Dalla regolazione europea alla riforma italiana, passando per sostenibilità, tecnologia e tutela dei minori: istituzioni e operatori hanno delineato un modello di gioco più sicuro, moderno e radicato sul territorio
La prima edizione di SiGMA Central Europe ha messo al centro regolazione, tutela del giocatore, sostenibilità e rapporto tra online e rete fisica. Dalla visione europea alla riforma italiana, fino ai modelli tecnologici di prevenzione: una giornata di confronti serrati con interventi di istituzioni, operatori e giuristi, arricchiti da virgolettati integrali.
Un evento “proiettato al 2030” e volano per il gioco regolamentato
Eman Pulis (founder SiGMA Group) ha aperto i lavori: “È un piacere essere in Italia. SiGMA ha una visione proiettata verso il 2030, un progetto a lungo termine. Questo evento è una grande occasione per rafforzare l’idea del gioco regolamentato. Crediamo che l’unico modo possibile per sviluppare il settore del gioco sia tramite una forte regolamentazione del mercato”. Sull’impatto sul territorio: “SiGMA ha avuto un impatto molto importante per Roma a livello economico, abbiamo portato persone da tutto il mondo creando un momento internazionale di valore”.
Metsola: innovazione sì, ma con regole comuni e tutela dei minori

La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha insistito sulla necessità di una cornice armonizzata: “L’Europa è aperta all’innovazione e lo fa in modo responsabile. Al momento resta però molto frammentata, troppo diversa tra diversi paesi e questo sistema va cambiato. Dobbiamo ragionare come un unico soggetto economico”. Priorità di policy: “La regolamentazione è importante ma deve essere intelligente. Le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale possono aumentare la sicurezza e la tutela dei consumatori”. A margine, a Agimeg: “Nel mondo del gaming e del digitale c’è bisogno di una maggiore regolamentazione, per proteggere soprattutto i minori. Il dovere è tutelare i consumatori, in particolar modo i più giovani”.
Giuliani: tracciabilità, conti dedicati verificati e nuovi limiti al contante nei PVR

Un focus molto tecnico è arrivato da Antonio Giuliani, direttore del Gioco a distanza di ADM, che ha richiamato la centralità della tracciabilità dei fondi nel nuovo impianto regolatorio. “La nostra regolazione è molto rigida e offre una forte tutela per il giocatore e il cliente finale, con un controllo significativo”, ha spiegato. Con la nuova convenzione di concessione “il monitoraggio dei fondi e delle giacenze sarà ancora più rigoroso. Abbiamo un approccio materialista: vogliamo vedere dove sono i soldi, e i nostri conti dedicati sono unici nel panorama internazionale. Ogni concessionario deve avere un conto dedicato con giacenze verificate”.
Giuliani ha evidenziato come la collaborazione con i wallet elettronici rappresenti un ulteriore elemento di sicurezza: la normativa italiana prevede che ciascun wallet sia “associato a un conto corrente di deposito”, garantendo un livello di controllo aggiuntivo. “Nell’apertura del mercato diventerà fondamentale rendere più chiaro il tracciamento dei soldi”, ha detto, sottolineando che ADM resta “molto attenta ai conti correnti dedicati”.
Sul fronte della sicurezza, l’agenzia ha investito nella certificazione dei sistemi di gioco e nell’adeguamento delle piattaforme: “Stiamo cercando di riportare il gioco online nel suo contesto naturale”, ha osservato. Per la prima volta, la convenzione prevede anche la possibilità, tramite provvedimento del direttore, di identificare strumenti di pagamento totalmente tracciabili e conformi alla normativa antiriciclaggio, sviluppati in collaborazione con operatori di gioco e soggetti finanziari.
Una parte rilevante riguarda i PVR, dove è stato introdotto un limite più stringente all’uso del contante: “Il gioco online deve operare direttamente sul territorio, con un limite di cento euro e l’obbligo di utilizzare strumenti di pagamento tracciabili. Questa è una realtà indispensabile per il futuro”, ha concluso Giuliani.
Riordino italiano: compartecipazione delle Regioni e presìdio sul territorio
Per Andrea De Bertoldi (Lega) la manovra 2026 apre un passaggio decisivo: “Coinvolgere le Regioni nel gettito di circa 12 miliardi punta a superare frammentazioni e distanziometri disomogenei. Vogliamo dare supporto ai concessionari dello Stato, bandiera della legalità contro chi non rispetta le regole”. Sulle concessioni: “Il gioco fisico andrà a gara entro fine 2026; online e fisico non sono in contrapposizione: entrambi combattono le ludopatie con regole e responsabilità”.
Volpe: “Ogni macchina è 2.500 cm² di legalità”
Il managing partner di Cuiprodest, Giuseppe Volpe, ha sintetizzato il ruolo della rete terrestre: “Dietro a una macchina fisica c’è lo Stato, c’è la legalità. Ogni macchina rappresenta 2.500 centimetri quadrati di legalità. Se le togliamo, quel vuoto lo riempie l’illegale”. E sulla percezione pubblica: “Il politico è stretto tra opinione e dati: servono scelte basate sui fatti”.
Zamparelli (STS): la rete generalista va salvata, strumenti inefficaci da superare
Per Emilio Zamparelli la rete generalista è “presidio di legalità” ma “dimenticata”: “È un momento storico: distanziometro e fasce orarie si sono rivelati inefficaci. Il riordino deve dare certezza a migliaia di piccoli esercizi a gestione familiare”. Anche una proposta di valorizzazione sociale: destinare quote di gettito a progetti culturali e territoriali, “ridando dignità al gioco legale”.
Freni (MEF): crescita “amministrata” e protezione del giocatore
Il sottosegretario Federico Freni ha tracciato la rotta: “Il mercato del gioco sta crescendo e le priorità normative devono seguire questa espansione, garantendo protezione del giocatore, anche da sé stesso. Trattiamo il comparto come un’industria, non come margine”. Sul calendario della riforma: “Se non ci avessimo creduto, non avremmo messo in bilancio 80 milioni. Siamo convinti che il 2026 sarà l’anno giusto per portare a termine il riordino”. E ancora: “Regolazione stabile e omogenea su tutto il territorio, prevenzione delle dipendenze e tutela degli imprenditori”.
Cardia e Ruggeri: formazione, tecnologia e fine dei tabù
Per Geronimo Cardia (Acadi) il gestore è “figura centrale”: “Con formazione e tecnologia si individuano comportamenti a rischio e si contribuisce alla soluzione del problema”. L’ex deputato Andrea Ruggeri ha criticato gli approcci ideologici: “L’equivalenza tra giocatore e ludopatico è una sciocchezza… Serve il coraggio di cambiare metodo: tecnologia, dati e rispetto per un settore legale che contrasta l’illegalità”.
Sbordoni: nuove concessioni online, responsabilità e informazione
L’avv. Stefano Sbordoni ha letto il nuovo impianto: “La ricertificazione totale della piattaforma non è un dettaglio: è primaria. Il gioco responsabile entra nei termini di concessione: passaggio decisivo. Piano di investimenti per tutti i 9 anni: altra novità sostanziale”. Nodo pubblicità: “La gente deve sapere quali sono i siti legali. Il divieto di advertising non ha funzionato: senza informazione, si va sugli illegali. La guerra dei divieti è preistorica: servono conoscenza e visione”.
Bufalini: regole severe, stabilità e visione di lungo periodo
Per Fabio Angeli Bufalini (Stake) l’Italia è “quarto mercato globale” (circa 6 miliardi): “Norme tra le più rigide al mondo, ma in senso positivo: danno stabilità a consumatori, operatori e investitori. Ingresso con fee da 7 milioni e garanzia da 3 milioni implica visione a lungo termine”. Sul perimetro autorizzato: “Dal 13 novembre si passa da 400 domini a 52: occasione enorme in un mercato che cresce del 15% annuo”. Sul Decreto Dignità: “Una rimozione immediata del divieto creerebbe una giungla: serve riforma equilibrata per comunicare il brand e tutelare i consumatori”.
Guinci: play protection e basi comuni per non frenare la competizione
Giuliano Guinci (Eurobet) ha spostato l’asse sulla sostenibilità operativa: “Abbiamo in produzione da quasi tre anni un sistema di play protection: modello predittivo per interventi preventivi su cluster a rischio”. Avvertenza competitiva: “La sostenibilità non deve bloccare la competizione: servono basi comuni uguali per tutti e strumenti eventualmente condivisi con il regolatore”. Focus culturale: “La player protection è valore identitario nel lungo periodo”.
Di Lecce: innovazione e responsabilità come cuore della sostenibilità
Per Mara Di Lecce (Novomatic Italia) “il primo business è permettere un rapporto sano con il gioco”. La sostenibilità “si vive in ogni scelta” e dialoga con l’innovazione: “L’innovazione è un elemento chiave della sostenibilità… Nei parametri ESG il rapporto operatore-giocatore è centrale”. Sul modello di tutela: “Riconoscimento biometrico e facciale per identificare l’utente e stimare l’età, prevenendo l’accesso dei minori”. Superare strumenti archeologici: “Distanze e orari non intercettano i comportamenti reali. Il presidio fisico resta strumento di tutela dello Stato sul territorio”.
Romano: responsabilità strategica e fiducia, non slogan
Per Imma Romano (Codere Italia) la parola chiave è responsabilità strategica: “Non amo la parola sostenibilità perché è diventata un contenitore. Abbiamo agito sui territori per costruire fiducia: non è un comunicato stampa”. Progetti di lungo periodo: legalità e impegno sociale “funzionano perché restano nel tempo”, ma persiste uno stigma da superare con informazione e formazione. Sul perimetro del ruolo: “Il cliente è libero di scegliere; noi siamo operatori del gioco, non sanitari: dobbiamo rendere chiaro il confine tra gioco sano e non sano”.