quale sarà il punto di atterraggio non lo so. Credo però che ci sarà una progressiva ripresa. Se torneremo a livelli di pre-pandemia? Credo di sì. Il gioco online è più semplice e nelle corde delle giovani generazioni, però nel gioco online manca l’aspetto sociale. Essendo persone umane, abbiamo bisogno di socialità. Stiamo ristrutturando i nostri punti vendita con un progetto architettonico diverso per renderli più belli, accoglienti e di intrattenimento a prescindere dalla scommessa: dunque un punto di ritrovo. L’Italia è il paese degli 8mila Comuni e togliendo le grandi e medie città rimangono 7mila Comuni che hanno bisogno dei punti di incontro sociale a prescindere dal gioco. Noi stiamo andando in questa direzione nel rendere i nostri punti dei luoghi di incontro dove le persone possono socializzare e divertirsi e magari fare una scommessa”.

“Credo che la pandemia abbia accelerato in maniera esponenziale un processo già in fieri che era quello di una osmosi tra retail e online, dove però veniva percepito dal retail come una minaccia. Io credo però che con la pandemia ci si è resi conto che il famoso omnichannel non è solo una necessità, ma anche un valore e quindi il mondo del retail si è reso conto che l’interazione con l’online porta valore alla filiera. L’integrazione tra retail e online ha avuto un boost anche dal lato dell’approccio e spero che venga recepita maggiormente dal nostro regolatore.

Faelli è anche intervenuto sull’atteso riordino del settore del gioco pubblico. “Quello del riordino è un tema complesso anche dal punto di vista tecnico. Il riordino è necessario e io sposo in pieno l’idea del sottosegretario (Federico Freni ndr) di fare questo riordino perché negli ultimi anni, addirittura pre-scadenza delle concessioni del 2016, si è andati incontro ad una deriva. Faccio un esempio: io faccio parte di un gruppo multinazionali e riporto a degli azionisti che sono inglesi e americani. Descrivere a loro la nostra situazione regolatoria è molto complicato. Essendo italiani noi sappiamo come gestire certe situazioni, ma dal punto di vista di terzi è una cosa inconcepibile. Sicuramente il riordino è necessario, in particolar modo sul territorio per avere delle certezze che però non devo essere certezze di oggi che poi vengono smentite il giorno seguente. Le aziende, soprattutto quelle grandi, hanno bisogno di orizzonti temporali estesi per poter fare investimenti. Da quando siamo presenti sul territorio nazionale abbiamo investito centinaia di milioni di euro in queste attività creando posti di lavoro, indotto e cultura poiché essere il baluardo della legalità è quello che mi fa essere contento di fare questo lavoro. Credo che debba essere ripresa una visione univoca delle regole a cui far sottostare i concessionari dello Stato e, dall’altra parte, chi è fuori dalle regole deve avere la giusta punizione”.

Dell’evoluzione del mercato dopo la pandemia ha parlato anche Giuliano Guinci, direttore delle relazioni istituzionali di Eurobet. “Il periodo attuale, anche a seguito dell’emergenza pandemica, ha accelerato due processi che erano già in atto: digitalizzazione di servizi e prodotti; trasformazione ruolo del retail con progressiva crescita dell’online. Il mondo delle scommesse regolamentate è – e diventerà sempre più – un servizio d’intrattenimento che competerà con altri servizi similari, a fruizione prevalentemente digitale. Solo le aziende che sapranno fare innovazione continua, sia in termini di nuovi prodotti che di servizi ai clienti, potranno garantirsi un percorso di crescita sostenibile. Da un punto di vista distributivo, il futuro del settore passerà da un supporto reciproco tra i due canali online e retail“.

“L’offerta di gioco – ha continuato Guinci – anche e soprattutto al fine di attuazione delle politiche di Responsible Gaming, sarà sempre più omnichannel, con il cliente libero di scegliere il canale che soddisfi maggiormente le proprie esigenze. Ciò necessita di un completo cambio di paradigma quando si parla di gioco, tanto da un punto di vista regolamentare, quanto di comunicazione ed informazione. Il mercato del gaming italiano si contraddistingue per una centralità del ruolo dello Stato, e a sua volta, dei concessionari quali operatori deputati a far sì che la regolamentazione prevista a livello centrale trovi applicazione sul territorio. In quest’ottica un processo di trasparente collaborazione tra i principali stakeholder del settore è centrale nell’ambito del non più procrastinabile processo di riordino, che dovrà essere orientato ad individuare e attuare le misure maggiormente efficaci per rendere il gioco realmente sicuro, sia per gli utenti che, nel caso delle scommesse, per il mondo dello sport. È auspicabile anche un cambiamento nelle modalità di comunicazione e informazione, affinché sia possibile disporre di uno strumento essenziale di ascolto e interazione, ma anche per dare un corretto inquadramento del settore del gioco legale nell’ambito del mondo dell’intrattenimento. Eurobet, forte del supporto del gruppo internazionale di cui fa parte, è pronta ad affrontare la sfida dell’innovazione e a porla al centro della propria strategia di sostenibilità”.

“L’attività di sensibilizzazione degli utenti, dei fornitori e degli stakeholder in generale, sui principi del gioco responsabile è il presupposto fondamentale del nostro piano di sostenibilità” E’ quanto ha affermato l’Head of Trading & Sportbook di Eurobet, Federico Spescha, nel Report Integrato 2020. “Etica per noi vuol dire implementazione di adeguati strumenti per il monitoraggio del gioco ed il controllo dei relativi flussi. A monte ci siamo impegnati, in fase di selezione della nostra offerta commerciale, a scegliere e realizzare prodotti e servizi che riflettano al meglio l’attività di un bookmaker che ha scelto di operare solo in mercati regolamentati.

Eurobet si impegna da anni nel migliorare la gestione dei flussi informativi, qualitativi e quantitativi, collaborando con partner internazionali in grado non solo di certificare i nostri prodotti ma anche di vigilare sulla loro integrità. Come bookmaker, tale attività ci consente di: garantire massima sicurezza per i nostri clienti; contribuire, in maniera fattiva, ad assicurare l’integrità degli avvenimenti su cui si scommette e sullo sport più in generale. Per l’analisi dei comportamenti del cliente, Eurobet dispone di un sofisticato processo di reportistica interna in grado di realizzare ben 39 controlli “ex ante” ed “ex post”, volti a fornire una mappatura di eventuali pericoli per i nostri clienti ed individuare segnali che identificano anomalie o frequenze / picchi di gioco non coerenti con comportamenti di gioco responsabili”.

“Questi controlli, che alimentano costantemente il nostro processo di reportistica interna, possono dar luogo a segnalazioni verso i dipartimenti competenti o le autorità esterne, al fine di avviare le azioni più efficaci per evitare gli effetti negativi che possono discendere da una pratica del gioco non corretta. Altro tema essenziale per garantire sostenibilità al business dell’azienda è il contrasto a casi di match fixing – inteso come accordo, atto o omissione intenzionale volto a modificare impropriamente il risultato di una competizione sportiva al fine di eliminarne l’imprevedibilità ed ottenere un indebito vantaggio – fenomeno sul quale tanto si è fatto ma che certamente sarà una priorità anche per i prossimi anni. Il sistema legale delle scommesse è riuscito a costruire una solida rete di collaborazione che ci vede al fianco degli altri operatori dell’industria, dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e delle federazioni sportive. Tale sistema, grazie alla centralizzazione in tempo reale dei dati di gioco e all’implementazione di sofisticati strumenti di monitoraggio, è riuscito ad intercettare, anche in via preventiva, un numero cospicuo di casi, anche particolarmente complessi. L’obiettivo è rafforzare nei prossimi anni tale sistema, ampliando la rete di collaborazione anche ad enti ed amministrazioni di altri paesi e continuando ad investire nello sviluppo dei sistemi informatici a supporto dello stesso. Business Ethics per Eurobet significa fare business in modo sostenibile e incentivare un comportamento di gioco sano“.

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Emilia Romagna: 30 milioni per le attività in crisi per la pandemia

Tra le attività interessate anche sale scommesse e sale bingo

La Regione Emilia Romagna ha stanziato circa 30 milioni di euro per nuovi ristori alle imprese operanti nel territorio regionale, che svolgono determinate attività ed hanno registrato cali di fatturato a causa delle limitazioni conseguenti all’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19.La percentuale di calo di fatturato e i periodi tra cui operare il confronto di fatturato cambiano di misura in misura e sono specificati nel relativo bando. Per le attività ammesse a ristoro si fa riferimento al codice Ateco risultante nella visura camerale. La gestione dei ristori è stata affidata ad Unioncamere Emilia Romagna. Le domande di contributo dovranno essere presentate a partire dalle ore 10 del giorno 15 febbraio 2022 e fino alle ore 12 del giorno 8 marzo 2022​.

Tra i ristori previsti, per le sale bingo e le sale scommesse i fondi disponibili ammontano a 291.776,32 euro; il ristoro consiste in un contributo forfettario massimo di 3mila euro. Nello specifico, “possono presentare domanda ed essere beneficiarie dei contributi previsti dalla presente misura le imprese in possesso dei seguenti requisiti, oltre a quelli generali previsti all’art. 3.1: – in possesso del seguente codice ATECO primario o prevalente: 92.00.09 Altre attività connesse con le lotterie e le scommesse – limitatamente alle sale bingo e scommesse, con sede aperta al pubblico in Regione Emilia-Romagna regolarmente autorizzate ai sensi art. 88 TULPS; – che abbiano subito nell’anno 2020 un calo di fatturato superiore al 30% rispetto all’anno 2019, ovvero, a prescindere dal fatturato, essere imprese attivatesi dopo l’1 gennaio 2019. Le risorse complessivamente disponibili sulla Misura 6 ammontano a € 291.776,32. Il contributo viene determinato con le seguenti modalità: a. verrà assegnato a tutte le imprese ammissibili un contributo forfettario massimo di 3.000,00 euro. b. qualora detta assegnazione superi lo stanziamento disponibile, il contributo sarà determinato in minore misura suddividendo lo stanziamento complessivo per le domande ammissibili”.

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ADM: circa 9.300 i siti di gioco online “oscurati”

La black list contiene siti di gioco non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Aggiornata la “black list” dei Monopoli di Stato, che contiene l’elenco dei siti non autorizzati alla raccolta di gioco in Italia. I domini oscurati sono ora 9.280, novantaquattro in più rispetto all’ultimo aggiornamento.

Si tratta di siti di gioco inibiti in quanto contenenti offerta, in assenza di autorizzazione, attraverso rete telematica, di giochi, lotterie, scommesse o concorsi pronostici con vincite in denaro ovvero contenenti pubblicità, diretta o indiretta, dei medesimi prodotti o offerta di software atti ad eludere l’inibizione di siti non autorizzati disposta da ADM. 

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Nuovo Totocalcio: per il “13” super jackpot da 365mila euro

Un solo vincitore per la Formula 11 al quale vanno 60mila euro

L’ottimo successo che sta avendo la nuova versione del Totocalcio è confermato anche dalle quote distribuite nell’ultimo concorso e dal jackpot in palio per la “Formula 13”. Ricordiamo che, rispetto al primo concorso dell’anno, l’ultima schedina ha fatto registrare un raddoppio delle colonne giocate (358.647 rispetto a 160.296).

La giocata su 13 partite proporrà, per il prossimo concorso, un super jackpot da oltre 365mila euro. Si tratta di un valore che sta attirando molto l’attenzione degli utenti, visto che su questa opzione si raccoglie oltre il 60% delle giocate.

Molto interessanti le quote pagate nell’ultimo concorso. L’11 ha regalato, all’unico vincitore, un premio di circa 60mila euro, somma equiparabile ad un “5” vinto al SuperEnalotto. Ai 6 vincitori con la “Formula 9” sono andati 3.264 euro, il “7” ha pagato, ai 18 vincitori, 781 euro. Ai 68 vincitori con 5 punti sono andati 101 euro, mentre ai 164 vincitori con 3 punti ben 27 euro.

L’opera di rilancio del Totocalcio, che ha visto in prima linea l’ADM ed il direttore Marcello Minenna, sta funzionando visto il gradimento tra un sempre maggior numero di utenti.

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MEF: nel 2021 dai giochi 11,7 miliardi di euro

Le entrate sono in aumento del 19,4 per cento rispetto al 2020

Superano 11,7 miliardi di euro gli incassi per entrate del bilancio dello Stato da lotto, lotterie ed altre attività di gioco nel 2021. E’ quanto si legge nel Conto Riassuntivo del Tesoro del MEF. Il dato, complice anche gli effetti delle chiusure imposte dalla pandemia nella prima metà dell’anno, è inferiore di 3,1 miliardi rispetto ai livelli pre-pandemia (nel 2019 gli incassi per entrate del bilancio furono pari a 14,8 miliardi), ma migliora rispetto ai 9,8 miliardi del 2020, altro anno caratterizzato da lockdown prolungati.

Nel dettaglio, oltre 3 miliardi di euro provengono dal Preu applicato su Slot e Vlt, 7,8 miliardi dai proventi del Lotto (dato che comprende anche le vincite), oltre 294 milioni da altri proventi delle attività di gioco, oltre 393 milioni come quota del 40% dell’imposta unica sui giochi di abilità e sui concorsi pronostici e oltre 62 milioni come Diritto fisso erariale sui concorsi pronostici.

A questi si aggiungono 187,5 milioni dai proventi relativi ai canoni di concessione per la gestione della rete telematica relativa agli apparecchi da divertimento ed intrattenimento ed ai giochi numerici a totalizzatore nazionale, 614 milioni dalla ritenuta del 6% sulle vincite del gioco del lotto, 12,3 miliardi di euro dalle lotterie nazionali ad estrazione istantanea (dato che comprende anche le vincite), 1,1 miliardi dai proventi derivanti dal gioco del bingo e oltre 8,3 milioni di euro dal versamento di somme da parte dei concessionari di gioco praticato mediante apparecchi di cui all’articolo 110, c. 6, t.u. di cui al r. d. 18 giugno 1931, n. 773.

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Slot, sequestrati apparecchi irregolari ed elevate sanzioni per 74mila euro

Recuperato Preu evaso per oltre 570mila euro

Anche il Polesine è rientrato nell’operazione svolta nei giorni scorsi dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per il Veneto, che hanno sequestrato slot e apparecchi del tipo “gru o pesche meccaniche”.  Elevate sanzioni amministrative per 74mila euro oltre all’emissione di avvisi di accertamento per un recupero fiscale di oltre 570mila euro di Preu.

Questo tipo di apparecchi, devono essere dotati di attestato di conformità rilasciato dal ministero dell’Economia e delle finanze – Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, ed essere collegati alla rete telematica per il controllo delle giocate. Questo non era il caso e dunque è scattata l’operazione di ADM che ha provveduto nei giorni scorsi a effettuare le operazioni di confisca degli apparecchi irregolari sia nella provincia di Padova che in quella di Rovigo, compiendo gli atti conclusivi di operazioni di controllo e di sequestro pregresse.

Le macchinette irregolari verranno avviate alla distruzione nel rispetto delle normative in materia di smaltimento di apparecchiature RAEE. Inoltre, sono state svolte dall’ADM anche verifiche ordinarie, dalle quali non sono emerse irregolarità su sale Vit e sale scommesse, con controllo sia in ambito di giochi sia della corretta applicazione delle misure di contenimento alla diffusione pandemica, con verifica del possesso del Green pass da parte dei giocatori. 

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Green Pass in tabaccheria: Governo accoglie istanza FIT

Nessuna verifica all’ingresso e controlli a campione

Il Governo ha accolto le istanze presentate dalla FIT (Federazione Italiana Tabaccai) nel corso dell’incontro con il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Il Governo ha esentato i tabaccai dall’obbligo di verifica puntuale di tutti i Green pass all’ingresso della rivendita.

“Ringraziamo il Governo ed in particolar modo il Sottosegretario Costa non solo per aver compreso le nostre ragioni – dice il Presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai Giovanni Risso – ma anche per aver provveduto con tempestività attraverso la risposta ad un quesito presentato dalla Federazione”.

“Sapere di poter effettuare i controlli a campione sui Green Pass della clientela rende possibile svolgere al meglio il nostro lavoro, nel rigoroso rispetto delle regole e agevola la vita ai cittadini. Si tratta – conclude Risso – di un giusto compromesso tra le ragioni, mai messe in discussione, del Governo e quelle della categoria”.

Grazie alla posizione assunta dalla FIT i tabaccai e tutti i titolari di esercizi per l’accesso ai quali era richiesto il possesso del Green Pass base, potranno effettuare controlli a campione sulla clientela.

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Rapporto Luiss-Ipsos: l’evoluzione del settore del Gioco nel periodo della Pandemia

Il gioco è un bene normale e un bene necessario, quindi parte del proprio tempo libero, ineliminabile dunque dal paniere dei consumi

Il gioco è un bene “normale” e come tale è percepito dai consumatori. Leggi regionali “espulsive” e chiusura dei punti vendita di gioco pubblico (come avvenuto durante la pandemia) hanno regalato spazi all’illegalità. Questi sono alcuni dei punti principali riportati nel nuovo capitolo del Progetto sul settore del Gioco, realizzato in collaborazione da Luiss Business School e Ipsos, nell’ambito dell’Osservatorio sui mercati regolati, presentato oggi a Roma presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiani.

A presentare il rapporto Raffaele Oriani, referente scientifico del Progetto di ricerca e Associate Dean della Luiss Business School, e Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos. Sono intervenuti anche Federico Freni, Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze e Livia Pomodoro, Presidente Advisory Board Progetto sul settore del Gioco, Gianni Pittella, senatore del PD e Ilaria Ugenti, Corporate Reputation Leader di Ipsos.

Il rapporto combina due indagini che fotografano lo stato del settore nel periodo Covid e le caratteristiche socio-economiche del giocatore tipo.

La prima analisi, curata da Ipsos, ha coinvolto 300 imprese impegnate nella distribuzione del gioco tra esercenti, bar, tabaccherie, ricevitorie, sale gioco e sale scommesse, mentre la seconda, elaborata sulla base di un modello econometrico sviluppato dalla Luiss Business School, ha definito il profilo del giocatore tipo, grazie a dati forniti dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli e da Istat.

“Dalla nostra indagine” ha dichiarato Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos “emerge una differente percezione dell’illegalità nel mondo del gioco: il 70% degli operatori pensa che questo fenomeno riguardi principalmente il canale fisico e che si sia propagato soprattutto durante il periodo pandemico, con conseguenze ritenute gravi per la diffusione del malaffare. I risvolti negativi sono poi ulteriormente rafforzati dalla convinzione presente nel 70% della popolazione e nel 79% degli esercenti, che non sia facile intercettare e punire fenomeni di illegalità, che inoltre sono socialmente tollerati, situazione che indebolisce la capacità della rete distributiva del gioco legale evidenziando delle fragilità di cui è bene tenere conto nel futuro”.

Sempre secondo quanto rilevato da Ipsos, il settore del Gioco si conferma pesantemente toccato dagli effetti della pandemia: solo il 35% degli esercenti dichiara di essere soddisfatto dell’andamento della propria attività e 1 esercente su 6 ha dovuto ridurre il personale (17%), e solo il 3% lo ha incrementato. Ripercussioni che potrebbero riverberarsi negativamente anche sul territorio con la diminuzione dei punti vendita e il proliferare di attività illegali.

Attraverso un modello econometrico elaborato dalla Luiss Business School è stato, inoltre, possibile determinare le caratteristiche (individuali e non) dei giocatori, l’influenza del reddito familiare pro-capite e della spesa ricreativa pro-capite sulle diverse tipologie di gioco, nonché l’evoluzione di tale spesa su base annua e per area geografica, grazie ai dati collezionati dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli e Istat, nel periodo 2011-2020.

Raffaele Oriani, referente scientifico del Progetto di ricerca sul settore del Gioco e Associate Dean della Luiss Business School, commenta: “dall’analisi dei dati emerge il racconto di una popolazione di consumatori che considera il gioco sempre più come un bene ‘normale’ e un bene ‘necessario’, quindi parte del proprio tempo libero, ineliminabile dunque dal paniere dei consumi.” Il professore Oriani segnala inoltre che “per combattere l’espansione del gioco illegale è necessario garantire una regolamentazione attenta, in particolare ai comportamenti dei giocatori e alle evoluzioni tecnologiche”.

Guardando agli ultimi 3 mesi, evidenzia il Rapporto, non si coglie una marcata insoddisfazione degli esercenti del settore del gioco per l’andamento del business, per quanto la maggior parte sia lontana dai livelli pre-pandemia. Nella quasi totalità dei casi i punti vendita hanno almeno un dipendente. Per l’80% degli esercenti il numero di addetti è rimasto invariato rispetto al periodo pre-pandemia.

Ma qual è l’impatto degli esercenti sul territorio? Se il loro esercizio commerciale non fosse presente nel territorio – riporta lo studio – ci sarebbero delle conseguenze che includono situazioni di disagio per la popolazione, oltre che effetti di matrice economica, secondo il 92% degli intervistati. I clienti andrebbero altrove (43%), si creerebbe del disagio (34%), mancherebbe un punto di riferimento (9%), ci sarebbero meno servizi a disposizione (4%) e il gioco si riverserebbe esclusivamente sull’online (3%).

“Il settore del gioco non è il male, dà lavoro a migliaia di persone e porta gettito, ma di ciò non vi è consapevolezza. Il mio appello è di non rifugiarsi nelle colpe del legislatore, ma lavorare tutti insieme per riuscire a diffondere questa consapevolezza”, ha dichiarato nel corso del convegno Federico Freni, Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze con delega ai giochi.

“Parlare di questo settore mette il legislatore in una posizione imbarazzante, ma questo imbarazzo deve essere superato con azioni concrete. Un legislatore ‘struzzo’ prenderebbe atto che ci sono delle problematiche e si rifugerebbe nella posizione di dire che a tutela di determinati valori non si deve giocare. Il legislatore dal 2017 ad oggi è stato con più o meno consapevolezza uno struzzo, ora è il momento di prenderci delle responsabilità, Parlamento e Governo. Finché sarò in questo ruolo, è mio dovere lavorare a tutela di questo comparto industriale. Possiamo mettere il gettito in secondo piano rispetto ai problemi che derivano dal gioco d’azzardo patologico, ma il gettito non possiamo ignorarlo quando parliamo di comparto industriale”.

“Quale comparto con questo gettito ha ricevuto il trattamento che ha ricevuto il gioco in questi ultimi anni? Nessuno. E’ il momento di uno scatto d’orgoglio, per dimostrare che siamo in grado come classe legislativa di regolare un settore industriale maturo, senza pregiudizi e che siamo in grado di dare una regolazione che crei affidabilità del settore, è inaccettabile che l’Italia sia l’unico paese europeo in cui è instabile”.

“La Legge Delega sul gioco, con l’atteso riordino del settore, è alla Ragioneria dello Stato e penso arriverà al Consiglio dei Ministri entro metà febbraio“, ha poi evidenziato Freni.

“L’industrialità del settore non deve farci dimenticare che i due pilastri da cui dobbiamo partire sono il contrasto all’illegalità ed il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo. Se non partiamo da questo, costruiremo una casa sulla sabbia e anche questo dipende da tutti noi, non solo dal legislatore”.

“Posso garantire che la nostra linea sarà quella di partire dalla tutela delle fasce più deboli, per evitare un’ ulteriore incidenza del Gap, e per tutelare chi da concessionario dello stato esercita legalmente la legalità da chi illegalmente sottrae lavoro e gettito“.

“Il comparto industriale del gioco deve abbandonare una facile recriminazione sulle assenze della politica, ma assieme alla politica dovrà costruire un settore nuovo, omogeneo e con una regolazione stabile, unica via a poterci consentire di approdare al gioco 2.0“, ha concluso Freni.

“Il gioco legale è un settore prezioso per il paese in termini di volumi di fatturato, gettito per l’erario, forza lavoro occupata e di efficace contrasto alla criminalità organizzata”, ha invece affermato il senatore del Partito Democratico, Gianni Pittella. “Eppure la risposta che appare emergere realisticamente, e lo dico con amarezza, è che il futuro del settore è aggravato drammaticamente dalla afona colpevolezza del legislatore che continua a trattare il settore come se fosse irrimediabilmente colpito da una peste congenita legata ad un giudizio non morale, ma moralistico dell’attività del gioco”

“L’Italia – ha proseguito – rappresenta un modello nell’aver assunto nel monopolio dello Stato le attività del gioco costruendo un sistema di regole concessorie, di vigilanza, di controlli e di recupero del gettito fiscale che in un colpo solo ha sottratto alla criminalità miliardi di euro e definito occupazione stabile e legale. La contraddizione è però che questo sistema di regole dovrebbe essere periodicamente aggiornato, reso omogeneo nel paese, adeguato ai tempi e reso capace di reagire all’evoluzione tecnologica. Ma di questo settore e dei cambiamenti si parla il meno possibile e anche per questo l’iniziativa odierna è importante”.

Nel 2020 tutte le tipologie di gioco hanno fatto registrare una forte riduzione rispetto all’anno precedente e la riduzione complessiva della raccolta ha nascosto uno spostamento verso l’illegalità. Ciò ha evidenziato l’importanza di sostenere le attività legali per non lasciare spazio al mondo delle mafie. La prima cosa da fare è dare certezze. Un orizzonte adeguato è essenziale per ogni attività d’impresa e ancor più per questo tipo di attività. Gli ultimi anni sono stati fatti di proroghe, ma ammettiamo onestamente che abbiamo avuto il tempo per farlo e lo siamo ancora. Questo è il messaggio che affido al sottosegretario al Mef, Federico Freni. In assenza di una normativa di coordinamento statale che dettasse i criteri da rispettare il contenzioso è sorto in tutto il territorio italiano poiché le Regioni e i Comuni sono intervenuti in modo difforme, pensando solo al distanziometro che ha creato effetti espulsivi per le attività legali a favore di quelli illegali. Innanzitutto bisogna ripartire dalla Conferenza Unificata del 2017 adeguandola mettendo al centro le politiche di prevenzione dalle dipendenze e di mantenimento di un’offerta adeguata alla domanda. Il testo unico è necessario per far terminare la confusione normativa. Il riordino è essenziale anche perché è prodromico al rinnovo delle concessioni. L’impossibilità di celebrare procedure selettive di alcuni dei più diffusi prodotti di gioco è il risultato dell’incapacità legislativa. Bisogna riavviare il circolo virtuoso dell’ordinario esercizio delle concessioni”.

“Quello del gioco è un comparto importante per l’economia del nostro Paese, motivo per il quale servono politiche che riducano le aree di rischio, penso al fenomeno dell’illegalità”, ha dichiarato nel corso del convegno Nando Pagnoncelli, Presidente e country manager di Ipsos Italia.

“I risultati della ricerca realizzata a luglio 2021 dicono che i due terzi della popolazione maggiorenne italiana ha dichiarato di aver giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Un fenomeno sociale di grande rilievo, dietro cui si nascondono però anche elementi legati all’illegalità: infatti nove italiani su dieci ritengono che questo fenomeno sia molto diffuso. Uno degli elementi per attenuare il fenomeno del gioco illegale è la censura sociale”.

“La ricerca del 2021 mostrava come le restrizioni imposte dai lockdown avessero provocato un cambiamento nelle abitudini di gioco, con un aumento del gioco online. Allo stesso tempo la chiusura di aree dedicate al gioco ha portato ad un aumento della dimensione illegale. Per questo abbiamo fatto un approfondimento sul canale distributivo che presentiamo oggi”.

“Abbiamo realizzato un campione rivolto al target degli esercenti attraverso interviste telefoniche. Si tratta di un tipo di settore che ha registrato una certa sofferenza legato al periodo della pandemia. Il 61% degli intervistati dichiara di essere meno soddisfatto rispetto a prima della pandemia, quindi è evidentemente un settore che sta denunciando e che è pienamente consapevole della sofferenza economica”, ha affermato la Corporate Reputation Leader di Ipsos, Ilaria Ugenti, presentando la sua ricerca durante l’evento ‘Il mercato del gioco: prospettive economiche e sociali’ organizzato dalla Luiss Business School.

“Questo comparto ci dà una fotografia della micro-impresa italiana. Si tratta nel 45% dei casi di aziende che impiegano almeno 3 dipendenti e almeno l’80% ha cercato di mantenere il numero di occupati costante, ma il 17% è stato costretto a licenziare qualcuno. Se non fossero presenti nel territorio il 34% degli esercenti pensa che si creerebbe un disagio alla comunità. L’attività ha sicuramente subito una mutazione dalla pandemia e il 42% degli esercenti è conscio che i clienti spendono meno rispetto a prima, ma è anche evidente un fenomeno di forte digitalizzazione degli ultimi anni. Il 75% degli esercenti percepisce una illegalità molto presente. Il gioco illegale è un problema molto grave con delle conseguenze molto rilevanti, ma è interessante osservare che dal punto di vista degli esercenti non ha solo a che fare con il danno economico ma comporta dei rischi per la popolazione”.

“Sono onorata per l’invito a far parte dell’Advisory Board. L’analisi dell’Osservatorio è stata condotta sulle variabili economico-sociali con lo scopo di avere una rappresentazione organica del settore. La ricerca è stata interdisciplinare avendo coinvolto varie figure di diversi campi. Si è confermato che nel nostro paese il gioco legale costituisce una parte integrante delle abitudini di spesa degli individui. Osservazioni di carattere morale e tentativi di repressione del gioco sono del tutto improduttivi in quanto non considerano le reali motivazioni antropologiche dei giocatori e rischiano soltanto di alimentare il gioco illegale”. E’ quanto ha affermato dalla presidente dell’Advisory Board, Livia Pomodoro. “Come documentato nel report, i risultati econometrici confermano il ruolo positivo che il gioco in denaro può esercitare persino sul benessere dei giocatori. A tal fine, è necessario che venga opportunamente tutelato attraverso una regolamentazione attenta ai comportamenti dei giocatori e alle evoluzioni tecnologiche e sia accompagnata ad una lotta serrata al gioco illegale. Sono stati individuate tre possibili aree di sviluppo, riordino del settore, territorialità e sostenibilità. E’ emersa una percezione diffusa di difficoltà nell’individuazione delle diverse forme di illegalità con gli strumenti attualmente disponibili e una mancanza di consapevolezza diffusa dei danni economici del gioco illegale. Nei media è stato poco considerato il tema della consapevolezza della illegalità che invece è importante per contenere nel futuro il gioco illecito. L’illegalità attrae il giocatore per un immediato accesso al credito, spesso usuraio. Nessun limite nel tempo e nel denaro delle giocate e assenza di vincoli normativi. Ciò contribuisce a rendere pericoloso l’attività del giocatore in questo ambito. La forte crescita del gioco a distanza pone continue sfide al legislatore. E’ indispensabile una regolamentazione che individui anche nei confronti dei consumatori delle zone di legalità attivando un sistema di attuazione e controllo e sanzione ove necessario che sia in grado di arrivare a risultati concreti”.