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ADM, controlli in provincia di Siracusa: sequestrati totem ed elevate sanzioni

Scoperti due giocatori su apparecchi irregolari

Durante un’operazione di controllo sulla regolarità nell’istallazione di apparecchi da gioco a Siracusa, i funzionari di ADM, in collaborazione con la Polizia di Stato, hanno sorpreso all’interno di un bar due avventori intenti a giocare su due totem.

I due apparecchi riproducevano rulli virtuali in movimento, tipici delle slot machine, prive di qualsiasi autorizzazione, non conformi alla normativa vigente in materia di giochi.

Sequestrate le apparecchiature illegali e il denaro contenuto all’interno di esse, al titolare dell’esercizio è stata elevata la sanzione amministrativa pecuniaria per complessive 20.000 euro.

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Modena, controllo a sala giochi su rispetto norme anti-Covid ed amministrative

Riscontrata irregolarità nell’ambito delle slot

Nuovi controlli da parte della Polizia di Modena che, a seguito della disposizione del Questore, ha effettuato verifiche all’interno delle attività commerciali del comune, per verificare il rispetto delle normative anti-Covid e la verifica della regolarità amministrativa degli esercizi.

Durante queste operazioni, gli agenti hanno rilevato che in una sala giochi le slot erano attive oltre l’orario consentito dal regolamento comunale e hanno elevato le sanzioni amministrative nei confronti del titolare.

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Nevada, a gennaio entrate dai giochi superano 1 miliardo di dollari

Oltre due terzi degli introiti arriva dalle slot machine

Nel mese di gennaio 2022 le entrate dai giochi nel Nevada hanno superato 1 miliardo di dollari, circa 980 milioni di euro, con un aumento del 41,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Le entrate derivanti dalle slot machine hanno contribuito maggiormente al totale delle entrate con 731,5 milioni di dollari, in aumento del 39% rispetto al 2021 – mentre le entrate dei giochi da tavolo hanno raggiunto 347,3 milioni, con il blackjack al primo posto con 106 milioni, davanti al baccarat (64,8 milioni).

Le entrate delle scommesse sportive nel primo mese del 2022 sono stati pari a 67,7 milioni, in calo del 4,6% rispetto allo scorso anno, di cui 15,2 milioni provenienti dalle scommesse sportive mobile.

Il football americano si è confermato lo sport più popolare, con 36,6 milioni di dollari di entrate, un aumento del 42,9% rispetto al mese precedente, davanti al basket con 11,3 milioni. Il Nevada nell’intero 2021 ha registrato entrate da gioco di 13,4 miliardi di dollari.

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Scommesse, ADM: “Aumentato a 4 il numero dei terminali nei corner sportivi”

Pastorino, STS: Molto soddisfatti della determina. Visto il successo del Totocalcio abbiamo necessità di più strumenti da offrire ai giocatori

Aumento del numero dei terminali nei corner sportivi e per la precisione ad un massimo di 4 terminali a punto di gioco. E’ quanto stabilito da una determina dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli firmata il Direttore Centrale ad interim Stefano Saracchi.

La decisione è stata presa grazie al “crescente riscontro ottenuto dal Totocalcio e in previsione di una ancor maggiore incremento della raccolta di tale concorso pronostici”, essendosi “verificato un maggior afflusso di pubblico nei corner di gioco sportivi”, visto che “il Totocalcio – a riprova della sua natura – viene giocato, prevalentemente, in esercizi che non hanno come attività principale quella della raccolta del gioco” – si legge nel documento.

“Il persistere dell’attuale stato di emergenza legato alla pandemia da Covid-19 impone di assumere ogni misura idonea a favorire il maggior distanziamento sociale tra le persone per ridurre il rischio di contagio”. Per questo motivo, “tenuto conto che i terminali assolvono anche a una funzione di informazione in ordine ai prodotti e servizi offerti, atta, nella fattispecie, a garantire la giusta comunicazione a prodotti di gioco legale – come il totocalcio” e visto “che la migliore e più ampia espansione del totocalcio può contribuire a ricondurre il pubblico verso giochi con maggiore coinvolgimento intellettivo per eliminare gli effetti patologici, con positivi riflessi anche per la tutela della salute pubblica”, si consente “l’aumento a 4 il numero massimo di terminali di gioco presso i corner sportivi”.

“Siamo molto soddisfatti per questa determina di ADM. L’aumento dei terminali nei corner sportivi era una richiesta che noi avevamo fatto all’Agenzia, per diversi motivi”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Giorgio Pastorinopresidente di STS, commentando la determina di ADM.

“Avevamo la necessità di velocizzare il gioco in ricevitoria – ha proseguito Pastorino – e dare più strumenti ai giocatori per poter garantire il distanziamento nei negozi. Con il lancio poi del nuovo Totocalcio, che sta funzionando molto bene, avevamo fatto presente all’Agenzia che sarebbe stato utile avere più strumenti per far giocare al nuovo concorso”.

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Nuovo Totocalcio: il jackpot per il “13” abbatte il muro del milione di euro

Per il prossimo concorso saranno ben 3, per il Nove, l’Undici ed il Tredici, i jackpot a disposizione degli appassionati

Il Nuovo Totocalcio prosegue nella sua marcia trionfale. Le schedine giocate continuano a crescere, così come la raccolta. Il “13” al Nuovo Totocalcio non ha tuttavia ancora trovato il suo primo vincitore e dopo i primi 6 concorsi il jackpot ha toccato la cifra record di 1,3 milioni di euro, comprensiva del jackpot accumulato e della quota parte del prossimo montepremi.

Ed il jackpot non è solo quello per il “13”. Nell’ultimo concorso infatti non essendoci stati vincitori per la “Formula 9” e la “Formula 11”, si è accumulato per ciascuna categoria un jackpot, rispettivamente di 50mila e 200mila euro.

Un viaggio lungo quasi 45 anni che ha per protagonista il Totocalcio. In quasi 5 decenni è cambiato il mondo, è cambiato il calcio ma il famoso Tredici è rimasto sempre nel cuore e nella memoria collettiva di tutto il Paese; il rapido successo della nuova formula attuata dal Totocalcio dal 4 gennaio 2022, ne è la dimostrazione più evidente. Superando il muro del milione di euro il nuovo Totocalcio raggiunge un traguardo importante e significativo.

E ricordando la storia di questo concorso, si può tornare a 45 anni fa, al concorso numero 19 del 31 dicembre 1977 quando, per la prima volta nella storia del gioco, la vincita superò il miliardo di lire. Il 13 centrato regalò al fortunato vincitore la bellezza di un miliardo e 185 mila lire. La schedina dell’epoca comprendeva otto gare di Serie A, tre di Serie B e le ultime due di Serie C. I risultati che resero miliardaria quella schedina furono essenzialmente due e coinvolsero le due formazioni milanesi: l’Inter venne bloccata in casa dal Pescara che aveva raccolto la miseria di 6 punti in 11 giornate mentre il Milan capolista di Liedholm e Rivera venne ripreso, a sei minuti dalla fine, dall’Atalanta, parente lontana dei ragazzi terribili di Gasperini.

Domenica prossima invece, quando potrebbe essere centrato il primo 13 milionario del gioco, non ci saranno in palinsesto né Milan né Inter. Venti le gare in programma, 8 fisse e le rimanenti 5 a scelta, tra Serie A, Serie B, Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1: il meglio del calcio italiano ed europeo per il settimo concorso dell’anno che promette numeri ancora in crescita.

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Giuliano Frosini (IGT): “I pregiudizi sul gioco pubblico si stanno affievolendo”

Il settore del gioco tra presente e futuro, riordino del mercato, gare concessioni, in un’intervista al Vice President Public Affairs IGT

Dallo stato dell’arte del settore dopo 2 anni di pandemia agli sviluppi che lo stesso avrà nei prossimi mesi, dall’atteso riordino del mercato del gioco pubblico alle gare per le nuove concessioni: questi sono solo alcuni degli importanti punti toccati nell’esclusiva intervista rilasciata, al direttore di Agimeg Fabio Felici, da Giuliano Frosini, Vice President Public Affairs IGT.

Qual è lo stato dell’arte del settore dopo 2 anni esatti di pandemia? E’ un mercato in ripresa o siamo ancora in una fase di “riparazione” dei danni subiti?

“Prima di entrare nel merito, rivolgerei un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito al superamento della fase acuta della pandemia: operatori sanitari e medici. Anche nel nostro settore, un “grazie” va ai tabaccai, che hanno lavorato in prima linea nei momenti più difficili.

Il mondo del gioco pubblico, che ha vissuto una chiusura fra le più lunghe durante la crisi, sta vivendo oggi una fase di ripresa, grazie anche agli strumenti introdotti dal Governo per gestire la crisi sanitaria che hanno consentito alle persone di ricominciare a vivere. A mio avviso, però, la ripresa sarà vera quando sarà accompagnata da un percorso di riforma orientato alla stabilità regolatoria. Solo così gli operatori che, come molti altri imprenditori, hanno dovuto coprire a proprie spese i danni economici conseguenti alla chiusura, potranno finalmente guardare al mercato, già maturo, con minore preoccupazione”.

La gestione del settore durante la pandemia

“La situazione di estrema emergenza che abbiamo attraversato ha condotto i diversi governi che si sono succeduti ad agire nell’interesse della collettività e trovo che si sia fatto quanto di meglio possibile. Inoltre, il Regolatore ha svolto un’azione lungimirante dal punto di vista strategico. ADM, infatti, nell’ambito delle scelte del Governo, ha fornito il punto di vista del settore, grazie anche a studi e ricerche sul  mercato che hanno saputo offrire un’analisi utile al decisore.  Insomma una azione virtuosa  che ha supportato un dialogo fra le parti in equilibrio fra  le esigenze di mercato e l’interesse pubblico. Credo che il prolungamento delle chiusure e gli scarsi ristori siano soprattutto frutto del pregiudizio che fa da sfondo al dibattito politico sul Gioco Pubblico. Solo il settore del Gioco non ha visto alcun DPCM che sancisse la riapertura: semplicemente questa è avvenuta per inerzia…”

Ha sempre avuto una visione a lungo termine sul settore e non solo. Quello che ci aspetta è un 2022 di novità, di attese o di speranze naufragate?

“Dobbiamo distinguere se la ripresa è intesa come fine dei vincoli pandemici, come auspico e spero per tutti, quindi fine della pandemia, quindi ripresa dei consumi, rimozione di quelle difficoltà collegate ai classici problemi di questi 24 mesi. Fermo restando che le rimozioni avverranno nel rispetto delle valutazioni che prenderanno i decisori del governo, che a loro volta ascolteranno la comunità scientifica, questo ci lascia ben sperare per questo 2022. Supponendo invece che la pandemia finisca e che stiamo finalmente parlando della normalità, sarà il 2022 l’anno con grandi novità nella regolazione, la fine di alcuni grandi temi e l’avvio di un percorso nuovo per il settore? Sinceramente è difficile da dirsi. Per ora l’intendimento del decisore pubblico è stato immaginare un mercato, caratterizzato da concessioni in scadenza o scadute da tempo, che viene portato avanti con proroghe non strategiche ma tattiche. – Bisogna certamente sostenere in ogni modo l’idea di portare avanti la legge delega. Sarà una sfida difficile, vista l’approssimarsi della fine della legislatura, ma bisogna provarci anche grazie a un fatto nuovo, cioè che il pregiudizio dell’opinione pubblica comincia a mostrare un po’ la corda. Pure restando l’opinione pubblica particolarmente affezionata alle esternalità negative del settore credo che il “professionismo del no” cominci ora ad essere estemporaneo. Mi pare che i toni del dibattito siano più sostenibili anche da parte di chi, legittimamente, ha idee negative sul settore del gioco pubblico. Inoltre, si rafforza l’idea che il gioco legale è utile anche  in relazione al fatto  che non ci sia il gioco illegale”.

Senza nessuna velleità politica, su cosa dovrebbe incentrarsi il riordino del settore ? Le gare per il rinnovo delle concessioni scadute se e quando si faranno?

“Sul riordino ho pochi dubbi. Il riordino si deve fare e si farà. Non so se oggi sia una priorità ma si deve fare per numerosissimi motivi, il principale dei quali è il cuore stesso del riordino: rimodulazione del modello distributivo. Occorre partire da lì. Rimodulare il modello della distribuzione, consentirebbe anche di riaprire un discorso politico con gli enti locali. Una delle poche attività bipartisan della quale sento parlare negli ultimi anni, come sottolineato anche dal sottosegretario Federico Freni, è quella che evidenzia la necessità di ripartire dall’intesa della Conferenza delle Regioni del 2017, per intenderci quella voluta dall’allora sottosegretario con delega ai giochi Pierpaolo Baretta. Evidentemente c’era del valore nell’intesa trovata all’epoca. Bisogna ripartire da un fatto politico, cioè la revisione del modello distributivo deve essere portata avanti con la consapevolezza della sostenibilità di quella rete da parte degli Enti Locali. Il cuore, quindi, è il modello distributivo che deve presupporre un nuovo accordo, che passa, secondo me, attraverso la condivisione ella numerosità dei punti di vendita ed altre opportunità da valutare con Comuni e Regioni. Quando capita di parlare, ad esempio, di compartecipazione del gettito da parte degli Enti Locali si scatenano sempre molte critiche. Gli Enti Locali potrebbero trarre il vantaggio della trasformazione di una porzione delle upfront dovute allo Stato, quindi quelle cifre che vengono versate dai concessionari in occasione della gara. In aggiunta a questo, i pagamenti di multe e sanzioni verrebbero riscossi direttamente dagli Enti Locali, costruendo così una prospettiva di maggiore consapevolezza, a patto che le reti siano sostenibili, che gli investimenti dei punti vendita possano essere ragguardevolmente traghettati verso forme di maggiore sicurezza e di maggiore responsabilità del concessionario. può essere un buon modo per cooperare con gli Enti Locali e offrire strumenti di prevenzione e, se nel caso, anche di cura per quei soggetti che hanno avuto un impatto più forte dall’esposizione a questo tipo di prodotti. Ma non credo che il gettito debba “ingolosire” gli Enti Locali. Può essere uno degli strumenti, ma lo strumento centrale del dibattito, e insisto su questo punto, è la politica. Nel caso del gioco, mi riferisco al concetto condiviso, che deriva dal diritto comunitario, della riserva statale. La riserva occorre allo Stato centrale per dettare le regole che sono finalizzate alla valutazione degli eventuali impatti sociali che derivano da quel settore. dovrebbe essere la sostenibilità del modello distributivo a fare la differenza, non l’opinione pubblica di questo o di quel territorio. Armonizzare significa anche offrire la prospettiva e la possibilità di realizzare finalmente quei processi di evidenza pubblica che poi serviranno a riassegnare le concessioni. La riserva statale discende infatti da due principi: la sicurezza e l’ordine pubblico. Ed in quel senso ci si dovrebbe muovere. Un prodotto certificato, presidiato da operatori del settore formati, ma in una dimensione armonica in cui ciascuno possa sapere dall’inizio quali sono i propri doveri, che possono essere anche irrobustiti, ma che devono esser accompagnati dai giusti diritti”.

Gare concessioni

“Nel periodo che ci separa dalle prossime gare per l’aggiudicazione della concessione, occorre a mio avviso affrontare la questione legate all’armonizzazione delle leggi regionali. Molto dipenderà comunque da come verranno trascorsi questi mesi. Lo stillicidio dell’incertezza regolatoria è certamente impattante sul settore. Non è una situazione sostenibile né è saggio proseguire per questa strada. Penso che sarebbe più vantaggioso per la politica, per l’interesse pubblico e per gli operatori avere una prospettiva di lungo periodo ben determinata”.

Il mercato del gioco va sempre di più concentrandosi. E’ un fenomeno congiunturale o un trend fisiologico?

“Per gli operatori è un fenomeno fisiologico accelerato da un trend congiunturale. E’ stato abbastanza naturale che il mercato, una volta regolamentato, abbia visto una progressiva emersione di tantissimo gettito fiscale in poco tempo, e che ciò abbia generato qualche peculiarità di forma Uno tra questi è stato quello di ottenere un mercato molto frastagliato, con piccoli operatori che hanno talvolta anche una sola sala scommesse e altri più grandi che ne hanno migliaia. L’aggregazione è un processo naturale, ed è probabile che in questo tempo sia stato accelerato. Inoltre, l’instabilità della regolazione continua a creare situazioni incerte per chi ha una piccola rete o un modello distributivo più esiguo. Il risultato fisiologico, dunque, alla mancata stabilità della regolazione è l’aggregazione, il consolidamento”.

Che IGT vedremo nei prossimi mesi?

“IGT in Italia è sempre in movimento, un dinamismo che ci porta a confrontarci con nuove sfide che affrontiamo sempre con grande entusiasmo ed impegno. Siamo molto concentrati sul nostro core business di sempre, e questo ci ha permesso di replicare le nostre buone pratiche anche a livello internazionale, Lavoriamo con impegno e responsabilità all’ampliamento della nostra offerta per offrire ai consumatori  versioni più moderne, innovative e sicure delle esperienze di gioco nel mercato delle lotterie.

Punteremo anche alla diffusione di prodotti digitali, sempre saldamente ancorati alla rete fisica. Anche in questo campo ci confrontiamo con un Regolatore attento verso le novità derivanti dall’innovazione tecnologica.  Ovviamente proseguirà il nostro grande impegno nelle attività di Gioco Responsabile, un programma di sensibilizzazione e formazione che fa riferimento alla possibilità che ci si possa intrattenere con equilibrio. In questa direzione il lavoro svolto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in concomitanza con la Lotteria Italia con il lancio del concorso “Disegniamo la fortuna” ha dato un forte segnale rispetto ai temi della diversità e dell’inclusione e ha emozionato tanti di noi. Anche IGT vuole fare la sua parte: perseguiamo obiettivi di sostenibilità come la valorizzazione delle persone e delle loro diversità, il supporto alla comunità che ci ospita, e il sostegno all’ambiente”.

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Bingo: la “tombola” moderna rischia di scomparire

Il mercato in crisi dopo le chiusure per la pandemia, chiede interventi urgenti

Due anni di pandemia, con conseguente chiusura delle attività di gioco per mesi imposta dal Governo, non ha fatto sconti neanche al settore del Bingo. La chiusura delle sale quale strumento di contrasto al diffondersi della pandemia ha fatto registrare, nel solo 2020, una riduzione, rispetto al 2019, del 55% della Raccolta, del 53,3% delle Vincite e del 59,2% della spesa, mentre l’erario ha perso il 48,7% delle entrate.

Numeri che dimostrano il momento di grande crisi che sta attraversando il comparto, che oggi dà lavoro a 10mila persone dislocate nelle 189 sale presenti in Italia, con una raccolta che rappresenta l’1,5% del totale degli incassi del gioco legale nel nostro Paese.

Una situazione divenuta sempre più insostenibile – l’allarme delle associazioni del Bingo – in quanto al calo della raccolta si somma il pagamento del canone concessorio relativo ai mesi in cui le sale sono rimaste chiuse, una cifra che si aggira sui 10-11 milioni di euro. La richiesta degli operatori del settore è quella di far tornare il canone concessorio dagli attuali 7.500 euro per sala a 2.800 euro mensili (inizialmente il canone era stato fissato proprio in 2.800 euro, poi era passato a 5.000, infine con la legge di Bilancio 2018 ha raggiunto i 7.500 euro ndr), almeno per il periodo compreso fra il 1° giugno 2021 e il 31 dicembre 2022. Una misura che garantirebbe una boccata d’ossigeno alle tante sale in forte affanno.

Il Governo era intervenuto nella prima fase della pandemia stabilendo il blocco al pagamento del canone, misura non confermata nella seconda fase pandemica, motivo per il quale ai proprietari delle sale bingo è stato stato richiesto il pagamento dei periodi in cui le sale sono rimaste chiuse.

Altro nodo cruciale che necessita di misure immediate per risollevare il settore è quello relativo al pagamento delle cartelle. Le associazioni chiedono che venga posticipato a 90 giorni e che le cifre non vengano versate, come invece accade oggi, anticipatamente, in modo da garantire alle sale di poter avere più liquidità nell’immediato. A tutto ciò si aggiunge il fatto che nessuna banca ha dato la possibilità alle sale, per superare la crisi, di accedere ai finanziamenti dello Stato garantiti dalla Cassa depositi e prestiti, al contrario molti istituti di credito hanno addirittura chiuso i conti in quanto operatori di gioco.

Per questo motivo le associazioni del bingo chiedono che la politica si attivi con interventi mirati per difendere la storica ‘tombola‘, uno dei giochi più amati che rappresenta per molti italiani un momento di socialità e di incontro, ma che mai come in questo momento storico rischia di scomparire. Il 30% delle sale bingo rischia infatti di chiudere per sempre già nel primo trimestre 2022.

Una possibile soluzione a questa situazione critica è stata avanzata da un emendamento a firma dei senatori Gianni Pittella (PD) e Daniele Manca (PD), che propone di portare gli importi da corrispondere per la proroga delle concessioni del Bingo a 2.800 euro per ogni mese o frazione di mese superiore a quindici giorni e a 1.400 euro per frazioni di mese pari o inferiore a quindici giorni. Per il solo periodo dal 1° gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2023, ciascun concessionario avrebbe la facoltà di versare il prelievo erariale e il compenso previsto per il controllo centralizzato del gioco entro novanta giorni dal ritiro delle cartelle e, comunque, entro il 15 dicembre di ciascun anno per il periodo relativo all’ultimo trimestre. Non sarebbero invece dovuti gli oneri concessori relativi al periodo di sospensione dell’attività di raccolta dovuta allo stato d’emergenza.

Un altro emendamento, a firma del senatore PD Tommaso Nannicini, prevede che le sale gioco siano esentate dal pagamento degli oneri dovuti per ‘i periodi di sospensione dell’attività’, da intendersi riferita a ciascun mese o frazione di mese interessato dalle prescrizioni di chiusura al pubblico per fronteggiare l’emergenza pandemica. Insomma sembra un controsenso chiedere un canone per un diritto di fatto “congelato”.

Emendamento in materia di bingo presentato anche dalla Lega, che prevede una rideterminazione dei canoni di concessione a 2.800 euro (1.400 euro per frazione di mese pari o inferiore a 15 giorni), annullamento degli oneri concessori relativi al periodo di sospensione dell’attività di raccolta e infine la facoltà per il concessionario di versare il prelievo erariale e il compenso previsto per il controllo centralizzato del gioco in maniera differita entro 90 giorni dal ritiro delle cartelle.

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ADM: raccolta scommesse su siti non autorizzati in una cartolibreria di Napoli. Denunciato il titolare

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati pc e ricevute di gioco

funzionari ADM dell’Ufficio Antifrode DT IX Campania e all’UM Campania, lo scorso 22 febbraio, a seguito di attività di monitoraggio ed analisi dei rischi a livello locale nel settore Giochi e Scommesse, condotta congiuntamente ai Carabinieri della Stazione di Napoli – Chiaia, hanno effettuato controlli presso un esercizio commerciale di Napoli.

Tali attività hanno portato all’accertamento violazioni di plurime, sia sotto il profilo penale, che amministrativo, oltre che all’irrogazione di provvedimenti sanzionatori. L’esercizio in parola, all’interno dichiarato esercitare in via prevalente attività di cartolibreria e titolare in via residuale di licenza di giochi, in realtà non solo esercitava in modo largamente prevalente attività di commercializzazione di giochi pubblici, contravvenendo a quanto previsto dalla SCIA di riferimento, ma nemmeno raccoglieva giocate per conto del proprio concessionario, svolgendo attività di scommesse su siti non autorizzati.

In particolare, veniva appurato e denunciato il reato di intermediazione per lo svolgimento di attività organizzata, finalizzata all’accettazione e alla raccolta abusiva di scommesse, sia attraverso la ricostruzione delle cronologie di navigazione dei computer presenti, sia attraverso il rinvenimento di ricevute di gioco in originale e dei tagliandi manoscritti recanti gli eventi sportivi su cui scommettere.

Tale attività ha portato al sequestro penale sia di apposito computer collegato a circuito illegale di operatore non autorizzato sia della documentazione di gioco attestante le modalità di raccolta e pagamento delle scommesse illegali, rendendosi, pertanto, necessario anche la denuncia della titolare di esercizio all’autorità giudiziaria competente.

Da un punto di vista amministrativo, i controlli operati dei funzionari ADM con i militari dell’Arma hanno condotto altresì al sequestro in via amministrativa di postazioni di gioco non rispondenti alle caratteristiche e alle prescrizioni dell’art. 110 TULPS, nonché alle altre disposizioni normative in materia.

Anche tali apparecchiature risultavano collegate, con link preindirizzati, a siti di operatori di gioco non autorizzati e per essi si procedeva all’irrogazione della relativa sanzione, in special modo tenuto conto dell’aggravante presenza in loco di tre minorenni colti nell’atto di giocare. Ciò ha reso necessaria l’irrogazione immediata della relativa sanzione di competenza e la segnalazione alle istituzioni competenti per il prosieguo di competenza.

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Giochi: nei Paesi europei con normative più restrittive prospera il mercato illegale

Sul podio degli Stati con leggi più dure, Norvegia, Francia e Italia

L’introduzione, in gran parte dei Paesi europei, di restrizioni in materia di giochi e scommesse ha portato ad un forte incremento del mercato illegale. E’ quanto emerge dal report di PriceWaterhouseCoopers (PWC) commissionato dal Betting and Gaming Council britannico. Nel solo Regno Unito, ad esempio, sono più che raddoppiati gli scommettitori che negli ultimi due anni di pandemia hanno utilizzato canali non autorizzati per giocare, passando da 220mila a 460mila utenti.

Analizzando nel dettaglio i restanti Paesi europei, emerge come in Norvegia – dove vige un monopolio statale per tutti i giochi, unitamente a restrizioni sulle puntate, con controlli stringenti sull’accessibilità e sulla pubblicità – il mercato nero rappresenti oltre il 66% di tutte le giocate effettuate. In Francia, seconda in questa speciale classifica, il mercato nero rappresenta il 57% del giro d’affari del comparto giochi.

In Italia, dove la pubblicità di giochi e scommesse è completamente vietata a seguito degli effetti del Decreto Dignità, il mercato illegale rappresenta il 23%. A tal proposito il direttore generale di ADMMarcello Minenna, ha quantificato in 20 miliardi di euro il giro d’affari del gioco illegale, che comporta un danno per il fisco italiano di circa 4 miliardi di euro.

In Spagna, un regio decreto del 2020 ha introdotto un divieto quasi totale alla pubblicità del gioco d’azzardo, con il mercato nero che ora rappresenta il 20% di tutte le puntate.

Nello stesso anno, la Danimarca ha imposto rigide restrizioni agli operatori con licenza legale che offrono bonus ai clienti, il che ha portato l’autorità fiscale danese a registrare un aumento del 9% della quota di mercato nero.

In Svezia, invece, un sondaggio a livello nazionale ha rilevato che il 38% dei consumatori che aveva scelto di autoescludersi dagli operatori con licenza legale si è spostato per scommettere su siti online di operatori senza licenza, che eludono qualsiasi misura di protezione dei giocatori.

PWC, in merito al report, afferma: “Questa analisi suggerisce che il Regno Unito ha un mercato del gioco d’azzardo online più ‘aperto’ ed attualmente ha una quota di mercato senza licenza inferiore rispetto ai benchmark europei”. “Sebbene non sia possibile isolare l’impatto delle singole determinazioni normative, la valutazione suggerisce che le giurisdizioni con normative più restrittive, tendono a mostrare una elevata quota di mercato di operatori senza licenza“.

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Slot irregolari e scommesse senza autorizzazione: sotto sequestro apparecchiature in un circolo in provincia di Agrigento

Al titolare del locale sono state comminate multe per diverse decine di migliaia di euro

Durante dei controlli, le forze dell’ordine di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, hanno scoperto un circolo di un’associazione sportiva, dove veniva effettuata raccolta di scommesse senza autorizzazione.

Nel dettaglio, la raccolta veniva effettuata attraverso dei Totem. Trovate inoltre anche delle slot senza le tabelle dei “Giochi proibiti”. Tutte le apparecchiature sono state sequestrate ed il gestore del circolo sono state comminate sanzioni per 313mila euro.