Al vaglio dell’Esecutivo il documento base del Decreto Salva-calcio
Che il settore del gioco pubblico sia un limone da spremere quando si cercano soldi facili è un fatto conclamato, ma stavolta il Governo rischia un clamoroso autogol. Non c’è infatti niente di facile nel nuovo documento che il Ministro dello Sport Abodi sta sostenendo presso Palazzo Chigi. Si tratta di un documento, che il Governo valuterà nelle prossime ore e che potrebbe poi essere la base per un Decreto Salva-calcio più ampio come da tempo chiedono i club di calcio, che prevede un prelievo (come appreso da Agimeg da fonti istituzionali si parla di circa 30 milioni) sulla raccolta delle scommesse online.
Si tratta di una manovra fuori tempo e fuori luogo. La gara per le nuove concessioni online ha infatti creato già molti problemi e perplessità tra gli operatori. In particolare il costo di 7 milioni di euro di fatto dimezzerà il mercato degli attuali operatori. Attualmente sono oltre un’ottantina gli operatori di gioco online e la nuova soglia di entrata a 7 milioni darà un taglio netto al mercato.
Secondo le stime dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, saranno circa 50 le concessioni vendute per un incasso totale per il Governo di 350 milioni di euro. Ma non saranno 50 gli operatori a prendere la nuova concessione visto che le aziende più grandi ne acquisteranno diverse (è previsto un massimo di 5 per operatore). Per gli operatori indecisi o quelli che stanno valutando di unirsi per l’acquisto della nuova licenza, la nuova tassa potrebbe essere il colpo di grazia per la rinuncia a far parte del mercato del gioco online.
Le 50 concessioni previste potrebbero quindi essere molte di meno. Basterebbe la rinuncia a sole 5 concessioni (35 milioni di euro) per fare incassare al Governo meno dei 30 milioni previsti dalla nuova tassa a favore dei club di calcio.
E non finisce qui! Gli operatori che la nuova tassa escluderebbe dal mercato che fine faranno? Il rischio di uno spostamento di risorse verso l’illegale è molto grande, con rischi non solo di sicurezza per il sistema e per i giocatori, ma anche per le entrate erariali. Ci potrebbe essere, in cambio del nuovo prelievo, un ammorbidimento sul divieto di pubblicità, per gli operatori di gioco, introdotto nel 2018 dal Decreto Dignità. Ma questa è solo un’ipotesi e che andrebbe valutata nelle tempistiche e nei modi attuazione.
Bisognerebbe capire se si tratterebbe di un contentino o di un’apertura reale visto che sulla questione maggioranza ed opposizione sono in netto disaccordo. Insomma un intervento che deve essere attentamente valutato dal Governo visto che, così come è previsto, non porta alcun vantaggio economico ed anzi rischia di creare polemiche, contenziosi e vantaggi alla criminalità, tutte cose di cui Palazzo Chigi farebbe volentieri a meno.