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Festival di Sanremo 2022: per i bookmakers favorita Elisa

La cantante ha la stessa quota della coppia Mohamood-Blanco

La 72ma edizione del Festival Sanremo è alle porte e domani si darà il via alla kermesse della musica italiana più importante. Anche quest’anno sarà Amadeus il conduttore. Al lavoro anche i bookmakers che stanno offrendo quote su chi sarà il vincitore di questa edizione.

La proposta iniziale vede favoriti a pari merito Elisa e la coppia Mahmood-Blanco, offerti a 4,50. Seguono la coppia di testa Sangiovanni e La Rappresentante Di Lista a 9,00, mentre c’è grandissima attesa per le performance di Achille Lauro ed Emma, la cui vittoria è quotata a 10,00.

Ma in questa edizione ci saranno anche dei grandi ritorni, colossi della musica italiana, come Massimo Ranieri (quotato a 12,00) e Gianni Morandi (20,00), che però non partono da favoriti.

Ma i bookmakers non sottovalutano anche la presenza al festival di tre grandi icone delle musica pop, come Irama (15,00), Noemi (20,00) e Fabrizio Moro (18,00).

Diverse le presenze degli ex partecipanti del talent show ‘Amici’ di Maria De Filippi. Oltre ai già citati Sangiovanni e Irama, ci saranno anche Michele Bravi (20,00) e il rapper Aka7even (33,00).

Chiudono questa speciale classifica, con le quote più alte, Giusy Ferreri (50,00) e Iva Zanicchi (75,00).

Proposte anche scommesse particolari, come quella se il vincitore sarà di sesso maschile (2,00), femminile (3,50) oppure un gruppo (3,00). In quota anche l’eventualità che il vincitore sia un ex concorrente di un talent show, evento dato a 2,50.

Sarà anche possibile puntare anche sull’eventualità che un concorrente venga squalificato dalla competizione (2,50), proprio come successo a Morgan e Bugo nel 2019. (fed)

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Green Pass in tabaccheria: Governo accoglie istanza FIT

Nessuna verifica all’ingresso e controlli a campione

Il Governo ha accolto le istanze presentate dalla FIT (Federazione Italiana Tabaccai) nel corso dell’incontro con il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Il Governo ha esentato i tabaccai dall’obbligo di verifica puntuale di tutti i Green pass all’ingresso della rivendita.

“Ringraziamo il Governo ed in particolar modo il Sottosegretario Costa non solo per aver compreso le nostre ragioni – dice il Presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai Giovanni Risso – ma anche per aver provveduto con tempestività attraverso la risposta ad un quesito presentato dalla Federazione”.

“Sapere di poter effettuare i controlli a campione sui Green Pass della clientela rende possibile svolgere al meglio il nostro lavoro, nel rigoroso rispetto delle regole e agevola la vita ai cittadini. Si tratta – conclude Risso – di un giusto compromesso tra le ragioni, mai messe in discussione, del Governo e quelle della categoria”.

Grazie alla posizione assunta dalla FIT i tabaccai e tutti i titolari di esercizi per l’accesso ai quali era richiesto il possesso del Green Pass base, potranno effettuare controlli a campione sulla clientela.

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Rapporto Luiss-Ipsos: l’evoluzione del settore del Gioco nel periodo della Pandemia

Il gioco è un bene normale e un bene necessario, quindi parte del proprio tempo libero, ineliminabile dunque dal paniere dei consumi

Il gioco è un bene “normale” e come tale è percepito dai consumatori. Leggi regionali “espulsive” e chiusura dei punti vendita di gioco pubblico (come avvenuto durante la pandemia) hanno regalato spazi all’illegalità. Questi sono alcuni dei punti principali riportati nel nuovo capitolo del Progetto sul settore del Gioco, realizzato in collaborazione da Luiss Business School e Ipsos, nell’ambito dell’Osservatorio sui mercati regolati, presentato oggi a Roma presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiani.

A presentare il rapporto Raffaele Oriani, referente scientifico del Progetto di ricerca e Associate Dean della Luiss Business School, e Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos. Sono intervenuti anche Federico Freni, Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze e Livia Pomodoro, Presidente Advisory Board Progetto sul settore del Gioco, Gianni Pittella, senatore del PD e Ilaria Ugenti, Corporate Reputation Leader di Ipsos.

Il rapporto combina due indagini che fotografano lo stato del settore nel periodo Covid e le caratteristiche socio-economiche del giocatore tipo.

La prima analisi, curata da Ipsos, ha coinvolto 300 imprese impegnate nella distribuzione del gioco tra esercenti, bar, tabaccherie, ricevitorie, sale gioco e sale scommesse, mentre la seconda, elaborata sulla base di un modello econometrico sviluppato dalla Luiss Business School, ha definito il profilo del giocatore tipo, grazie a dati forniti dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli e da Istat.

“Dalla nostra indagine” ha dichiarato Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos “emerge una differente percezione dell’illegalità nel mondo del gioco: il 70% degli operatori pensa che questo fenomeno riguardi principalmente il canale fisico e che si sia propagato soprattutto durante il periodo pandemico, con conseguenze ritenute gravi per la diffusione del malaffare. I risvolti negativi sono poi ulteriormente rafforzati dalla convinzione presente nel 70% della popolazione e nel 79% degli esercenti, che non sia facile intercettare e punire fenomeni di illegalità, che inoltre sono socialmente tollerati, situazione che indebolisce la capacità della rete distributiva del gioco legale evidenziando delle fragilità di cui è bene tenere conto nel futuro”.

Sempre secondo quanto rilevato da Ipsos, il settore del Gioco si conferma pesantemente toccato dagli effetti della pandemia: solo il 35% degli esercenti dichiara di essere soddisfatto dell’andamento della propria attività e 1 esercente su 6 ha dovuto ridurre il personale (17%), e solo il 3% lo ha incrementato. Ripercussioni che potrebbero riverberarsi negativamente anche sul territorio con la diminuzione dei punti vendita e il proliferare di attività illegali.

Attraverso un modello econometrico elaborato dalla Luiss Business School è stato, inoltre, possibile determinare le caratteristiche (individuali e non) dei giocatori, l’influenza del reddito familiare pro-capite e della spesa ricreativa pro-capite sulle diverse tipologie di gioco, nonché l’evoluzione di tale spesa su base annua e per area geografica, grazie ai dati collezionati dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli e Istat, nel periodo 2011-2020.

Raffaele Oriani, referente scientifico del Progetto di ricerca sul settore del Gioco e Associate Dean della Luiss Business School, commenta: “dall’analisi dei dati emerge il racconto di una popolazione di consumatori che considera il gioco sempre più come un bene ‘normale’ e un bene ‘necessario’, quindi parte del proprio tempo libero, ineliminabile dunque dal paniere dei consumi.” Il professore Oriani segnala inoltre che “per combattere l’espansione del gioco illegale è necessario garantire una regolamentazione attenta, in particolare ai comportamenti dei giocatori e alle evoluzioni tecnologiche”.

Guardando agli ultimi 3 mesi, evidenzia il Rapporto, non si coglie una marcata insoddisfazione degli esercenti del settore del gioco per l’andamento del business, per quanto la maggior parte sia lontana dai livelli pre-pandemia. Nella quasi totalità dei casi i punti vendita hanno almeno un dipendente. Per l’80% degli esercenti il numero di addetti è rimasto invariato rispetto al periodo pre-pandemia.

Ma qual è l’impatto degli esercenti sul territorio? Se il loro esercizio commerciale non fosse presente nel territorio – riporta lo studio – ci sarebbero delle conseguenze che includono situazioni di disagio per la popolazione, oltre che effetti di matrice economica, secondo il 92% degli intervistati. I clienti andrebbero altrove (43%), si creerebbe del disagio (34%), mancherebbe un punto di riferimento (9%), ci sarebbero meno servizi a disposizione (4%) e il gioco si riverserebbe esclusivamente sull’online (3%).

“Il settore del gioco non è il male, dà lavoro a migliaia di persone e porta gettito, ma di ciò non vi è consapevolezza. Il mio appello è di non rifugiarsi nelle colpe del legislatore, ma lavorare tutti insieme per riuscire a diffondere questa consapevolezza”, ha dichiarato nel corso del convegno Federico Freni, Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze con delega ai giochi.

“Parlare di questo settore mette il legislatore in una posizione imbarazzante, ma questo imbarazzo deve essere superato con azioni concrete. Un legislatore ‘struzzo’ prenderebbe atto che ci sono delle problematiche e si rifugerebbe nella posizione di dire che a tutela di determinati valori non si deve giocare. Il legislatore dal 2017 ad oggi è stato con più o meno consapevolezza uno struzzo, ora è il momento di prenderci delle responsabilità, Parlamento e Governo. Finché sarò in questo ruolo, è mio dovere lavorare a tutela di questo comparto industriale. Possiamo mettere il gettito in secondo piano rispetto ai problemi che derivano dal gioco d’azzardo patologico, ma il gettito non possiamo ignorarlo quando parliamo di comparto industriale”.

“Quale comparto con questo gettito ha ricevuto il trattamento che ha ricevuto il gioco in questi ultimi anni? Nessuno. E’ il momento di uno scatto d’orgoglio, per dimostrare che siamo in grado come classe legislativa di regolare un settore industriale maturo, senza pregiudizi e che siamo in grado di dare una regolazione che crei affidabilità del settore, è inaccettabile che l’Italia sia l’unico paese europeo in cui è instabile”.

“La Legge Delega sul gioco, con l’atteso riordino del settore, è alla Ragioneria dello Stato e penso arriverà al Consiglio dei Ministri entro metà febbraio“, ha poi evidenziato Freni.

“L’industrialità del settore non deve farci dimenticare che i due pilastri da cui dobbiamo partire sono il contrasto all’illegalità ed il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo. Se non partiamo da questo, costruiremo una casa sulla sabbia e anche questo dipende da tutti noi, non solo dal legislatore”.

“Posso garantire che la nostra linea sarà quella di partire dalla tutela delle fasce più deboli, per evitare un’ ulteriore incidenza del Gap, e per tutelare chi da concessionario dello stato esercita legalmente la legalità da chi illegalmente sottrae lavoro e gettito“.

“Il comparto industriale del gioco deve abbandonare una facile recriminazione sulle assenze della politica, ma assieme alla politica dovrà costruire un settore nuovo, omogeneo e con una regolazione stabile, unica via a poterci consentire di approdare al gioco 2.0“, ha concluso Freni.

“Il gioco legale è un settore prezioso per il paese in termini di volumi di fatturato, gettito per l’erario, forza lavoro occupata e di efficace contrasto alla criminalità organizzata”, ha invece affermato il senatore del Partito Democratico, Gianni Pittella. “Eppure la risposta che appare emergere realisticamente, e lo dico con amarezza, è che il futuro del settore è aggravato drammaticamente dalla afona colpevolezza del legislatore che continua a trattare il settore come se fosse irrimediabilmente colpito da una peste congenita legata ad un giudizio non morale, ma moralistico dell’attività del gioco”

“L’Italia – ha proseguito – rappresenta un modello nell’aver assunto nel monopolio dello Stato le attività del gioco costruendo un sistema di regole concessorie, di vigilanza, di controlli e di recupero del gettito fiscale che in un colpo solo ha sottratto alla criminalità miliardi di euro e definito occupazione stabile e legale. La contraddizione è però che questo sistema di regole dovrebbe essere periodicamente aggiornato, reso omogeneo nel paese, adeguato ai tempi e reso capace di reagire all’evoluzione tecnologica. Ma di questo settore e dei cambiamenti si parla il meno possibile e anche per questo l’iniziativa odierna è importante”.

Nel 2020 tutte le tipologie di gioco hanno fatto registrare una forte riduzione rispetto all’anno precedente e la riduzione complessiva della raccolta ha nascosto uno spostamento verso l’illegalità. Ciò ha evidenziato l’importanza di sostenere le attività legali per non lasciare spazio al mondo delle mafie. La prima cosa da fare è dare certezze. Un orizzonte adeguato è essenziale per ogni attività d’impresa e ancor più per questo tipo di attività. Gli ultimi anni sono stati fatti di proroghe, ma ammettiamo onestamente che abbiamo avuto il tempo per farlo e lo siamo ancora. Questo è il messaggio che affido al sottosegretario al Mef, Federico Freni. In assenza di una normativa di coordinamento statale che dettasse i criteri da rispettare il contenzioso è sorto in tutto il territorio italiano poiché le Regioni e i Comuni sono intervenuti in modo difforme, pensando solo al distanziometro che ha creato effetti espulsivi per le attività legali a favore di quelli illegali. Innanzitutto bisogna ripartire dalla Conferenza Unificata del 2017 adeguandola mettendo al centro le politiche di prevenzione dalle dipendenze e di mantenimento di un’offerta adeguata alla domanda. Il testo unico è necessario per far terminare la confusione normativa. Il riordino è essenziale anche perché è prodromico al rinnovo delle concessioni. L’impossibilità di celebrare procedure selettive di alcuni dei più diffusi prodotti di gioco è il risultato dell’incapacità legislativa. Bisogna riavviare il circolo virtuoso dell’ordinario esercizio delle concessioni”.

“Quello del gioco è un comparto importante per l’economia del nostro Paese, motivo per il quale servono politiche che riducano le aree di rischio, penso al fenomeno dell’illegalità”, ha dichiarato nel corso del convegno Nando Pagnoncelli, Presidente e country manager di Ipsos Italia.

“I risultati della ricerca realizzata a luglio 2021 dicono che i due terzi della popolazione maggiorenne italiana ha dichiarato di aver giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Un fenomeno sociale di grande rilievo, dietro cui si nascondono però anche elementi legati all’illegalità: infatti nove italiani su dieci ritengono che questo fenomeno sia molto diffuso. Uno degli elementi per attenuare il fenomeno del gioco illegale è la censura sociale”.

“La ricerca del 2021 mostrava come le restrizioni imposte dai lockdown avessero provocato un cambiamento nelle abitudini di gioco, con un aumento del gioco online. Allo stesso tempo la chiusura di aree dedicate al gioco ha portato ad un aumento della dimensione illegale. Per questo abbiamo fatto un approfondimento sul canale distributivo che presentiamo oggi”.

“Abbiamo realizzato un campione rivolto al target degli esercenti attraverso interviste telefoniche. Si tratta di un tipo di settore che ha registrato una certa sofferenza legato al periodo della pandemia. Il 61% degli intervistati dichiara di essere meno soddisfatto rispetto a prima della pandemia, quindi è evidentemente un settore che sta denunciando e che è pienamente consapevole della sofferenza economica”, ha affermato la Corporate Reputation Leader di Ipsos, Ilaria Ugenti, presentando la sua ricerca durante l’evento ‘Il mercato del gioco: prospettive economiche e sociali’ organizzato dalla Luiss Business School.

“Questo comparto ci dà una fotografia della micro-impresa italiana. Si tratta nel 45% dei casi di aziende che impiegano almeno 3 dipendenti e almeno l’80% ha cercato di mantenere il numero di occupati costante, ma il 17% è stato costretto a licenziare qualcuno. Se non fossero presenti nel territorio il 34% degli esercenti pensa che si creerebbe un disagio alla comunità. L’attività ha sicuramente subito una mutazione dalla pandemia e il 42% degli esercenti è conscio che i clienti spendono meno rispetto a prima, ma è anche evidente un fenomeno di forte digitalizzazione degli ultimi anni. Il 75% degli esercenti percepisce una illegalità molto presente. Il gioco illegale è un problema molto grave con delle conseguenze molto rilevanti, ma è interessante osservare che dal punto di vista degli esercenti non ha solo a che fare con il danno economico ma comporta dei rischi per la popolazione”.

“Sono onorata per l’invito a far parte dell’Advisory Board. L’analisi dell’Osservatorio è stata condotta sulle variabili economico-sociali con lo scopo di avere una rappresentazione organica del settore. La ricerca è stata interdisciplinare avendo coinvolto varie figure di diversi campi. Si è confermato che nel nostro paese il gioco legale costituisce una parte integrante delle abitudini di spesa degli individui. Osservazioni di carattere morale e tentativi di repressione del gioco sono del tutto improduttivi in quanto non considerano le reali motivazioni antropologiche dei giocatori e rischiano soltanto di alimentare il gioco illegale”. E’ quanto ha affermato dalla presidente dell’Advisory Board, Livia Pomodoro. “Come documentato nel report, i risultati econometrici confermano il ruolo positivo che il gioco in denaro può esercitare persino sul benessere dei giocatori. A tal fine, è necessario che venga opportunamente tutelato attraverso una regolamentazione attenta ai comportamenti dei giocatori e alle evoluzioni tecnologiche e sia accompagnata ad una lotta serrata al gioco illegale. Sono stati individuate tre possibili aree di sviluppo, riordino del settore, territorialità e sostenibilità. E’ emersa una percezione diffusa di difficoltà nell’individuazione delle diverse forme di illegalità con gli strumenti attualmente disponibili e una mancanza di consapevolezza diffusa dei danni economici del gioco illegale. Nei media è stato poco considerato il tema della consapevolezza della illegalità che invece è importante per contenere nel futuro il gioco illecito. L’illegalità attrae il giocatore per un immediato accesso al credito, spesso usuraio. Nessun limite nel tempo e nel denaro delle giocate e assenza di vincoli normativi. Ciò contribuisce a rendere pericoloso l’attività del giocatore in questo ambito. La forte crescita del gioco a distanza pone continue sfide al legislatore. E’ indispensabile una regolamentazione che individui anche nei confronti dei consumatori delle zone di legalità attivando un sistema di attuazione e controllo e sanzione ove necessario che sia in grado di arrivare a risultati concreti”.

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ADM: Stefano Saracchi a capo della direzione dei Giochi

Il dirigente è attualmente all’Ufficio Lotterie e Giochi Numerici

Stefano Saracchi, attuale direttore dell’Ufficio Lotterie e Giochi Numerici dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sarà, secondo quanto appreso da Agimeg da fonti istituzionali, il nuovo direttore dei Giochi. La carica è attualmente ricoperta ad interim dall’attuale direttore generale Marcello Minenna, che aveva assunto l’incarico ad aprile dello scorso anno.

La direzione dei giochi in ADM è di grande importanza strategica anche per le forti attese, da parte del mercato, per il riordino del settore. Ricordiamo che Stefano Saracchi ha già ottenuto ottimi risultati con l’ultima edizione della Lotteria Italia.

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FIT: “Pronti allo sciopero se il Governo non ci ascolterà”

La Federazione Italiana Tabaccai contro l’obbligo di controllo del Green Pass dei clienti nelle tabaccherie

La Giunta Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai  ha deciso di chiudere le serrande, in data da destinarsi, per protestare contro l’obbligo di controllo del Green Pass dei clienti stabilito dal DPCM del 21 gennaio scorso.

“Abbiamo avviato una trattativa con il Governo”, ha detto il Presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai, Giovanni Risso. “In particolare, a breve incontreremo il sottosegretario alla salute Andrea Costa che ha mostrato attenzione alle nostre rivendicazioni”.

“Capiamo l’importanza del Green Pass come ostacolo al diffondersi dei contagi e, soprattutto, come stimolo alla vaccinazione anche per i più recalcitranti – ha continuato Risso – Non ne facciamo quindi una questione di principio ma di buonsenso”.

“Buonsenso, sì, perché in tabaccheria entrano 13 milioni di italiani al giorno non solo per comprare le sigarette ma, soprattutto, per pagare le bollette, ritirare un pacco o comprare i biglietti dei bus locali. Clienti che già ora, con le regole attuali e date le ridotte dimensioni delle tabaccherie italiane, entrano uno alla volta, rispettando pazientemente il proprio turno. Come si può non immaginare il caos che l’obbligo di controllo del Green Pass porterà? Come si può non vedere che piuttosto che fare la fila per acquistare un pacchetto di sigarette legali ci si rivolgerà al mercato clandestino, in mano a chi certamente non è interessato al possesso del Green Pass? Come si può – insiste il Presidente Nazionale FIT – non tenere nella giusta considerazione il rischio cui si dovranno esporre i tabaccai uscendo dal bancone, spesso blindato per motivi di sicurezza?”.

“Le tabaccherie sono negozi di vicinato, presidiano il territorio su cui sono storicamente radicate ed i tabaccai tutti hanno assicurato, pur nell’infuriare della pandemia, durante il lockdown, servizi essenziali per tutti i cittadini”.

“Un impegno, il nostro, che ora viene disconosciuto. Ma non ci stiamo, il nostro lavoro, il nostro senso di responsabilità devono essere tenuti in considerazione. Lo ribadiremo con assoluta determinazione al Sottosegretario alla Salute, Andrea Costa che, ci auguriamo, comprenderà le nostre ragioni.”
“Se così non fosse, se il Governo non ascoltasse la nostra voce, lo sciopero sarà inevitabile. Le tabaccherie – conclude Giovanni Risso – abbasseranno le saracinesche”.

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Bankitalia: nel 2021 quasi 70mila operazioni di gioco sospette

Le segnalazioni arrivano dagli operatori del settore

Nel secondo semestre 2021 la UIF ha ricevuto 69.401 Segnalazioni di Operazioni Sospette, in aumento del 15,2% rispetto al secondo semestre del 2020. Le SOS complessivamente ricevute nel 2021 si attestano quindi complessivamente a 139.524 unità (+23,3% rispetto all’anno precedente). Lo rende noto Bankitalia.

Nel semestre la UIF ha adottato 11 provvedimenti di sospensione di operazioni sospette, per un valore di 5,7 milioni di euro. In aumento anche gli scambi nell’ambito della collaborazione con l’Autorità giudiziaria e con le omologhe autorità estere.

Il graduale allentamento delle restrizioni dovute alla pandemia ha consentito l’avvio di sette verifiche ispettive, anche nei confronti di operatori non finanziari sinora mai ispezionati. Sono stati avviati altresì quattro controlli cartolari nei confronti di intermediari attivi nel settore dei finanziamenti “Covid-19”.

Sul totale delle segnalazioni non riconducibili a banche e Poste, la componente maggiore è ascrivibile agli IP (33,8%) e agli IMEL (29,8%), seguiti dai prestatori di servizi di gioco (13,8%) e dai professionisti (7,6%). La notevole crescita degli IP (da circa 5.100 a quasi 10.700 segnalazioni) è determinata dalle SOS inoltrate dai money transfer, che sono più che raddoppiate rispetto al secondo semestre del 2020 (da 4.738 a 9.900) e che riportano complessivamente 303.234 operazioni sospette principalmente effettuate con controparti ubicate in Senegal, Romania, Albania e Marocco (complessivamente il 41,3% degli importi sospetti trasferiti).

In totale nel 2021 gli operatori di gioco hanno segnalato 7.659 operazioni sospette – per un importo di oltre 225 milioni – di cui 4.357 nel secondo semestre. Nel 2020 furono in tutto 5.772.

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Risso (pres. FIT): “Sì a Green Pass nei tabaccai, ma no a controllo da parte dei rivenditori di generi di monopolio”

L’allarme lanciato dal presidente della Federazione Italiana Tabaccai

“Imporre ora il Green Pass per entrare nelle 50 mila tabaccherie italiane sarebbe una complicazione ulteriore per la vita dei cittadini e per il servizio dei rivenditori di generi di monopolio. Speriamo davvero che il testo allo studio del Governo venga modificato e che decada l’obbligo di controllo del Green Pass per i tabaccai”.

Il Presidente della Federazione Italiana Tabaccai (FIT), Giovanni Risso, lancia l’allarme in merito alla possibilità che le tabaccherie siano inserite nella lista delle attività commerciali in cui, dal prossimo 1° febbraio, sarà richiesto il Green Pass. La misura è allo studio del Governo e potrebbe essere inserita nell’atteso DPCM che istituirà le cosiddette attività “Green Pass Free”, ovvero l’elenco di negozi dove non sarà necessario presentare la certificazione verde per avervi accesso.

Al momento, se alimentari e farmacie – ma anche anche negozi di ottica o pompe di benzina – non sono inseriti nell’elenco, non altrettanto può dirsi per le tabaccherie, così come per le edicole.

Da qui l’allarme del Presidente della Fit, che ricorda come “nelle tabaccherie italiane entrano ogni giorno 13 milioni di persone, circa 250 per ogni rivendita. Sarà un vero problema controllare il Green Pass ad ogni cliente, per questo speriamo che il Governo ci ripensi. I tabaccai raramente hanno dipendenti ed inoltre per evidenti motivi di sicurezza non possono uscire da dietro il bancone. In queste condizioni, chiedere ad ogni cliente di esibire il green pass sarà davvero problematico”.

Il presidente Risso sottolinea come “tutti ricordiamo bene che le tabaccherie sono sempre rimaste aperte, anche nel pieno lockdown, perché servizi essenziali per i cittadini, anche per pagamenti, ricariche, marche, valori e servizi amministrativi”, motivo per il quale auspica che vengano inserite tra le attività “Green Pass Free”.

“Noi non siamo contro il Green Pass per entrare in tabaccheria, ma la responsabilità del controllo non deve ricadere sui tabaccai. Semplicemente – afferma ancora Risso – ci deve essere l’obbligo del green pass, ma la responsabilità deve ricadere solo sul cliente. E’ lui che ne risponde se ce l’ha o no quando entra nel nostro esercizio commerciale. Non possiamo controllare tutti coloro che entrano in tabaccheria. Sarebbe indubbiamente un problema, spero che la norma non passi così, ma che si preveda l’obbligo per i cittadini per entrare, senza obbligo di controllo per i tabaccai”.

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Il nuovo Totocalcio appassiona gli italiani, +25,4% delle giocate

Piace la nuova formula di gioco ed in particolare il 13

La nuova formula del Totocalcio sembra appassionare sempre più italiani, tanto che si registra un costante aumento delle giocate e degli incassi, che hanno registrato rispettivamente +25,4% e +41,9%.

Il nuovo Totocalcio prevede sei opzioni di gioco, ognuna delle quali con montepremi differenti. Per quanto riguarda il numero delle schedine giocate, è la formula con 13 partite quella che cattura di più l’attenzione dei giocatori, infatti raccoglie un terzo circa delle giocate ed oltre il 60% degli incassi.

Nella seconda nuova schedina, a differenza del primo concorso, sono aumentate le colonne giocate. Se nel primo concorso dell’anno del nuovo Totocalcio erano state giocate 46.750 colonne, nel secondo questo valore è salito a 58.616 per una crescita del +25,4%.

Stessa cosa anche per quanto riguarda gli incassi, infatti il primo concorso aveva raccolto puntate per 160.296 euro, mentre nel secondo si è arrivati a 227.334 euro, per una crescita del +41,9%. In entrambi i casi a crescita degli incassi è registrata per ognuna delle sei formule di gioco. (fed)

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Lotterie e Gratta e Vinci

Lotterie, nel 2020 oltre 16 miliardi di euro per le “good causes”

I fondi sono andati principalmente a sport, finanziamenti per ospedali e progetti benefici

Nel 2020, nonostante la pandemia, le lotterie nazionali hanno mantenuto il loro storico sostegno alla società nei momenti di bisogno. Oltre ai contributi finanziari, le lotterie nazionali hanno aumentato gli sforzi anche in modi non finanziari, ad esempio la fornitura di forniture mediche agli ospedali, le consegne di cibo ai più vulnerabili, le campagne di sensibilizzazione sanitaria e il supporto dei dipendenti e dei partner della rete di vendita al dettaglio. I membri di European Lotteries hanno continuato a rispettare i loro valori fondamentali di responsabilità, sostenibilità e integrità supportando le comunità locali in tutti i modi possibili.

Il 2020 ha visto modi nuovi e innovativi per sostenere le comunità e il denaro fornito alla società dai 47 membri di EL nell’UE (che hanno comunicato i propri contributi) è ammontato a 14,2 miliardi di euro. I fondi sono stati convogliati verso lo sport, fondi per altre buone cause e tasse per l’erario. Il contributo alla società di tutti i membri EL è stato di 16 miliardi di euro, il che significa che il 52% del GGR generato dai membri EL (escluse le sponsorizzazioni) è tornato alla società nei rispettivi Paesi.

I maggiori Stati membri dell’UE sono stati la Francia con 3,2 miliardi di euro, la Germania con 3,1 miliardi di euro e la Spagna con 2,5 miliardi di euro. L’importo medio che i membri di EL nell’UE hanno restituito alla società è stato di 32 euro pro capite nel 2020 (tra i 27 Stati membri dell’UE).

Dopo diversi anni di crescita continua, l’impatto di COVID-19 ha comportato una diminuzione del GGR totale del 14,8% rispetto al 2019. Tuttavia, il settore online ha registrato una forte crescita con tutti i membri EL che hanno generato GGR online di 3,6 miliardi di euro, che rappresentano l’11,7% del GGR totale nel 2020 e un +25,7% anno su anno.

Un altro importante contributo dei membri di EL è stato l’occupazione nei rispettivi paesi. Nel 2020, i 46 membri EL operanti nell’UE hanno impiegato direttamente 42.206 dipendenti a tempo pieno, mentre tutti i 65 membri EL impiegavano 47.727 dipendenti a tempo pieno.

Anche le attività di gioco responsabile sono parte integrante dell’attività dei membri EL. Nel 2020, i membri di EL hanno continuato ad enfatizzare le misure per prevenire il gioco problematico, poiché durante l’Assemblea generale del 2020 hanno approvato la certificazione obbligatoria di gioco responsabile obbligatoria per tutti i membri.

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Bilancio previsione dello Stato: 48 miliardi di euro per l’Erario dai giochi

Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha presentato la nota di variazione del Bilancio

Le entrate da giochi e scommesse per lo Stato saranno pari a 16 miliardi di euro l’anno nel triennio 2022-2024. E’ quanto si legge nella Nota alla variazione del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, presentata dal Ministro dell’economia e delle finanze, Daniele Franco, al Senato.

Nel dettaglio per il 2022 gli incassi erariali previsti saranno pari a 16,026 miliardi, nel 2023 e 2024 pari a 16,027 per ciascun anno. Lo Stato ha inoltre stanziato 44 milioni di euro l’anno per il triennio 2022-2024 per il contrasto al gioco d’azzardo patologico.