Tossicodipendenza e alcolismo le patologie più diffuse
Solo una piccolissima parte dei giocatori e degli scommettitori in Italia è da considerarsi ludopatico. Nessun particolare allarme, quindi, pur restando la protezione dei clienti e la prevenzione due punti cardine nelle strategie degli operatori e delle aziende del settore.
E’ quanto emerge dai risultati della prima annualità dell’Osservatorio OISED, il primo Centro Studi dedicato all’analisi per la cura delle dipendenze. Nello studio del primo anno di attività dell’Osservatorio, infatti, si evidenzia soprattutto la situazione riguardante le dipendenze da alcol e stupefacenti, ma ampio focus è dato anche al settore del gioco d’azzardo e delle scommesse.
Dalle elaborazioni condotte – si legge nel report – risulta una stima (riferita al 2021) di circa 250.000 utenti presi in carico affetti da dipendenza: per il 65,9% si tratta di utenti tossicodipendenti, per il 24,6% di alcolisti, per il 6,0% di utenti con dipendenza da gioco d’azzardo patologico, per il 3,0% da tabagismo e per l’1,3% da altre dipendenze, quali internet, social, sex addiction etc”.
Entrando nello specifico dei disturbi da ludopatia, si contano allora circa 15.000 persone in cura per problemi di questo tipo. Visto che secondo una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità i giocatori in Italia sono circa 18,5 milioni, le persone in cura per il problema della ludopatia sono lo appena 0,08% del totale. Una percentuale minuscola.
Nella ricerca si parla anche dei costi derivanti dalla varie dipendenze. Il costo medio annuo di un utente tossicodipendente in trattamento presso i SerD si può stimare essere pari a 5.236 euro, quello di un utente con dipendenza da alcol 5.050 euro, mentre per altre forme di dipendenza (tra cui quindi il gioco) 3.194 euro.