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Calcio e scommesse: ad Enada 2024 l’importanza di un rapporto ‘interrotto’ dal Decreto Dignità

Winterling (Bologna FC) ‘Il betting fondamentale per lo sport’

Report Uefa ‘Il 23% di sponsorizzazioni arriva dal settore del betting’

Lo sport, il decreto dignità ed il divieto di pubblicità di giochi e scommesse sono stati tra gli argomenti trattati ad Enada 2024, la più importante fiera del settore in Italia.

Tra le varie conferenze, di particolare interesse è stato il panel “L’impatto del betting sul futuro dell’industria dello sport”, moderato dall’ex vicepresidente della Serie C, Marcel Vulpis e con Barbara Beltrami (Kindred), Valerie Peano (EGLA), Cristoph Winterling (dir. Marketing Bologna FC), Stefano Deantoni (Infront) e Giovanni Palazzi (StageUp).

Barbara Beltrami, Kindred

“Il Decreto Dignità ha penalizzato gli operatori e ci ha impedito di comunicare il brand e far capire al consumatore quale fosse l’offerta di gioco regolamentata, esponendolo a rischi. Questo ha causato grandi disparità tra gli operatori – ha detto la Country Manager di KindredBarbara Beltrami – Il Decreto Dignità è stato approvato solo per propaganda e senza dati scientifici alla sua base. Chi ha introdotto questa misura non conosce il settore e ha agito senza colpire veramente dove poteva essere il problema. La cosa più grave è che questa scelta ha anche causato problemi economici. Spesso si demonizza questo comparto, cosa che non avviene all’estero. La sponsorizzazione è uno strumento non solo di marketing, ma permette di creare un engagement con il proprio pubblico e dare qualcosa in più”.

Valerie Peano, Egla

“Il divieto di pubblicità è talmente onnicomprensivo che abbraccia anche le sponsorizzazioni, è nato per una scelta di pancia del Governo in carica all’epoca. Il fallimento del divieto di pubblicità è esemplificato dal fatto che calciatori di Serie A hanno piazzato scommesse su siti illegali, senza capire che quella non fosse l’offerta di gioco regolamentata in Italia. Ciò è uno degli effetti del divieto, ovvero quello di non far distinguere bene il legale dall’illegale. Il rapporto tra società di betting e sport è molto profondo anche in merito all’integrità degli eventi sportivi. Molte volte, infatti, sono gli stessi operatori che segnalano flussi anomali di scommesse e possibili match-fixing”, ha invece detto la founder dell’European Gambling Lawyers & AdvisorsValerie Peano. “Il Governo, attraverso il riordino, può dare un nuovo impulso. Nel testo che circola è presente una timida apertura da questo punto di vista e può fare ben sperare”.

Giovanni Palazzi, StageUp

Il presidente di StageUpGiovanni Palazzi, si è soffermato sui numeri: “In Italia, il mercato delle sponsorizzazioni è andato meglio del previsto e per quest’anno si prevede che cresca del 6%. A livello sportivo le sponsorizzazioni pesano per 780 milioni di euro. La crescita di quest’anno è motivata dai futuri importanti eventi. Il calcio, ovviamente, è il principale interlocutore con il 67% del totale. L’ultimo report della Uefa ha mostrato che il 23% delle sponsorizzazioni deriva dal betting. La reintroduzione del mercato italiano porterebbe certamente a più risorse per il sistema sportivo”.

Cristoph Winterling, Bologna FC

“Credo sia chiaro a tutti che l’industria del betting sia veramente fondamentale per lo sport. Il settore delle scommesse ci ha spesso aiutato a creare delle opportunità per i nostri tifosi. Non sono solo investimenti economici, ma opportunità che hanno permesso a molte persone di vivere esperienze uniche. Lo sport è la nona industria del Paese con un fatturato di 22 miliardi di euro e la crescita di questa industria è stata aiutata dal betting. Questo decreto ci ha impedito di sensibilizzare le persone sui pericoli del gioco e distinguere bene i siti legali da quelli illegali”, il pensiero di Cristoph Winterling, direttore Marketing Bologna FC.

Stefano Deantoni, Infront

Infine Stefano Deantoni, direttore marketing di Infront: “Prima del Decreto Dignità avevamo notato un aumento delle sponsorizzazioni dal mondo del betting. Siamo una società di intermediazione e nel 2017 eravamo arrivati ad avere una fetta importante del fatturato di Infront, ovvero il 30%. Purtroppo, dopo l’approvazione del Decreto Dignità siamo al 15% di fatturato che deriva dall’infotainment. Questo fa ben capire che il sistema sportivo ha avuto meno risorse andando ad impattare la competitività dei club italiani nei confronti del resto d’Europa. Dunque, ci auguriamo che vengano approvate almeno delle vie di mezzo come la promozione attraverso testimonial o comunicazioni in sovraimpressione che possano permettere di rendere consapevoli gli utenti di quali siano i siti di gioco legale”.

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