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Settore del gioco pubblico sotto attacco con numeri sbagliati

Troppo spesso si fa confusione tra raccolta, vincite e spesa effettiva dei giocatori

Il gioco pubblico è spesso sotto attacco da parte di chi non sa o non vuole leggere in maniera corretta i numeri del comparto. In questi anni il gioco legale è stato oggetto di aggressioni mediatiche il più delle volte immeritate, frutto di ignoranza intesa come poca conoscenza.

L’ultimo caso arriva dall’Emilia Romagna. Alcune associazioni hanno quantificato in circa 2.300 euro all’anno la spesa annua pro capite nella regione per il gioco.

Sembrerebbe una cifra importante, peccato che sia sbagliata. Questo dato fa infatti riferimento al giocato, ma non rappresenta la spesa vera cioè quanto effettivamente esce dalle tasche dei giocatori. Facciamo un piccolo esempio. Una persona compra un Gratta e Vinci da 5 euro. Scopre di averne vinti 5 e invece di incassare prende un altro Gratta e Vinci dello stesso importo e stavolta perde. Il giocato sarà di 10 euro, ma l’effettiva spesa del giocatore sarà di 5 euro. Una differenza importante per non dire fondamentale.

Questi i veri numeri dell’Emilia Romagna forniti dall’ADM: nel 2022, tra online e negozi di gioco, sono stati puntati nella regione 8,8 miliardi di euro. Nello stesso periodo, le vincite sono state pari a 7,4 miliardi di euro. I soldi quindi veramente spesi per il gioco sono stati pari a 1,4 miliardi di euro. Considerando che gli abitanti maggiorenni (dati Istat) dell’Emilia Romagna sono poco meno di 3,7 milioni, si evince che la spesa media annua per abitante per tentare la fortuna sia di poco inferiore ai 400 euro.

Questa cifra è molto lontana dallo “stipendio” evidenziato dalle associazioni. In pratica in Emilia Romagna ogni abitante maggiorenne spende per tentare la fortuna 33 euro al mese, cioè un caffè al giorno. Con questi numeri lanciare gridi d’allarme sembra quanto meno fuori posto. Bisognerebbe, prima di evidenziare un determinato fenomeno, essere bene informati su come vadano letti e interpretati i numeri dello stesso.

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Sport e inclusione: a Roma i CSR Award di Fondazione Entain

Al centro dell’evento progetti di inclusione sociale attraverso lo sport

Si è tenuta a Roma la seconda edizione dei CSR Award, evento promosso dalla Fondazione Entain dedicato ai progetti di inclusione sociale attraverso lo sport. Presenti rappresentati dell’industria del settore del gioco pubblico, oltre a sport, istituzioni e politica. Un momento di condivisione per affrontare temi legati allo sport e ai benefici che può portare alla società.

Sono state dieci in totale le proposte progettuali giunte alla Fondazione Entain per questa prima edizione del CSR Event. I progetti “I Wheel” Rugby Camp di I Romanes, “La grande staffetta” di Obiettivo 3 e “Un punto oltre le barriere” di Club Schermistico Partenopeo sono stati selezionati per le caratteristiche di innovatività, internazionalità e ricadute degli effetti sul territorio. Considerata, però, la qualità e l’elevato impatto sociale dei progetti presentati, la Fondazione ha deciso di sostenerli tutti con un finanziamento complessivo di circa 250 mila euro.

A fare gli onori di casa Giuliano Guinci, Institutional Relations, PMO, Operations, Procurement and Property Director di Entain. “Per il tipo di attività che il gruppo Entain svolge è ovvio che lo sport sia un settore molto vicino e vogliamo contribuire a migliorare l’inclusività sociale. Sport, ambiente e innovazione sono i concetti chiave”, le sue parole, prima di un commento sul riordino del settore dei giochi: “Siamo fiduciosi per una riforma efficace, è una grandissima occasione che aspettiamo da tanto tempo”.

Per il sottosegretario al MEF Sandra Savino: “Deve essere obiettivo di tutti portare i ragazzi ad avvicinarsi allo sport. Per fare ciò sono importanti i contributi dello Stato, che non sono a fondo perduto poiché ogni euro investito darà un ritorno sotto l’aspetto sociale. La scuola e la famiglia spesso non riescono a raggiungere l’obiettivo dell’inclusione e lo sport può essere il tassello fondamentale per poter abbattere determinate barriere”.

Presente anche Luca Toni, ex calciatore campione del Mondo nel 2006: “Lo sport è fondamentale per tanti motivi, sia fisici che psicologici. Credo che lo sport faccia bene a chi lo pratica e può anche essere uno strumento di educazione. Credo sia importante anche rinnovare le strutture in modo da attirare le generazioni più giovani”, ha dichiarato.

“I nostri impianti sportivi sono vecchi di 30 anni ed oggi la nuova generazione ha bisogno di innovazioni in tal senso. Il Governo sta facendo questo come ad esempio con Caivano, dove in cinque mesi sarà riqualificato un impianto così da essere vissuto al meglio dalla cittadinanza locale. Questo progetto è replicabile in tutta Italia”, il commento di Diego Nepi (AD Sport e Salute).

Poi l’onorevole Gianpiero Zinzi della Lega: “Il partenariato pubblico e privato è fondamentale per qualunque iniziativa che punta alla crescita. Il gioco di squadra vince sempre. Dall’inizio della legislatura, in Commissione Ambiente, ci siamo interfacciati con molte emergenze che hanno frenato un gran numero di fondi”. 

Durante l’evento è intervenuto infine anche Lodovico Mazzolin, Direttore Generale dell’Istituto del Credito Sportivo: “Questi eventi sono sempre importanti perché, grazie ad essi e la sinergia tra pubblico e privato, vengono portati avanti progetti di grande rilievo. Lo scopo dell’Istituto che rappresento ha l’obiettivo di erogare fondi a questo settore, poiché le banche private non sono molto presenti. Credo che sia un settore sottovalutato economicamente e che pesa tantissimo nel sistema Italia. Lo sport poi genera movimenti di denaro grandissimi e ha l’inclusività e well-being come alcune delle sue grandi forze”.

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Eurispes: nel riordino del comparto necessario superare il ‘federalismo’

‘Non solo online: anche il gioco fisico ha bisogno di interventi urgenti e organici’

Si è svolta oggi a Roma presso la “Sala delle Bandiere” del Parlamento europeo in Italia la tavola rotonda promossa dall’Osservatorio permanente su Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes sul tema “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”.

L’Istituto rileva da tempo l’esigenza diffusamente avvertita di un complessivo riordino dell’offerta del gioco pubblico nel nostro Paese. Più volte annunciato, e altrettante volte rinviato, oggi sembra che questo percorso stia finalmente prendendo forma. Una eventuale ulteriore dilazione sarebbe dannosa. E ciò in considerazione anche del fatto che i provvedimenti e gli aggiustamenti che negli anni sono stati attuati dallo Stato e dalle Regioni, al di fuori di criteri di omogeneità, per rispondere di volta in volta a ciò che emanava dal pubblico dibattito, alla rincorsa degli sviluppi tecnologici, alle esigenze dell’Erario o alle difficoltà dei soggetti imprenditoriali, hanno creato stratificazioni che mettono a rischio la tenuta stessa di un settore economico di rilevante importanza.

In merito all’imminente inizio della discussione sull’attuazione dell’art. 15 della legge delega sul riordino, l’auspicio è che, nel metodo e nel merito, il Governo possa procedere con l’attenzione che la complessità del settore richiede. Quanto al metodo, è essenziale che la discussione si sviluppi anche attraverso una nuova “Intesa Stato, Regioni, Autonomie locali”, che riguardi tutti i canali dell’offerta di gioco pubblico, e che siano prese in considerazione anche le istanze delle rappresentanze della società civile e delle imprese di settore che detengono un know how che deve essere messo al servizio della ricerca di una soluzione di equilibrio tra gli interessi pubblici coinvolti.

Quanto al merito, il riordino dovrebbe avere come obiettivo quello di operare con la massima attenzione per produrre un sistema più avanzato e sicuro, ma compatibile con la tenuta di equilibri preesistenti, spesso, già eccessivamente stressati. Quando si opera su di un organismo complesso, è infatti essenziale tenere conto degli impatti che ogni singolo intervento genera sul quadro generale. In questo senso, si possono evidenziare alcuni aspetti decisivi e intrinsecamente tra loro collegati.

– Alla giusta attenzione che, certo, deve essere riservata al fenomeno dell’esplosione del gioco online (che nel 2022 ha assorbito 73,1 miliardi di euro, mentre nella rete fisica è sceso a 62,9 miliardi), deve corrispondere analoga attenzione al gioco fisico che necessita di interventi urgenti e organici. I recenti elementi saliti alla ribalta nel pubblico dibattito sulle scommesse di noti personaggi dello sport attraverso piattaforme illegali, hanno certamente la loro rilevanza ma, per un verso non possono condurre a omologare nella sensibilità diffusa l’offerta online legale a quella illecita, o concentrare un’attenzione tanto grande da oscurare le problematiche della rete fisica che impatta sui territori ai quali la criminalità organizzata guarda con immutato interesse. Il riordino dovrebbe operare per superare l’impatto del “federalismo” sul gioco pubblico, ovvero la tendenza delle Regioni e dei Comuni a legiferare in ordine sparso sulle distanze dell’offerta di gioco dai “luoghi sensibili” e a emettere delibere sugli orari dell’offerta della rete fisica al fine di contrastare le dipendenze da gioco. Ciò perché la storia dell’ultimo decennio ha dimostrato la pratica impossibilità di coniugare, ad esempio, l’applicazione del “distanziometro” e l’esistenza dell’offerta fisica del gioco pubblico. Vista la consapevolezza che su questo aspetto è stata acquisita dalla maggior parte delle Giunte e dei Consigli regionali che hanno già operato per dilazionare queste misure, man mano che si avvicinava la scadenza della loro entrata in vigore, sarebbe auspicabile riprendere lo spirito dell’Intesa del 2017 sulla base della quale, per altro, è già avvenuta una importante riduzione dell’offerta nei diversi territori. Per quanto riguarda il rapporto tra gioco fisico e gioco online, va segnalata l’impraticabilità di quanto ad oggi avanzato per il contrasto al Disturbo da Gioco d’Azzardo, risultando in qualche misura paradossale che gli strumenti proposti per il gioco fisico (distanziometro e riduzione oraria) possano essere raggirabili attraverso il gioco online, che resta “aperto” 24 ore al giorno e risulta fruibile via smartphone anche dall’interno di “luoghi sensibili”.

– È necessario evitare la marginalizzazione e/o la ghettizzazione dell’offerta di gioco pubblico, per preservare l’obiettivo di mantenere la funzione di presidio di legalità che la rete fisica esercita, con i suoi 85.000 punti vendita. Il contrasto del gioco illegale, come riconosciuto dalla Magistratura e dalle Forze dell’ordine che vi sono deputate, vede proprio nella presenza dell’offerta del gioco pubblico un alleato essenziale. Per altro verso, la riduzione e la concentrazione dell’offerta in esercizi dedicati esclusivamente al gioco, con il sacrificio della rete generalista che solo per i bar conta quasi 49.000 punti vendita, rischiano di creare, appunto, un effetto “ghettizzazione” che rischia di essere amplificato dalla persistenza del richiamato “federalismo”.

– Nel riordino, dunque, va riconosciuto il ruolo rilevante occupato dai punti vendita generalisti, in quanto in essi si realizza l’afflusso della grande maggioranza di cittadini-giocatori sociali che consumano molteplici prodotti e, per quanto riguarda gli apparecchi da gioco, quelli (AWP) più classicamente “da intrattenimento”; essi, inoltre, generano circa due terzi degli incassi per l’Erario. Va poi considerato che l’offerta di gioco pubblico da parte degli esercizi generalisti si avvale del supporto essenziale dei gestori che, nelle loro attività, generano lavoro per molte piccole e medie aziende, contribuendo alla connotazione labour intensive della filiera del gioco fisico, che occupa circa 140.000 addetti.

– Con riguardo al contrasto del Disturbo da Gioco d’Azzardo, si deve partire dalla costatazione dell’insufficienza dell’attuale offerta sociosanitaria ed operare per potenziarla unitamente ad implementare le iniziative di prevenzione finalizzate alla sensibilizzazione dei rischi verso le nuove generazioni. Oltre a ciò, è utile valorizzare il ruolo degli esercenti che, supportati da una adeguata e specialistica formazione continua, obbligatoria e certificata, possono intercettare sul nascere le manifestazioni di gioco problematico. Formati e “messi in rete” con le Istituzioni ed i Servizi sociosanitari del territorio, sono proprio questi i soggetti che vanno attivati, per valorizzare l’intermediazione umana nell’esercizio del gioco.

– In merito agli aspetti erariali, e in un’ottica di equilibrio tra le diverse aree del gioco pubblico, si deve prestare attenzione a non rendere alcune tipologie di offerta – quelle già fortemente gravate.

– meno appetibili per il giocatore, con ulteriore riduzione delle percentuali di restituzione in vincite (cosiddetti payout); ciò vale in particolar modo per gli apparecchi AWP. In generale, va tenuto presente che l’abbassamento del payout per il gioco fisico rende più attrattivo quello online.

– Infine, con uno sguardo alla cornice europea dentro la quale il riordino si pone, la tutela della salute, dei minori e dell’ordine pubblico possono giustificare restrizioni alla libertà di impresa ma tali restrizioni devono essere sempre proporzionate, non discriminatorie e adeguate al perseguimento dello scopo per cui sono state introdotte. Questa è la sfida europea di ogni mercato regolato e la stella polare dell’opera di riordino normativo del settore che non può guardare esclusivamente all’incremento delle entrate erariali.

È essenziale che sul tema del riordino dell’offerta del gioco pubblico si svolga un ampio confronto che veda la partecipazione e i contributi di tutti i soggetti, istituzionali, imprenditoriali e della società civile, impegnati nel settore. Quanto più questo dibattito sarà approfondito, maggiori saranno le possibilità di ridisegnare un sistema funzionale.Garantire una offerta di intrattenimento ordinata e sicura, in grado di contrastare l’area dell’illegalità; limitare i rischi di insorgenza di comportamenti problematici nel consumo di gioco pubblico, anche valorizzando il ruolo di esercenti debitamente formati; assicurare risorse certe per l’Erario (10,2 miliardi di euro nel 2022); rendere possibile il consolidamento di una filiera imprenditoriale importante per il Paese: questi sono gli obiettivi da raggiungere.

Infine, l’Eurispes segnala l’esigenza che questo processo di riordino – ma anche la complessiva offerta di gioco pubblico che ne deriverà – possano avvalersi di studi adeguati alla rilevanza che il settore ha nel panorama economico e sociale del Paese; studi che, al momento, sono carenti o addirittura assenti. In particolare, manca una analisi approfondita della realtà del gioco illegale, sia nella sua dimensione fisica sia nell’online, che si rende oggi quanto mai necessaria per stabilire una ferma distinzione tra legale ed illegale e superare quelle ricostruzioni che, in particolare per l’area del gioco online, qualificano erroneamente come infiltrazioni nel gioco legale quelli che sono business illeciticompletamente avulsi dai sistemi di gioco autorizzati e controllati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Anche il Disturbo da Gioco d’Azzardo necessita di costanti studi che portino all’elaborazione di protocolli adeguati alla cura dei soggetti patologici presi in carico dai Servizi per le Dipendenze. Su questi piani l’Eurispes intende proseguire, in una linea di impegno e di ricerca consolidata negli anni.

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Riordino settore del gioco pubblico: non solo online e tutela piccole e medie imprese

All’Enada Workshop confronto tra operatori, imprenditori, politica e forze dell’ordine

E’ stato presentato ieri a Roma, nel corso dell’Enada Workshop, il Report 2023 della Sapar. Il documento fotografa la situazione del settore del gioco fisico in Italia, con criticità e problemi da risolvere ma anche proposte e idee per la tutela e il rilancio di un’industria che rappresenta migliaia di aziende e lavoratori e garantisce un importante gettito all’erario.

Il mercato degli apparecchi da intrattenimento, con e senza vincita in denaro, è caratterizzato infatti da numeri meritevoli di considerazione. Sono il risultato del lavoro quotidiano delle piccole e medie imprese che collaborano costantemente con oltre 56.000 punti vendita distribuiti sul territorio.

Proprio in questo contesto, si sono riunite le associazioni del gioco pubblico in Italia, per un confronto tra proposte, idee e analisi sul presente e il futuro del settore. “Il nostro settore è un partner delle istituzioni e ci battiamo sempre per farlo capire a tutti. Abbiamo bisogno di un riordino complessivo che includa anche il comparto degli apparecchi da intrattenimento”, ha detto il padrone di casa, Domenico Distante, presidente della Sapar.

Andrea Ramberti di Italian Exhibition Group, che ha organizzato l’evento in collaborazione con Sapar ha dichiarato che: “insieme a Sapar organizziamo la fiera di Rimini da 36 anni, appuntamento storico e fulcro per il settore dei giochi in Italia. La fiera è da sempre stata anche un’occasione di confronto tra gli operatori e un evento unico nel nostro paese”.

“A questo comparto servono regole chiare e sostenibili, sempre tutelando la salute e le imprese. Credo che sia necessario cambiare la comunicazione poiché non tutti sanno che i soldi del gioco che vanno all’Erario contribuiscono a finanziare servizi fondamentali”, è invece il pensiero espresso da Pasquale Chiacchio, presidente Agsi.

Per Gennaro Parlati, presidente di Sistema Gioco Italia: “Dietro i numeri del settore ci sono tante famiglie che hanno investito su questa industria. Un clima del genere non c’è mai stato e se non faremo ora il salto di qualità non lo faremo mai più”.

Emilio Zamparelli, presidente STS, ha invece detto: “Bisogna dare valore alla rete legale, altrimenti l’illegalità prende il sopravvento. Le distanze e i limiti orari sono fuori dal tempo, inoltre i nostri luoghi rappresentano opportunità di socializzazione”.

Anche Antonio Affinita (presidente Moige) è intervenuto durante il Workshop Enada della Sapar a Roma. “Noi, come associazione, abbiamo interesse che il gioco sia legale. Un aspetto importante su cui ci confrontiamo riguarda il tema della tutela dei minori sul quale riteniamo che dovranno essere fatti ulteriori passi”.

“Oltre al riordino vero e proprio, dovrà esserci anche un riordino culturale. Il comparto del gioco porta 12 miliardi di euro e lavoro pulito ed onesto a migliaia di persone. Il gioco non è il male, va ordinato e regolamentato con chiarezza in grado di bilanciare tutti gli interessi”, ha aggiunto Gianmaria Chiodo, presidente CNI.

“Un tema di così ampio interesse non può andare avanti con bozze apocrife, ma si deve adottare il metodo della consultazione pubblica. Il legislatore ha la responsabilità di innovare la normativa in modo coerente e rispettando i tempi. Il metodo attuale non va bene, ma deve essere condiviso e pubblico altrimenti i vari interessi non verranno tutelati”, il commento di Emmanuele Cangianelli, presidente EGP-FIPE.

Massimiliano Pucci, presidente di Astro, ha invece dichiarato: “Il comparto va regolamentato con strumenti efficaci. Spero che il settore faccia un salto di qualità per settare le regole, però il decreto va nella direzione di dividere il comparto. L’intero settore deve unirsi per combattere per avere una normativa equa. L’impressione che ho è che questo riordino sia partito male, perché il territorio e le imprese italiane non sono state prese in considerazione”.

“È un momento topico, si va verso la divisione del settore. Ci sono due livelli di comunicazione che siamo obbligati a gestire: il primo con coloro che non conoscono il comparto e il secondo con chi ci conosce. Il nostro settore ha un grande valore sotto l’aspetto erariale, occupazionale e di innovazione. Tutti sostengono che il riordino sia importante, ma deve essere fatto su tutte le verticali del gioco poiché andare ad incidere solo su una di esse potrebbe andare ad insidiare le altre”, le conclusioni di Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio. 

“Abbiamo la contraddizione che lo Stato è il biscazziere per eccellenza, ma allo stesso tempo cerca di reprimere il fenomeno. Il gioco va praticato nella maniera corretta e nel rispetto delle norme, quindi che lo Stato offra gioco va bene, ma deve evitare che l’illegalità si intrufoli nel circuito legale”, ha infine aggiunto il Presidente dell’EurispesGian Maria Fara.

Questo il parere di Alessandro Bertoldi, direttore dell’Istituto Milton Friedman: “Credo che il riordino vada fatto in maniera generale e quindi l’indirizzo politico non può essere quello di vietare, ma regolare. Il gioco è un comportamento umano e quindi non è possibile vietarlo, ma va gestito. L’effetto espulsivo creato dal distanziometro è una forma di proibizionismo e quindi il nostro auspicio è che ci sia una riforma organica del settore liberistica”.

Presenti anche esponenti delle forze dell’ordine, tra cui la Guardia di Finanza: “sono convinto che senza il contributo degli operatori non si possono improntare al meglio le nostre attività. Per avere i risultati migliori possibili è necessario collaborare tra tutti per tutelare la legalità. È una materia che è al centro dell’attenzione per la Guardia di Finanza e necessita di un continuo aggiornamento. L’interlocuzione è fondamentale per conoscere a fondo il settore ed operare al meglio”, le parole di Emanuele Pasquali.

Michele Carbone, direttore della DIA, ha invece detto: “la Dia ha il totale interesse di cercare di sconfiggere l’illegalità. Ogni singola impresa in mano ad organizzazioni criminali rappresenta una pressione negativa nei confronti delle imprese legali. Negli ultimi anni si è assistito a un alto numero di sequestri di imprese vicine ad organizzazioni criminali e mi auguro che questa forte attività di contrasto all’illegalità prosegua, a tutela dell’interesse generale”.

Intervenuto anche Erasmo Scipione, della Polizia. “Avere una uniformità legislativa potrebbe essere utile anche per svolgere al meglio il nostro lavoro. Siamo sempre a disposizione per gli operatori del gioco e offriamo consulenze per tutti per adempiere ai regolamenti. Certamente il dialogo e la collaborazione sono le cose più importanti”.

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Enada Workshop: a Roma la politica incontra il settore del gioco pubblico

C’è grande attesa per la riforma dei giochi, con il governo chiamato a mettere ordine al comparto

Si è tenuto ieri a Roma l’Enada Workshop, organizzato dalla IEG in collaborazione con la Sapar, che ha visto una grande partecipazione e che ha visto alternarsi sul palco politici, istituzioni, associazioni e forze dell’ordine. 

Al centro del dibattito alcuni dei temi più caldi riguardanti il settore del gioco pubblico. Da un riordino del comparto a 360 gradi al proibizionismo di alcune regioni, dal contrasto al gioco illegale alla prevenzione della ludopatia, dall’importanza e dalla tutela delle piccole e medie imprese al confronto sano e proficuo con il mondo politico: questi gli argomenti protagonisti del workshop. 

Con la moderazione del direttore di Agimeg Fabio Felici il convegno, aperto da Andrea Ramberti (IEG) e Domenico Distante (presidente Sapar), non solo ha fatto il punto sullo stato dell’arte del settore, ma ha anche registrato una grande apertura trasversale del mondo politico verso un approccio più maturo, equilibrato e giusto verso il comparto del gioco pubblico.

Protagonista, negli interventi, proprio il mondo della politica. Tra i vari esponenti, l’onorevole Ettore Rosato, da sempre attento alle dinamiche del settore, ha dichiarato in un videomessaggio: “Questo settore va valorizzato e tutelato perché al di là dell’importanza economica è il baluardo dell’illegalità e consente di avere sinergie con lo Stato per proteggere i consumatori”.

“Il settore del gioco non va seguito con un atteggiamento di tipo punitivo. Le attività di gioco così capillari consentono di essere sentinelle sia della legalità sia della tutela del giocatore”, ha detto il deputato Giorgio Mulè (FI-PPE).

Presente anche il senatore Filippo Melchiorre (FdI), che ha annunciato: “Ho intenzione di presentare un disegno di legge per colmare un vuoto normativo sulle scommesse e i calciatori. So che dietro al settore del gioco ci sono tante imprese e lavoratori che portano ricchezza e quindi è importante trovare un punto di equilibrio”.

“Il settore dei giochi produce ricchezza e occupazione e tutela la legalità. E’ quindi importante lavorare insieme per finalizzare l’obiettivo del riordino del comparto”, il commento del senatore Dario Damiani (FI-BP-PPE).

A proposito di riordino, anche l’onorevole Testa (FdI) ha detto la sua: “Nel 2024 ci sarà un riordino generale anche perché alla fine di quell’anno ci dovranno essere le gare. La volontà del Governo è quella di tutelare le PMI perché c’è da proteggere un interesse generale e centrare un obiettivo che è quello della stabilizzazione del settore”.

“A mio avviso, noi politici dovremmo dialogare maggiormente con il settore per evitare di creare norme sbagliate che rischiano di attaccare il livello occupazionale del Paese. Inoltre, si ha un effetto contrario e si favorisce la criminalità grazie agli spazi lasciati dalla legalità”, le parole di Gianluca Inzerillo, esponente di Forza Italia.

Un tema caldo, quello della riforma del settore dei giochi, e anche l’onorevole Colucci (Noi Moderati) ha sottolineato: “Dobbiamo evitare di usare gli slogan, utili solo a colpire la pancia delle persone. Le istituzioni non possono guidare il Paese solo cercando di passare per la pancia degli elettori. Mi sembra che adesso ci siano tutte le condizioni per portare avanti delle riforme serie e utili per il sistema Paese”.

“lI gioco va regolato anche responsabilizzando l’esercente che ha gli apparecchi da intrattenimento, ma sono convinto che l’unico presidio di legalità sia composto dai pubblici esercizi”, ha fatto eco Mirco Carloni della Lega.

“Legalità e tutela del giocatore sono i temi più importanti per il settore dei giochi”, il discorso del senatore Mario Turco del Movimento 5 Stelle. “Fondamentali l’attività di contrasto verso l’illegalità ma anche verso l’evasione”.

Per il deputato Giandiego Gatta (FI-PPE): “Il gioco legale è il baluardo della legalità ed evita che le persone entrino in circuiti illegali. C’è tutta la possibilità che ora si arrivi ad un riordino per far capire che il gioco legale è l’unica soluzione contro il sistema illegale che cerca di intromettersi nell’economia legale”.

“Il velo di ipocrisia che vive lo Stato nei confronti del gioco è evidente e si finisce per perdere di vista i paradigmi su cui si fonda questo settore. Il gioco è legale in Italia e attraverso di esso lo Stato fa cassa”, il pensiero dell’onorevole Ubaldo Pagano, del Partito Democratico.

“La rete del gioco legale è un elemento imprescindibile non solo per il gettito, ma anche perché tutela la legalità. Siamo alla vigilia di un riordino per garantire tutti gli attori del settore e superare le differenze che ci sono a livello territoriale che rendono di fatto impossibile l’attività imprenditoriale”, ha dichiarato l’europarlamentare Rosanna Conte (Lega).

Infine l’intervento dell’onorevole Domenico Matera (FdI): “Noi legislatori dovremmo essere ancora più duri contro l’illegalità e trovare nuovi strumenti per combattere questo fenomeno. Dal mio punto di vista, il diritto d’impresa va salvaguardato tenendo conto anche delle problematiche che il gioco crea”.

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‘Disegniamo la fortuna’: ADM premia gli artisti con disabilità, le loro opere sui biglietti della Lotteria Italia

Il direttore Giochi di ADM, Mario Lollobrigida: ‘Importante unire arte e socialità’

Solidarietà e arte protagoniste questa mattina presso la sede della Direzione Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Alla presenza del direttore Roberto Alesse e del direttore Giochi Mario Lollobrigida,  sono infatti stati premiati i 12 disegni vincitori della terza edizione di “Disegniamo la fortuna con ADM”. L’iniziativa coinvolge artisti con disabilità nella realizzazione di disegni che, dopo una selezione da parte di una apposita commissione, sono stati stampati sui biglietti della Lotteria Italia 2023.

L’edizione di quest’anno era stata dedicata al tema “disabilità e musica” e la Commissione giudicatrice, presieduta dall’attrice Anna Foglietta, ha individuato i disegni, realizzati da artisti con disabilità, che saranno quindi parte integrante del biglietto della Lotteria Italia 2023.

Hanno composto la giuria l’architetto Stefano Boeri, la storica dell’arte Anna Mattirolo, il regista Federico Moccia, la ballerina e coreografa Maura Paparo, il ballerino e coreografo Garrison Rochelle e l’attore Michelangelo Tommaso. Dei 58 disegni pervenuti, nel selezionare le 12 opere vincitrici, la giuria ha tenuto conto del valore estetico, dell’originalità e del grado di complessità dei disegni, nonché del percorso creativo seguito e della tecnica utilizzata dai concorrenti.

Gli artisti sono stati coinvolti per il tramite degli Enti del Terzo settore aderenti all’iniziativa e impegnati nel favorire l’integrazione sociale e il benessere delle persone con disabilità: Associazione ANFFAS per Loro, Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo di Eboli, Fondazione Trentina per l’Autismo, Associazione di promozione sociale La Sonda su Marte, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Fondazione Istituto Sacra Famiglia, Fondazione Sospiro, Special Olympics Italia, Associazione Ultrablù, Cooperativa sociale Agorà97, Associazione ANPAS Salerno, Cooperativa BE & ABLE, Fondazione Cervelli Ribelli Onlus, Fondazione Città della Speranza, Cooperativa Diaconia, Associazione OMPHALOS autismo e famiglie, Cooperativa Sociale Sant’Onofrio, Associazione Il Sogno di Geppetto, Fondazione Stefano e Angelo Donelli Onlus.

La commissione riunita per scegliere le opere vincitrici

Presente all’evento anche Mario Lollobrigida, Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: “ADM sostiene il sociale quindi per noi questa iniziativa è molto importante – le sue parole ad Agimeg – E’ importante legare la creatività degli artisti disabili e i loro lavori a un prodotto di gioco come quello della Lotteria Italia”.

“Anche questo prodotto spinge al sociale, è un prodotto storico nel panorama dei giochi italiani che ha anche una forte connotazione di socialità. Ricorda il periodo festivo, in cui le famiglie sono insieme. Quindi quale migliore occasione di legare il biglietto della Lotteria Italia a momenti di socializzazione per tutti questi artisti anche con problemi di disabilità”.

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Bilancio di Sostenibilità Acadi: i numeri del gioco pubblico e l’importanza della rete generalista

Politica e istituzioni hanno fatto il punto sul presente e il futuro del gioco pubblico nel nostro paese

Lente d’ingrandimento sul gioco pubblico al Forum Acadi 2023. Ne emerge un settore di primaria importanza per lo Stato, sia da un punto di vista fiscale sia occupazionale, con la nuova sfida della Delega Fiscale chiamata a mettere ordine a un comparto che da tempo chiede chiarezza e stabilità.

Sono i numeri a parlare, emersi dal Bilancio di Sostenibilità presentato alla Confcommercio di Roma: 11,2 miliardi di euro di gettito nelle casse dello Stato nel 2022, di cui 10,2 miliardi generato dal retail. Oltre 65mila le aziende della filiera che danno lavoro a 150mila persone. Una rete su tutto il territorio nazionale che conta oltre 85mila punti vendita, di cui ben 75mila appartenenti alla rete generalista: 41mila tra bar ed esercizi pubblici e 34.500 tra tabaccherie e ricevitorie. 53.500 i punti vendita in cui sono presenti gli apparecchi, di cui circa 49mila della rete generalista che presidiano oltre 6mila comuni italiani.

Una fotografia chiara e precisa che sottolinea l’importanza del gioco pubblico in Italia. Nel 2022 le concessioni di giochi pubblici complessivamente attive sono state oltre 500, delle quali oltre 400 nei giochi distribuiti nei punti vendita specializzati o generalisti. Aggiungendo la rete specializzata, oltre l’80% della domanda di gioco è rimasta, ancora nel 2022, nella rete “fisica”, pur crescendo la componente del gioco a distanza negli ultimi anni.

Il totale delle somme spese (raccolta – vincite) rappresentano, nel 2022, 20,3 miliardi di euro, a fronte di una raccolta di 136,0 miliardi di euro, in crescita soprattutto per l’emersione del gioco illegale. Il totale delle entrate erariali è pari a 11,2 miliardi di euro.

La rete fisica (retail) nella quale sono esercitate le differenti concessioni di giochi pubblici supera gli 85.000 punti vendita unici sul territorio nazionale, più di 10.000 dei quali sono sale specializzate per scommesse, apparecchi da gioco o bingo. Il gioco a distanza è gestito, nell’offerta legale, da oltre 80 differenti Concessionari. L’offerta legale è distribuita su circa 460 differenti siti o applicazioni di gioco dedicate al mercato italiano, ai quali si aggiungono 10 canali di ricezione telefonica e 3 canali televisivi dedicati.

La ricchezza complessiva generata dal comparto nel 2022 è pari a 10,440 miliardi di euro. Infine, il totale delle persone occupate nel settore del gioco pubblico è stimato in circa 150.000 lavoratori.

Un’industria florida, in crescita, che dà molto allo Stato e distribuita sul territorio in modo capillare. La distribuzione sul territorio conta infatti circa 60.000 aziende di filiera, oltre 85.000 punti vendita di cui oltre 10.000 punti specializzati, oltre 75.000 rete generalista di cui circa 41.000 rete generalista bar ed esercizi pubblici e commerciali, circa 34.500 rete generalista tabaccherie e ricevitorie.

Nel 2022 si contano in Italia 7.901 comuni. Di questi, quelli con pubblici esercizi o tabaccherie\ricevitorie con apparecchi da intrattenimento sono 6.044. I comuni con sale con apparecchi da intrattenimento sono 1.759. I comuni con negozi di scommesse sono 1.460, quelli con punti scommesse 1.889, infine quelli con Sale Bingo 137.

Il contributo erariale (prelievi ed utili erariali, imposta unica, prelievi sulle vincite) dalle attività dal comparto del gioco è stato pari a 8.4 miliardi di euro nel 2021, in crescita rispetto ai 7.2 miliardi di euro del 2020 (Dati ADM). Nel 2022 (primo esercizio di pieno recupero dopo la crisi pandemica del retail) la stima è di circa 11.2 miliardi di euro (elaborazione su dati ADM), con una crescita di circa il 33%, oltre a circa 300 milioni di euro di canoni concessori.

Gli apparecchi da gioco sono tornati a pesare circa il 55% del totale dei prelievi dalle attività di gioco. In particolare, l’importo degli apparecchi AWP, a piccola vincita, presenti negli esercizi pubblici non specializzati è stimabile in almeno il 30% dei prelievi, oltre 3 miliardi di euro ancora nel 2022.

Il peso delle entrate erariali rinvenienti dalla rete “fisica” (retail) è tornato ad oltre il 90%; in esso la rete “generalista” (che offre i giochi numerici, le lotterie e gli apparecchi AWP a piccola vincita) incide oltre il 61%, mentre quella delle sale specializzate circa il 28,5%. Il gioco online contribuisce per il 9,8%.

Geronimo Cardia, presidente di Acadi, associazione del gioco pubblico che ha curato la stesura del Bilancio, ha detto: “C’era la necessità di fare un bilancio di sostenibilità del comparto del gioco pubblico perché siamo convinti che gli strumenti e le verifiche degli indici ESG mettano ancora più in luce il ruolo strategico del comparto per il Paese. I dati dicono a chiare lettere che la rete distributiva terrestre degli esercizi generalisti (dei bar e dei tabacchi per intendersi) è protagonista tra le altre reti nel consentire il perseguimento degli interessi costituzionali sottesi all’esistenza dell’offerta pubblica di gioco”.

“Ridurre, comprimere, limitare o in qualche modo penalizzare direttamente o indirettamente la sua presenza oggi radicata sui territori – ha aggiunto Cardia – significa compromettere gli interessi costituzionali della tutela della salute dell’utente e della fede pubblica (realizzata con un’offerta misurata e controllata dallo Stato e gestita da operatori esperti), della tutela dell’ordine pubblico sui territori, come la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose, del gettito erariale che è di emersione e dell’occupazione assicurata ad oggi nei fatti in ogni parte d’Italia”.

Presente anche il direttore Giochi dell’Agenzia della Dogane e dei Monopoli, Mario Lollobrigida: “Settori come quello delle slot e scommesse non possono avere un bando di gara senza un perimetro di norme certo. Ci sarà anche la ristrutturazione del comparto del gioco online con una regolamentazione stretta dei PVR che sono il punto fisico di contatto del concessionario con l’utenza. Il comparto è in salute poiché ha superato il periodo pandemico e siamo tornati, a livello di raccolta, a numeri più alti del pre-pandemia – òe sue parole – Nonostante tutti i problemi come la territorialità il comparto non è in sofferenza. Nel 2023 il settore è in crescita del 10%. Ovviamente sono necessarie delle regole e spero che la Delega sia lo strumento adatto per raggiungere gli obiettivi entro i primi mesi del 2024. La speranza è che le nostre proposte possano essere prese come spunto di riflessione per i decisori”.

“E’ necessario dare priorità ai temi della legalità. Promuoviamo la ricerca della tutela della salute dei consumatori. Tutti questi valori sono prioritari rispetto ai valori economici in gioco”. Ha invece detto Lino Stoppani, Presidente Fipe-Confcommercio. “Le troppe legislazioni locali sono penalizzanti senza avere grandi risultati sulle dipendenze. L’accanimento regolatorio che persiste favorisce le patologie, poichè distanziometro e limiti orari isolano il soggetto debole. Ci vorrebbe una visione completa del fenomeno. Chiediamo un maggiore contrasto al gioco minorile e un maggiore sostegno alla filiera del gioco lecito e legale“, ha aggiunto.

E’ un momento di grande fermento, c’è grande attesa per la Delega Fiscale e le richieste dell’industria del gioco pubblico sono chiare. Il settore si è unito e ha fatto fronte comune, i numeri che emergono dal Bilancio di Sostenibilità obbligano a non trascurare un settore di fondamentale importanza per lo Stato e l’economia del Paese. La palla passa ai legislatori e alla politica.

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Calcio, allarme match-fixing: ‘Presente già a livello giovanile, coinvolti anche procuratori e dirigenti’

La maggior parte delle operazioni passa dall’Asia, nel mirino anche basket e tennis

Match-fixing e scommesse illegali sempre più presenti nel mondo dello sport, in particolare nel calcio. A lanciare l’allarme è l’Europol, che ha pubblicato il suo nuovo report intitolato “The other side of the coin: an analysis of financial and economic crime in the EU”.

Nel rapporto vengono analizzate le infiltrazioni criminali a livello economico e finanziario in Europa, con vari focus sui settori maggiormente colpiti dal riciclaggio di denaro e in cui è maggiore la presenza di organizzazioni illecite e mafiose. Tra questi, anche il settore delle scommesse sportive viene citato come tra quelli più colpiti. “Le partite truccate per motivi legati alle scommesse sono un’attività criminale molto presente. Il calcio rimane lo sport più preso di mira dalle reti criminali internazionali in Europa, con particolare attenzione alle competizioni di livello inferiore e ai club giovanili”, si legge.

“Le competizioni minori sono più vulnerabili, in quanto mancano di risorse per attuare contromisure e c’è meno copertura mediatica. Altri sport interessati includono basket, tennis, pallamano e cricket. È probabile che i match-fixer si rivolgano poi sempre più al crescente mercato degli e-sport, che offre premi in denaro molto elevati per squadre e singoli giocatori”, prosegue il report dell’Europol.

“Le reti criminali utilizzano un’ampia rete di collegamenti per facilitare i contatti con giocatori, agenti, procuratori e funzionari di club in Europa e non solo. Si dedicano agli eventi sportivi in tutto il mondo, a volte a più eventi che si verificano contemporaneamente, e alle attività di scommesse sia online che offline. Le reti criminali molto spesso collaborano con contatti in Asia per piazzare scommesse”.

Asia epicentro delle attività illegali, quindi: “Le organizzazioni criminali sfruttano principalmente le società di scommesse con sede in Asia. Una rete criminale può apparentemente orchestrare grandi operazioni di partite truccate in diverse competizioni sportive in più paesi”. L’allarme è stato lanciato, la criminalità avanza nel calcio e la lotta al match-fixing deve quindi farsi sempre più forte.

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La Disney sbarca nel mercato delle scommesse

L’accordo, da 2 miliardi di dollari, con la Penn Entertainment darà vita a ESPN Bet

Le scommesse online attiravano da tempo anche la Walt Disney Company, tanto che, durante la presentazione del bilancio 2021, Bob Chapek (ceo Disney) aveva dichiarato che ‘il betting potrebbe rivelarsi un’opportunità molto importante per la società’.

E dopo un anno e mezzo è arrivata la conferma dell’interesse. Espn, emittente televisiva controllata dalla Walt Disney Company, ha infatti siglato un accordo con Penn Entertainment per le scommesse sportive. Insieme daranno vita al marchio ESPN Bet.

Il lancio è previsto nel prossimo autunno, in vista della nuova stagione della NFL, e partirà dai 16 Stati in cui la Penn ha la licenza per le scommesse.

Secondo quanto previsto dall’accordo, che ha una durata iniziale di 10 anni con un’opzione di estensione per altri 10, Penn pagherà a Espn 1,5 miliardi di dollari e offrirà circa 500 milioni di garanzia per per l’acquisto delle sue azioni in cambio del marchio, dei servizi promozionali e di altri diritti. 

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Castellammare di Stabia, chiuso un bar e internet point che raccoglieva scommesse

Il provvedimento è stato preso dalla Prefettura di Napoli

Tre attività di Castellammare di Stabia (NA) sono state colpite da interdittive antimafia.

“Sussistono tentativi di infiltrazione mafiosa da parte della criminalità organizzata e tendenti a condizionarne le scelte e gli indirizzi”.

Con tale motivazione la Prefettura ha ordinato il ritiro della licenza di un’attività di bar, internet point e di raccolta scommesse di piazza Giovanni XXIII, di un esercizio di somministrazione di alimenti e bevande di Molo Quartuccio, e di un’attività di commercializzazione del pesce.

Il Comune ha, quindi, disposto l’inefficacia delle rispettive SCIA e la chiusura delle attività.