Ingiustificabile, dannosa e discriminatoria. Questo il giudizio dei concessionari del gioco a distanza aderenti a LOGiCO rispetto alla tassa salva-calcio che secondo indiscrezioni della stampa, il Governo starebbe pensando di inserire nella Legge di Bilancio in discussione in questi giorni, su proposta del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, a carico delle imprese che operano in regime di concessione nel settore legale delle scommesse online.
“Siamo contrariati rispetto a questa iniziativa – commenta Moreno Marasco presidente di LOGiCO – che non trova alcuna giustificazione, anzi tutt’altro: ci accingiamo ad affrontare un bando di gara che prevede un costo di concessione del valore di 7 mln di euro, un aumento di 35 volte rispetto ai valori precedenti, che di per sé comporterà una riduzione importante del numero dei concessionari del gioco a distanza. Questo aggravio ulteriore potrebbe portare a conseguenze nefaste sulla tenuta del settore, che – va ricordato – è l’unico presidio a contrasto dell’offerta di gioco illegale online. Numerose realtà imprenditoriali, che avrebbero partecipato già a fatica alla nuova gara, sarebbero sicuramente inibite dal farlo, di fronte ad una ulteriore nuova tassazione”. Il comparto del gioco legale è perciò pronto ad avversare qualunque eventuale provvedimento volto a vessare ulteriormente un sistema già pesantemente aggravato.
Per gli operatori, nel momento in cui sono state fissate le regole d’ingaggio con un nuovo bando di gara, sarebbe scorretto e illegittimo mutare il quadro complessivo e introdurre un nuovo pesante balzello.
Last but not least, questa nuova tassa sarebbe rivolta esclusivamente alle aziende concessionarie del gioco a distanza, misura quindi discriminatoria verso un solo canale dell’intero comparto.
“Se il calcio va finanziato – conclude Marasco – il modo migliore per farlo consiste nel restituire legittimità alle sponsorizzazioni sportive, bloccate dallo scellerato divieto inserito nel Decreto Dignità del 2018. Legittimità è la parola chiave: le aziende del settore devono poter render visibili i propri marchi, con iniziative di comunicazione responsabili, superando divieto di pubblicità e sponsorizzazioni. Sul tema, chiediamo l’apertura di un confronto e l’istituzione di un tavolo con MEF, AgCom, i principali broadcaster nazionali e le federazioni sportive”.
Del resto, lo stesso Roberto Alesse, Direttore Generale ADM, ha affermato pochi giorni fa che sarebbe ragionevole superare la norma sul divieto di sponsorizzazione, definendo il divieto stesso “una ipocrisia ordinamentale”.
Il settore minato da contraddizioni fiscali e normative
Tasse, restrizioni e concorrenza sleale riducono il gettito erariale derivante dal gioco legale. Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dall’incontro organizzato dall’Istituto Milton Friedman presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. L’evento si è concentrato sull’analisi dei dati economici, delle contraddizioni fiscali e normative che caratterizzano il settore del gioco legale e sulla necessità di un riordino legislativo urgente, in particolare per quanto riguarda il segmento del gioco fisico. L’obiettivo, quello di ottenere un quadro regolatorio equo, sostenibile e che tuteli aziende, utenti e gettito erariale.
Nel corso dell’evento, i relatori si sono confrontati sulle sfide del settore del gioco fisico, concentrandosi sul calo del gettito fiscale nonostante l’aumento delle aliquote e della spesa complessiva. È stata discussa la necessità di ridurre il carico fiscale sugli apparecchi per stimolare una ripresa e l’importanza di preservare e certificare i punti vendita come presidi di legalità. Inoltre, si è sottolineato come le restrizioni sul gioco non abbiano ridotto il fenomeno del gioco patologico, spostando i giocatori verso alternative legali e illegali. Si è proposto di coinvolgere le Regioni nella gestione del gettito fiscale, legandolo alle competenze sanitarie. L’evento ha sollecitato una normativa chiara per garantire stabilità al settore e un gettito sicuro per lo Stato.
“Aumentano le tasse, ma il gettito cala: le politiche regolatorie hanno determinato questa situazione. È necessario giungere finalmente a conclusioni concrete, con Parlamento e Governo che si assumano le loro responsabilità e intervengano con una legislazione adeguata. Per quanto riguarda la concorrenza sleale, va sottolineato come, ancora una volta, la disparità di trattamento riservata dallo Stato ai diversi segmenti del mercato del gioco finisca spesso per favorire alcuni a scapito di altri. Il gioco illegale è il primo beneficiario di queste politiche regolatorie evidentemente controproducenti”. È quanto affermato da Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman Institute.
“I dati odierni dimostrano che siamo di fronte a quella “tempesta perfetta” di cui molti di noi parlano da tempo. Per la prima volta, il gettito complessivo sta calando, in controtendenza rispetto agli anni precedenti. Questo calo progressivo degli apparecchi sul territorio, causato da normative regionali e comunali restrittive, non è stato compensato dagli aumenti di tassazione applicati a queste stesse categorie. Inoltre, la domanda di gioco si è spostata verso altre tipologie che hanno un regime fiscale meno oneroso. Le normative introdotte, con l’obiettivo di protezione sanitaria, come le limitazioni di orari e i “distanziometri“, non hanno portato a una riduzione significativa della spesa complessiva dei giocatori, ma hanno semplicemente spostato il consumo verso altre tipologie di gioco, anche all’estero o su piattaforme digitali, senza generare benefici reali per la salute pubblica o per le casse dello Stato”. È quanto affermato dall’Avv. Geronimo Cardia, Presidente di ACADI (Confcommercio).
“Gli obiettivi di un mercato regolamentato, come quello dei giochi in Italia, dovrebbero essere la legalità, la tutela dei giocatori e un’economia trasparente. Il fatto che il perimetro fiscale si stia riducendo è già un chiaro segnale di malfunzionamento del sistema. Emerge un problema significativo con gli apparecchi a piccola vincita (AWP). Questa categoria, tradizionalmente il principale contribuente del settore, registra un calo di gettito consistente, attribuibile principalmente alla riduzione del prelievo unico erariale (PREU). Un altro punto critico riguarda il cambiamento nei sistemi di pagamento per il gioco online. Sebbene la limitazione all’uso del contante non rappresenti un problema in sé, potrebbe favorire uno spostamento di attività fuori dal perimetro legale, alimentando ulteriormente il mercato illegale”. È quanto affermato da Emmanuele Cangianelli, Presidente di EGP (Fipe).
“Eliminare il gioco fisico da un territorio non significa fermare il gioco, ma semplicemente spostarlo verso altre forme alternative, che spesso vanno a cozzare con i principi di legalità. Non vedo alcuna differenza tra slot machine, gioco online o Gratta & Vinci: i giocatori, quando non trovano più le macchinette, si spostano sui Gratta & Vinci o sui siti online, legali e spesso anche non. Serve piuttosto un sistema di regole limpide, chiare ed applicabili, sfruttando semmai le potenzialità della tecnologia anche di ultima generazione quale l’intelligenza artificiale. Apro una riflessione sulla compartecipazione regionale e comunale al gettito fiscale che per me è fondamentale; senza di essa, prevale un approccio proibizionista, spesso dettato da ideologie più che da una reale tutela della salute pubblica. Con una gestione condivisa, invece, si possono prendere decisioni più responsabili ed equilibrate a vantaggio dell’intera collettività e dell’intero comparto. Infine, analizzando i dati forniti da diversi studi, a mio parere emerge il fatto che il distanziometro fisico sul gioco è una misura superata ed inutile che non ha portato alcun beneficio reale, bisogna ragionare sul concetto più pregnante ossia quello del distanziometro giuridico, ossia su chi ha la possibilità di giocare e chi invece deve avere un accesso al gioco più limitato, vuoi per età vuoi per patologie anche legate all’abuso di gioco, tutto questo sempre e comunque a tutela del benessere psico-fisico dei soggetti maggiormente vulnerabili” – È quanto affermato dal Sen. Massimo Garavaglia, Presidente della 6ª Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica.
L’evento di Roma ha coinvolto istituzioni, politici, associazioni, forze dell’ordine ed operatori
“Riforma del gioco pubblico, un’occasione da non perdere per la tutela ed il rilancio delle piccole e medie imprese” è il tema trattato ieri a Roma nel corso di Enada Workshop 2024, evento organizzato da SAPAR e Italian Exhibition Group. Si è discusso della riforma del gioco pubblico in Italia, con l’obiettivo di rilanciare il settore delle piccole e medie imprese e di tutelare il gioco lecito. L’evento ha coinvolto esperti e rappresentanti istituzionali.
Ad aprire il workshop è stato il padrone di casa, il Presidente di SAPAR Domenico Distante: “In passato, dal punto di vista politico, abbiamo trovato persone che a prescindere avrebbero detto no alle nostre istanze. Il rischio è che la riforma diventi una sorta di battaglia di principio, dettando regole che evidentemente non hanno logica, a discapito del valore del nostro comparto. Che senso ha istituire il distanziometro quando con un semplice smartphone potrei giocare in qualsiasi posto? Lo stesso discorso vale per gli orari di apertura e chiusura che non seguono una visione logica di quella che è l’attività delle piccole e medie imprese. Noi siamo per la legalità. La riteniamo un valore inalienabile che è alla base del nostro operato. Il nostro invito, come associazione, è di mettere da parte i preconcetti e di favorire invece un dialogo costruttivo che possa veramente fornire delle concrete opportunità di tutela e rilancio delle piccole e medie imprese, con i loro dipendenti, che noi ci onoriamo di rappresentare”.
Presente all’evento, in rappresentanza del Ministero dell’Interno, il Vice Prefetto Maria De Angelis che ha sottolineato: “Il Ministero degli Interni è uno degli attori, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, di questo scenario. Non potevamo mancare. Siamo interessati a capire cosa c’è dentro questo mondo. Partecipiamo ai tavoli di confronto, ai processi di riforma del gioco pubblico lecito. Abbiamo preso parte anche al tavolo tecnico che in questi mesi si sta riunendo insieme alle Regioni per trovare una soluzione equilibrata per il riordino del gioco fisico”.
Andrea Ramberti, group exhibition manager di IEG, ha dichiarato: “Da 37 anni insieme a Sapar organizziamo Enada Rimini, unica fiera di riferimento per il sud Europa per il settore del gioco. Il nostro settore di riferimento non è quello del gioco, il nostro comparto è infatti quello dell’organizzazione fieristica, ma organizzando Enada da diversi anni ci sentiamo parte coinvolta. La nostra azienda è il primo player italiano per organizzazione fieristica. Nel 2025 Enada anticiperà le date: dal 17 al 19 febbraio”.
Presente in uno dei tanti panel dell’evento, anche Elisabetta Poso, dirigente dell’Ufficio Apparecchi da intrattenimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: “in termini di sostenibilità della nuova distribuzione sul territorio dell’offerta di gioco si sta da tempo discutendo nell’ambito del tavolo tecnico di supporto alla Conferenza Unificata. Solo nel momento in cui si raggiungerà un accordo sarà possibile attuare la Legge Delega e dopo poter partire con le gare che dovranno rendere operative una nuova serie di concessione delle varie tipologie di gioco. Si sta cercando di trovare un equilibrio tra le varie istanze pubbliche che vengono rappresentate. Noi avevamo elaborato una proposta che teneva in considerazione un ridimensionamento generale dell’offerta, accompagnata da altre misure di tipo più qualitativo e che miravano a creare una barriera giuridica, più che fisica, all’accesso da parte delle categorie più fragili. Ad esempio una maggiore qualificazione delle sale con una certificazione per quelle che avessero predisposto misure più stringenti di tutela per il divieto di gioco ai minori e di protezione delle categorie più fragili. La trattativa sta andando avanti. Ogni parte sta presentando le sue proposte. L’Agenzia, come organo tecnico, sta facendo una serie di valutazioni anche di tipo erariale sulle conseguenze che porterebbero le proposte. Sullo sfondo c’è sicuramente il tema dell’individuazione dei luoghi sensibili, in maniera uniforme. Noi siamo fermi sulla nostra proposta dal punto di vista tecnico, perché solo scuole superiori e strutture di cura delle dipendenze ci garantiscono una localizzazione certa, una logica forte e una protezione nei confronti dei minori. Molti degli altri luoghi sensibili proposti sono indeterminati nella loro ubicazione, quindi produrrebbero grande incertezza. Per tutto il resto si dovrà fare i conti con una valutazione di tipo economico-erariale. Anche qui c’è necessità di un distribuzione omogenea e capillare su tutto il territorio. Nessuno ha intenzione di restringere drasticamente il settore del gioco fisico. Ho assistito negli anni ha una progressiva sensibilizzazione da parte del settore degli apparecchi nei confronti della tutela dei minori e del contrasto al gioco problematico, in parte dovuta anche alla legislazione che cambia e si evolve. C’è una maggiore sensibilità riguardo ai temi delle patologie e del rischio del gioco patologico. Si può fare ancora moltissimo, anche avvalendosi della tecnologia o delle varie soluzioni che si possono predisporre per aumentare la protezione verso le situazioni di fragilità o compulsività nei confronti del gioco sia dal lato della domanda, facendo crescere la consapevolezza anche nelle giovani generazioni del corretto approccio al gioco, sia quello dell’offerta perché possono esserci molte misure volte a una maggiore protezione dei fenomeni di degenerazione del gioco. Ad esempio l’autoesclusione dal gioco che ad oggi avviene per il gioco online e che si può estendere anche al gioco fisico”.
Massimiliano Pucci, presidente As.tro (associazione degli operatori del gioco lecito), ha dichiarato: “Oggi il gioco è solo un segmento fiscale dello Stato, questo va detto ai cittadini. Tutto il resto è solo una battaglia politica in cui il settore non c’entra nulla. Non darei troppo peso alla politica, che sceglierà in base alle convenienze. Dobbiamo preoccuparci soprattutto di chi non ha difese: i minori. Il riordino? Se cancella altre mille aziende non è certo una buona notizia. Siamo un segmento fiscale dello Stato, se non diventiamo un segmento merceologico non ne usciremo mai”.
Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP-Fipe: “È difficile giungere a soluzioni stabili. Su argomenti di tale importanza è essenziale affidare il lavoro agli esperti, altrimenti si corre il rischio che alcuni tecnici finiscano per esprimere opinioni su scelte di natura politica. Così non si arriva mai a una conclusione. Mi auguro che ci sia un approccio basato su una analisi concreta, a tutela dei consumatori e delle finanze pubbliche. Non si può procedere con interventi frammentati, come sta accadendo con i punti di ricarica per il gioco online. Serve una maggiore analisi scientifica e un confronto di opinioni ben strutturate. Il 2024 potrebbe essere il primo anno in cui il gettito complessivo del settore giochi segna una flessione, escluso l’effetto della pandemia; è un segnale che anche la politica deve prendere in considerazione”.
Geronimo Cardia, presidente di Acadi, ha aggiunto: “Erano 10 anni che aspettavamo un riordino. La delega fiscale prende vita con questo nuovo Governo e andrebbe fatto congiuntamente per tutti i sottocomparti, online e territorio. E va fatto anche il riequilibrio fiscale, ovvero la distribuzione dei margini tra gli operatori della filiera e il quantitativo di denaro da ridare agli utenti quando giocano. Bisogna quindi fare un riordino complessivo. E invece cosa è successo? Ne abbiamo fatto uno solo, quello online. Ora c’è il tavolo tecnico a cui però sono presenti solo il MEF, l’Agenzia delle Dogane e poi le Rappresentanze delle Regioni. E sulla questione distanziometri? Lo Stato sta tirando le orecchie alle Regioni, impossibilitato nel fare le gare applicando le diverse norme regionali. Chi vince la gara non può mettere a terra i punti e quindi non partecipa alle gare”.
“A Varese hanno incrementato una limitazione di 16 ore al giorno di funzionamento degli apparecchi da gioco. Non serve a niente da un punto di vista sanitario perché i giocatori da Varese vanno in Svizzera e lì possono giocare. A Roma se ci fosse una misura del genere si andrebbe sullo stesso prodotto di gioco ma online. Queste misure al tavolo tecnico sono state messe solo per gli apparecchi sul territorio.
Dal 2018 a oggi, tolta la pandemia, la verticale distributiva degli apparecchi ha avuto un calo di 2 miliardi euro. La verticale distributiva sul territorio di altri giochi non penalizzati ha avuto un aumento di 1 milione di euro. La verticale distributiva dell’online degli stessi identici giochi ha avuto un aumento di 2 miliardi di euro. La spesa dei giocatori risulta essere più alta di 2 miliardi di euro. Allora queste politiche sanitarie che stanno impendendo allo Stato di fare le gare e che non curano, perché non affrontate nel modo corretto al tavolo tecnico?”.
Gennaro Parlati, presidente di Sistema Gioco Italia ha aggiunto: “sulle problematiche legate al riordino del gioco, mi auguro che ci sia impegno da parte di tutti affinché possa arrivare una soluzione nel minor tempo possibile”.
“E’ vero che non dobbiamo vergognarci del lavoro che facciamo, altrimenti dovremmo cambiare settore, ma per una volta voglio andare controtendenza. In 20 anni non siamo stati capaci di far comprendere il nostro ruolo, eppure la rete che abbiamo creato si è rivelata fondamentale per lo Stato. Senza di questa, senza il gioco legale, la prevenzione e la tutela dei minori non sarebbe stata possibile”.
“La mia associazione è sempre stata molto scrupolosa, ma la situazione attuale è critica. Manca una base scientifica, una regolamentazione completa e occorre una soluzione, poiché quest’anno andiamo incontro per la prima volta ad un dato negativo”.
L’avvocato Angelo Caliendo (Eurispes) ha sottolineato come le misure del distanziometro e dei limiti orari siano state inefficaci contro la lotta alla ludopatia: “come istituto abbiamo dedicato numerose ricerche al settore del gioco, seguendo il percorso dell’ultimo ventennio. Oggi si parla ancora di intesa Stato-Regioni. Nel 2017 abbiamo salutato in maniera positiva la prima firma dell’intesa. Abbiamo però poi constatato che c’è stata da un lato una mancata applicazione e dall’altro ha generato dei ‘mostri’ come il distanziometro, il contenimento degli orari e un federalismo sul mondo del gioco, soprattutto fisico, in cui un operatore si ritrova a dover lavorare in una cornice europea con una Corte di Giustizia dove le sentenze sono legge che spesso disapplicano i provvedimenti nazionali e in una disomogeneità tra comuni”.
“Le nostre ricerche hanno dimostrato che il distanziometro è inefficace, in quanto la distanza dell’offerta di gioco legale dai luoghi di lavoro o di residenza del giocatore potenzialmente o realmente problematico risulta un fattore elettivo perché dà riservatezza e anonimato quando si ha anche solo parzialmente consapevolezza del problema. Questo è stato confermato anche da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità. Per quanto riguarda la contrazione degli orari dell’offerta, l’istituto ha segnalato il rischio che nelle fasce consentite, spesso sono quelle serali, ad una minore presenza del giocatore sociale si contrappone l’aumento del giocatore problematico creando così una sorta di area off limits. I nostri dati mostrano l’inefficacia dell’offerta socio-sanitaria e un elevato allarmismo sociale”, ha aggiunto.
“Quando si comprime l’offerta legale si rischia di ampliare l’area del gioco illegale. La discussione della riforma del settore avviene, purtroppo, in un contesto di legittimo quanto confuso dibattito culturale che investe l’area del gioco e che va ricondotto sulla realtà per evitare che si protraggano posizioni che minano l’offerta legale senza affrontare il tema socio-sanitario che emerge nell’area del gioco problematico. Il comparto del gioco legale coinvolge interessi pubblici, quali la sicurezza e la salute, non può prescindere da un quadro giuridico certo e chiaro dal quale si possa evincere ciò che è lecito e ciò che non lo è. Le incertezze rappresentano un incentivo a delinquere. Le restrizioni devono essere proporzionate e non discriminatorie e adeguate al perseguimento dello scopo per cui sono state introdotte. Il sistema risulta afflitto da pregiudizi di matrice ideologica e moralistica che determinano una caratterizzazione negativa di un settore dell’economia legale, fortemente regolamentato e che concorre in modo rilevante alle entrate erariale. Quando si comprimono spazio e tempo, le forze dell’ordine e la magistratura hanno sempre riscontrato l’aumento dell’attività illegale“, ha detto.
“Per la riforma del sistema è essenziale che la discussione sull’Intesa Stato-Regioni-Autonomie locali, tenga conto delle imprese di settore e associazioni per garantire equilibrio. Il riordino deve operare per produrre un sistema più avanzato e sicuro, tenendo conto degli impatti e le conseguenze. Il gioco fisico necessita di interventi urgenti, non va messo in secondo piano. La riforma dovrebbe evitare distanziometro, il contenimento degli orari e superare il federalismo nel mondo del gioco pubblico. E’ necessario evitare la ghettizzazione dei locali di gioco pubblico, alleato essenziale per combattere l’illegalità”, ha concluso.
Emilio Zamparelli, presidente di STS: “E’ un momento critico. Stiamo dando assistenza ai nostri soci per l’iscrizione all’Albo. I tempi sono stati davvero stretti per l’iscrizione, appena 15 giorni. Siamo ancora ai nastri di partenza per ciò che riguarda il riordino dell’online. C’è il decreto legislativo, ma ancora non si parla di gare, aspettando che Europa e Consiglio di Stato diano il via. Ancora una volta al settore e agli esercenti viene chiesto un sacrificio di natura economica. Probabilmente era più giusto che questo Albo partisse dal momento in cui ci fossero le gare. Rischiamo che questo Albo passi semplicemente come un qualcosa che serve esclusivamente per le entrate erariali. Bisognava attendere”.
“E’ l’ennesimo danno a un settore che ancora non ha recuperato i volumi che erano pre-pandemia. La rete è sottoposta anche a complicazioni di natura burocratica. In un breve lasso di tempo bisogna iscriversi all’Albo, con le complicazioni di natura tecnica e di allineamento dei pagamenti dell’F24. Spero che questo non dia il via ad ulteriori Albi, altrimenti gli esercenti sarebbero sottoposti ad uno stress burocratico enorme nei prossimi anni. E’ sembrata strana l’istituzione di un nuovo Albo, la Legge di Bilancio del 2020 prevedeva l’Albo unico per gli operatori di gioco. Probabilmente in questo momento per aiutare gli operatori sarebbe stato più giusto pensare a quel registro unico, che avrebbe snellito le procedure e reso dal punto di visto economico più leggero l’esborso che in questo momento gli operatori devono fare”.
L’avvocato Allegrucci, componente di diverse organizzazioni di vigilanza e del CDA della società Erinne che edita ItaliaOggi ha aggiunto: “Le imprese maggiormente attente agli aspetti sociali e organizzativi sono quelle che nel corso del tempo sviluppano maggiormente la ricchezza. Il rating di legalità viene emesso dall’AGCM, che verifica una serie di garanzie organizzative. Unici requisiti riguardano un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, due anni di registrazione al registro delle imprese e sede nel territorio italiano. Ecco i benefici: facilita l’accesso al credito, fornisce punteggi aggiuntivi, rafforza la propria presenza nel mercato di riferimento ed un incremento del capitale reputazionale che ha un grande valore di ordine economico”.
E’ intervenuto anche all’avvocato Valerio Vallefuoco, componente della Commissione Antiriciclaggio del Consiglio Nazionale Forense ed esperto esterno in materia di antiriciclaggio e anticorruzione: “Rispetto allo scorso anno le segnalazioni antiriclaggio sono aumentate del 30%, da 9000 a più di 12.000. I prestatori di servizio di gioco legale sono pertanto soggetti utili per questo tipo di sistema, poiché stanno implementando queste misure”.
“Ci sarà una maggiore regolamentazione per tutto il settore, ne è un chiaro esempio il sistema dei punti vendita di ricarica. Ci sarà una riduzione drastica del contante, come sta già accadendo in diversi Paesi Europei. Si tratta di un’applicazione di misure molto simili a quella per gli istituti di moneta elettronica, le operazioni diventeranno sempre più tracciate”. Una regolamentazione più rigorosa potrebbe aiutare il gioco legale a sconfiggere quello illegale: “Quello che oggi potrebbe sembrare un problema, avere un rapporto con gli istituti finanziari-istituti di moneta elettronica, potrebbe diventare in futuro una risorsa e garantire la supremazia del gioco legale su quello illegale”.
Dalla necessità di un riordino fiscale alle proroghe: un settore in evoluzione che richiede nuove strategie
Dall’analisi della fiscalità nel settore dei giochi pubblici emerge un quadro non solo caratterizzato da una significativa disomogeneità normativa rispetto ai singoli prodotti, ma anche da interventi di modifica delle aliquote o delle forme di prelievo erariale che negli anni scorsi hanno determinato una forte incertezza per operatori e giocatori. I costanti aumenti di aliquote e imposte registrate nell’ultimo decennio fanno del gioco italiano uno tra i più tassati d’Europa, con maggiorazioni delle aliquote in soli due anni (dal 2018 al 2020) del +24% per le apparecchiature AWP e del +38% per le VLT. Parallelamente, negli ultimi anni abbiamo assistito a un costante ricorso allo strumento delle proroghe delle concessioni, dapprima in fase emergenziale pandemica sono state necessarie per garantire la stabilità del comparto, oggi risultano comunque necessarie alla luce del mancato riordino territoriale.
Questo è uno dei temi trattati al convegno “Il futuro del settore dei giochi tra innovazione di mercato e politiche fiscali”, promosso da I-Com in collaborazione con IGT, che si è tenuto oggi a Roma.
“Il ricorso sistematico all’istituto della proroga è avvenuto in assenza di un accordo politico che fornisse una prospettive e certezze al settore, impedendo la celebrazione delle gare necessarie per garantire investimenti e innovazioni finalizzati alla tutela del giocatore e al contrasto al gioco illegale”, ha commentato il direttore dell’Area Salute I-Com Thomas Osborn che ha curato lo studio.
Mario Lollobrigida, Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha sottolineato la necessità di stabilità nel sistema concessorio: “Il ricorso sistematico alle proroghe è avvenuto in assenza di un accordo politico che desse certezze al settore. Questo ha impedito lo svolgimento delle gare necessarie per garantire investimenti e innovazioni, tutelare il giocatore e contrastare il gioco illegale”. Lollobrigida ha poi aggiunto: “Sarà fondamentale raggiungere un accordo tra Stato, Regioni e Comuni entro il 2025, affinché si possano celebrare nuove gare per le concessioni del gioco pubblico”.
Emilio Zamparelli, presidente di STS, ha evidenziato il divario tra il gioco fisico e quello online, soprattutto in termini di fiscalità: “I consumatori si stanno spostando sempre di più verso il gioco online, attratti dalla maggiore convenienza economica. Il Covid ha sicuramente accelerato questa tendenza, ma è la pressione fiscale che penalizza il gioco fisico rispetto a quello digitale”. Zamparelli ha anche aggiunto un’allerta riguardo agli apparecchi fisici: “Il settore è in crisi, con un calo degli incassi che sembra inarrestabile, ma questo non si riflette ancora sulle entrate erariali, il che deve far riflettere le istituzioni”.
Roberto Fanelli, già Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha parlato della sproporzione fiscale tra i vari comparti del settore: “È evidente la sproporzione fiscale tra il gioco fisico e quello online. Il 73% del gettito complessivo proviene da apparecchi, Lotto e Lotterie, mentre il gioco online, nonostante la sua grande raccolta, contribuisce poco all’erario. Bisogna trovare un equilibrio normativo che tenga conto del payout, perché la pressione fiscale attuale è insostenibile”. Fanelli ha inoltre proposto una soluzione sperimentale: “Si potrebbe tentare una riduzione del Preu sugli apparecchi, aumentando il payout. È stato già fatto con successo nel bingo e nel SuperEnalotto”.
Alberto Giorgetti, Direttore delle Relazioni Istituzionali di IGT, ha lodato l’iniziativa di confronto organizzata da I-Com: “Ringrazio I-Com per questo appuntamento, che offre un confronto virtuoso e utile per il dibattito politico. Questi incontri ci offrono stimoli estremamente interessanti per il futuro del settore”. Giorgetti ha poi concluso ricordando la necessità di collaborare con tutte le parti interessate per raggiungere una soluzione condivisa: “Solo attraverso un dialogo costruttivo tra istituzioni e operatori possiamo risolvere i nodi ancora irrisolti del settore”.
Napoli si conferma la capitale delle scommesse in agenzia anche nei primi sette mesi del 2024, primeggiando in tutte le categorie: scommesse sportive, virtuali e ippiche.
Napoli ha registrato la spesa più alta nelle scommesse sportive con 79,1 milioni di euro, seguita da Roma con 41,3 milioni e Milano con 26,8 milioni. La spesa totale per le scommesse sportive in agenzia è stata di 525,7 milioni di euro, con vincite che hanno superato i 2,6 miliardi di euro.
Nel settore delle scommesse virtuali, Napoli guida nuovamente con una spesa di 44 milioni di euro, seguita da Roma con 19,9 milioni e Milano con 16,2 milioni. Complessivamente, gli italiani hanno speso 269,2 milioni di euro in scommesse virtuali, con vincite che ammontano a 1,57 miliardi di euro. Palermo e Torino completano le prime cinque posizioni.
Per quanto riguarda le scommesse ippiche, il primato va a Milano con 3,4 milioni di euro, ma Napoli è subito dietro con 3,2 milioni, seguita da Roma con 3 milioni. Le scommesse ippiche in agenzia hanno visto una spesa totale di 27,5 milioni di euro, con vincite per 157,3 milioni di euro. Palermo e Firenze rientrano nella top five delle città con la maggiore spesa.
Il campione del mondo in carica punta al terzo successo consecutivo al Red Bull Ring. Il duello con Martín infiamma la lotta per il titolo
Il Motomondiale si prepara ad approdare al Red Bull Ring per l’undicesima prova della stagione, il Gran Premio d’Austria. Questo circuito, da quando è tornato nel calendario mondiale nel 2016, ha visto trionfare quasi esclusivamente Ducati in MotoGP, con l’unica eccezione del successo di Brad Binder su KTM nel 2020.
L’attuale campione del mondo, Pecco Bagnaia, ha dominato le ultime due edizioni e arriva in Austria con l’obiettivo di calare il tris e riprendersi la leadership del campionato, attualmente nelle mani di Jorge Martín.
Secondo i bookmaker, Bagnaia è il favorito per la gara domenicale, con una quota fissata a 2,00. Nella Sprint del sabato, invece, parte in seconda posizione con una quota di 3,50. Alle sue spalle si piazza proprio Jorge Martín, che sogna di portare il titolo in casa Ducati prima di passare ad Aprilia. Martín è quotato a 2,25 per la vittoria nella Sprint e a 3,00 per la gara lunga.
A completare il podio dei favoriti c’è Marc Márquez, che con la Ducati del team Gresini cerca il suo primo successo al Red Bull Ring, dove non è mai andato oltre il secondo posto. Il Cabroncito è offerto a 6,00 sia per il sabato che per la domenica.
Tra gli outsider per la gara lunga, Enea Bastianini si presenta con una quota di 9,00, mentre Pedro Acosta su Gas Gas è dato a 12,00. Brad Binder, su KTM, potrebbe ripetere il successo del 2021, con una quota di 16,00.
Al centro del percorso dell’azienda i valori di innovazione, sostenibilità, inclusività e formazione
Eurobet, azienda leader nel settore dell’intrattenimento, ha presentato il Bilancio di Sostenibilità 2023. Si tratta di un bilancio che evidenzia le performance dell’azienda in materia di ambiente, società e governance (ESG) e conferma l’impegno per una crescita sostenibile e responsabile.
Al centro del percorso di Eurobet i valori di innovazione e sostenibilità, essenziali per perseguire una strategia di crescita, che crei al tempo stesso le condizioni per un impatto positivo all’interno delle comunità di riferimento.
Oltre al benessere delle comunità in cui opera, l’azienda pone attenzione all’ambiente, al personale e all’innovazione tecnologica.
Eurobet si è impegnata a mitigare il suo impatto ambientale, attraverso iniziative di efficientamento energetico e della gestione dei rifiuti. Inoltre, ha promosso la mobilità sostenibile tra i propri dipendenti, incentivando l’utilizzo di mezzi alternativi all’auto e proseguendo con il progetto di rinnovamento della flotta auto aziendale.
Eurobet, con l’obiettivo di porre al centro la cura e il benessere delle proprie persone, ha investito in programmi di welfare, ha promosso lo sviluppo professionale – erogando quasi 42.000 ore di formazione – e ha creato un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso della diversità.
L’azienda ha rafforzato il suo supporto concreto ai territori e alle comunità dove opera, sostenendo progetti e iniziative a sostegno dello sport, quale strumento di promozione del benessere e dell’inclusione sociale. Nel contesto di questo impegno si inserisce il progetto del CSR Award, giunto nel 2023 alla seconda edizione. L’azienda ha sostenuto 15 progetti – per un valore di quasi 0.4 milioni di euro – presentati da associazioni del terzo settore attive su tutto il territorio italiano che utilizzano lo sport come strumento di inclusione e si impegnano a proteggere l’ambiente e le persone attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali.
Eurobet ha, complessivamente, restituito risorse al territorio sottoforma di gettito, per un valore di 407 milioni di euro.
“Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti in materia di sostenibilità nel 2023. Il nostro impegno per la crescita sostenibile nel lungo periodo è parte integrante della nostra strategia aziendale e continueremo a lavorare per migliorare le nostre performance negli ambiti ESG. Voglio ringraziare tutti i nostri stakeholder per il loro supporto e la loro fiducia. Insieme, possiamo costruire un futuro migliore per tutti”. Ha dichiarato Andrea Faelli, CEO di Eurobet Italia e responsabile del Gruppo Entain in Italia.
Un sistema integrato per contrastare la ludopatia nel gioco pubblico italiano
“Fino a quando non ci sarà l’esclusione/autoesclusione anche per il gioco frontale, il problema del gioco d’azzardo non verrà risolto definitivamente. Chi verrà escluso online, potrebbe riprendere a giocare fisicamente“, ha dichiarato Nathan Levialdi Ghiron, Magnifico Rettore dell’Università di Tor Vergata, durante il convegno organizzato per la presentazione della ricerca sul Registro Unico degli Esclusi (R.U.E.) per il settore del gioco pubblico in Italia.
Laura D’Angeli, componente del “Gruppo ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore”dell’Università Tor Vergata di Roma, ha illustrato le strategie comunicative del progetto: “Con questa ricerca noi ci rivolgiamo ai giocatori, non puniamo, né proponiamo una cura. La nostra analisi si pone l’obiettivo di realizzare delle strategie di autoesclusione, adottando un approccio complessivo e integrato.”
La D’Angeli ha poi sottolineato l’importanza del “Customer Player Journey”, il percorso di gioco del cliente, e come il comportamento dell’autoescluso differisca rispetto al giocatore normale, enfatizzando la necessità di una comunicazione efficace per sensibilizzare i giocatori sui rischi del gioco d’azzardo e sull’opportunità dell’autoesclusione.
Roberto Basili, professore associato presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Roma, Tor Vergata, ha esposto l’approccio tecnologico al problema: “Le tecnologie includono dispositivi indossabili come tag RFID e Beacon, e dispositivi mobili con app che usano Bluetooth e NFC, garantendo sempre anonimato e non invasività.”
Roberto Iurilli, responsabile Area legale “Gruppo ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore”, ha affrontato l’approccio normativo necessario per l’autoesclusione nel gioco fisico: “La futura normativa attuativa dovrà affrontare il tema del monitoraggio dei tentativi di gioco fisico da parte di giocatori volontariamente autoesclusi, garantendo trasparenza, anonimato e accessibilità.”
Antonio Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale Lazio, ha enfatizzato l’importanza di una normativa nazionale uniforme: “Negli ultimi anni abbiamo notato una certa discrasia tra le varie regioni che hanno regolamentato in maniera difforme le varie attività di gioco. È necessario uniformare un sistema non solo per avere un maggior controllo ma anche per dare le giuste risposte a chi vive questo disagio.”
Elisabetta Poso, direttrice ADM Ufficio Apparecchi da Intrattenimento, ha lodato l’approccio multidisciplinare dello studio: “Nella qualità ci sono anche gli aspetti di prevenzione delle eventuali patologie derivanti dal gioco d’azzardo e credo che con questa ricerca sia stato centrato in pieno questo obiettivo.”
Mario Lollobrigida, direttore per i giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha sottolineato l’importanza del contatto tra giocatori autoesclusi e strutture sanitarie statali: “Il sistema si regge sui giocatori sani, che utilizzano il gioco come uno qualsiasi altro passatempo. I concessionari saranno ben felici di adottare un sistema che garantisca il risultato attraverso la semplicità.”
Sfide future e opportunità per il mercato degli apparecchi da intrattenimento
Si è tenuto ieri a Roma il convegno “Proiettare gli ADI nel futuro: sostenibilità, innovazione e fiscalità”, organizzato da As.Tro Confindustria SIT.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di diffondere le analisi condotte dalla CGIA di Mestre e dalla LUISS in collaborazione con Prisma Spa. Fra i relatori presenti al convegno, c’era Armando Iaccarino, presidente del Centro Studi As.Tro Confindustria SIT: “Il gioco online, come reddito erariale, è raddoppiato, ma pesa soltanto un miliardo, sugli undici finiti nelle casse dell’erario.
Il mercato ha una domanda robusta e crescente, ed ha un elevato indice di sostituzione fra i singoli giochi. Però, l’importanza del riordino fisico, non può penalizzare le agenzie sul territorio: tutto questo non può prescindere dall’analisi della domanda”.
A proposito di riordino fisico, ne ha parlato anche Marco Zega, coordinatore Sezione Concessionari ADI di As.Tro Confindustria SIT, Direttore Affari Istituzionali & Sviluppo Business di Codere Italia: “E’ un momento politicamente importante perché si stanno riscrivendo le regole per il riordino del gioco fisico, con particolare focus sugli apparecchi di intrattenimento.
E’ importante che questa riforma superi tutte le barriere ideologiche affinché sia una norma equilibrata e che tenga conto degli interessi di tutti”.
È intervenuto anche Umberto Monarca, docente di economia industriale della LUISS: “I casinò games sono aumentati del 40% negli ultimi otto anni. Le AWP, invece, sono calate del 16%, e questo calo ha avuto un grosso impatto sul gettito fiscale. Questo, è dovuto anche alle politiche contro il gioco, e contro gli esercizi fisici che ospitano gli apparecchi di intrattenimento”.
Collegandosi alla politica ed al contrasto all’illegalità, ne ha parlato Riccardo Pedrizzi, presidente UCID Lazio: “Serve l’istituzione di un tavolo tecnico. Ci si deve confrontare sui dati. C’è una maggiore interlocuzione, rispetto a qualche anno fa, quando sembrava che ci fosse un’aria di proibizionismo totale. Dobbiamo cambiare il focus dell’attenzione della politica, non si può concentrare tutta l’attenzione esclusivamente sul dipendente patologico”.
Chiosa Marco Piatti, amministratore Prisma: “Il legislatore sta lavorando al futuro riordino, tenendo conto anche del riequilibrio del prelievo fiscale per aggiornare aggi e percentuali vincite”.
Ancora, Mario Lollobrigida, direttore Giochi ADM: “Partecipo attivamente al tavolo tecnico per il riordino del gioco fisico: dalle Regioni, richiediamo il ridimensionamento della rete, ma quella degli esercizi generalisti non si tocca. La nostra proposta, è diminuire la lista dei luoghi sensibili, oppure arrivare ad un distanziometro fra i singoli esercizi”.
A proposito di gioco fisico, ha detto la sua l’avvocato Isabella Rusciano di As.Tro: “Il riordino del gioco fisico non deve dimenticare le piccole e medie imprese. Da loro, è stato pagato un prezzo particolarmente alto: ci si auspica, che si rivedano le condizioni del 2019”.
A rimarcare quanto siano state importanti le piccole e medie imprese, ed il progresso svolto negli ultimi anni da questo settore, è stato Gennaro Parlati, presidente ACMI Confindustria Sit: “Vent’anni fa, si giocava solo la schedina. Oggi, grazie a piccole e medie imprese, che hanno messo a disposizione dei capitali importanti, è stata creata una vera e propria industria nuova per sviluppare questo mercato. Dopo vent’anni, è impossibile parlare ancora delle stesse problematiche: questo settore è la terza o quarta realtà del Pil nazionale”.
Maiale, Elmo, Scala, Pizza e Fagioli gli estratti del 6 luglio
Maiale, Elmo, Scala, Pizza e Fagioli sono stati i protagonisti dell’estrazione del Simbolotto, il gioco direttamente associato alle estrazioni del Lotto, di sabato 6 luglio. La Pizza è stato il simbolo più ricorrente nelle prime estrazioni del settimo mese dell’anno (la ruota associata a luglio è quella Nazionale).
Il simbolo della Pizza, che nel nostro immaginario è ovviamente legato a Napoli, è stato estratto sabato 6 luglio. Il giorno prima, venerdì 5 luglio, ancora una volta la Pizza è risultata presente nell’estrazione del Simbolotto assieme a Ombrello, Sfortuna, Natale e Rana. Per due volte consecutive è uscito dunque il simbolo della Pizza.