Entro 15 giorni ci sarà un nuovo incontro tra ADM e operatori
Strade e tempi diversi per due attese novità nel settore delle scommesse. Durante un incontro tra il direttore del settore scommesse e gioco online di ADM Antonio Giuliani ed i concessionari, sono emerse delle nuove criticità in merito al Decreto sull’errore quota, mentre per il Decreto Bonus la strada appare in discesa.
Per la parte relativa al Decreto sull’errore quota c’è stato un rinvio causato da nuove osservazioni da parte dei concessionari non emerse nel corso delle precedenti riunioni che hanno obbligato ADM a rimandare un eventuale ok al provvedimento ad un successivo incontro che dovrebbe tenersi nell’arco di 15 giorni. In tal senso l’Agenzia ha chiesto ai concessionari, per i prossimi incontri, di intervenire attraverso una rappresentanza degli stessi per facilitare il confronto.
Uno dei temi in discussione è quello legato all’intervento su liste statistiche (prematch) o dinamiche (live). Per i concessionari premono affinché l’errore quota sia valido per entrambe le situazioni in maniera da evitare interventi speculativi da parte di scommettitori che si servono anche di tecnologie avanzate per “catturare” queste situazioni. La posizione di ADM è invece quella di individuare criteri oggettivi e tecnicamente possibili per individuare i casi in cui si verifichi un errore quota reale e individuabile dal giocatore, in modo da contemperare al meglio gli interessi dei giocatori e dei concessionari. Insomma capire in modo chiaro e definitivo quando davvero si può parlare di errore quota.
Il problema dei problemi appare però la questione legata alla reale possibilità di individuazione della quota errata allorché l’errore sia comune a tutti i concessionari in quanto derivante da un errore fatto a monte da un unico provider. In quel caso mancherebbe la comparazione e quindi come valutare se si tratta davvero di un errore quota?
Si va invece verso l’ok al Decreto sui Bonus. Tre le tipologie di bonus previste: bonus con vincita integrale, bonus con vincita ridotta, bonus con vincita bonus. Previste alcune regole sui bonus erogabili e loro fruizione. Potrà essere al massimo di 100 euro il bonus utilizzato dallo scommettitore per le proprie giocate. Non si potrà utilizzare l’opzione “cash out” per le somme accreditate attraverso il bonus. Ogni concessionario potrà erogare bonus, nel mese solare, per un importo totale massimo inferiore al 50% della spesa (giocate meno vincite) registrata nello stesso periodo. Sia il bonus utilizzato dal giocatore sia l’eventuale vincita pagata saranno inserite nel totale delle somme giocate e vinte e quindi valide per il calcolo dell’imposta unica.
L’Associazione, che rappresenta il 70 per cento del mercato italiano, avrà il compito di rappresentare il settore del gioco in concessione
Si è recentemente costituita AGIC (Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione), una nuova realtà associativa che rappresenta le principali aziende concessionarie del settore del gioco pubblico e regolamentato in Italia. Ne fanno parte International Game Technology (IGT), Lottomatica, Sisal Italia e Snaitech, che rappresentano circa il 70% del mercato italiano del gioco legale e sono presenti nel nostro Paese con oltre 6.600 dipendenti e una rete complessiva di circa 70.000 punti vendita.
L’associazione aderisce a Confindustria nazionale e ha l’obiettivo di garantire una concreta e professionale rappresentanza del settore, valorizzando azioni e investimenti su legalità, sicurezza e responsabilità verso consumatori e comunità, valori da sempre al centro delle attività delle aziende aderenti e principi indispensabili per costruire una solida e moderna industria italiana del gioco.
Attesa la riforma del gioco pubblico: oltre all’online, tante criticità anche per bar, tabaccai e tutti gli esercizi commerciali che contengono slot e vlt
E’ un momento di grande fermento per il settore del gioco pubblico, che ha nella Legge Delega l’occasione di riformare il comparto. Oltre all’online, occhi puntati anche sul giocofisico, con le associazioni di settore che hanno mostrato il proprio disappunto in merito alla bozza che ha cominciato a circolare.
“In queste ore si stanno discutendo i parametri e le leve della nuova legge di bilancio. Inoltre, anticipazioni di stampa lasciano intendere che tra le misure di reperimento delle risorse sono al vaglio iniziative regolatorie attuative di solo una parte delle misure previste dal riordino previsto della Delega Fiscale. Si parla infatti di riordino dell’online ma non anche di un riordino del territorio. Senza nulla togliere all’importanza di un riassetto per l’on-line, nell’assumere dei provvedimenti soprattutto se emergenziali per il reperimento delle risorse in legge di bilancio, occorre che si rammenti che procedere in modo non uniforme nell’attuazione della Delega Fiscale può concretamente significare di comportare delle penalizzazioni indirette alla rete generalista del territorio che è invece protagonista nel perseguire i principali obiettivi di interesse pubblico sottesi all’esistenza del comparto stesso”, sottolineano le associazioni ACADI, ASTRO, EGP e SAPAR.
“Non è un caso che la Delega Fiscale abbia previsto un riordino complessivo e compatto del comparto, sia per la parte di esso impegnato a distribuire prodotti di gioco di Stato sul territorio sia per la parte di esso impegnato a distribuire prodotti di Stato sul web. Non è un caso che recentemente, il 7 novembre al convegno dell’Istituto Friedman alla Sala Regina della Camera, le associazioni di categoria interpellate (Acadi, Astro, EGP e Sapar) abbiano chiesto all’unisono un riordino compatto (sia per l’on line sia per il territorio, senza disallineamenti temporali), lanciando l’allarme delle possibili conseguenze di eventuali partenze differenziate. Partire con una riforma non completa – aggiunge -, attuare un riordino a tappe rischia di vanificare in tutto o in parte anche gli obiettivi di finanza pubblica invece perseguiti in questa fase. Ed infatti occuparsi solo dell’online, non prevedere in simultanea la riforma del fisico con la soluzione della questione territoriale, lasciare quindi l’offerta di Stato sui territori in balia dei distanziometri espulsivi e degli orari insostenibili senza una concreta prospettiva immediata di riordino significa indebolire quella parte di sistema che assicura per la gran parte i principali obiettivi di interesse pubblico in termini di tutela dell’utente, del presidio di legalità e dell’occupazione. Non solo dunque per ragioni di rischi cannibalizzazione dell’offerta. Tra l’altro in caso di spostamento della domanda di gioco dal territorio sull’online non si vedrebbero garantiti gli stessi livelli di gettito erariale. E questo lo dicono i numeri del comparto, laddove si metta a raffronto il contributo del territorio rispetto al totale del comparto”.
“L’offerta generalista di bar e tabacchi sui territori è in grado di fornire un presidio di legalità massiccio, con la presenza di prodotti di gioco di Stato in 75.000 punti (di cui 41.000 bar) in ben 6.044 dei 7.901 Comuni italiani. La stessa offerta generalista con gli apparecchi di gioco assicura con le sale un gettito erariale da emersione importante di 5,9 miliardi di euro (sugli 11 prodotti da tutto il comparto) e dà lavoro con le altre filiere del territorio a 140.000 occupati dei 150.000 stimati dell’intero settore. Allo stesso modo sono presidio di legalità, voce importante per l’Erario e valore occupazionale di primo livello le piccole e medie imprese di gestione degli apparecchi da intrattenimento con e senza vincita in denaro. Si tratta di un sistema di imprese che hanno radici profonde sul territorio e rappresentano la prima linea dello Stato in tema di legalità e prevenzione del gioco problematico”, continuano.
“Una riforma disallineata e parziale – prosegue – è una riforma che rischia di essere idonea a ridurre, comprimere, limitare o in qualche modo penalizzare indirettamente la presenza della rete generalista oggi radicata sui territori: così v’è il rischio di compromettere gli interessi costituzionali della tutela della salute dell’utente e della fede pubblica (realizzata con un’offerta misurata e controllata dallo Stato e gestita da operatori esperti), della tutela dell’ordine pubblico sui territori come la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose (con la presenza effettiva visibile ed efficace), del gettito erariale (che si ricorda essere di emersione) dell’occupazione (assicurata ad oggi nei fatti in ogni parte d’Italia). In definitiva, il presidio dei territori, così come del web, da parte dello Stato e dell’esercito dei suoi incaricati di pubblico servizio non deve arretrare. E ciò non deve accadere neanche per ragioni indirette o per applicazioni disordinate, non omogenee e non compatte del Riordino che, saggiamente, la Legge Delega ha trattato senza dare la precedenza o senza segnare la prevalenza ad alcuna verticale distributiva, per la riconosciuta importanza del mix di offerta pubblica consolidato nel tempo ai fin del perseguimento degli interessi pubblici richiamati”, la conclusione.
I rappresentanti delle associazioni del gioco pubblico ed il mondo politico si sono ritrovati per analizzare criticità e problematiche presenti e future
Una riforma del gioco pubblico sempre più necessaria, con il settore schiacciato da una tassazione troppo alta, regole incerte e poco uniformi sul territorio, un pregiudizio politico-sociale ancora radicato e confusione tra legale e illegale. Per discutere di questi temi e molto altro, l’Istituto Milton Friedman ha deciso di radunare intorno a un tavolo alcune delle maggiori associazioni del gioco pubblico italiano, in una conferenza alla Camera dei Deputati dal titolo “Gioco legale: regole uniformi per garantire sicurezza, legalità e gettito”.
L’evento ha ancora una volta posto l’accento su un’industria che viene riconosciuta a fatica dalle istituzioni e dai rappresentati politici. Eppure parliamo di un settore di grandissima importanza per le casse dello Stato, che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone attraverso migliaia di aziende e attività.
“Il settore del gioco è un comparto economico molto importante per il sistema Italia sotto l’aspetto del gettito fiscale e occupazionale. Vogliamo mandare un messaggio alle istituzioni perché urge una regolamentazione complessiva del settore che sia uniforme in tutto il territorio”, ha infatti sottolineato Alessandro Bertoldi, presidente dell’Istituto Milton Friedman.
A fargli eco tutti i presidente delle associazioni presenti, a cominciare da Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP-FIPE: “C’è l’esigenza di un riordino complessivo e contemporaneo del settore – le sue parole –Ora, con la Legge Delega speriamo tutti che si possano trovare soluzioni condivise. La Delega deve mantenere l’attrattività delle reti generaliste e va mantenuta un’offerta equilibrata tra le diverse verticali di gioco”.
Particolarmente accorato poi l’intervento di Domenico Distante, presidente della Sapar: “Siamo da sempre dalla parte dello Stato e della legalità, ma nonostante tutto subiamo ancora tantissime ingiustizie e torti, a cominciare dalla situazione che abbiamo con le banche che ci chiudono i conti correnti. Questo è inaccettabile, speriamo che il governo e la legge delega mettano ordine, bisogna tutelare le piccole e medie imprese e i loro dipendenti”.
“In un mondo dove si parla di Metaverso e Intelligenza Artificiale è paradossale parlare ancora di distanziometri”, ha invece detto Massimiliano Pucci, presidente di Astro. “Il gioco fisico occupa 100mila persone e versa 7 miliardi di euro all’Erario. Ma il gioco fisico sta ancora combattendo con i distanziometri ed è paradossale viste le tecnologie presenti al giorno d’oggi, come l’Intelligenza Artificiale e il Metaverso”, ha aggiunto.
Per Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio: “La lotta all’illegalità rappresenta una priorità per tutto il comparto del gioco pubblico. Il presidio dei territori, così come del web, da parte dello Stato e dell’esercito dei suoi incaricati di pubblico servizio non deve arretrare. Se lo Stato arretra, si finisce per favorire l’illegalità. Se il territorio viene penalizzato, si finisce per favorire l’illegalità”.
Intervenuto nel corso della conferenza anche Antonio Giuliani, direttore Ufficio scommesse e giochi online di ADM: “Sono un grande sostenitore del gioco pubblico legale, è un settore importante e quella del riordino è un’occasione che dobbiamo prendere al volo perché è necessario gestire il gioco pubblico in un modo nuovo – ha detto – Il vero nemico da battere è il gioco illegale. Si fa ancora fatica a capire la differenza tra legale e illegale”.
Presenti anche esponenti della politica, tra cui Stefano Vaccari (PD-IDP), segretario di presidenza. “Il comparto del gioco rappresenta una delle realtà più estese dell’economia italiana e quindi necessita di risposte adeguate. L’obiettivo è rafforzare gli argini verso la criminalità e innalzare la qualità dell’offerta. Latassazione è troppo alta nei confronti del settore e quindi dovrà essere rivista e, infine, c’è il grande tema delle concessioni”, le sue parole.
“Distanze e limiti orari sono anacronistici. La politica deve trovare un punto d’incontro con il settore del gioco, ma senza pregiudizi o proibizionismi”, ha invece dichiarato Alessia Ambrosi, di Fratelli d’Italia. “Il settore del gioco pubblico svolge un’attività legale e quindi deve essere tutelato e trattato con rispetto e dignità. Ho avuto modo di avere un confronto con il viceministro Leo che ha la delega ai giochi, il quale mi ha mostrato tutta l’intenzione del Governo di procedere in questa direzione”.
Per Simone Billi (Lega): “La regolamentazione del gioco pubblico è un argomento molto complesso che deve tenere conto di tantissimi aspetti. Ritengo che il gioco debba essere svolto in modo responsabile e sicuro. Le politiche di adesso però non stanno risolvendo nulla, stanno solo spostando i giocatori verso l’illegale”.
Infine un commento anche da parte di Daniele Scalea, presidente del Centro Studi Machiavelli, partner dell’Istituto Milton Friedman: “Indubbiamente negli ultimi anni ci sono state politiche proibizioniste nel settore, ma se lo scopo ero quello di dissuadere gli italiani a giocare, l’obbiettivo non è stato raggiunto. Le politiche proibizioniste e di divieto degli ultimi governi, hanno portato allo spostamento verso l’illegale. E’ quindi una politica che ha fallito nel suo obbiettivo, perché la spesa degli italiani per il gioco è aumentata”.
Tanti argomenti sul tavolo e tante priorità da affrontare, con la legge delega che rappresenta la speranza di tutti gli esponenti del gioco pubblico. La palla passa alla politica, chiamata finalmente a mettere mano al riordino del settore.
Uno dei principali obiettivi del piano strategico di Alesse (Dir. ADM) è il contrasto all’offerta di gioco illegale
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli oscurerà altri 76 siti di gioco e scommesse illegali. Nel solo 2023 sono 491 i domini di gioco illegale inibiti, il doppio rispetto a quanto previsto negli obiettivi assegnati all’Agenzia. L’ammontare totale dei siti oscurati sale così a 9.902.
Il contrasto a questo tipo di offerta illegale di gioco rappresenta, inoltre, una forma di tutela dei giocatori e, nello stesso tempo, garantisce all’Erario, e a tutta la filiera del gioco pubblico, la salvaguardia dei rispettivi interessi economici.
L’attività di contrasto al gioco illegale costituisce uno dei principali obiettivi individuati dal piano strategico del Direttore dell’Agenzia, Cons. Roberto Alesse, soprattutto alla luce della pericolosità del gioco a distanza offerto senza regole, con possibilità di scommettere ben oltre i limiti consentiti e senza controlli sull’età dei giocatori.
Riuscire a limitare l’offerta di gioco illegale significa anche dare un duro colpo alla criminalità organizzata, poiché una delle voci più importanti dei suoi ricavi deriva proprio da questo settore e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, insieme alle Forze dell’Ordine, ha posto grande attenzione sul tema sia per proteggere i consumatori sia per prevenire danni all’Erario.
Il segretario generale Guggino: ‘I problemi non si risolvono con i divieti, intervenga il Governo’
Il divieto di pubblicità per le aziende del gioco e delle scommesse, voluto dal Decreto Dignità del 2018, ha creato negli ultimi anni fenomeni contraddittori, confusione, e nessuna soluzione ai problemi del settore. Da tempo le associazioni e gli operatori mostrano il proprio disappunto su un provvedimento che anziché scoraggiare, ha favorito il gioco illegale, sia nel fisico che nell’online.
In questo senso, stavolta è stato il turno della IAP, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, che nella persona del suo segretario generale Vincenzo Guggino ha ancora una volta espresso il proprio parere negativo sul divieto di pubblicità nel gioco: “Siamo convinti che i problemi non si risolvano con i divieti o con i ban, ma regolamentando i settori. Vietare la pubblicità del gioco lecito equivale a equiparare il gioco legale a quello illegale e questo è un autogol”, la denuncia affidata all’agenzia Agimeg.
Guggino, nel corso dell’incontro annuale della IAP, ha proseguito: “È materia del governo, ci auguriamo che questo divieto decada e soprattutto che venga regolamentata la pubblicità nel settore del gioco”. Un augurio che trova molti sostenitori in tutto il settore del gioco legale, dal digitale al fisico, impossibilitati a comunicare e quindi spesso scavalcati da realtà illecite. Una comunicazione e una pubblicità regolamentate sarebbero invece la soluzione anche per una maggiore tutela dei clienti e degli utenti, nell’ottica di perseguire la creazione di un gioco sostenibile.
E proprio la sostenibilità in tema di comunicazione e pubblicità è stata al centro dell’incontro IAP di Milano. Oltre al segretario generale, anche il presidente della IAP Mario Barbuto ha espresso il suo parere: “La nostra missione è dedicata alla formazione e all’informazione. Il mondo della pubblicità è affascinante, dobbiamo affrontare i problemi anche del futuro, come l’intelligenza artificiale”.
Presente all’evento anche Antonio Calabrò, capo di gabinetto dell’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato): “I temi del green e della sostenibilità ambientale vengono ormai abbracciati da tutte le maggiori multinazionali, ma siamo preoccupati perché non sempre nella pratica questi principi vengono poi rispettati – il suo allarme – Quindi c’è una grande comunicazione sul tema del green, ma la sua reale attuazione è più complicata”.
‘Necessaria anche la riattivazione di un tavolo tecnico’
E’ un vero e proprio grido di rabbia e allarme quello lanciato dall’intero comparto Amusement nazionale (giochi senza vincite in denaro) raggruppato negli Stati Generali. Un grido sotto forma di lettera inviata a Mario Lollobrigida (Direttore Direzione Giochi Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) ed Elisabetta Poso (Direttrice Ufficio Apparecchi da Intrattenimento).
Il cuore della lettera è la richiesta urgente della proroga dei termini per conseguire le certificazioni di conformità delle apparecchiature TULPS art 110 Comma 7c bis con emissione di tickets (c.d. Tickets Redemptions) e art 110 comma 7 Ante 2003 prevista per il 31 dicembre dell’anno corrente.
Questo il testo della lettera, a firma SAPAR, FEDERAMUSEMENT, CONSORZIO FEE,ASTRO, ANESV, ACMI, SNIV FILSEA, ANDIMEPA, ANBI, NEW ASGI, ANSVA, che sottolinea i motivi dell’urgenza e dell’importanza della richiesta di proroga della scadenza delle certificazioni di conformità:
– difficoltà nel procedere alle omologhe (che si tramuta a volte in vera e propria impossibilità) di diverse tipologie di apparecchi, in quanto la discrezionalità riconosciuta agli enti omologatori spesso porta a una dilatazione notevole delle tempistiche oltre al fatto che ci vengono riferiti casi in cui gli enti hanno rifiutato di esaminare le pratiche di certificazione;
– complessità documentali, soprattutto per gli apparecchi ante 2003, che non potranno essere omologati alla scadenza suddetta in quanto nella maggior parte dei casi le ditte produttrici sono oggi inattive;
– blocco delle importazioni, poiché molte macchine prodotte per i mercati europei non possono attualmente rispettare le regole dei disciplinari introdotti da ADM;
– difficoltà di addivenire ad una modifica delle norme di legge che disciplinano il settore che risponderebbe alle esigenze di maggiore celerità del comparto;
L’impossibilità di dare completa attuazione al processo di migrazione alle nuove regole entro la predetta data, unito alla profonda preoccupazione sull’applicazione del sistema delle omologhe, al concreto rischio di ritiro di decine di migliaia di macchine, alla necessità di forti investimenti per la sostituzione delle stesse (a volte impossibile vista la mancanza di macchine adeguate), rischia di diventare una vera e propria catastrofe economica per il comparto.
Gli impatti negativi diretti e indiretti sul mercato, già fortemente rallentato dalla crisi socio-economica, porteranno migliaia di aziende alla chiusura, con la relativa perdita di occupazione e crisi del settore.
Si consideri inoltre che già attualmente il termine per conseguire la certificazione di conformità degli apparecchi “ante 2003” e delle “Tickets Redemptions” nelle attività di spettacolo viaggiante dotate di licenza ex art.69 Tulps è fissato al 31/12/2024.
Per gli “ante 2003” in particolare le stesse difficoltà di omologa sopra descritte determinano negli operatori una limitata possibilità di acquistare apparecchi nuovi.
Le Associazioni auspicano quindi che la Direzione delle Agenzie delle Dogane e dei Monopoli provveda ad inserire all’interno del primo provvedimento utile un opportuno e ragionevole nuovo termine, concedendo una proroga di almeno 12 mesi, che possa entrare in vigore prima del 31 dicembre corrente anno.
Le scriventi Associazioni sottolineano inoltre la complessità della situazione poiché, seppure in fase di progressivo consolidamento e nonostante il forte impegno di ADM, il sistema necessita ancora di forti correzioni.
A questo proposito, non possiamo che evidenziare che, oltre la proroga, sia essenziale la riattivazione del tavolo tecnico permanente tra le Associazioni e ADM, strumento essenziale di concertazione, luogo dove trovare soluzioni e permettere un confronto continuo e proficuo tra le parti, così come accaduto sino a fine 2022.
Ogni giorno vengono giocati 51 milioni di euro sui circuiti illegali
L’indagine della Procura di Torino che ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora nel mondo del calcio italiano ha permesso di accendere i riflettori su un grande problema: il gioco illegale. Si tratta di un fenomeno che ha volumi d’affari veramente grandi e che riesce a raggiungere tantissime persone grazie ai canali online illeciti.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’autorità che vigila sul settore, lavora alacremente per cercare di eliminare dalla rete qualsiasi sito che non abbia la sua autorizzazione. Infatti, l’elenco aggiornato dei siti illegali oscurati ad ADM ne contiene attualmente 9.827. In pratica ogni mese vengono oscurati in media quasi 50 nuovi siti di gioco illegali.
Il giro di scommesse e gioco online sui circuiti illegali è pari a quasi 51 milioni di euro al giorno. Un danno enorme anche per l’erario, il cui ammanco derivante dal gioco illegale è di circa 1 miliardo di euro l’anno.
Tossicodipendenza e alcolismo le patologie più diffuse
Solo una piccolissima parte dei giocatori e degli scommettitori in Italia è da considerarsi ludopatico. Nessun particolare allarme, quindi, pur restando la protezione dei clienti e la prevenzione due punti cardine nelle strategie degli operatori e delle aziende del settore.
E’ quanto emerge dai risultati della prima annualità dell’Osservatorio OISED, il primo Centro Studi dedicato all’analisi per la cura delle dipendenze. Nello studio del primo anno di attività dell’Osservatorio, infatti, si evidenzia soprattutto la situazione riguardante le dipendenze da alcol e stupefacenti, ma ampio focus è dato anche al settore del gioco d’azzardo e delle scommesse.
Dalle elaborazioni condotte – si legge nel report – risulta una stima (riferita al 2021) di circa 250.000 utenti presi in carico affetti da dipendenza: per il 65,9% si tratta di utenti tossicodipendenti, per il 24,6% di alcolisti, per il 6,0% di utenti con dipendenza da gioco d’azzardo patologico, per il 3,0% da tabagismo e per l’1,3% da altre dipendenze, quali internet, social, sex addiction etc”.
Entrando nello specifico dei disturbi da ludopatia, si contano allora circa 15.000 persone in cura per problemi di questo tipo. Visto che secondo una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità i giocatori in Italia sono circa 18,5 milioni, le persone in cura per il problema della ludopatia sono lo appena 0,08% del totale. Una percentuale minuscola.
Nella ricerca si parla anche dei costi derivanti dalla varie dipendenze. Il costo medio annuo di un utente tossicodipendente in trattamento presso i SerD si può stimare essere pari a 5.236 euro, quello di un utente con dipendenza da alcol 5.050 euro, mentre per altre forme di dipendenza (tra cui quindi il gioco) 3.194 euro.
Nel 2022 sono stati 12 i miliardi di euro finiti nella casse dell’Erario
Il gioco pubblico in Italia fotografato dalla seconda ricerca di Luiss Business School e Ipsos. Ne merge un settore solido e in salute che fornisce un contributo fondamentale per lo Stato, importante da un punto di vista occupazionale e che lavora in prima linea nella lotta all’illegalità e per la tutela dei giocatori.
Il report “Sostenibilità, responsabilità e legalità del gioco pubblico in Italia” è stato presentato oggi nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica. L’industria del gioco, nel 2022, si caratterizza per un’occupazione diffusa su tutto il territorio nazionale e un fatturato complessivo di 9,1 miliardi di euro.
Soltanto una piccola percentuale di giocatori (il 4%) considera il gioco come un modo rapido per fare soldi, mentre la stragrande maggioranza lo vede come un motivo di svago e divertimento. In questo contesto, la lotta all’illegalità è una delle priorità a tutti i livelli, dai giocatori agli operatori passando per le istituzioni, con oltre un miliardo di euro di perdita per l’erario causata dal gioco illegale.
Capitolo rilevante quello relativo alla lotta all’illegalità contro cui il gioco pubblico legale rappresenta uno dei principali argini. Nel 2021 l’importo speso giocando illegalmente – dato dal valore delle giocate complessive meno quello delle vincite realizzate – è stato di circa 1,9 miliardi di euro. Una stima piuttosto conservativa, individua in oltre un miliardo di euro la perdita per l’erario causata da gioco illegale.
Il settore del gioco è, dunque, oggi maturo e consolidato; può contribuire fattivamente al raggiungimento degli obiettivi di interesse pubblico alla base del meccanismo concessorio. In particolare, i concessionari svolgono un’interlocuzione sempre più attiva per contribuire al superamento delle criticità esistenti: la tutela dei giocatori più fragili e il mantenimento di profili di trasparenza e legalità. Allo stesso tempo, una sempre maggiore collaborazione tra tutte le parti coinvolte nell’analisi quantitativa e qualitativa del fenomeno del gioco permetterebbe di individuare più rapidamente le problematicità esistenti al fine di proporre i necessari correttivi. Le evidenze mostrano che tutti gli operatori sono disposti a farsi carico delle azioni necessarie a garantire la regolarità delle attività del settore.
“L’importanza di questo comparto è data anche dall’impatto economico per l’Erario poiché il gioco fornisce alla finanza pubblica circa 12 miliardi di euro l’anno che vanno a finanziare servizi essenziali come scuole e sanità. Questo studio è importante per dare modo al decisore politico di conoscere la realtà intorno al settore”, ha dichiarato Luca Turchi (foto), Dirigente Ufficio controlli giochi della Direzione giochi, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Antonella Galdi, vice segretario Generale ANCI, Membro Advisory Board Progetto Ricerca Settore del Gioco, ha invece detto: ““Il gioco è un settore complesso e quindi è più che mai necessaria la collaborazione tra i livelli istituzionali e, in questo senso, penso sia necessario un’armonizzazione normativa che rispetti anche le specificità territoriali”.
Alberto Pozzolo, Osservatorio Mercati Regolati della Luiss Business School, si è soffermato sui numeri: “Guardando i dati del settore c’è stato un parziale recupero dopo la caduta del 2020 e 2021. La spesa del gioco fisico è ritornata ai livelli pre-pandemia, mentre quella dell’online ha avuto una vera e propria impennata. Ovviamente se la spesa cresce aumentano i fatturati delle società di gioco e le entrate per l’erario”, le sue parole.
“I dati dimostrano che c’è più fiducia da parte degli italiani sulla possibilità di controllare l’illegalità. Molti italiani pensano che l’inasprimento delle sanzioni possa essere un modo efficace per combattere l’illegalità“, il commento invece di Ilaria Ugenti, Corporate Reputation Leader di Ipsos.
Infine Livia Pomodoro, presidente Advisory Board del Progetto sul settore del Gioco, ha detto: “Una delle cose più importanti per salvaguardare i cittadini è quello di rendere sempre più comprensibile quando si gioca nei circuiti legali, per evitare che molti finiscano inconsapevolmente nei circuiti illegali che ovviamente offrono meno tutele per i giocatori. Il settore del gioco subirà una importante revisione grazie alla Delega Fiscale che dedica un intero articolo al comparto. Ritengo molto importante che il sistema concessorio rimanga la chiave di questo settore, ma credo ci sia molto lavoro da fare per portare le normative al passo coi tempi”.