Sul podio degli Stati con leggi più dure, Norvegia, Francia e Italia
L’introduzione, in gran parte dei Paesi europei, di restrizioni in materia di giochi e scommesse ha portato ad un forte incremento del mercato illegale. E’ quanto emerge dal report di PriceWaterhouseCoopers (PWC) commissionato dal Betting and Gaming Council britannico. Nel solo Regno Unito, ad esempio, sono più che raddoppiati gli scommettitori che negli ultimi due anni di pandemia hanno utilizzato canali non autorizzati per giocare, passando da 220mila a 460mila utenti.
Analizzando nel dettaglio i restanti Paesi europei, emerge come in Norvegia – dove vige un monopolio statale per tutti i giochi, unitamente a restrizioni sulle puntate, con controlli stringenti sull’accessibilità e sulla pubblicità – il mercato nero rappresenti oltre il 66% di tutte le giocate effettuate. In Francia, seconda in questa speciale classifica, il mercato nero rappresenta il 57% del giro d’affari del comparto giochi.
In Italia, dove la pubblicità di giochi e scommesse è completamente vietata a seguito degli effetti del Decreto Dignità, il mercato illegale rappresenta il 23%. A tal proposito il direttore generale di ADM, Marcello Minenna, ha quantificato in 20 miliardi di euro il giro d’affari del gioco illegale, che comporta un danno per il fisco italiano di circa 4 miliardi di euro.
In Spagna, un regio decreto del 2020 ha introdotto un divieto quasi totale alla pubblicità del gioco d’azzardo, con il mercato nero che ora rappresenta il 20% di tutte le puntate.
Nello stesso anno, la Danimarca ha imposto rigide restrizioni agli operatori con licenza legale che offrono bonus ai clienti, il che ha portato l’autorità fiscale danese a registrare un aumento del 9% della quota di mercato nero.
In Svezia, invece, un sondaggio a livello nazionale ha rilevato che il 38% dei consumatori che aveva scelto di autoescludersi dagli operatori con licenza legale si è spostato per scommettere su siti online di operatori senza licenza, che eludono qualsiasi misura di protezione dei giocatori.
PWC, in merito al report, afferma: “Questa analisi suggerisce che il Regno Unito ha un mercato del gioco d’azzardo online più ‘aperto’ ed attualmente ha una quota di mercato senza licenza inferiore rispetto ai benchmark europei”. “Sebbene non sia possibile isolare l’impatto delle singole determinazioni normative, la valutazione suggerisce che le giurisdizioni con normative più restrittive, tendono a mostrare una elevata quota di mercato di operatori senza licenza“.