Un sistema integrato per contrastare la ludopatia nel gioco pubblico italiano
“Fino a quando non ci sarà l’esclusione/autoesclusione anche per il gioco frontale, il problema del gioco d’azzardo non verrà risolto definitivamente. Chi verrà escluso online, potrebbe riprendere a giocare fisicamente“, ha dichiarato Nathan Levialdi Ghiron, Magnifico Rettore dell’Università di Tor Vergata, durante il convegno organizzato per la presentazione della ricerca sul Registro Unico degli Esclusi (R.U.E.) per il settore del gioco pubblico in Italia.
Laura D’Angeli, componente del “Gruppo ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore” dell’Università Tor Vergata di Roma, ha illustrato le strategie comunicative del progetto: “Con questa ricerca noi ci rivolgiamo ai giocatori, non puniamo, né proponiamo una cura. La nostra analisi si pone l’obiettivo di realizzare delle strategie di autoesclusione, adottando un approccio complessivo e integrato.”
La D’Angeli ha poi sottolineato l’importanza del “Customer Player Journey”, il percorso di gioco del cliente, e come il comportamento dell’autoescluso differisca rispetto al giocatore normale, enfatizzando la necessità di una comunicazione efficace per sensibilizzare i giocatori sui rischi del gioco d’azzardo e sull’opportunità dell’autoesclusione.
Roberto Basili, professore associato presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Roma, Tor Vergata, ha esposto l’approccio tecnologico al problema: “Le tecnologie includono dispositivi indossabili come tag RFID e Beacon, e dispositivi mobili con app che usano Bluetooth e NFC, garantendo sempre anonimato e non invasività.”
Roberto Iurilli, responsabile Area legale “Gruppo ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore”, ha affrontato l’approccio normativo necessario per l’autoesclusione nel gioco fisico: “La futura normativa attuativa dovrà affrontare il tema del monitoraggio dei tentativi di gioco fisico da parte di giocatori volontariamente autoesclusi, garantendo trasparenza, anonimato e accessibilità.”
Antonio Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale Lazio, ha enfatizzato l’importanza di una normativa nazionale uniforme: “Negli ultimi anni abbiamo notato una certa discrasia tra le varie regioni che hanno regolamentato in maniera difforme le varie attività di gioco. È necessario uniformare un sistema non solo per avere un maggior controllo ma anche per dare le giuste risposte a chi vive questo disagio.”
Elisabetta Poso, direttrice ADM Ufficio Apparecchi da Intrattenimento, ha lodato l’approccio multidisciplinare dello studio: “Nella qualità ci sono anche gli aspetti di prevenzione delle eventuali patologie derivanti dal gioco d’azzardo e credo che con questa ricerca sia stato centrato in pieno questo obiettivo.”
Mario Lollobrigida, direttore per i giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha sottolineato l’importanza del contatto tra giocatori autoesclusi e strutture sanitarie statali: “Il sistema si regge sui giocatori sani, che utilizzano il gioco come uno qualsiasi altro passatempo. I concessionari saranno ben felici di adottare un sistema che garantisca il risultato attraverso la semplicità.”