Il Commissario AGCOM, nel suo intervento in occasione della conferenza stampa in Senato, ha parlato della necessità di un nuovo paradigma del gioco responsabile
“Forse serve un nuovo paradigma del gioco responsabile”. È quanto ha osservato Massimiliano Capitanio, Commissario AGCOM, nel suo intervento alla conferenza stampa tenuta in Senato, in cui sono stati discussi i dati emersi dalla ricerca della Fondazione FAIR sul gioco responsabile e i giovani under 25.
“Siamo rimasti fermi al 2019, quando dopo l’entrata in vigore del Decreto Dignità l’Autorità – allora gestita dai nostri predecessori – fece un’informativa al Governo sottolineando come la norma che introduceva in teoria il divieto assoluto di pubblicità, avesse nella pratica delle criticità tuttora non risolte. Ad esempio, le sanzioni non modulabili fissate in un minimo di 50.000 euro, che proprio negli ultimi giorni è stata portata all’attenzione della Corte Costituzionale da un tribunale, in seguito all’applicazione della norma da parte dell’Autorità nei confronti di una persona fisica, un giovane creator, per 157.000 euro, avendo sommato tre condotte non rispettose”.
Capitanio ha proseguito sottolineando i problemi di una norma per certi aspetti già superata. “Il divieto assoluto di pubblicità, oltre a non consentire campagne di informazione sulla responsabilità del gioco, può non favorire la distinzione tra il gioco legale e quello illegale, e in questo i fatti di cronaca ci sono di supporto perché conosciamo i recenti scandali legati alle scommesse sportive su quali piattaforme fossero veicolate. Queste erano alcune delle criticità che sono rimaste”.
“L’Autorità ha fatto rispettare la norma emanando delle linee guida che non erano obbligatorie ma che hanno favorito la comprensibilità dei divieti. Sono stati sanzionati tutti i soggetti che hanno infranto la legge, come le piattaforme online o gli editori di testate giornalistiche, fino ai recenti provvedimenti che hanno colpito i singoli creator sui social”. Quindi, l’appello rivolto al legislatore. “Forse serve un nuovo paradigma del gioco responsabile. Le dipendenze di cui parliamo oggi sono speculari rispetto a tante altre. I giovani giocano molto online ma hanno le stesse microdipendenze nelle piccole transazioni nei videogiochi e nei social media”.
Tuttavia, l’utenza non è ancora così ricettiva. “La responsabilità e l’educazione civica e digitale è fondamentale per la crescita generale. Un provvedimento voluto dal precedente governo ha introdotto il filtro parentale sulle SIM dei minori. Sulle categorie di blocco individuate di AGCOM c’è anche il gioco. Nonostante questo, il filtro è stato adottato solo da mezzo milione di familiari: vuol dire che tutti gli altri possono accedere al gioco. I nostri operatori bloccano milioni di contenuti e al secondo posto ci sono proprio quelli sul gioco. Serve un aggiornamento delle linee guida che nel 2019 non potevano contenere riferimenti sul gioco responsabile, che oggi è un obbligo di investimento per gli operatori del settore, e occorre insistere su queste campagne che sono necessarie”.
“Grazie al Parlamento dal 2019 in tutte le scuole è tornata l’educazione civica, che prevede anche l’educazione digitale dove si può spiegare la differenza tra gioco legale e gioco illegale. L’Autorità ha introdotto il patentino digitale nelle scuole, come altro strumento di responsabilità di senso civico. Per le famiglie, che devono spiegare come debba essere spiegato il gioco, lo strumento è adottare il parental control, uno strumento di protezione nei confronti di chi non è ancora adeguato ad approcciarsi al gioco bloccando il contenuto. L’invito è quello di sperimentarlo. Poi l’auspicio da regolatore è che l’interlocuzione con il Governo permetta una sinergia affinché la regolamentazione di AGCOM possa prendere spunto dall’indicazione del legislatore, chiarendo quelle aree di ombra che non hanno consentito di comunicare bene agli utenti la differenza tra gioco legale e illegale e chiarendo la portata dell’informazione e della pubblicità, risolvendo anche il tema delle sanzioni” ha concluso Capitanio.
Capitanio, al termine dell’intervento, ha dichiarato ad Agimeg che: “C’è ancora da aspettare per le linee guida sulla pubblicità di gioco responsabile. Per noi valgono ancora quelle attualmente in vigore”.