I rappresentanti delle associazioni del gioco pubblico ed il mondo politico si sono ritrovati per analizzare criticità e problematiche presenti e future
Una riforma del gioco pubblico sempre più necessaria, con il settore schiacciato da una tassazione troppo alta, regole incerte e poco uniformi sul territorio, un pregiudizio politico-sociale ancora radicato e confusione tra legale e illegale. Per discutere di questi temi e molto altro, l’Istituto Milton Friedman ha deciso di radunare intorno a un tavolo alcune delle maggiori associazioni del gioco pubblico italiano, in una conferenza alla Camera dei Deputati dal titolo “Gioco legale: regole uniformi per garantire sicurezza, legalità e gettito”.
L’evento ha ancora una volta posto l’accento su un’industria che viene riconosciuta a fatica dalle istituzioni e dai rappresentati politici. Eppure parliamo di un settore di grandissima importanza per le casse dello Stato, che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone attraverso migliaia di aziende e attività.
“Il settore del gioco è un comparto economico molto importante per il sistema Italia sotto l’aspetto del gettito fiscale e occupazionale. Vogliamo mandare un messaggio alle istituzioni perché urge una regolamentazione complessiva del settore che sia uniforme in tutto il territorio”, ha infatti sottolineato Alessandro Bertoldi, presidente dell’Istituto Milton Friedman.
A fargli eco tutti i presidente delle associazioni presenti, a cominciare da Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP-FIPE: “C’è l’esigenza di un riordino complessivo e contemporaneo del settore – le sue parole – Ora, con la Legge Delega speriamo tutti che si possano trovare soluzioni condivise. La Delega deve mantenere l’attrattività delle reti generaliste e va mantenuta un’offerta equilibrata tra le diverse verticali di gioco”.
Particolarmente accorato poi l’intervento di Domenico Distante, presidente della Sapar: “Siamo da sempre dalla parte dello Stato e della legalità, ma nonostante tutto subiamo ancora tantissime ingiustizie e torti, a cominciare dalla situazione che abbiamo con le banche che ci chiudono i conti correnti. Questo è inaccettabile, speriamo che il governo e la legge delega mettano ordine, bisogna tutelare le piccole e medie imprese e i loro dipendenti”.
“In un mondo dove si parla di Metaverso e Intelligenza Artificiale è paradossale parlare ancora di distanziometri”, ha invece detto Massimiliano Pucci, presidente di Astro. “Il gioco fisico occupa 100mila persone e versa 7 miliardi di euro all’Erario. Ma il gioco fisico sta ancora combattendo con i distanziometri ed è paradossale viste le tecnologie presenti al giorno d’oggi, come l’Intelligenza Artificiale e il Metaverso”, ha aggiunto.
Per Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio: “La lotta all’illegalità rappresenta una priorità per tutto il comparto del gioco pubblico. Il presidio dei territori, così come del web, da parte dello Stato e dell’esercito dei suoi incaricati di pubblico servizio non deve arretrare. Se lo Stato arretra, si finisce per favorire l’illegalità. Se il territorio viene penalizzato, si finisce per favorire l’illegalità”.
Intervenuto nel corso della conferenza anche Antonio Giuliani, direttore Ufficio scommesse e giochi online di ADM: “Sono un grande sostenitore del gioco pubblico legale, è un settore importante e quella del riordino è un’occasione che dobbiamo prendere al volo perché è necessario gestire il gioco pubblico in un modo nuovo – ha detto – Il vero nemico da battere è il gioco illegale. Si fa ancora fatica a capire la differenza tra legale e illegale”.
Presenti anche esponenti della politica, tra cui Stefano Vaccari (PD-IDP), segretario di presidenza. “Il comparto del gioco rappresenta una delle realtà più estese dell’economia italiana e quindi necessita di risposte adeguate. L’obiettivo è rafforzare gli argini verso la criminalità e innalzare la qualità dell’offerta. La tassazione è troppo alta nei confronti del settore e quindi dovrà essere rivista e, infine, c’è il grande tema delle concessioni”, le sue parole.
“Distanze e limiti orari sono anacronistici. La politica deve trovare un punto d’incontro con il settore del gioco, ma senza pregiudizi o proibizionismi”, ha invece dichiarato Alessia Ambrosi, di Fratelli d’Italia. “Il settore del gioco pubblico svolge un’attività legale e quindi deve essere tutelato e trattato con rispetto e dignità. Ho avuto modo di avere un confronto con il viceministro Leo che ha la delega ai giochi, il quale mi ha mostrato tutta l’intenzione del Governo di procedere in questa direzione”.
Per Simone Billi (Lega): “La regolamentazione del gioco pubblico è un argomento molto complesso che deve tenere conto di tantissimi aspetti. Ritengo che il gioco debba essere svolto in modo responsabile e sicuro. Le politiche di adesso però non stanno risolvendo nulla, stanno solo spostando i giocatori verso l’illegale”.
Infine un commento anche da parte di Daniele Scalea, presidente del Centro Studi Machiavelli, partner dell’Istituto Milton Friedman: “Indubbiamente negli ultimi anni ci sono state politiche proibizioniste nel settore, ma se lo scopo ero quello di dissuadere gli italiani a giocare, l’obbiettivo non è stato raggiunto. Le politiche proibizioniste e di divieto degli ultimi governi, hanno portato allo spostamento verso l’illegale. E’ quindi una politica che ha fallito nel suo obbiettivo, perché la spesa degli italiani per il gioco è aumentata”.
Tanti argomenti sul tavolo e tante priorità da affrontare, con la legge delega che rappresenta la speranza di tutti gli esponenti del gioco pubblico. La palla passa alla politica, chiamata finalmente a mettere mano al riordino del settore.