Per la Lotteria degli Scontrini possibile estrazione istantanea
Federico Freni, sottosegretario all’Economia, rispondendo ad un’interrogazione del PD in Commissione Finanze della Camera ha dichiarato che: “A fronte di 5,9 milioni di codici rilasciati a 4,7 milioni di utenti, gli esercenti che trasmettono i dati della Lotteria degli Scontrini sono solo il 26,8% del totale”. Si apre così l’ipotesi, appoggiata dal Ministero dell’economia e delle finanze con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che la Lotteria degli Scontrini possa diventare “istantanea”. L’obiettivo è di rendere la lotteria più attraente per esercenti ed utenti. L’interrogazione del PD chiedeva appunto di incentivare la partecipazione dei cittadini attraverso la semplificazione del meccanismo di partecipazione e l’istituzione di una lotteria istantanea.
Freni ha partecipato anche all’audizione nella Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico del Senato, ed è intervenuto dicendo: “Nel giro di assestamento che abbiamo fatto è emerso un dato con chiarezza: se c’è un cancro che dal mondo del gioco va estirpato è quello dell’illegalità. Tutte le linee di riforma che si possono immaginare sul gioco non possono prescindere dalla valutazione compiuta di quello che è il fenomeno dell’illegalità e di quelli che sono gli strumenti a disposizione di Parlamento e Governo per poter estirpare questo problema. Insieme all’illegalità io metto anche la ludopatia. L’illegalità è un problema manifesto, la ludopatia è un problema meno manifesto, quanto meno nella sua formulazione immediato, ma è un problema altrettanto serio e che dobbiamo considerare seriamente nella elaborazione di linee di sviluppo di tendenza della normativa che possano garantire al contempo al settore, ai giocatori e allo Stato la tutela dei tre cardini: al settore del gioco una regolazione omogenea, ai giocatori un gioco sicuro e allo Stato un flusso di entrate erariali analogo a quello attuale. Questi sono i tre punti di partenza che debbano informare qualsiasi tipo di regolazione. Lo stato dell’arte di oggi non è particolarmente felice. L’unico settore sul quale si può guardare con cauto ottimismo è quello del gettito erariale, che è molto alto e in tendenziale crescita, e che se superficialmente visto potrebbe indicare uno stato di salute del comparto, in realtà non è così indica una propensione crescente al gioco, a fronte di questa abbiamo il dovere di aumentare qualità della regolazione e di aumentare il livello di soglia di vigilanza di tutte quelle distorsioni che appunto sono tutte le derive di illegalità e tutte le derive verso la ludopatia che pregiudicano la sana fruizione del gioco e il sano svolgimento del gioco. Da punto di vista strettamente normativo il settore soffre un’impostazione che risale al 2016 di continue proroghe delle concessioni. Questo sistema che dal 2016 ad oggi è stato sostanzialmente annuale con la sostanziale impossibilità di svolgere le gare per il rinnovo delle concessioni è un qualcosa a cui vorremmo porre fine per due ragioni. La prima è che continuare a prorogare con cadenza annuale non garantisce la celebrazione di gare. Celebrare una gara in materia di gioco non è qualcosa di semplice c’è un’attività amministrativa molto strutturata dietro che coinvolge più soggetti, dal MEF all’Agenzia delle Dogane, c’è il parere obbligatorio del Consiglio di Stato sul bando di gara, c’è lo svolgimento della gara, c’è da considerare una fisiologica fase di contenzioso, insomma una gara del settore del gioco non porta via mai meno di un anno e mezzo. D’altro canto bandire le gare è per noi garanzia di presidio della concorrenza e garanzia di aggiudicazione a condizioni di mercato, che equivalgono a condizioni migliorative per lo Stato. La pandemia ci ha lasciato un terreno bombardato”.
Ha concluso poi: “Prima di celebrare le gare dobbiamo garantire a questo settore un livello di qualità della regolazione adeguato almeno agli standard europei. Non è quello che abbiamo attualmente: il sistema di regolazione del gioco è un sistema eterogeneo e frastagliato, con competenze nazionali e che arriva a competenze regionali fino a competenze comunali. Il sistema è improntato a tutela del giocatore e delle entrate erariali, ma il sistema concessorio come immaginato oggi è un sistema fragile che ha dimostrato in questi anni tutta la sua fragilità. La pandemia ha aggravato questa fragilità. Le statistiche ci dicono che in pandemia il gioco è aumentato ma non è aumentato il gioco sano è aumentato il gioco illegale. Non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo concederlo. Se la nostra attività ha un senso è quella di garantire che questo comparto viva e prosperi nella tutela della legalità e del cittadino. Non possiamo immaginare che ogni regione possa avere una legge radicalmente diversa da un altra, che ogni comune possa fissare distanze diverse rispetto ai luoghi sensibili per punti gioco, dobbiamo pensare a un impatto regolatorio omogeneo. Dovremmo trovare in Conferenza Stato-Regioni una quadra che consenta agli operatori di gioco di poter pianificare l’attività secondo parametri omogenei. Lo Stato deve garantire al sistema gioco una regolazione omogenea, sta a noi trovare una quadratura tra i modelli. Non vogliamo creare delle enclave del gioco. E’ un tema che andrà valutato compiutamente dal Parlamento nella prima occasione utile. L’occasione utile per quanto mi riguarda sarà quella del confronto sulla Legge Delega. Voi sapete che tra i collegati alla Legge di Bilancio c’è quello della Legge Delega di riassetto del sistema del gioco. Vorremmo finalmente mettere un punto per riassestare completamente questo mondo. Come mi è capitato di dire in un’altra occasione la linea guida per riassestare questo mondo è un po’ quella delle autostrade: ci vanno tutti, capitano anche incidenti stradali anche mortali. Quindi, in autostrada c’è un reale rischio di morire, ma non per questo abbiamo pensato di chiuderle. Abbiamo creato un sistema di regole che ci consentono di evitare di morire in incidenti stradali. Quindi, dobbiamo mettere a terra le regole per spostarci con tranquillità. Nel mondo del gioco è pacifico ci siano i problemi di illegalità e ludopatia, ma la soluzione non è chiudere il comparto o demonizzarlo, la soluzione è regolarlo in modo fermo, definito e definitivo. Mettere fine a regolazioni episodiche, l’obiettivo è una regolazione finalmente stabile che consenta agli operatori anche stranieri di accedere al mercato italiano in condizioni di parità. Il Mef sta lavorando alla Legge Delega, che speriamo sia pronta per il mese di Novembre, e che si deve aggiungere a un sistema di proroghe perchè fare delle gare in attesa del riassetto sarebbe sciocco, comporterebbe una perdita di gettito, correrebbe il rischio di andare deserta. Sarei dell’idea che la proroga migliore sarebbe quella biennale o triennale. Sono certo comunque che proroghe vi saranno e che per la prima volta non saranno più fini a loro stesse, ma saranno funzionali a garantire il riordino. Per questo vorremmo far partire la Legge Delega prima delle proroghe. Vorremmo condizionare in qualche modo la proroga al riassetto del sistema. La proroga in quanto tale non è utile a nessuno. C’è un problema sensibile di affidamenti bancari per gli operatori che si trovano con concessioni in scadenza al 31 dicembre. Ci sono concessioni in scadenza 2028 e 2025, quelle non intendiamo prorogarle. Ma ci sono concessioni scadute al 30 di giugno. Oggi tutto ciò che scadeva a giugno scade il 31 marzo se sarà prorogato lo Stato d’emergenza”. (fed)