Martedì 11 maggio settore chiamato a raccolta per una nuova, grande manifestazione
Quella di oggi è una triste ricorrenza per il mercato del gioco pubblico: sono esattamente 300 giorni di chiusura delle sale giochi, scommesse e bingo. Si tratta di un primato negativo, siamo infatti l’unico paese in Europa ad aver chiuso per così tanto tempo le attività di gioco.
I 300 giorni vengono fuori dal primo lockdown dello scorso anno, quello che vide la chiusura dai primi giorni di marzo 2020 fino a circa metà giugno, e dalla seconda chiusura iniziata il 26 ottobre 2020. Circa 10 mesi quindi su un periodo totale di 14 giorni.
Ancora non c’è una data certa ma il sottosegretario al Mef con delega ai giochi Claudio Durigon ha anticipato ad Agimeg che la possibile data di riapertura potrebbe essere il 2 giugno.
Il settore dà lavoro a 150mila persone e garantisce entrate erariali per oltre 11 miliardi di euro l’anno. Secondo l’Istat il settore dell’intrattenimento è stato tra i più colpiti dalla pandemia, tanto che oltre il 60% delle imprese è oggi a serio rischio di chiusura. Il comparto del gioco pubblico rischia di perdere definitivamente 60mila dipendenti dei 12 mila locali rimasti chiusi.
In questi mesi sono state tante la manifestazioni di protesta che hanno visto i lavoratori e le lavoratrici del settore scendere in piazza. Oltre a tre grandi eventi che si sono svolti a giugno 2020 a Roma ed a febbraio scorso sempre a Roma ed a Milano, un consistente gruppo di imprenditrici e lavoratrici del gioco pubblico, coordinate da Antonia Campanella (presidente dell’associazione Emi Rebus e coordinatrice del Comitato Donne in Gioco), è stato protagonista di molte altre manifestazioni ed un presidio permanente a piazza Montecitorio durato quasi due mesi.
E martedì 11 maggio il settore è chiamato di nuovo a raccolta, con una nuova grande manifestazione: dalle ore 15 alle 19 si riuniranno a piazza Montecitorio per chiedere la riapertura a pieno regime del comparto del gioco pubblico.